Ci son solo 3 strade per la politica del territorio: RINATURALIZZAZIONE, FOSSILIZZAZIONE o DEVASTAZIONE!

Ci son solo 3 strade per la politica del territorio: RINATURALIZZAZIONE, FOSSILIZZAZIONE o DEVASTAZIONE!

 

Bisonte europeo (Bison bonasus)

 

CI SON SOLO 3 STRADE PER LA POLITICA DEL TERRITORIO

1) RINATURALIZZAZIONE
2) FOSSILIZZAZIONE
3) DEVASTAZIONE

Ognuno nel suo piccolo e ogni comunità deve scegliere quale strada vuole percorrere.
Le tre strade possibili son queste:

-) da un lato la RINATURALIZZAZIONE razionale partecipata con l’uomo parte fondamentale del processo di miglioramento e restauro ricostruttivo del paesaggio in cui vivere nella massima qualità di vita aperta alla vita. Un atteggiamento connotato dalla ricerca della sostenibilità nel rispetto del paesaggio storico-naturale, dalla solidarietà e dalla grande meraviglia nei confronti della Natura e amore per la ricerca e la scienza non mistificata e strumentalizzata dall’interesse di parte ;

-) al centro il FOSSILISMO della accettazione dello “status quo” degradato dall’uomo del paesaggio, della biodiversità e dei beni culturali materiali e immateriali. Un atteggiamento tanto “fossilizzato” e “fossilizzante” da scagliarsi addirittura contro l’arrivo di nuove specie viventi, (che sono a volte invece manne dal cielo e del caso), in “crociate” biocide a volte del tutto folli e non davvero pienamente giustificabili, nel verso della conservazione dello stato di impoverimento raggiunto a causa dell’uomo senza comprendere veramente la Natura e cogliere il suo dinamismo e la sua ricchezza, comprendendo i suoi tentativi di compensare gli squilibri con ogni mezzo. Un atteggiamento quindi contro-natura si può dire, perché tenta di fermare la Natura che da sola comunque tende verso la rinaturalizzazione spontanea;

-) dall’altro lato la continuazione della DEVASTAZIONE del territorio, del paesaggio, della biodiversità selvatica e domestica, dell’economia tradizionale e della salute.

La strada virtuosa, quella che dà la massima ricchezza al territorio e ai suoi cittadini a 360°, è quella della rinaturalizzazione, ma per essa occorre anche urgentemente comprendere quali pastoie, limiti mentali e pregiudizi, quali miopie basso intellettuali ostacolano nel verso della fossilizzazione le politiche di rinaturalizzazione oggi in Italia. Solo alcuni esempi e confronti con quanto sta accadendo invece in altri paesi europei.

Bisonte europeo

 

bisonte03-k6oG-U10804077960553UF-680x510@LaStampa.itIn Spagna dove nel Paleolitico vivevano i Bisonti, esattamente come in quelle stesse epoche in Italia (in Molise e Salento), stanno reintroducendo i loro discendenti, i Bisonti europei (in foto in questo post facebook) :
http://www.lastampa.it/2016/05/23/societa/lazampa/animali/in-spagna-torna-il-bisonte-europeo-la-specie-viene-reintrodotta-sulle-montagne-di-len-NTNEA3MLcQ5uazt74tvzcP/pagina.html

Dopo 10’000 anni in Spagna si tornerà a vedere la loro viva mole nel paesaggio e forse poi anche a mangiare bistecche di Bisonte, un piatto che non si gusta da diversi millenni;
in Italia solo ricostruzioni e ossa fossili nei musei del sud Italia, Salento incluso, (un punto di partenza scientifico importantissimo, ma bisogna fare di più a livello politico-ecologico come in merito si sta facendo in alcune regioni della Spagna come stiamo illustrando)!

(La Bertuccia europea, anche chiamata Macaco silvano, vive ancora in Spagna a Gibilterra, come viveva nella Penisola Italiana nel Paleolitico, ma quando se ne recuperano in cattività in Italia, anche magari nate in cattività, vengono riportate in Spagna e nord Africa e non utilizzate per ricreare dei nuclei selvatici in parchi naturali in Italia come sarebbe invece saggio e opportuno!)

Daini
Daini (Dama dama)

Intanto dalla Polonia il Bisonte europeo lo stanno reintroducendo in tanti paesi in Europa utilizzando anche i finanziamenti UE per la rinaturalizzazione (reWilding), (ben più virtuosi dei progetti UE fraudolenti su Xylella certo), così in Francia, Germania, Spagna come detto, e Romania, ma anche Russia, Ucraina e Bielorussia.

Daini vivevano in Salento nel Paleolitico, come nel ‘600 e ‘800 in Natura, (allevati ancora nel ‘900 in boschetti, e oggi ancora da alcuni privati), ma oggi taluni li dichiarano specie “esotica” non assolutamente reintroducibile nel Salento!! Pazzesco!

Lince
Lince comune (Lynx lynx), che oggi vive in area alpina.

 

Rinaturalizzazione è anche economia turistica come ben sanno nel Regno Unito.
Gli inglesi sono un popolo che si sta impegnando a maggioranza per far tornare la Lince comune dopo oltre 1300 anni di assenza.
Mentre qui in Salento la Lince è scomparsa da poco meno poco più di 200 anni eppure non c’è ancora nessun progetto per una sana riforestazione e per la sua reintroduzione (dalle aree alpine e balcaniche in cui ancor vive), e non dico direttamente in Salento ma neppure in tutto il sud Italia dove fino a pochi secoli or sono viveva:
http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/mondo/2015-04-28/gli-inglesi-vogliono-ritorno-lince-e-tories-e-labour-fanno-gara-loro-consensi-105828.shtml?uuid=ABZXV3WD
Quando un animale non è estinto per fortuna ancora, come in questo caso, che facciamo? Cerchiamo di ridargli habitat sottratti in forme di maggiore convivenza con l’uomo o lo estinguiamo del tutto?!

 

Lince pardina (Lynx pardinus). In Europa, oltre alla Lince comune (Lynx lynx), che oggi vive in area alpina, vive anche una sua sottospecie o specie a sé di Lince che è la Lince pardina pare più adattata ad habitats mediterranei della Lince comune. Le linci documentate nell’olocene e pleistocene in Puglia dalla paleontologia son classificate come Lynx lynx, ma non mi stupirebbe si trattasse anche o in particolare di Lynx pardinus, visto l’adattamento che essa mostra oggi nelle Penisola Iberica dove è bene sopravvissuta in habitat simili a quelli pugliesi, vista la capacità di suoi esemplari di spostarsi in breve tempo per centinaia di chilometri, e date le caratteristiche di mantello e abitudini descritte dalle fonti dei secoli scorsi per le Linci (“gattopardo” o “lupo cerviero” chiamate nelle fonti) che vivevano in Sud Italia. Vedi questa bella notizia  dal titolo “La Lince pardina torna a popolare la Penisola Iberica: oltre 400 esemplari nel 2015”, al link: http://www.meteoweb.eu/2016/04/la-lince-torna-a-popolare-la-penisola-iberica-oltre-400-esemplari-nel-2015/665157/.

 

C’è allora un po’ di miopicizzazione in Italia oggi sul tema della rinaturalizzazione?!
Si e come, e ad ogni livello, dal più basso al più alto!
Si tratta ora solo di capire se seguire e restare indietro o metterci al passo e anzi guidare, con la massima conoscenza scientifica del passato e del presente, con saggezza e intelligenza, anche per una buona economia della sostenibilità, questo necessario virtuoso e bel processo culturale e scientifico che sta interessando i paesi europei!

DIFFICOLTÀ DA PREVENIRE IN QUESTI PROGETTI: Tornato il Bisonte dal Paleolitico torna anche la caccia al bisonte dell’Homo come nel Paleolitico, non meraviglia, questo a dimostrazione anche del fatto che l’uomo non è assolutamente cambiato!
Ciò che però deve cambiare o comunque si deve arginare è l’assoluta ignoranza e stupidità che porta l’uomo a minacciare con la caccia specie tanto in via di estinzione poi persino laddove come in questo caso si stanno avviando ancora i primi passi iniziali per una piena rinaturalizzazione. Speriamo almeno che questa notizia permetta di dare maggiore solidarietà e maggiore forza economica al progetto e far giungere nuovi capi a infoltimento della mandria semi selvatica nella Penisola Iberica, che è stata in questi giorni così vilipesa.
È fondamentale in queste operazioni di salvataggio di questa (come di altre specie) l’esistenza di zoo e bioparchi in cui favorire l’allevamento e riproduzione di questi bisonti per reintrodurli poi in Natura. Pensiamo quindi come sia altrettanto ignorante la posizione di chi vorrebbe chiudere gli zoo inneggiando ad un falso amore per gli animali! Chi ci tiene agli animali non permette l’estinzione delle loro specie!
Allo stesso modo in questi progetti certamente vi è un difetto di comunicazione con la gente del posto non adeguatamente coinvolta, alla quale occorre spiegare e far capire l’opportunità di queste reintroduzioni, anche economicamente parlando e per tutti, e far vedere quell’animale che ritorna non come un simbolo dell’impossibilità di continuare a fare nel territorio ciò che prima si faceva. Ciò che bisogna far comprendere è che la caccia non va attuata quando la specie è sulla soglia dell’estinzione, far capire che se si sarà bravi e si riuscirà invece a far aumentare enormemente il numero di questa specie nel territorio dove la si è reintrodotta allora a quel punto una caccia di contenimento diventerà fisiologica e necessaria con ritorni economici anche per coloro che non riescono a frenare in sé l’insistito venatorio.
Oggi già subito il turismo naturalistico per rivedere i Bisonti europei in Natura, domani anche latte e carne di Bisonte europeo, (come in Nord America si producono questi prodotti dai locali Bisonti americani non più a rischio di estinzione grazie a buone politiche conservazionistiche negli ultimi decenni), son potenziali fonti di grande economia! http://www.nanopress.it/ambiente/2016/09/20/valdeserillas-bisonte-europeo-ucciso-e-decapitato-dai-bracconieri/146609/

lBertuccia europea mediterranea(Macaca sylvanus), sul Gargano solo ad esempio sarebbe opportuno partire con questa reintroduzione in Italia con una piccola comunità di questo primate, nel Paleolitico molto diffusi in Italia:  Foto:
http://www.nanopress.it/ambiente/2016/09/20/valdeserillas-bisonte-europeo-ucciso-e-decapitato-dai-bracconieri/146609/


Dati e altre foto:
 http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2014/11/04/foto/_le_bertucce_del_marocco-2361587/2/#media (Sopravvissute in Europa a Gibilterra in Spagna, sono praticamente oggi il fulcro di attrazione turistica della zona, e la loro presenza non ha fatto certo estinguere altre specie!!! Riflettere!).

Beaver (Castor fiber) in the Peene valley, Peene river, Anklam, Germany

Beaver (Castor fiber) in the Peene valley, Peene river, Anklam, Germany

Idem per il Castoro euro-asiatico (Castor fiber), sterminato dalla Penisola Italiana in epoca storica (nel ‘600) dall’uomo con la caccia, in sud Italia attestato già nel Paleolitico (ad esempio in Molise).
Scomparso anche in Svizzera lo stanno reintroducendo in questi anni nel giubilo plebiscitario della popolazione dai paesi europei dove è sopravvissuto agli stermini, in Italia ancora nulla! http://www.tio.ch/News/Svizzera/Attualita/731702/Svizzeri-favorevoli-al-ritorno-del-castoro/

Castoro europeo:  https://www.rewildingeurope.com/wp-content/uploads/2015/06/SZA-20140620_1934181.jpg

 

Grande Otarda (Otis tarda)

Stesso discorso per la grande Otarda (Otis tarda) tipica delle steppe dell’Europa meridionale, congeniali a lei tante aree della Puglia, dove già in epoca paleolitica viveva, (vedi ritrovamenti ossei fossili a Castro-Grotta Romanelli, in Salento), ma in Puglia nessuna sua reintroduzione è stata effettuata, come invece l’han reintrodotta in anni recenti nel sud dell’Inghilterra da cui pure era scomparsa certamente sempre a causa della caccia. https://ninanannines.files.wordpress.com/2013/06/velika-dropljaotis-tarda.jpg
vedi: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Otis_tarda

 

Reintrodurre l’Alce in Italia! Dal post facebook al link cui si rimanda (vedi commenti ad esso del medesimo autore) per approfondimenti.

 

Reintrodurre il Macaco silvano in Italia! Dal post facebook al link cui si rimanda (vedi commenti ad esso del medesimo autore) per approfondimenti.

 

Reintrodurre il Bisonte europeo in Italia! Dal post facebook al link cui si rimanda (vedi commenti ad esso del medesimo autore) per approfondimenti.

 

 

(Testi tratti da un mio post facebook del 21 settembre 2016 al link: https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10210763882203217)

 

Oreste Caroppo

 

 

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