È un saluto ROMANO ed è vietato in ITALIA?! Urge depoliticizzare i simboli più caratterizzanti la nostra cultura

È un saluto ROMANO ed è vietato in ITALIA?!

Urge depoliticizzare i simboli più caratterizzanti la nostra cultura

 

Statua equestre dell’ Imperatore Marco Aurelio, al centro di piazza del Campidoglio a Roma, 28 ‎marzo ‎2011. Foto di Oreste Caroppo. Si tratta della copia perfetta della originale statua romana che era stata lì collocata al centro della piazza per scelta architettonica-urbanistica di Michelangelo; oggi l’originale statua è stata ricoverata in un poco distante edificio per preservarla da ulteriore danneggiamento ad opera degli agenti esogeni.

 

A me non interessa la sua appiccicata connotazione politica di destra novecentesca, ma se è un saluto romano, se lo vedo nelle statue imperiali romane, è un saluto italiano e come tale va difeso e ripreso!

O censureranno ora anche la statua equestre di Marco Aurelio in piazza del Campidoglio a Roma, al suo centro, imperatore romano che si vantava di avere discendenza dalle dinastie reali messapiche?!

Beh, io dono a tutti questa mia foto dell’ Imperatore filosofo, di più belle non ne ho viste di questa statua lì in piazza ad oggi sul web. Fatevi le magliette dipinte con essa stampata davanti, si sdogani con saggezza il vero spontaneo saluto romano che è saluto italiano, se non anche saluto universale!

Voglio vederli a censurare anche questa statua e questa icona simbolo di cultura italiana esposta h24 alla vista al centro di uno dei più importanti e visitati cuori politici e culturali d’Italia!

Se son simboli che davvero qualcuno ha inventato o messo su con varianti, ok,
per quel preciso simbolo che se lo tenga pure,

ma quando sono simboli (in questo caso gesti con valore semantico di saluto) antecedenti ripresi e strumentalizzati da varie compagini successive alla loro genesi non accetto che qualcuno offenda i simboli ancora, ad esempio con la censura, perché già offesi da altri che ne hanno abusato e li hanno strumentalizzati.

La Quercia, l’ Ulivo?

Dobbiamo rinnegarli e non usarli più, non piantarli, perché sporcati da partiti politici novecenteschi?

La falce, il martello, il fascio littorio romano-etrusco, la stella pitagorica, la antichissima svastica già dipinta sulle trozzelle messapiche e sui conici tetti dei trulli di Alberobello con pennellate di bianca calce, il triangolo con l’occhio al centro simbolo cristiano ripreso dalla Massoneria, la croce già simbolo pre-cristiano?!

Depoliticizzare e rinobilitare i simboli italiani e universali dalle varie strumentalizzazioni che han subito nella storia è un lavoro culturale inderogabile

… o resteremo con un alfabeto senza più lettere, con una cultura monca depauperata!

 

APPROFONDIMENTO SU ALCUNI SIMBOLI (cliccate sui vari post facebook per leggerne i testi e i miei commenti ad essi)

 

La falce e il martello:

La Falce e Martello a Lecceincisi-scopiti in grande su un vecchio muro in via Duca degli Abruzzi sull' angolo all'…

Publiée par Oreste Caroppo sur Samedi 21 novembre 2015

 

Il triangolo con l’occhio al centro, un simbolo cristiano ripreso dalla Massoneria:

IL TRIANGOLO EQUILATERO E L' OCCHIO ONNIVEGGENTE IN SALENTO Il famoso simbolo dell' Occhio nel Triangolo compare al…

Publiée par Oreste Caroppo sur Jeudi 19 novembre 2015

 

La croce greca a braccia uguali simbolo cristiano, ma già simbolo pre-cristiano:

Croce di marmo, oggetto di culto minoico (1700-1400 a.C.), dalle Tesorerie Sacre del Palazzo di Cnosso, – Iraklion (Creta), Museo Archeologico.

La antichissima svastica già dipinta sulle trozzelle messapiche e sui conici tetti dei trulli di Alberobello con pennellate di bianca calce:

Caratteristico vaso messapico detto ”trozzella”, qui con svastica dipinta. La svastica fu un motivo ornamentale ricorrente sulle ceramiche messapiche prodotte tra la metà del VII e il III secolo a.C. nella regione del Salento (antica Messapia).

 

Publiée par Oreste Caroppo sur Lundi 16 novembre 2015

 


Riporto alcuni interessanti commenti da facebook di amici intorno al tema qui sollevato che hanno apportato contributi interessanti

 

Lo studioso magliese Vincenzo Scarpello, rimarcando l’ importanza di depoliticizzare i simboli e i gesti, aggiunge che se così “Dovrebbero ritirare tutte le monete da 50 centesimi… Vi è raffigurato un saluto Romano”

 

Verissimo, è lei, la statua equestre di Marco Aurelio in piazza del Campidoglio a Roma su questa moneta da 50 centesimi della attuale valuta euro circolante in Italia!

 

Molto profondi i commenti di Nico Valerio da cui riporto dei passi:

Nico Valerio: “Alzare il braccio per salutare era ed è universale, è la forma di saluto tipica a distanza presso tutti o parecchi popoli. Lo fanno anche i re e presidenti della Repubblica, e gli uomini politici, anche americani, che devono salutare la folla. E se hai visto documentari antropologici in cui si vedono gli esploratori che per la prima volta incontrano a distanza gli aborigeni, avrai visto che tutti salutano così (anche per far vedere che il braccio non è armato). Non era solo romano. Ancora oggi è l’unico sistema con cui una persona sola saluta un’altra o un gruppo a distanza. E’ l’unico modo esistente. Ovviamente non è vietato. Ma i fascisti lo stilizzarono, irrigidirono il braccio in modo innaturale, con le dita strettamente unite. Il loro saluto era-è diverso, facilmente identificabile. Non il vero saluto romano.”

La questione è perché chi come me di revival delle dittature novecentesche o loro apologia non importa nulla, perché le considera fatti storici e come tali da considerare, studiare e valutare, deve oggi aver timore a salutare nella universale forma romana alla Marco Aurelio facendo attenzione alla rigidità dell’arto?!
Questo è il punto che mi irrita. Io ho piacere a salutare alzando il braccio disteso in avanti, lo sento naturale, e al contempo sarei irritato a sentirmi tacciare di faziosità nostalgiche novecentesche per questo atteggiamento naturalissimo e antico, spontaneo e umano!

Posso capire esigenze politiche, che non possono che essere transitorie, post Seconda Guerra Mondiale, ma non si possono permettere censure fondamentaliste perenni contro tanta spontaneità che finiscono per ledere ed impoverire cultura umana universale!

 


NOTA PER GLI AMICI SALENTINI (E NON SOLO) SU MARCO AURELIO E LA SUA STATUA

L’ Imperatore Romano filosofo che scriveva in greco e che vantava nobili e mitiche origini da parte di madre: discendeva infatti, e ne andava fiero, dai Re del Salento!

Qualcosa questo deve pur far capire ai salentini sull’ antica locale civiltà dei Messapi …

A Roma sul colle del Campidoglio al cospetto della statua equestre dell’ imperatore romano Marco Aurelio Antonino (in trono dal 161 d.C. al 180 d.C.), 
imperatore filosofo che sfoggiava a vanto delle sue nobili regali origini la parentale per via di madre dal re salentino Malennio, figlio di Dasumno, (Malennio personaggio mitologico, che secondo la tradizione fu il fondatore della città di Lupiae, forse nel XIII secolo a.C., re dei Salentini e discendente del mitico re cretese Minosse secondo alcune leggende).
Sotto l’ impero di Marco Aurelio godette di notevole benessere economico e fu ampliata la città di Lupiae (odierna Lecce).

Per approfondire clicca su questo mio post facebook e leggi i miei commenti ad esso:

L' Imperatore Romano che vantava nobili e mitiche origini da parte di madre: discendeva infatti, e ne andava fiero, dai…

Publiée par Oreste Caroppo sur Samedi 23 septembre 2017

Statua: copia fedele esposta all’ aperto al centro della piazza dell’ originale statua equestre romana conservata in luogo più protetto.

Questa una foto della statua originale che è in bronzo dorato:

 

Notare come la possanza di quei cavalli imperiali riecheggia nelle forme e nella forza degli odierni italici forti Cavalli murgesi orgoglio di Puglia. 

Cavallo Murgese, orgoglio di Puglia

 

 

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