Dalla cripta di San Nicola a Bari per la comprensione della “Teoria T-S” una chiave di lettura antropologica nel mistero dei culti religiosi umani e dei loro oggetti e luoghi sacri

San Nicola – penetriamo nei segreti e nei misteri simbolici del luogo di culto (e dei suoi culti) più importante del Santo in Puglia e nel Mondo

cogliendo l’occasione anche per una esposizione sintetica di quella che chiamo “TEORIA T-S”

Tomba del Santo, cripta della Basilica di San Nicola a Bari
 
Dalla cripta di San Nicola a Bari per la comprensione della “Teoria T-S” una chiave di lettura antropologica nel mistero dei culti religiosi umani e dei loro oggetti e luoghi sacri
Ho sempre pensato che l’origine della famosa acquosa “manna”, come viene detta, che trasuda, si dice, dalle ossa di San Nicola nella cripta della medioevale imponente Basilica in stile romanico-pugliese di Bari al Santo dedicata, raccolta nella sua tomba che è sotto il piano della cripta, ogni anno in una cerimonia, sia favorita dalla trasudazione dagli strati di roccia di acqua di falda superficiale, come anche forse dalla raccolta di condensa sulle superfici interne delle pietre del sepolcro, cosa sempre possibile in ambienti ipogei solitamente umidi, in più si aggiunga l’enorme quantità di vapore acqueo che viene annualmente rilasciato all’interno della cripta con la respirazione e la sudorazione dai tantissimi pellegrini e officianti religiosi cristiano-cattolici e cristiano-ortodossi che frequentano quel luogo sotterrano relativamente piccolo.
Interessante a tal fine la notizia dell’ 11 settembre 2016 dal titolo “Allagata per il maltempo la cripta di San Nicola a Bari“, al link.
Si tratta di un luogo di attrazione turistico-religiosa famosissimo in tutto il mondo. Tanti dunque i pellegrini e pellegrine che vi giungono da ogni dove per la grande fama del Santo, (che è anche il Santa Claus-Babbo Natale). Tanti italiani, tantissimi russi, georgiani, eccetera, eccetera eccetera. Il detto islandese “Non è come a Bari” è usato per dire che una cosa non può essere nemmeno lontanamente paragonata ad un’altra che è grandiosa, ma lontana. Bari era meta di pellegrinaggi già nel medioevo fin dall’Islanda, dove c’erano più chiese dedicate a San Nicola che a qualsiasi altro santo.
Il mare è inoltre molto vicino alla Basilica, e la quota altimetrica della cripta anche molto bassa. Il territorio è carsico, come per quasi tutta la Puglia, quindi ricco di acqua nel sottosuolo calcareo.
Ovviamente nel credo cristiano qualsiasi cosa che tocca qualsiasi altra considerata santa diviene santa anche essa per un principio di magia, la magia del contatto!
Lungi da me pertanto, la blasfemia, anche perché l’ acqua è sempre benedetta quale che sia la sua origine!
“La Colonna miracolosa di San Nicola” nella cripta della Basilica di San Nicola a Bari. Foto dal Web al link.
Mi piace ricordare la pratica lì di un rito pagano-popolare non accettato dalle chiese cattolica e ortodossa, ma che viene quotidianamente compiuto e da quelle chiese almeno tollerato: vi è in quella cripta una antica colonna non portante, libera quindi in testa ed eretta verticale, a sezione circolare, è chiamata dalla gente “la Colonna miracolosa di San Nicola”; la tradizione diffusasi da tempo vede le donne, in particolar modo quelle che giungono dall’Est Europa, in visita al Santo, toccarla e ruotarci intorno a contatto con essa, cosa quest’ultima che non è più possibile da alcuni anni perché vi han messo una grata di ferro attorno e la colonna si trova su un angolo della cripta; la ragione o la scusa addotta da parte dei religiosi della Chiesa, raccontata da un monaco a me che ho chiesto lì qualche anno fa spiegazioni per la presenza della grata, è stata che una volta una donna dell’Est particolarmente opulenta è rimasta incastrata tra le pareti della critica e la colonna durante il suo rito propiziatorio intorno ad essa, tanto da dover ricorrere all’aiuto di più persone per estrarla via dopo diverse manovre; preoccupazioni anche pertanto per la sua stabilità affinché non cada sulle persone. Non si poteva rafforzare la base?!
Il rito popolare famosissimo viene compiuto al fine di aver propiziata fertilità e trovar marito.
 
Se si applica quella che ho battezzato come “Teoria T-S”, iniziali di Terra e Sole (Cielo), con cui sintetizzo l’importanza sempre della presenza simbolica archetipica della coppia cosmica divina complementare Terra-femminile e Cielo-maschile, che si impone ed emerge in tutte le espressioni religiose umane più genuine,
la lettura corretta dei simboli di tale tradizione a Bari diventa semplicissima e chiara; essa è ovviamente la seguente: San Nicola rappresenta una divinità maschile, la forma più importante e tangibile lì del divino maschile, signore del Cielo (in cui son ubicati i Santi cristiani anche; come in passato i pagani dei olimpi greco-romani), la cripta è simbolo femminile della divina Dea Madre Terra, il suo simbolico utero, e quella colonna lì, archetipo del menhir (bethilos), rappresenta un fallo litico, quello del Divino maschile, del Santo in questo caso, (ed è detta proprio Colonna di San Nicola, e già una leggenda medioevale la dice legata a Lui ed innalzata, eretta prodigiosamente dallo stesso Santo apparso lì nella cripta a lui dedicata, vedi link), questo suo valore simbolico nella inconscia concezione del fedele, anche se tale idea non è portata sempre alla coscienza dei fedeli, ma agisce sempre archetipicamente in loro dal profondo, tanto che comunque le donne compiono quel rito di fatto così palese nelle sue sfumature sessuali. La venerazione anche di sculture di grandi falli era comune in luoghi di culto pagani greci e italici, come nel resto del mondo ancora oggi.
Il tutto a Bari avviene in quel luogo che è “sancta sanctorum“, sentito come scrigno di energie numinose potenti e complete, perché lì sono presenti in maniera forte il maschile e il femminile uniti insieme, come in una “ierogamia”, il rituale rapporto sessuale sacro delle religioni pagane greco-latine e più in generale mediterranee antiche, a volte compiuto proprio in una grotta ipogea, volto, per magia simpatica-omeopatica, a favorire quell’unione Terra-Cielo fondamentale per la vita che l’uomo conosce, e che vede svolgersi proprio all’interfaccia tra questi due posti, la Terra in basso, il Cielo in alto.
L’intera chiesa pertanto come edificio diventa una struttura atta a favorire questo incontro T-S terra-cielo, a catalizzare condensare e favorire l’unione delle loro energie, unione sentita importanti per il bene dell’umanità e la vita sulla terra, e questo sia che sia presente una tradizione sapienziale degli architetti e/o committenti volta a tal fine, sia che essa non sia presente consciamente, perché sono pur sempre gli archetipi universali di fondo medesimi ad agire orientando l’operato delle scelte architettoniche in quell’idem verso.
Basilica di San Nicola a Bari – visione d’insieme.
Nelle varie tradizioni arcaiche dei popoli il concetto di quell’energia assume diversi nomi; dagli studi fatti personalmente mi pare di poter dire che uno di quei nomi nella tradizione arcaica di ambiente greco e italico possa essere “Car”, da cui poi nel cristianesimo i termini di “carisma”, di “carità” e “grazia” (“crazia” in dialetto salentino).
Ora è altrettanto facile leggere il valore simbolico inconscio e magico della “manna” di San Nicola, acqua che trasuda dai resti del suo corpo, ovviamente un simbolo di sperma divino del divino Dio maschile, incarnato dal Santo, che feconda la terra, come la pioggia e i raggi del Sole, che vengono dal Cielo e permettono che il seme vegetale nella terra germogli, da cui tanta energia per la vita e per l’ecosistema terrestre.
Quell’utero ipogeo della terra come luogo di nascita e rinascita. Ecco anche perché il sepolcro dei morti è solitamente nella terra, come il seme posto nella terra forata con il fallico strumento del paletto da semina, affinché rinasca a nuova vita.
Non è un caso quindi che la manna di San Nicola raccolta sia richiestissima dai pellegrini che l’acquistano affinché possano portarla con loro come amuleto ritenuto ricco di energia divina da diffondere per miracoli.
 
CONCLUSIONE: il caso della cripta pugliese di San Nicola Bari ci ha dato semplicemente l’occasione per applicare e spiegare con un esempio la scientifica Teoria T-S che ho formulato.
Gli archetipi dell’istinto religioso che vengono così messi in luce ovviamente volta per volta nello spazio e nel tempo possono essere concretizzati in forme leggermente differenti ma sempre tali da permettere l’espressione simbolica dell’universale archetipo agente e propulsivo più o meno inconsciamente negli uomini quando operano religiosamente, sia dunque nelle cerimonie, nella preghiera, nella ritualità personale e sociale, come nel momento dell’atto creativo artistico e/o architettonico, il tutto attingendo alla Natura.
Il Bethilos-menhir, anche ad esempio, ben diventa in tutto leggibile con questa teoria antropologica.
 
Un altro esempio. In greco il grande serpente Pitone era chiamato Piton, nome maschile, associato ad Apollo che lo uccide (identificandosi) e trasformando l’Oracolo di Piton (oracolo di Delfi) nel suo oracolo. Lì la sacerdotessa profetessa officiante e vaticinante era chiamata Pitia, (il maschile di Piton), rappresentante della dea terra femminile, essa forma simbolicamente con il fallico drago serpiforme Pitone-Dio celeste solare Apollo maschile la simbolica fondamentale coppia cosmica della ierogamia, delle nozze sacre.
 
Ciò che ho più ho compreso dalle mie ricerche è che laddove, ora il matriarcato (o il femminismo) ora il patriarcato (o maschilismo) han tentato di imporsi, gli archetipi umani universali agenti nelle manifestazioni religiose attraverso simboli hanno ingannato uomini e società facendo sempre ricomparire la coppia cosmica bipolare maschio-femmina terra-cielo inconsciamente sentita fondamentale per la fecondità della terra, per i cicli della natura e quindi per la vita e il suo prosieguo!
Battezzai questa mia teoria “Teoria T-S”, con le iniziali di Terra-Sole, (Terra-Cielo).
 
Queste mie interpretazioni scientifiche, anche dei miti, mirano a non essere corrotte da tentativi ideologici distorcenti, ad esempio femministi o maschilisti, ma si attengono ai fatti, e ad un principio, che mi pare si possa cogliere, di tendenza dialettica della Natura nel verso di un equilibrio degli opposti complementari, come la coppia femmina-maschio, o maschio-femmina che dir si voglia. Come ben rappresenta il famoso simbolo orientale dello Yin e Yang che ho piacevolmente scoperto esser già presente nella sacralità delle culture neolitiche europee.
Qui ad esempio si mostrano alcuni reperti della cultura neolitica europea di Cucuteni; al centro compare la miniatura di un tempio caratterizzato dalla presenza delle corna taurine nella parte centrale alta delle facciate principali le stesse corna di consacrazione che compariranno poi nella cultura minoica cretese sugli edifici sacri e politici. Un simbolo lunare femminile tali corna (la Luna è ben associabile al femminile poiché il ciclo lunare ha la stessa durata del ciclo mestruale della donna), ma anche un simbolo fallico maschile, come il serpente.
Sulle sue pareti della miniatura del tempietto l’inconfondibile simbolo (Taijitu) dello Yin-Yang.
Meraviglie neolitiche, Cucuteni, Hamangia, Gumelnita, tempio modellino antico con simbolo Yin-Yang spiraleggiante raggiante
Simbolo yin-yang in manufatti della civiltà di Cucuteni. Immagine dal link.
La comprensione della Teoria T-S porta allora a giudicare come forzature della naturalità dell’istinto religioso quei possibili tentativi da parte dell’istituzione ecclesiastica di scoraggiare quei riti popolari più apparentemente pagano-fallici che si eseguono intorno alla Colonna di San Nicola nella cripta dove giace il corpo del Santo. Fermato eventualmente del tutto quel rito per ipotesi, l’archetipo sottostante imperativo agente negli uomini porterebbe alla creazione di nuovi riti popolari con nuovi simboli simili, come per esempio la venerazione di una statua verticale del Santo lì; intanto dopo che la spessa grata non ha più permesso di compiere il giro intorno alla colonna ma solo di toccarla attraverso le sue fessure, oggi si è aggiunta la tradizione di posizionare alla sua base bigliettini con scritte le richieste miracolose fatte al Santo.
Per questo ciò che un’istituzione religiosa può fare è sempre solo e soltanto assecondare l’istinto religioso universale presente negli uomini, che nessun regime ateo può cancellare, esso comunque agirebbe anche sotto le spoglie e nelle vesti stesse dell’ateismo di stato, come nella sua eventualmente semplice dichiarata laicità!
Capitello con leone bicorpore, Basilica di San Nicola chiesa medievale in stile romanico-pugliese a Bari. Foto dal link.
(Testi tratti dal mio post facebook del 12 settembre 2016, cui si rimanda per approfondimento alla lettura dei miei commenti ad esso, al link: https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10210679276048116)
Oreste Caroppo 
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-) SULLA FILOSOFIA DEL COSIDDETTO “BIODINAMICO” IN AGRICOLTURA per una comprensione ed un approfondimento antropologici

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Sul cognome "CAROPPO" studi e ricercheNota iniziale: Riporto qui di seguito, ulteriormente ampliati, i miei testi…

Gepostet von Oreste Caroppo am Sonntag, 25. Januar 2015

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