Giù le mani dai bei Gamberi rossi d’acqua dolce esotici scoperti in Italia, nessuno si sogni biocidi di estirpazione. Ci sono e ci restano, semmai si sfruttano ma senza estinguerli!

Giù le mani dai bei Gamberi rossi d’acqua dolce esotici scoperti in Italia, nessuno si sogni biocidi di estirpazione. Ci sono e ci restano, semmai si sfruttano ma senza estinguerli!

BELLISSIMI NUOVI ANIMALI IN SALENTO!
ma già rischiamo il loro biocidio estinguente…

 

Gambero rosso d’acqua dolce della Louisiana (Procambarus clarkii). Commestibile leccornia anche nei paesi d’origine.

 

RIFLESSIONI sui Gamberi rossi d’acqua dolce esotici scoperti copiosi in un canale di bonifica a Melissano nel sud Salento!
Gioiosa meraviglia e curiosità il giusto approccio, no allarmismo!

Son i “conquistatori della natura“, finalmente anche in TV si comincia a chiamarli in tal modo rinobilitando queste specie tanto troppo demonizzate!

Bellissima osservazione di cui già ci avevate informati alimentando in noi tutti tanta bella curiosità!
COMPLIMENTISSIMI agli amici scopritori curatori della pagina “Flora e Fauna del Salento”, grandi osservatori del nostro territorio!

Spero lo studio sia anche protratto nel tempo perché sono interessato a osservare come la Natura ritrova il suo equilibrio, o ne costruisce di nuovi, come questi gamberi occupano la nicchia ecologica che dovrebbero occupare in parte anche nel nostro Sud Puglia i grossi gamberi di fiume europei, nel Salento però non presenti o non più presenti!

Non credo per questa specie ora osservata in Salento nel flagello totale autodistruttivo del suo stesso habitat come la dipingono demonizzandola nel professionismo del biocidio della Falsa ecologia, del resto nei territori di origine non credo esistano solo questi gamberi, per cui a equilibrio raggiunto, dopo il transiente che segue al loro arrivo, anche qui dovrebbe assistervi a nuovi equilibri, si auspica senza estinzioni locali. Si tratta semplicemente di una specie che è caratterizzata dalla strategia r per cui è normale che nel suo arrivo in nuovi territori adatti abbia una crescita rapidissima iniziale della sua popolazione, prima di subire un calo numerico e assestarsi su valori più bassi di densità. Proprio quel fenomeno che la può rendere tanto appariscente inizialmente e che mistificatoriamente viene cavalcato dai professionisti del biocidio!  Ma è pur sempre una specie commestibile per l’uomo, assai consumata nei paesi d’origine, come per tante specie selvatiche si può quindi fare spurgare e poi ben cuocere, ma qui i professionisti del biocidio tendono a scoraggiarne l’uso commestibile, non sia mai la gente inizia a scoprire che è anche una buona risorsa alimentare a gratis e ferma i piani di bicoidio estinguente!

Gambero rosso d’acqua dolce della Louisiana (Procambarus clarkii)

 

Non vedo di buon occhio e stigmatizzo il preoccupante approccio odierno di certa politica dell’Unione Europea di guerra totale assurda anti-naturalistica alle specie alloctone che si sono o si stanno naturalizzando in Europa.

Prendiamo il caso del grande e bellissimo Granchio blu (Callinectes sapidus) in basso Salento insediatosi in tempi recenti nei Bacini di Ugento, Alimini, e lungo tutte le coste italiane e tante coste europee, giunto in Europa da alcuni decenni a partire dalle coste atlantiche d’America dove è autoctono, pazzesco sarebbe mettersi a sterminarlo perché di origini esotiche e sol perché arrivato da pochi anni, quale sia stato il mezzo che ne ha permesso l’arrivo, correnti marine o le acque di zavorra delle navi, o altro.

Il grande e bellissimo Granchio blu (Callinectes sapidus)

 

Ma se pensiamo nei giochi della natura che ogni nostra Anguilla nasce nel Mare dei Sargassi che tocca le coste atlantiche americane, ciò già basta per guardare con maggiore pacatezza, meraviglia e saggezza a questi fenomeni comunque naturali!

Alimenteremmo pericolose speculazioni biocide, tipo follie anti-xylella in Puglia, o le follie anti-carpe in Australia specie esotica e che vorrebbero sterminare lì con virus specifici da rilasciare nelle acque dolci per decenni!!!

Ci sono? Conviviamoci e sfruttiamoli, ad esempio i Granchi blu son ben commestibili (come anche indica il lo stesso nome scientifico in latino “sapidus“), e se ben raccolti e preparati con una buona cottura possono essere gustati senza problemi, e godiamone della loro presenza senza le psicosi e patemi d’animo che le politiche UE (Unione Europea) vorrebbero invece inculcare. Godiamone con meraviglia, con quell’approccio più saggio positivista di curiosità per le stranezze che si aveva nel recente passato, prima che l’ideologia pseudo-scientifica del razzismo verde e dell’apartheid verde dilagasse troppo acriticamente in certa “ecologia(?) odierna” che vorrebbe fossilizzare innaturalmente lo status degradato attuale, più che ripristinare invece anche il perduto, con elastico consenso al nuovo, (rinaturalizzazione non impoverente la presente biodiversità)! Mangiamone ma senza la foga o il progetto dello sterminio, ma l’esatto contrario, raccoglierne e sfruttarne ecosostenibilmente, prelevando con misura dando alla specie sempre modo di colmare rapidamente il sottratto!

Oggi ad esempio se lì a Melissano c’ è questo speciale Gambero ne è una accattivante curiosità, un luogo che la gente vorrebbe visitare, e che altrimenti magari mai avrebbe pensato di andare a vedere. Un simbolo quasi del luogo. Perché mai demonizzarne la presenza come certa politica UE vorrebbe invece facessimo!
Facciamo il contrario! Non bisogna aver paura di spezzare schemi che ci stanno inculcando acriticamente, con varie forzature, e quanta quanta speculazione dietro questi biocidi!

Ergo deve diventare quel canale di Melissano un luogo naturale speciale dove andare a scoprire e vedere questo conquistatore della natura nella Natura, incuriositi e meravigliati nelle domeniche e giorni festivi, con le scuole e turismo culturale?

La risposta deve essere: SI’!

Gambero rosso d’acqua dolce della Louisiana (Procambarus clarkii)

 

O dobbiamo passar lontano da lì e mettervi dei cartelli, delle reti, come lo schifo che stiamo vedendo con scusa Xylella “fastidiosa”(?) esotica contro gli Ulivi nel cantiere industrializzante del mega-gasdotto Tap in queste ore in Salento, quasi fosse un’area infettata che infettata non è certo, ma che agronemici animazzisti ben sarebbero felici di infettare davvero di pesticidi costosi con scusa Gambero esotico “killer”(?) da sterminare! Nomi demonizzanti calcati ad hoc da questa macchina UE pro biocidi!
Interventi eco-cidi speculativi con danni talvolta ben superiori all’ ecosistema di quelli imputati ai medesimi demonizzati esseri “alieni” esotici.

Ma che vogliono sterminare poi!? Son gamberi ormai non diffusi solo qui in Salento, ma in tante altre località in Italia ed Europa. E magari in certe zone Italiane vogliono sterminare anche gli Orsetti lavatori esotici, i Procioni che si son diffusi e che tali Gamberi esotici se li mangiano!

Nota: i medesimi in UE bollano esotiche le Carpe anche in Italia benché qui da secoli e nonostante vengano semmai da aree del continente eurasiatico di cui facciam parte! “E ho detto tutto!”

Vi ha contribuito l’uomo al loro arrivo e diffusione? Forse, ma è la Natura che poi li ha favoriti. Certo meglio favorire le autoctone, ma qui in Salento le autoctone di diritto, i Gamberi di fiume europei neppure c’erano più, dunque godiamoci la loro presenza!
Preoccupiamoci di naturalizzare, rinaturalizzare, di offrire più habitat alle creature autoctone da ripopolare e/o reintrodurre, anziché permettere alle multinazionali del biocidio di alimentare nuove cacce alle streghe, come quella anni fa, eravamo piccoli, contro le utili erbe, autoctone e non, demonizzate, “malerbe infestanti” dette ad hoc dispregiativamente, per vendere i loro veleni erbicidi, (che deve fare un essere vivente se non diffondersi dove può!? Ma questo viene demonizzato dai professionisti del biocidio oggi!). Non ricadiamoci, siam più vigili stavolta, dipende da noi!

Biodiversità autoctona ed esotica naturalizzatasi, selvatica e domestica la nostra ricchezza da difendere, ma che vorrebbero farci odiare per autoimpoverirci !!!

Diciamo: “stavolta no grazie! Abbiam compreso il vostro modus operandi ormai!”

Non ricadiamoci acriticamente!

Natura lo vult“!

L’elogio delle vagabonde” contro le follie biocide fossilizzati estinguenti di certe pericolose tendenze UE.

Panace di Mantegazzi, porracchia sudamericana, fico d’India, papavero sonnifero, poligono del Giappone, erba della Pampa… trasportate dal vento, dagli animali o dalle suole delle scarpe, anche nelle nostre contrade le erbe vagabonde hanno conquistato, con coraggio e vitalità, giardini, scarpate e terreni incolti. Eppure, le erbe vagabonde non hanno buona nomea: le si chiama anche erbacce, piante selvatiche, piante infestanti e spesso si vieta loro un diritto all’esistenza. Piante nemiche, ma davvero così pericolose?
Gilles Clément, paesaggista francese e inventore del «giardino in movimento» nel quale coltiva felicemente queste piante dai nomi esotici, in questo libro sceglie di farne l’elogio. Di queste erbe racconta la storia, le origini, il modo in cui le ha incontrate. E spiega come l’uomo, i diserbanti, il cemento, i dissodamenti e le coltivazioni industriali abbiano permesso a queste piante randagie di insediarsi e crescere. Coniugando il talento del giardiniere a quello di scrittore, in nome della difesa della mescolanza planetaria, ci consegna un libro dove letteratura e botanica coesistono a difesa della diversità.
Un libro che è insieme una filosofia del paesaggio, e della relazione tra uomo e piante, e un manuale per imparare ad amare anche le erbe senza fissa dimora.

Pensiamo anche alla lezione sul dinamismo della Natura che ci giunge in merito dai fossili, troviamo così nel nostro territorio testimonianze antiche di creature che molto simili vivono oggi magari invece in tutt’ altra parte del mondo!

Attenti se già qualche “esperto” con mani in pasta nei finanziamenti UE pro biocidi progetta lì interventi da ecatombe chimica velenifera o guerra virale peggio ancora, auspico alcuni esemplari scappino e si diffondano altrove, (magari aiutati da animalisti, quelli veri, non quelli sterilizzatori di cani e gatti di questi tempi di follie animazziste, che son falsi animalisti non a caso sovente in combutta con i professionisti del biocidio!)!
Auspico siano fermati con decisione e convinzione dal territorio!
Se a pelle, e non per mero animalismo, sento un rigetto per questi andazzi biocidi falso-ecologisti odierni, mega speculativi, è giusto esternarli ora preventivamente!

Ok, qualche esperto(?) UE rivolto verso il Canale ci spiega la sua ideologia anti-alloctone con scusa autoctone?!
Va bene, allora prima si giri dall’altra parte verso i campi di esotico mais, esotiche patate, esotico girasole, di cortili di masserie con esotici tacchini, ecc. che tanto spazio tolgon alle autoctone e convinca gli agricoltori a cambiare colture e specie allevate, poi dopo, se sarà riuscito nella sua strana impresa con più coerenza potrà parlarci della biodiversità di un ruscelletto secondo la sua dottrina con i suoi dogmi!

Mala tempora currunt“!

Son gli stessi che han messo Fichi d’India, Ailanti, Robinie, Eucalipti, Pittospori, Acacie, Acetosella gialla, Ibis sacri, ecc., ecc. tra le esotiche da attenzionare in Europa! Oltre 3000 specie da allontanare dall’Europa secondo questo delirio senza fondo della Falsa ecologia!
Io non ci sto proprio a questa che è solo ideologia speculativa biocida con tanta propaganda demonizzante e ben poca scienza!

(Testo tratto dal post facebook del 17 marzo 2017 al link, seguono altri contributi e alcuni di essi tratti dai commenti dello stesso autore nel medesimo post)

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Vediamo come la loro diffusione è assolutamente da “conquistatori della Natura”

Qui alcuni esempi, con purtroppo sempre le stesse note denigratorie del fenomeno ripetute acriticamente. Un fenomeno che giustamente incuriosisce la gente, ma questo dà molto fastidio a chi cerca di alzare la tensione contro questa stupenda presenza per far partire speculativi interventi e “studi” pro biocidio! Addirittura si insiste nel nome di “Gambero killer”, questo neologismo messo su ad hoc dal professionismo del biocidio per portare acqua al loro mulino del biocido!

-) “IL GAMBERO DELLA LOUISIANA INVADE LE ACQUE SICILIANE”, articolo e video del 4 marzo 2018 al link: https://trapani.gds.it/video/societa/2018/03/04/il-gambero-della-louisiana-invade-le-acque-siciliane-video-8cc084b5-d36c-40cf-b377-35f878fcbd8a/

-) “Il gambero rosso della Louisiana invade i parchi di Berlino,” video del 25 agosto 2017: https://www.youtube.com/watch?v=MUtSQc0axdo

-) TG VICENZA (10/10/2017) – “IL GAMBERO KILLER MINACCIA LE RISAIE”:

-) E innumerevoli altri articoli dai medesimi toni allarmistici! Non uno che ne parli con la giusta enfasi e meraviglia che il fenomeno invece merita!

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E poi

VUOI CONTENERE IL GAMBERO ESOTICO?

GIÙ ALLORA LE MANI DAL PROCIONE!

Contro il professionismo del biocidio falso-ecologista, per riflettere.

Procione intento a mangiare un succulento Gambero rosso d’acqua dolce (in Texas)!

 

Pensate, in Italia e resto d’Europa, per impulso iniziale forse antropico, è comunque in diffusione in questi anni una specie esotica di crostaceo: il Gambero rosso d’acqua dolce della Louisiana.
La sua proliferazione e rapida diffusione è notevolissima, (è giunto anche in Salento), e denota sia l’occupazione di nicchie ecologiche talvolta non più occupate dai gamberi di fiume autoctoni, scomparsi in certi ambienti, pur loro congeniali, da tempo, (Gamberi di fiume autoctoni in Europa molto simili, per convergenza evolutiva in nicchie ecologiche simili, a questi Gamberi rossi d’ acqua dolce del continente Nord-Americano), a causa della forte antropizzazione, e dall’ uomo non ancora reintrodotti (come auspicabile), sia per l’ assenza di un adeguato predatore autoctono all’ altezza, ma anche perché poi si tratta di una specie a strategia r come sopra spiegato.

Stesso fenomeno di diffusione, sempre su iniziale impulso introduttivo umano, sta avendo in Italia e altri paesi europei un mammifero onnivoro, il Procione (o detto anche Orsetto lavatore) proveniente dal Nord America.
Resti fossili scoperti in Europa portano peraltro a ritenere che nel Cenozoico superiore vivessero in questo nostro continente delle specie imparentate ai Procionidi.

Ora, provenendo oggi entrambi i due animali dallo stesso continente, il Nord America, con areali di distribuzione che anche si sovrappongono, e sapendo che il Procione caccia anche piccoli animali in ambienti acquatici, (il nome suo sinonimo “Orsetto lavatore” racconta di una sua famigliarità con l’acqua), pensate di trovare uno studio in Italia in merito alla possibile relazione trofica preda-predatore tra queste due specie, per la migliore gestione ecosostenibile della biodiversità autoctona in relazione alla loro diffusione nel nostro Paese?
No, e se ci sono non son certo studi giunti ancora a livello di progettualità politica, ma son tenuti a forza ben lontani da essa!!!

Scopriamo invece facilmente, cercando su siti americani, che il Procione, è, come ipotizzabile, un grande predatore proprio del Gambero rosso della Louisiana, (qui una foto scattata in Texas proprio di un Procione intento a divorare un succulento gamberone rosso da lui cacciato in un ambiente lacustre o fluviale).

E in Italia i professionisti del biocidio lo sanno tutto questo, che è proprio il Procione, esotico in Italia, un buon predatore naturale del Gambero rosso d’ acqua dolce, esotico anche esso in Italia?!
Non sappiamo, di certo se lo sanno fanno finta di non saperlo, perché, (anziché studiare i rapporti tra queste due specie già ben naturalizzatesi in Italia in alcune aree), separatamente, magari li stessi soggetti ed enti, portano avanti piani di propaganda demonizzattrice delle due specie con ogni scusa strumentalizzabile eco-terroristicamente immaginabile, ora si dice le specie portatrici di malattie per l’uomo o per altre specie, ora dannose per gli argini dei canali, ora per la biodiversità autoctona, ecc., che a sentir tali pubblicità di zoo-infamazione ci si chiede come sia possibile che vi sia ancora vita in Nord America nonostante la presenza da secoli e millenni di cotanto “flagello”(?) che sarebbe rappresentato da queste due specie!
Tutto per far partire due piani di biocidio, cattura, prigione, uccisione con ogni mezzo (anche il più pericoloso per uomini ed ecosistema), e/o sterilizzazione seriale a tappeto estinguente, finanziabili oggi da una folle malo-politica dell’Unione Europea sottoscritta dall’Italia e filoguidata dalle lobby del biocidio anche radicate in Italia.

Scenari di guerra senza raziocinio, limite e fine dell’uomo contro la Natura.

Ecco perché c’è da attendersi con grande probabilità che se si facesse notare loro quanto sia sbagliato togliere i Procioni esotici dagli ambienti lacustri italiani, oggi connotati dalla diffusione del Gambero rosso d’acqua dolce esotico, essi sminuirebbero di sicuro l’importanza e le potenzialità del Procione quale animale per una lotta biologica ecosostenibile volta al contenimento del Gambero rosso esotico d’acqua dolce naturalmente senza nulla estinguere!

Far notare che la Natura sfruttando anche l’uomo più volte, sta naturalmente provvedendo a ritrovare un nuovo equilibrio ecosostenibile, non passante necessariamente da estinzioni, farebbe loro perdere un bel po’ di denari in dispendiosi eccidi, per fortuna c’è da dire, sovente inefficaci rispetto agli obiettivi estinguenti dichiarati!
Natura lo vult“!

Pertanto con i soldi pubblici meglio è intanto reintrodurre quelle specie che noi specie Homo sapiens abbiamo estinto dai territori nel tempo, rispetto all’accanimento pesticida contro quelle specie che noi abbiamo contribuito a portare o che vi son comunque giunte da sole da poco!
È questa una scelta ben più saggia e naturalistica in una Natura dinamica e ricca di biodiversità per sua natura, non da fossilizzare e desertificare come vorrebbero fare e farebbero de facto, se non fermati, gli odierni mistificatoriamente argomentanti professionisti del biocidio!

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Che non si fa per uccidere, persino speculando con i biocidi.
Prima erano le malerbe. E il mercato creato degli erbicidi è ormai saturo, ora si son inventato il purismo anti-esotiche: “i killer dei fichi d’India” professionisti di biocidio!

Altro che Gamberi chiamati invece ad hoc “killer”!

O la Xylella chiamata “fastidiosa”!

Smascherare in tempo queste maxi perverse follie prima che entrino nel grosso della loro furba speculazione:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1013408712093153&id=100002721021760&ref=m_notif&notif_t=mention

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E dopo passerebbero a piani di sterminio per fare fuori la Gambusia, pesciolino alloctono diffuso praticamente quasi in tutti i nostri bacini e corsi d’acqua dolce perenni.
Introdotto decenni or sono per combattere, mangiandosele, le larve delle zanzare anofele legata alla malaria con lotta dunque biologica. e oggi però guarda caso pesce inserito tra le 100 specie più invasive e dannose del mondo, come se si trattasse chissà di quale flagello(?) da debellare!
Eppure non mi pare che i nostri ambienti lacustri a causa della Gambusia siano diventati deserti in tutti questi anni di sua presenza, con essa come divenuta sola specie presente e con scomparsa delle specie autoctone! Non par proprio ciò!!!

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gambusia_affinis

Gambusia originaria delle zone del golfo del Messico (Mississippi).

Capite la follia e la speculazione?! Questi professionisti del biocidio avrebbero da lavorare non dico per decenni ma per millenni con questa follia della falsa-ecologia!

Qui la scienza c’entra ben poco, se non come strumento strumentalizzato, si tratta sovente di mala politica e speculazioni antinaturalistiche!

Capite perché è importante fermare questa pazzia sul nascere oggi prima che dilaghi?!

Importante ribaltare del tutto il paradigma“Si torni a usare GAMBUSIE e PESCI ROSSI per contenere le Zanzare e così STOP PESTICIDI!”, ma la Falsa-ecologia invece vuole estinguere questi pesci dall’Italia!! Pazzesco! “Segui la pista dei soldi”, del fanatismo e delle perversioni!

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Ridiffondere maggiormente in Terra d’Otranto l’autoctono Granchio d’ acqua dolce (Potamon fluviatile)

Nei nostri ambienti lacustri del basso Salento dovremmo anche avere Gamberi di fiume europei e Granchi d’acqua dolce italici (Potamon fluviatile); crostacei che non hanno poi alimentazione tanto diversa da questi Gamberi rossi alloctoni, e non son certo flagelli.

Granchio di fiume (Potamon fluviatile). Si auspica una sua diffusione anche negli ambienti umidi del sud Salento dalle aree pugliesi dove ancora vive, come ad esempio nei pressi di Gravina di Puglia.

Mi piacciono allora professionisti che propongono di aggiungere ciò che manca, non togliere ciò che la Natura ha favorito a compensazioni di devastazioni attuate dall’uomo in primis sugli habitat, vedi mega prosciugamenti di paludi in Salento solo ad esempio.

Non ci piace questo Gambero alloctono colonizzatore? Stop folli biocidi, ma fondi pubblici dirottati verso la introduzione dei gamberi e granchi autoctoni nella Penisola Italiana in gran copia, e lasciamo agire la Natura.

Ma qualcuno direbbe che è impossibile introdurre granchi nel basso Salento dalle prossime Gravine tarantine, dove vivono, o peggio gamberi da aree appenniniche: eresia per certa odierna “ecologia” (?) amante della povertà ecosistemica causata dall’uomo, miope e fossilizzante-fossilizzata, propensa ai piani di sterminio e non alle rinaturalizzazione! “Morirebbero” insorgerebbero, “non ci sono le condizioni”, direbbero ciechi! Ma proviamo, anche un impianto di fitodepurazione può essere un ambiente lacustre da naturalizzare, anche un laghetto artificiale, anche un lago da artificiale raccolta delle acque piovane, ecc.!

E se proprio davvero fosse così come dicono ancor di più per il Gambero rosso della Louisiana in basso Salento non si può dire che oggi esso abbia tolto spazio a qualche grosso crostaceo d’acqua dolce già presente!

Per tutto questo anche, io non voglio il loro biocidio, rigetto la dialettica del terrore contro i tentativi della Natura di ripristino della biodiversità e di occupazione delle nicchie ecologiche presenti!

Dovremmo ammirare questi animali e fenomeni adattativi di esseri che come l’uomo si diffondono in nuovi ambienti e invece … Per fortuna a noi nessuna specie con tendenze ideologiche animazziste ci ha impedito di giungere come Homo sapiens dove siamo giunti!!!

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Italia: reintrodurre il Castoro europeo, non togliere la Nutria!

Video di documentazione dello STUPENDO recente ritorno spontaneo del Castoro in Italia!

 

Così quanti professionisti del biocidio che si stanno accanendo nella speculazione contro le Nutrie anche dette Castori sudamericani diffusesi in Italia negli ultimi tempi hanno mai ricordato che in Italia secoli or sono erano ancora presenti i Castori eurasiatici (Castor fiber) e fatto notare come la Nutria grossomodo sta occupando la nicchia ecologica lasciata libera dal Castoro euroasiatico sterminato dall’uomo. E come la Nutria e Il Castoro eurasiatico siano grossi roditori semiacquatici che manifestano una sorta di convergenza evolutiva in continenti differenti, rispettivamente Eurasia e Sud America?! Nessuno di loro.

E quanti di loro si sono impegnati, come stanno facendo altri paesi europei, per spingere al fine di far reintrodurre anche in Italia i Castori eurasiatici dai luoghi dove la specie ancora vive?!

Nessuno di loro, demonizzano le tane scavate dalle Nutrie lungo gli argini terrosi dei canali, gridando al danno per farle sterminare ed essere finanziati a tal fine, figuriamoci se reintrodurrebbero i Castori eurasiatici costruttori di dighe lungo i canali! Vogliono solo uccidere ed introitare soldi facili senza tropi grattacapi!

Vedi articolo: “Italia: reintrodurre il Castoro europeo, non togliere la Nutria!

Castor fiber ancora in epoca moderna vivente nella Penisola italiana, e tra le faune pleistoceniche italiane.

Ma di recente, dopo la scrittura di questo articolo “Italia: reintrodurre il Castoro europeo, non togliere la Nutria!“, in area alpina i primi Castori eurasiatici hanno varcato il confine italiano nella loro diffusione! Una magnifica notizia del novembre 2018!

Grande esempio dall’Austria e ora anche dalla Scozia che hanno reintrodotto il Castoro in natura con successo!

 

Sul Danubio convivono poi Nutrie, Castori, Sciacalli dorati che predano e si cibano di Nutrie contenendone il numero, pesci Siluro!

E in Italia oltre alla Nutria i professionisti del biocidio stanno demonizzando persino gli europei amati pesci Siluro, amatissimi giustamente dai pescatori, e vorrebbero demonizzare persino la bella recente diffusione della Sciacallo dorato in Italia … Pazzesco!

 

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RIFLESSIONI INTORNO AL PUNTERUOLO ROSSO

Poiché ci troviamo di fronte ad una follia umana dannosa assai ben più delle singole specie esotiche, è necessario agire in questo momento frenando il tutto affermando l’importanza di considerare sovente nei confronti delle specie esotiche un atteggiamento di non interventismo; affermare una sorta di “ius soli” per le specie che ben si son naturalizzate e si naturalizzano nel nostro territorio.
E non dimentichiamo anche che interventi di biocidio contro specie esotiche naturalizzatesi si sono rivelati spesso persino, oltre che dannosi, anche inutili inefficaci; pensiamo al caso del Punteruolo rosso diffusosi in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo in anni recenti ad aggredire alcune specie di palma. diversi agro nemici si sono arricchiti gridando al mostro da debellare con costosi interventi soprattutto a base di pesticidi; pesticidi nocivi che ancora oggi si trovano in tracce contaminanti ad esempio all’interno dell’ olio d’ oliva anche prodotto da olivi a diversi metri di distanza da alberi di palme delle Canarie (l’ esotica Phoenix canariesis) che anni or sono furono trattati contro il punteruolo rosso; palme che oggi non ci sono più purtuttavia, tutte uccise da quel punteruolo, un esotico curculionide coleottero.

Il Punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus)

E poi alla fine che cosa ha fatto davvero questo parassita in termini di danni? Ha sterminato dal territorio le alloctone Palme delle Canarie, meno adattate al territorio, non riuscendo invece a infliggere eguali sterminanti danni a specie di palme ben più mediterranee quali la Palma da dattero (Phoenix dactylifera); nonostante gli allarmismi una specie alloctona non ha arrecato danni alle specie più autoctone e quindi resilienti, in Salento ad esempio non ha estinto la Palma da dattero qui coltivata da millenni. E oggi sopravvive il Punteruolo nel territorio in un raggiunto equilibrio con le Palme da dattero restanti che continuano a crescere e a nascere da seme e da polloni.

Nei paesi asiatici di provenienza le larve di Punteruolo rosso si mangiano, qui da noi nessuno dei agronemici ovviamente lo ha fatto notare, interessati al biocidio a base di pesticidi, non a caso li si definisce ormai solitamente: i “professionisti del biocidio”! E nonostante in Expo Milano 2015 si è poi fatto invece tanto per convincerci ad aprirci a mangiar insetti!

Grande saggezza nel mangiare tutto il mangiabile senza estinguere le risorse!

Per millenni gli insetti, adulti o larve, hanno rappresentato una discreta porzione della dieta umana: sono relativamente semplici da raccogliere in gran numero e sono ricchi di nutrienti spesso difficili da ottenere con la caccia.

I nostri antenati preistorici erano ottimi opportunisti e di certo non si facevano sfuggire un facile pasto a base di insetti: i coproliti (feci fossili) trovate in molte località del mondo dimostrerebbero che la dieta del Paleolitico conteneva una buona percentuale di insetti come formiche, larve di coleotteri, pidocchi e termiti.

Le pitture rupestri di Altamira (30.000-9.000 a.C.), Spagna, testimoniano visivamente l’importanza della raccolta di insetti commestibili e di alveari selvatici tra le popolazioni primitive dell’epoca, e circa 5.000 anni fa era molto comune in Cina consumare bachi da seta e svariate specie di larve di coleotteri come principali fonti di proteine.” (Dall’articolo: “Larve e insetti commestibili“)

In Salento si notò che dei Pappagallini selvatici predavano Punteruoli rossi …ops altro che lotta ecosostenibile, non diciamo questo, dato che anche quei pappagallini sono stati inclusi tra le specie esotiche da far sparire dall’Europa in questa follia ecocida!

Si racconta che alcuni di quelli agronemici che più si arricchirono con la scusa del punteruolo rosso inutilmente per il territorio, e con danni ad esso, si sono riciclati nella maxi frode della Xylella di poco più recente: pertanto vogliamo che gli orrori che stiamo vedendo con essa diventino la norma? Perché è questo che si vuole fare con le politiche UE falso-ecologiste a base di tanti biocidi e non solo!

Pur di salvare la nostra salubrità ambientale e vitale biodiversità autoctona ed esotica, domestica e selvatica, persino uscire dall’UE se non riusciamo a fermare queste follie e convertire completamente la sua politica ecologista agendo dal suo interno! Questione di priorità!

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E poi siamo tutti alloctoni, cambia solo il momento in cui siamo giunti a ben vedere, come la storia dei fossili anche insegna! Credo in un approccio dolce verso le specie aliene “conquistatrici della natura” contro certi paradigmi biocidi di cui stiamo facendo tanta fatica a liberarci, vedi quelli contro le erbe nei campi dette invasive, e questi ce li rifilano ora gli stessi paradigmi biocidi con scusa esotiche! Più nocivi i piani di estirpazione! Queste alcune mie riflessioni in merito.

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La Natura ritrova subito nuovi ottimi equilibri, talvolta vantaggiosi anche per le specie autoctone dopo il transiente iniziale di esplosione della presenza della specie neo giunta, nel quale chi vuol far terrorismo può strumentalizzare le cose gridando all’Apocalisse, al flagello finale degli ecosistemi locali che invece questi fenomeni non sono.

Qui ad esempio vediamo un video che mostra un Lupo (autoctono) che cattura e divora una Nutria (animale esotico ormai naturalizzatosi in Italia), nelle campagne della Bassa Piacentina tra Caorso e Zerbio. Da un articolo del 14 febbraio 2019.

 

In ogni caso al di là dei contributi antropici nella diffusione di questo gambero, che quindi mi dici essere anche commestibile se veniva allevato anche per l’alimentazione oltre che per acquariofilia, trovo interessante che quando si va ad approfondire si scopre che in realtà al di là del singolo allevamento toscano da cui si favella sarebbe scaturita la diffusione della specie ovunque, il fenomeno sta riguardando vastissimi territori europei, tanto da dare a questi fenomeni una connotazione non del tutto artificiale ma potremmo dire quasi semi-naturale!

“Questi fenomeni dei “conquistatori della natura”, ovvero di specie che in poco tempo riescono ad estendere rapidamente il loro areale, lo vediamo in italia con la diffusione delle Nutrie, dei Procioni, dei Gamberi della Louisiana, del Pesce siluro, dei Parrocchetti monaco, del Granchio blu, del Punteruolo rosso, ecc., più o meno grazie all’uomo, (e allo stesso modo specie autoctone, selvatiche o domestiche, europee hanno avuto diffusione in altre parti del Globo, come i Conigli o i Gatti), sono sicuramente avvenuti tantissime altre volte nella storia naturale, anche prima dell’Olocene/Antropocene, (termini con cui possiamo definire i tempi geologici in cui viviamo), e sono altamente interessanti, sia di per sé, sia anche perché in essi vi vediamo un esempio, come in uno specchio, di quanto è già accaduto con il genere a cui apparteniamo, Homo, con la sua immensa espansione praticamente in tutto il  mondo a partire dall’Africa, e senza che fosse una qualche specie più evoluta ad aiutarlo in tal verso.

Vergognoso è ora vedere piazzare queste specie, comunque di gran successo evolutivo, in liste di proscrizione, non dunque per caratterizzarle dal punto di vista scientifico fenomenologico, ma per demonizzarle come dannose invasive: la famigerata lista delle 100 specie più invasive del mondo, e poi altre liste di demonizzazione, fino per l’Europa una lista delle specie già presenti e bollate esotiche e pertanto da attenzionare/eradicare-estirpare/combattere/vietare che comprende addirittura oltre 3000 specie viventi. Liste in cui persino vi han messo i gatti e i pini …

E’ chiaro che si devono aiutare anche le specie autoctone, (e si devono includere anche le specie domestiche e loro varietà, perché dei falsi ecologisti vorrebbero escludere invece persino queste dalle tutele contro l’estinzione), ma non certo facendo piazza pulita, il deserto artificiale, delle esotiche, ma ripopolando, rinaturalizzando, decementificando, diversificando con più microhabitat diversi, anche includendo in questa visione quelli graditi alle specie sinantropiche che sono gli habitat più influenzati dall’opera umana, senza nulla eliminare di ciò che c’è già!” (Estratto dall’articolo al link)

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La strumentalizzazione di tutto e il suo contrario pur di distruggere ciò che la Natura fa, speculando sui fondi pubblici e non solo pubblici. È la falsa-ecologia!

Vi è un segreto non-segreto che in realtà molti sanno: quando si legge un libro che si studia c’è sempre qualcuno che quel libro lo ha scritto e non cambia molto il supporto su cui qualcuno scrive quando scrive e argomenta con dati e logica.
Il nozionismo a priori non è da disprezzare e qui assolutamente ogni nozione è ben gradita, ma scade purtroppo nella pedanteria la persona che non lo accompagna con senso critico, e anzi lo studio dovrebbe servire non solo ad accumulare nozioni ma anche a migliorare le capacità di muoversi all’interno di esse, e discernere il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato, l’onesto dal disonesto intellettualmente.

Auspicabile che gli uomini continuino a raccogliere, a pescare, a piantare, a cacciare, ad allevare per nutrirsi insegnando loro nozioni di ecosostenibilità per attuare questo senza calpestare le loro libertà naturalistiche da un lato, dall’altro facendo si che operino senza distruggere le risorse, gli habitat il paesaggio e la biodiversità, operando con saggia rinaturalizzazione, affinché le risorse possono rigenerarsi,

incommensurabilmente meglio di una degenerata società, che si paventa oggi, totalitarista ideologizzata su pseudo-scienza e falso-ecologia, dove una lobby di professionisti del biocidio dovesse invece decidere della sorte delle specie in un territorio dopo aver vietato agli uomini tutte le loro libertà naturalistiche con ogni scusa e il suo contrario.
Se qualcuno malauguratamente per lui è incappato in strumentali corsi di formazione che lo hanno portato verso tale forma di professionismo biocida, beh è bene ne prenda le distanze al più presto con senso critico e autocritico perché non ci stiamo e non ci staremo, ora che abbiamo ben compreso tutta questa solfa, a questa degenerazione, a questa usurpazione! Professionisti di tal genere che ormai è ben chiaro sono i primi servi delle multinazionali, le quali senza vietare con mille scuse quelle libertà plurimillenarie diritto inalienabile delle genti e dei territori non potrebbero avere il loro marcio business: maxi FRODE XYLELLA docet per tutto!

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Ora tante reazioni sproporzionate e attacchi a queste riflessioni da parte dei professionisti del biocidio si spiegano ancor di più …

Il pane è sempre nobile, meno procacciarselo con i biocidi estinguenti senza fine!

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Studiare un ecosistema lo si può fare scientificamente,
decidere di intervenire su di esso non è più questione di scienza ma di politica ed interessi vari, ma i professionisti del biocidio vorrebbero presentare come frutto di scienza tutti i costosi-dannosi interventi che pubblicizzano, anche il loro prezzolato intervento.
Scientifica poi può essere anche la scelta del metodo da adottare per raggiungere l’obiettivo, obiettivo non scientifico per quanto detto.

Perché poi tanta propaganda demonizzatrice ed ecoterroristica?

Perché devono appunto creare nella mente delle persone il “problema”(?) con tanta mistificazione, far apparire qualcosa come tale, e magari è qualcosa di assolutamente naturale; la gente si spaventa, si preoccupa, questa è la ” reazione” indotta strategicamente e loro intervengono con la “soluzione”(?) che in realtà è ciò che vogliono fare a monte speculando: si chiama “metodo del Problem Reaction Solution“!

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E poi siamo tutti alloctoni, cambia solo il momento in cui siamo giunti a ben vedere, come la storia dei fossili anche insegna! Credo in un approccio dolce verso le specie aliene “conquistatrici della natura” contro certi paradigmi biocidi di cui stiamo facendo tanta fatica a liberarci, vedi quelli contro le erbe nei campi dette invasive, e questi ce li rifilano ora gli stessi paradigmi biocidi con scusa esotiche! Più nocivi i piani di estirpazione! Queste alcune mie riflessioni in merito.

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QUANDO I PARCHI CADONO IN GESTIONE DELLA FALSA-ECOLOGIA SPECULATIVAassomigliano sempre più a speculativi odierni…

Gepostet von Oreste Caroppo am Mittwoch, 14. Juni 2017

QUANDO I PARCHI CADONO IN GESTIONE DELLA FALSA-ECOLOGIA SPECULATIVA
assomigliano sempre più a speculativi odierni mega-centri Ospedalieri!
 
Qualche anno fa finì in visita ad un piccolo Parco naturale del sud Italia.
Biglietto di ingresso! BIGLIETTO DI INGRESSO! E già un’eresia immonda!
E dentro incontrai la segnalazione di strani interventi con cartellonistica relativamente al fiume, non ricordo ora perché, forse sui gamberi, o su virus di gamberi o di anfibi, non ricordo di preciso, forse interventi a base di chimica? O interventi volti a uccidere degli animali reputati alieni?
 
La cosa però oggi la rileggo come falsa-ecologia speculativa!!!
All’epoca solo il senso di fastidio provato alla vista di quello stupro interventista terrorista sul paesaggio.
 
Nel percorso obbligato persino brutte ringhiere in metallo industriale e cemento.
 
Poi per un bel alveare non vi dico che schifo di cartellonistica pure, neppure fosse chissà quale pericolo! Zona transennata nel parco neppure ci fosse dietro un incidente automobilistico.
 
Son parchi che cadono nelle mani di falsi-ecologisti malo-politici, ecco perché bene sempre invocare la gestione a
 
“RISERVA INTEGRALE” o quasi, con piantumazioni e reintroduzioni permesse, e idem lasciando che si svolgano con criterio le antiche attività silvo-agro-pastorali!
 
Ma occorre impedire ai terroristi fossilizzatori di ogni cosa, che non sanno o furbescamente con disonestà intellettuale non vogliono leggere il respiro e le dinamiche della Terra, della Natura, ad esempio attraverso i fenomeni rappresentati dalle periodiche parassitosi di parassiti specie viventi anche loro, a volte anche di bellissimi insetti, o rappresentati dall’arrivo di nuove specie, di far allarmismo strumentale per piani speculativi di vario tipo, come se la vita si fermerebbe senza il loro intervento a base di pesticidi, farmaci coatti, rastrellamenti e allontanamenti con segregazione di specie, biocidi, sterilizzazioni, ed altre manomissioni ed imposizioni … costose, pagate dal pubblico e da cittadini cui si son strappate le lacrime artatamente.
 
E al senso di Meraviglia che dovrebbe lì infondere ogni cosa, meraviglia e curiosità per una viva Natura dinamicissima, attiva e all’opera sempre, che anche nel rapporto preda-predatore, su cui agire, ritrova vecchi o ricostruisce nuovi e più ricchi equilibri di specie, che si adattano evolutivamente al contesto e che modificano il contesto al contempo alle loro esigenze,
si sostituisce con tanta propaganda un senso strumentale di morte nel visitatore o abitante dei luoghi, di indotto sconforto, di fine di ogni cosa, di degrado, di ribrezzo per quel territorio che si presenta volutamente come “malato” e bisognoso di costose cure, ed è la eco-speculazione nelle sue miriadi di forme, che giungono persino al disboscamento eradicativo forzato pro lucrose biomasse, al divieto di allevamento e coltivazione delle specie e varietà della tradizione e della Natura, fino al nullaosta alla mega industria detta strumentalmente “green” portata nel paesaggio del parco a sua devastazione, come soluzione(?), sì la “soluzione finale”!

 

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