Che fine ha fatto l’enigmatico cromlech di Cerfignano? I grandi cerchi di pietre megalitiche del Salento

Che fine ha fatto l’enigmatico cromlech di Cerfignano?

I grandi cerchi di pietre megalitiche del Salento

Cromlech neomegalitico di contrada “Li Scusi” a Minervino di Lecce – 7 dicembre 2018, scatto di Oreste Caroppo

 

Questo cerchio di pietre in foto, un cromlech (dal gallese: crom, rotondo e lech, pietra, “stone circle” in inglese), è un’opera di neomegalitismo realizzata alcuni anni or sono nei pressi dell’antico Dolmen detto “Li Scusi”, dal nome del fondo di insistenza del monumento, in agro Minervino di Lecce.

Un cromlech senza tempo, non certamente da considerarsi un falso storico,
altamente suggestivo, indipendentemente dal fatto che sia stato realizzato recentemente.

Recupera grandi “cuti“, termine dialettale locale che indica i massi calcarei superficiali, provenienti da spietramenti effettuati nel territorio, e chissà se non già parti di monumenti megalitici antichi poi distrutti nel tempo.

La struttura presenza massi con bacinelle circolari, incavi a sorta di sedili, e oltre ai massi del cerchio perimetrale, tre massi son al centro e racchiudono lo spazio per accendervi un fuoco centrale.

Vedi anche questa sua bella foto al link: https://farm2.static.flickr.com/1123/5154420865_df7774b155_b.jpg

Il neo-cromlech è diventato anche ricercato luogo per manifestazioni culturali varie, un suggestivo proto-anfiteatro megalitico!

 

Cromlech neomegalitico in contrada “Li Scusi” a Minervino di Lecce – particolare – 7 dicembre 2018, scatto di Oreste Caroppo
Mi mostrò questa opera neomegalitica con grande orgoglio anni fa Cosimino Merola, tecnico del comune di Minervino di Lecce, il suo paese, e grande cultore del territorio, che tanto aveva voluto e curato la realizzazione di quel simbolico suggestivo cromlech circolare, realizzato con l’occasione dei lavori di buona sistemazione del sito del Dolmen Li Scusi, nei quali furono asportati i muretti in cemento che offendevano il luogo a favore della costruzione di muretti a secco, anche con alcuni locali grossi blocchi calcarei poco lavorati. Un bell’intervento in cui sono state restaurate anche le architetture rurali in pietra a secco presenti nelle vicinanze e privilegiate le strade in terra battuta all’asfalto. Un piccolo recente intervento paesaggistico davvero valorizzante, rispettoso del paesaggio storico-naturale.

Cosimino Merola ha lasciato una preziosa eredità di studi, foto, segnalazioni e ricerche sul territorio, la sua storia e preistoria, la sua natura, la sua civiltà contadina, che mi auguro la cittadinanza di Minervino si adoperi per recuperare, raccogliere e valorizzare, evitando che i frutti di tanto impegno civico animati da grande amore per la patria natia vadano dispersi. Di certo non andrà disperso il suo ricordo, di cui anche una traccia forte è impressa nella anonima ad oggi opera di realizzazione di questo cerchio di pietre che tanto attrae con il suo fascino universale i visitatori che fantasticano persino sia un arcaico monumento!

Cerchio di pietre neomegalitico a ”Li Scusi” in agro di Minervino di Lecce, vista dall’alto con Google-maps. Qui il suo punto di ubicazione:  https://www.google.it/maps/place/Cerchio+di+pietra/@40.0953948,18.4312505,17z/data=!3m1!4b1!4m5!3m4!1s0x13446ab3d647c6af:0x7272eaca3add290d!8m2!3d40.0953948!4d18.4334392

 

Fu Cosimino Merola anche che individuò i vari massi in giro per il territorio, frutto di spietramenti agricoli ed altri interventi di scasso e cava, mi disse, per la realizzazione del cerchio di pietre. Un cromlech che va battezzato indubbiamente come “Neo-cromlech Merola” in sua memoria.

Dopo aver parlato di questo neo-cromlech di Minervino di cui ne innalzo l’importanza culturale per il territorio, anche a seguito di quanto diremo,

 

VENIAMO ALL’ ANTICO CROMLECH DI CERFIGNANO

Un “cromlech” ben più antico, un vetusto cerchio di grandi pietre, (dalla forma ellittica per la precisione in questo caso), su roccia affiorante, lo avevamo come salentini ancora nell’agro del comune di Cerfignano (Lecce), nei pressi della chiesetta della Madonna de l’ Itri, un enigmatico monumento megalitico lì presente fino a pochi decenni or sono … oggi nulla più parrebbe!

Dunque ben venga, ancor più, il neomegalitico “stone circle” di Minervino, paese non molto distante da Cerfignano.

Era una grande aia arcaica, un tempio sacro, luogo di incontri politici e sociali, un’agorà luogo per antiche fiere-mercato, o tutto questo insieme? Chissà!

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APPROFONDIMENTO

A Cerfignano, lì a Madonna dell’ Itri, si segnalavano anche i resti di un possibile dolmen, vedi al link, dove leggiamo: http://www.ilmiosalento.com/?p=3174

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DOLMEN MADONNA DELL’ITRI – SANTA CESAREA

Del monumento preistorico originale si possono osservare i resti del dolmen ai bordi della vicinale. La prima pietra in Calcarenite è di dimensioni 2 x 1 metro; la seconda invece è di metri 2 x 0.90 ed il lato più rastremato del lastrone misura cm 70
In passato, nella zona antistante la Madonna dell’Itri, dove appunto era sistemato il grande dolmen, si svolgeva una fiera. La frequentazione della zona può essere stata la causa del crollo del monumento. Provincia di Lecce

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Dove la notizia del cerchio megalitico di Cerfignano?
Sulla Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece di cui riporto delle foto:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece

 

Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece. Dati edizione
Nella “Guida del Museo Civico di Maglie” di
Camillo De Donno, Decio De Lorentiis, Pier Francesco Liguori. – Galatina : Editrice salentina, 1981. – 186 p. ; 24 cm, vi è dedicato un intero paragrafo, con dettagliati dati metrici e descrittivi. Tanto che lo si potrebbe ricostruire quel cromlech, come si deve esattamente “dov’era e com’ era” se è stato sconsideratamente distrutto.
Riporto con foto.
La foto in pagina 129 del testo sopra citato:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece – complesso megalitico Madonna de l’Itri a Cerfignano pag. 129
pag 131 a:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece – complesso megalitico Madonna de l’Itri a Cerfignano pag. 131 a
pag 131 b:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece – complesso megalitico Madonna de l’Itri a Cerfignano pag. 131 b
pag 132 a:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece – complesso megalitico Madonna de l’Itri a Cerfignano pag. 132 a
pag 132 b:
Guida del Museo di Maglie, relativo alla originaria sede nel Palazzo Capece – complesso megalitico Madonna de l’Itri a Cerfignano pag. 132 b
Se pensate che era solo il 1981 e ancora si ammirava questo grande splendore, questo enorme complesso megalitico, ed oggi forse tutto perso e stravolto!
Oggi a Cerfignano un cartello avrebbe già potuto indicare la direzione per raggiungere il cromlech dell’entroterra di Santa Cesarea, di Madonna de l’ Itri, e invece NULLA!
Io andai a cercarlo anni fa, dopo questa entusiasmante lettura … ma non trovai nulla, e forse con apporto di terra il tutto è stato coperto e in parte spietrato?! O mi auguro ho solo cercato nel punto luogo sbagliato?
Oggi seminiamo le attività amministrative e civiche-culturali del futuro Salento: se è stato distrutto, RIPRISTINARE COM’ ERA E DOV’ERA, RICOSTRUIRE LI’ IL CROMLECH DI CERFIGNANO!
LO STONE CIRCLE DI MADONNA DELL’ ITRI, IL FORO AGORA’ MEGALITICO DEL SALENTO PIU’ ARCAICO!
RICOSTRUIRE-RECUPERARE-RESTAURARE INTEGRALMENTE IL COMPLESSO DOV’ERA E COM’ ERA CON I GRANDI MASSI, LE SUGGESTIVE LASTRE DOLMENICHE!
Non fa nulla se sarà neomegalitismo, del resto una chiesa in rovina non si restaura forse com’era? Certo”
OPPORTUNO iniziare a raccoglierne quanta più documentazione, dov’era e com’era, anche fotografica, etnografica e toponomastica, sul Cerchio di Pietre di Cerfignano, per la sua doverosa RINASCITA!
Anni fa quando feci ricerche anche etnografiche in zona, degli anziani locali mi parlarono solo di una grande lastra come dolmenica che era vicino la chiesetta, ma che era scomparsa. Ma del cromlech non sapevano nulla, né dirmi nulla.
L’amico salentino e studioso Romualdo Rossetti, conducendo ricerche in loco incuriosito da un post facebook che avevo dedicato al cromlech de l’ Itri di Cerfignano, ha raccolto dati simili: “Mi parlano di un dolmen ora trafugato, del cerchio ancora nulla”
Alle persone del luogo cui mi rivolgo dico: ritrovatela quella struttura, ricostruitela, trovate foto, dati, dove stava di preciso, io ci andai ma non ho trovato nulla, eccetto alcune cisterne nei campi non lontano dalla Chiesetta che potrebbero coincidere con quelle di cui si parlava nella guida.

La Chiesetta mi dicono invece che è stata ben restaurata, e quando invece anni fa mi recai lì, nei primi del 2000, era ancor in rovinoso stato.

La Chiesetta sorse dunque in un luogo già punto di incontro per le antiche genti.

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Riporto da questo link http://www.parrocchiacerfignano.it/layout.asp?pag=cappellamadonnaidri.asp, dove vi son foto della Chiesetta prima dei buoni restauri recenti, questi dati:

Sulla Cappella della Madonna dell’Idri sono fiorite leggende. Nello spazio antistante la cappella c’era, anni fa, una enorme lastra di pietra, forse un dolmen, rimossa poi per sistemare la strada. Si narra che sotto quell’enorme masso ci fosse una chioccia con i pulcini d’oro e che chiunque fosse riuscito, da solo, in una notte buia e tempestosa, a sollevare quella pietra, si sarebbe potuto appropriare del prezioso tesoro diventando così ricchissimo.

Quando la Cappella era ancora intatta, nel mese di marzo la si raggiungeva in processione e, soprattutto nei periodi di maggiore siccità, si invocava la pioggia. Questa celebrazione religiosa avvalorerebbe l’ipotesi seconda seconda la quale Madonna dell’Idri sarebbe Madonna dell’acqua, da hydro = acqua.

(Fonte dei dati il testo dal titolo “Storia, Arte, Lingua – Cerfignano – Vitigliano”, Scuola Media Statale “G.Macchi” Minervino di Lecce, ricerche effettuate dalla III sez. A di Cerfignano, A.S. 1993/94)

 

Qui immagini del bel recente restauro della Cappella rispettoso delle suggestioni dell’architettura locale e del Genius loci, degli elementi della civiltà contadina e che non tradisce il gusto per piante sia autoctone sia esotiche come è tradizione dei giardini del Sud Italia dal buon clima. Sul retro hanno realizzato anche uno spazio aia-teatro circolare, chissà se ispirati dalla memoria di questo prossimo cromlech.

IMMAGINE DI GRANDE SPERANZA

che ci testimonia che “volere è potere” per il bene del nostro territorio!

 

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(Dal mio post facebook del 17 luglio 2014 al link: https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10204433207620309)

 

 

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