I Pugliesi mangiavano i GATTI e/o conciavano le loro pellicce? L’archeologia lo conferma, come conferma il sacrificio rituale dei CANI!

I Pugliesi mangiavano i GATTI e/o conciavano le loro pellicce? L’archeologia lo conferma, come conferma il sacrificio rituale dei CANI!

 

Cina, mercato della carne di gatto. Immagine dal link.

 

IN PUGLIA NEL MEDIOEVO, E CERTAMENTE NON SOLO, SI MANGIAVANO I GATTI!
 
Ecco l’articolo scientifico archeologico che costituisce il fulcro di partenza per l’esposizione di queste riflessioni e raccolta di dati, un articolo a cui rimandiamo per gli approfondimenti: “Il gatto nel Medioevo: recenti acquisizioni dal sito archeologico di Canne della Battaglia (Barletta) Il gatto nel Medioevo: nuovi dati dal sito archeologico di Canne della Battaglia (Barletta)“.
Nell’abstract leggiamo che presso l’abitato medievale (seconda metà del XIII secolo) di Canne della Battaglia (Barletta), è stato ritrovato un elevato numero di resti appartenenti al gatto domestico (Felis silvestris subspecie catus) ed in particolare ad individui giovanili e sub-adulti. Su alcuni elementi anatomici sono stati rintracciati segni riferibili ad attività di scuoiamento e di parziale macellazione. Il materiale analizzato, interpretabile come risultato di un procedimento di scuoiatura e probabilmente di smembramento della carcassa dei felini, costituisce un
unicum, dal punto di vista quantitativo, nel panorama archeozoo-logico edito, per questa
facies storica, in Italia”. Casi simili sono rari sul territorio italiano, almeno per gli studi archeologici oggi in letteratura:
-) in Sicilia l’osservazione di tracce di troncatura su di un cranio di gatto da Brucato (Sicilia, casale, XIV sec.);
-) in Salento, nel sud della Puglia, striature di spellamento sono state attestate su una mandibola dal villaggio medievale di Quattro-Macine nel Salento nell’entroterra di Otranto (Albarella 1996: 223-224, di non certa datazione in quanto proveniente da contesti di superficie);
-) dal castello di Montaldo di Mondovì in Piemonte striature di spellamento sono attestate su una mandibola di gatto e un epistrofeo (la seconda vertebra cervicale) di gatto mostra segni di fendente netto.
Forti similitudini si trovando invece, leggiamo sempre nello studio, con l’orizzonte nord-europeo, “ed in particolare con contesti sassoni, normanni e vichinghi”.
Riguardo alle consuetudini alimentari relative al consumo di carne di gatto le si ritengono ad oggi legate esclusivamente a circostanze di assoluta indigenza o bisogno da parte di un determinato gruppo umano. Ad esempio le cronache testimoniano di assedi, quali quelli verificatisi a Salerno nel corso del IX secolo o a Montecassino nel 1163, durante i quali la popolazione fu costretta a consumare diversi esemplari di felini randagi insieme a topi, ma “barbaro” era bollato il costume di cibarsi usualmente della carne di gatto, come avveniva nelle regioni dell’Europa orientale.
Miniatura: caccia al gatto con cani e balestra.
I casi studio di Cambridge o di Odense hanno sollevato interessanti questioni: oltre ad un consumo di carne di gatto in periodi di carestia o di difficoltà di approvvigionamento alimentare da parte delle città, è possibile che questi animali fossero “allevati” per la loro pelliccia? Le fonti scritte, infatti, annoverano il pelo di questo felino domestico tra quelli utili per la produzione di vestiario e pellicce”.
Pensiamo pertanto che anche in Puglia oltre a poter essere il gatto fonte di carne, cui maggiormente si ricorreva in periodi di carestia, eccezion fatta magari per aree, o famiglie più povere dove la consuetudine era maggiore, ci fosse anche una utilizzazione del gatto come animale da pelliccia, fermo restando che in antichità sovente degli animali macellati per alimentazione si recuperava la pelle da conciare, e nel caso l’interesse prioritario fosse la pelliccia dell’animale, difficilmente si gettava via la carne se buona da mangiare. Pensiamo che nel Salento dove della volpe si conciava la pelliccia, ancora oggi si sa di cacciatori che mangiano la carne della volpe, come anche del tasso, e del riccio. Si mangiavano in Salento ancora nel secolo scorso le tartarughe di mare.
 
E comunque semplicemente delle conferme nette di quella che è una vox popoli sui pugliesi salentini (sud-pugliesi) mangiatori di gatti anche in tempi recenti di carestia e non solo! Diffusa tanto al Sud quanto al Nord in Italia la diceria in merito alla semi-scomparsa dei gatti anche nel ‘900 durante la Seconda Guerra Mondiale a sotto-intendere che la gente li aveva macellati e mangiati. 
PER RIFLETTERE SULLA MOSTRUOSITA’ DELLA PERICOLOSA OSSESSIONE ODIERNA DELLA STERILIZZAZIONE SERIALE DEI GATTI CHE RISCHIA DI ESTINGUERLI DICO PER SOTTOLINEARE LA CONTRADDIZIONE DEL TEMPO CONTEMPORANEO: QUELLA ALIMENTARE E DELL’ALLEVAMENTO PRO PELLICCIA E’ UNA TRADIZIONE CHE ASSOLUTAMENTE PREFERIREI FOSSE RECUPERATA IN SOSTITUZIONE DELLA ORRENDA PRATICA ODIERNA DELLA STERILIZZAZIONE DEI GATTI!
Ecco il perché questo pensiero in chiave conservazionista: con l’alimentazione a base di un animale domestico si comprende ancora di più il suo valore e quindi si opera per non estinguerlo, apprezzandone grandemente ogni cucciolata, allevandolo con attenzione economica di non estinzione della sua specie a differenza dell’operato delle false animaliste odierne che perseguono l’obiettivo macabro falso-caritatevole tramite sterilizzazione seriale di estinguerli per evitare che possano soffrire vivendo! Per approfondire su questa mania leggi l’articolo di stigmatizzazione del fenomeno: “C’è della razionalità nella PAZZIA degli Animazzisti: ESTINGUERE CANI, GATTI, ECC. il loro folle progetto de facto!

 

RIPORTO ALTRI MIEI POST IN TEMA

Da un mio post facebook del 28 ottobre 2020

L’utilità dei cani in passato in Salento anche nell’industria della concia delle pelli

Pensate quanto era utile anche lo sterco di cane in passato, (oggi meschinamente trattato come rifiuto speciale anziché dato ai suoli dei vegetali), usato per la concia delle pelli in Salento!  Dal testo “La vallonea. Natura ed arte” di Raffaele Congedo pubblicato da Congedo Editore 1974 https://www.galatina.info/capire-la-citta/

 

Sulla concia delle pelli tramite sterco di cane, al testo La vallonea. Natura ed arte di Raffaele Congedo pubblicato da Congedo Editore 1974.

 

Era chiamato “schiddea” tale sterco, la spiegazione etimologica di quel termine dal nome griko del cane: il nome del cane in griko, il dialetto grecanico Salentino, è “sciddho“. Un nome proprio che ho sentito utilizzare in Salento per le cagne è “Scilla”. Interessante osservare come Scilla era anche il mostro dalle teste canine presente sullo stretto di Messina secondo il mito raccontato dall’Odissea.

Disegno del mostro mitologico omerico Scilla.

 

Oggi in Occidente gli animazzisti sterilizzatori attaccano la commercializzazione delle pellicce di cane e gatto prodotte dai cinesi fino a farne vietare la vendita, ma i cinesi quegli animali anche se li mangiano, tutto è entro una filiera non estinguente di allevamento, ma, scrivevo il 1 febbraio 2019 sarcastico contro il fantomatico Global warming antropico grimaldello della medesima Falsa-ecologia, “se continua questo freddo, serviranno pellicce di Orso!”

Dal film “THE REVENANT” – pelliccia di orso.

 

———————————————————————

 

Da un mio post facebook del 5 febbraio 2020 (leggi anche i miei commenti lì molto interessanti)

NELLA PIAZZA DI VASTE SI ORGANIZZI LA FIERA DEI CUCCIOLI DI CANE
in chiave naturalistica e in continuità con la cultura messapica
Questo per rievocare in chiave naturalistica le antiche tradizioni che lì si svolgevano in epoca Messapica coinvolgendo i Cani che venivano sacrificati nei bothroi, delle cavità santuario in onore delle divinità ctonie. Aggiungiamo come dato che gli abitanti di Manduria sono chiamati “mangiacane” come ingiuria, probabilmente perché in tempi di carestia anche i cani venivano mangiati in Salento.
Bibliografia: Coppola F. 2005, “Il sacrificio del cane in un centro di culto messapico: i resti faunistici provenienti dal bothros 1 di piazza Date a Vaste (LE)”, in Malerba G., Visentini P. (a cura di), Atti del 4° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Pordenone, 13-15 novembre 2003), Pordenone: 307-314; vedi anche qui in questo estratto a pag. 338 primi righi e poi alle pagine 334 e 335.
In ogni caso anche in tempi antichi i Cani, pur se mangiati, pur se sacrificati alle divinità, non venivano chiaramente estinti come sta succedendo invece oggi con preciso progetto ideologico di estinzione con la moda assolutamente da stigmatizzare e combattere della sterilizzazione seriale dei Cani nel nostro territorio da parte delle forze della falsa ecologia falso-animalista.
Che esistano i Cani randagi liberi vaganti è un valore aggiunto del nostro territorio come quello della ricchezza genetica dei cani padronali anche meticci che non va assolutamente combattuto.
La canilizzazione deve essere riservata solo ai cani evidentemente mordaci anche se non provocati e che pertanto possono rappresentare un pericolo evidente per la comunità.
Pertanto in questa fiera si facciano confluire famiglie che hanno avuto cucciolate e venditori di cuccioli che possano liberamente quindi vendere o donare questi animali come anche simbolo di buon augurio, come anche mezzo per favorire le adozioni, e assolutamente il tutto scoraggiando la sterilizzazione degli animali e ovviamente assolutamente senza vincoli di sterilizzazione.
Eventualmente associarvi anche una mostra canina a premi, che non escluda però anche una sezione per i cani meticci che sono una preziosità genetica in quanto crogiuolo di caratteristiche di antiche razze e serbatoio a cui attingere, sia per recuperare razze antiche, sia per sviluppare nuove razze: ecco anche in questo modo più facile capire la mostruosità distruttiva della sterilizzazione nei confronti di questa ricchezza genetica!
Con l’occasione anche accompagnare la fiera con il suono delle trombe di mare corno di Tritone (Charonia tritonis), collaborando anche con i parchi marini di Terra d’Otranto per promuovere la reintroduzione a partire da Grecia, Sicilia e Calabria di questo gasteropode dalla grande conchiglia e dalla grande storia nei nostri mari dove si è rarefatto, questo in memoria del ritrovamento proprio di una di queste grandi conchiglie nei bothroi messapici nella piazza di Vaste in strati di età ellenistica.
Fiera con l’occasione della quale anche invitare ad un migliore rapporto con i Ratti nel territorio, dato anche che la specie Rattus rattus è stata documentata dagli studi degli strati messapici di quel sito archeologico, spiegando come con tutti gli animali bisogna convivere senza ecocidi, anche quando si tratta di specie esotiche naturalizzatesi di recente, ma favorendo forme di equilibrio preda predatore, da qui l’importanza dei gatti liberi nel territorio non sterilizzati!
Sempre in quei bothroi è stata documentata la presenza in età ellenistica del Capriolo, elemento importante come simbolo per la rinaturalizzazione del territorio con i rimboschimenti e il ripopolamento di ungulati tra cui anche i Daini e i Cervi (Daini, Cervi e Caprioli, come anche i Cinghiali, già attestati in Salento nelle faune pleistoceniche.
Immagine: Cane che ricorda la razza canina detta ”vagliò” del sud Italia raffigurato su un piatto di ceramica apula del IV sec. a.C.
Piatto di ceramica apula a figure rosse, raffigurato un giocoso Cane domestico che ricorda i cosiddetti Cani Uajò del Sud Italia.
Didascalia ulteriore della immagine: Dettaglio, raffigurante un cane, di un piatto con scena del culto di Dioniso. La presenza del cane sul vaso è giustificata dal suo ruolo di accompagnatore nell’aldilà e di garante di rinascita.
Piatto a figure rosse di produzione apula del cosiddetti Pittore della Lampas, datato 350-325 a.C. Proviene da Canosa (Bari), 1904. Collezione Seletti N. Inv. A 0.9. 239. Dal link.
Quello raffigurato corrisponde anche ai cani caratteristici in Salento dei locali trainieri (conduttori di carretti “traini“, trainati da cavallo) nei recenti decenni passati che li accompagnavano o seguendoli o sugli stessi carretti, i cani wagliò (vagliò, o “uajò” detta a Maglie questa razza).
———————————————————————
Che ampia rosa alimentare per gli uomini paleolitici del Salento dell’Epigravettiano finale: si mangiava tutto ciò che si scopriva commestibile praticamente!
 
Interessante scoprire che gli uomini paleolitici salentini mangiavano anche Ricci, Linci, Lupi, Tassi, Volpi, Gatti selvatici. Oltre a scuoiare alcuni di essi per la pelliccia, non ne sprecavano la commestibile carne, come rivelano i segni di macellazione e non solo per la mera scuoiatura.
 
Interessante vedere come si spellava il riccio già in quell’epoca preistorica, esattamente come con l’uso di un compressore si faceva fino a qualche anno fa ancora con i conigli in Salento a Maglie allevati a livello famigliare.
Si faceva un’incisione all’altezza della tibia e si infilava una cannula, si soffiava per staccare la pelle con gli aculei.
 
Si mangiavano anche cinghiali, caprioli, uri, cervi, asini e lepri. E sono stati trovati anche resti di marmotta, martora, delfino e foca monaca.
 
Per tutto questo rimando a questo studio scientifico:
———————————————————————
Da un mio post facebook del 15 febbraio 2020 e da un altro mio post facebook del 31 gennaio 2020.
I CINESI MANGIANO I CANI
ANALOGIE CON I MESSAPI SALENTINI
Praticamente una cultura molto vicina a quella dei Messapi che a Vaste nel basso Salento offrivano cani in sacrificio agli dei in epoca ellenistica, come scoperto dallo studio archeologico del santuario a bothroi nell’attuale piazza del paese.
A Manduria, altra importante città messapica come Vaste, forse li mangiavano anche nei secoli più recenti dato che i cittadini son chiamati “mangiacane” come ingiuria!
Cane cucinato in Vietnam. Immagine dal link.
Qualcosa di simile accadeva a Vaste, dove nella città messapica venivano sacrificati i cani nei bothroi alle divinità ctonie.
Forse anche a Manduria dove i cittadini sono chiamati mangiacane come ingiuria.
———————————————————————
Da un mio post facebook del 26 giugno 2019 a commento della seguente notizia:
A Palermo dei cinesi mangiano un cane, 2019.
È la loro tradizione! L’importante non li sterilizzino tutti!
Sterilizzare è estinguere ed HANDICAPPARE! Sterilizzarli tutti è olocausto estinguente!
A Yulin li mangiano ancora, (come in Puglia in passato nelle carestie di più, tanto che gli abitanti di Manduria son detti “mangiacani”), ma mica li mangiano tutti a Yulin, mica stupidi, ergo non estinguono lì!
La sterilizzazione a tappeto è il male supremo mascherato che invece le meschine forze maligne del Falso animalismo stanno compiendo in Italia ed Europa tutta, fino addirittura a spingersi nelle aree rosse di Chernobyl a sterilizzarli, perché non si sappia che i cani vivono benissimo anche randagi, e con missionari di morte sin nei villaggi marocchini dove la gente convive con i cani come nei migliori paesi del Sud Italia a cani semiliberi!
Altro che maltrattamenti di qualche sadico che ogni tanto uccide un cane, quello è nulla a confronto al piano animazzista di sterilizzazione a tappeto!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 6 luglio 2018 a commento di questa notizia:
Beh se sapessero che qui li vogliono sterilizzare tutti i cani e i gatti e quindi estinguere, penso che sarebbero loro ad inorridire, questione di misura, loro ne uccidono per gioco o per mangiarne uno ogni tanto,
qui dei folli per missione vogliono sterilizzarli tutti e han persino pubblicato pazzeschi “studi” spazzatura per legittimare ciò agli occhi degli sciocchi!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 30 giungo 2020
Assurdo, quanti animali sono stati uccisi nei nostri macelli per far crescere quella gonfia sagoma che strilla? Quanti di essi allevati in orrendi allevamenti intensivi?
Quante uova di pollo non sono diventate pulcini per nutrirla sin dall’infanzia?
Quante mucche hanno visto rubato il loro latte per lei?
Quanti cani e gatti essa ha sterilizzato impedendone la salvifica riproduzione?
E adesso attacca un magro africano che si sta preparando il pranzo o la cena con ecosostenibilità senza manifestata voglia di sterminio dei gatti come si riscontra invece in chi li sterilizza tutti nella piaga del falso animalismo!
Anzi forse di più lui capisce l’importanza di non sterilizzarli per non estinguerli altrimenti non ne mangerà più!
Magari era un gatto trovato anche morto da poco in strada a seguito di incidente.
Intelligente la disposizione della legna per alimentare continuamente il fuoco al centro.
Mi auguro non sia stato altrettanto imbecille il primo incontro in Europa tra Homo sapiens neanderthalensis e Homo sapiens africanus.
Credo che invece dovremmo adeguarci noi a lui comprendendo che non c’è reale reato quando si mangia senza estinguere qualche specie!
Trovo molto più orribile l’estinzione del mammut cacciato senza misura in Eurasia rispetto ad un africano che si mangia gatti senza averli lì estinti nel suo paese di origine ma anzi facendoli ben riprodurre!
Da un mio post facebook del 1 luglio 2020 a commento del seguente correlato articolo:
Ovviamente l’extracomunitario che ha mangiato un gatto uccidendolo non va arrestato!
Non era l’ultimo gatto del mondo e sfamarsi non deve essere reato!
Il caso ovviamente dimostra la disumanità della legge contro il “maltrattamento” animale
la quale invece è meschinamente formulata per consentire la mostruosità della sterilizzazione seriale dei gatti quella sì opera criminale vilipendiante e ed estinguente!
Da un mio post facebook del 3 luglio 2020 a commento della seguente correlata notizia:
Andava rilasciato in ogni caso!
Aveva fame, è una tradizione comunque umana mangiare gatti, e soprattutto non ha attuato una ideologia volta all’estinzione dei gatti come fanno coloro che li sterilizzano tutti a tappeto, ad esempio quando si fanno riconoscere legalmente delle colonie feline che loro stessi costruiscono portando sempre cibo in uno stesso luogo!
Comunque bravo in ogni caso il suo avvocato se gli ha consigliato questa scusa.
che estinti dalle animazziste nostrane a colpi di sterilizzazioni e pucci pucci!!!
Animazzista deuteratrice!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 2 gennaio 2019 a commento del seguente video:
Come può un mangiatore di cavalli e buoi dire ad un cinese di non mangiare cani?! Con quale autorità ed esempio?!
Sarebbe pertanto solo una ingerenza etnica!
Ciò che possiamo invece raccomandare e che risponde anche al buon senso economico è che essi operino, ma di sicuro lo fanno già, per non estinguere le loro prede più o meno allevare! Rischio che invece si ha in Italia a causa della vile sterilizzazione seriale falso-animalista dei nostri cani!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 19 agosto 2016 a commento della seguente notizia:
In Corea del Nord si mangiano i cani, 2016.
In Corea i cani li rastrellano per ucciderli e nutrirsene!
In Italia, Puglia inclusa, li rastrellano per sterilizzarli e così ucciderli ab aeterno nella progenie!
Chi è più insensato? Chi più irrispettoso per la vita? Chi più folle?
Fermo restando, prima di scandalizzarsi come se certi costumi attuati oggi da altri popoli non siano appartenuti mai anche a noi, che, anche in Italia e nel suo Salento, in tempi di ristrettezze, cani e gatti diventavano una risorsa alimentare,
mi auguro che almeno in Corea abbiano l’intelligenza, data anche la valenza alimentare che il cane assume per loro, di comprendere l’importanza di non estinguere la specie canina, permettendo ai cani di continuare a riprodursi quanto più possibile secondo Natura come sempre han fatto, questo tanto più oggi lì in nome della fame, nessun allevatore intelligente infatti fa estinguere la specie che alleva e che utilizza! Sarebbe un pazzo a farlo, come pazzi furono spesso nella storia dell’umanità quei cacciatori che si accanirono contro le specie fino a distruggerle del tutto non comprendendo che si trattava di risorse limitate da gestire e non da sterminare! E tanti altri abusi simili da parte dell’uomo contro le specie viventi più in generale portate stupidamente all’estinzione con enorme danno di distruzione di una risorsa fino ad allora usata dall’uomo!
Qui in Occidente e Italia oggi, follia senza fondo, si rastrellano cani e gatti per sottoporli ad una sterilizzazione seriale generalizzata estesa a tutti, propagandata persino per i cani e gatti privati, che se non fermata porterebbe, per uno stranissimo “amore”(?), all’estinzione locale di queste specie!
Ma quale “amore”, questa è una mostruosa follia ed è importante in questo momento, nel mentre si guarda la pagliuzza negli occhi degli altri, accorgersi nel confronto della trave che è nei nostri occhi, costituita da un degenerato falso animalismo che macella e vitupera gli organi genitali dei cani e dei gatti, che lascia così perversamente solo apparentemente in vita estinguendone ogni progenie, condannando alla morte eterna: quella della specie!
Va assolutamente fermato questo fanatismo speculativo da “volontariato dell’Apocalisse”, come popolarmente ormai si definisce eloquentemente, dilagato nella nostra civiltà occidentale con una sorta di sette in questi ultimi anni, che si accanisce esecrabilmente contro la “scintilla dell’eternità”, che è nelle gonadi animali, al fine di spegnerla per sempre! Un’eresia psicopatologica, in un’ideologia della mistificazione e dell’autoinganno, contro la vita e la Natura!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 3 giugno 2019 a commento del seguente articolo:
Totalmente contrario a queste proposte di legge che spappolano i fondamenti del diritto in Italia!
Chi dovesse giungere a mangiare cani e gatti in Italia lo farebbe in condizioni di estrema povertà e prevedere pertanto simili sanzioni per questo è assai disdicevole!
Inoltre non esiste nessuna differenza da un punto di vista etico umano assoluto tra il mangiare un maiale o un cavallo in Italia, come si mangiano, e il mangiare un gatto o un cane in Cina!
Inoltre cani e gatti si sono sempre mangiati e soprattutto in condizioni di carestia in Italia, ad esempio in Salento; gli abitanti di Manduria hanno per esempio il soprannome ingiuria di “mangiacani’.
Si tratta inoltre di un provvedimento fortemente discriminatorio nei confronti delle culture di altre etnie, oltre che infangante la stessa cultura contadina antica italiana dove, soprattutto in certe zone, i gatti venivano regolarmente mangiati.
Un’offesa pertanto alla onnivoracità che caratterizza la specie umana e che è un elemento importante per la affermazione dell’uomo come superpredatore del Pianeta.
In caso di carestia inoltre mangiare cani e gatti tornerebbe di vitale importanza e andare a mettere su norme del genere è assolutamente disdicevole e da stigmatizzare.
Abbiamo bisogno invece di abrogare le attuali leggi che permettono e favoriscono e addirittura inducono alla sterilizzazione seriale dei cani e dei gatti, quelle sì oggi pericolose in quanto mettono a rischio l’esistenza stessa di queste specie in Italia.
E abrogare le leggi apparentemente etiche ma che portano in tutt’altro verso e che rappresentano degli assurdi giuridici “contro il maltrattamento e lo sfruttamento animale”, che sono oggi invece strumenti per distruggere completamente il rapporto tra l’uomo e gli animali, togliere gli animali agli uomini, castrarli da parte del falso animalismo e chiuderli talvolta persino in quelle pensioni cimiteriali speculative che vengono chiamate “santuari animalisti”, cui si possono equiparare canili e gattili.
Basti pensare che la legge contro il maltrattamento animale non include la sterilizzazione degli animali tra i maltrattamenti se questi sono stati addormentati durante l’intervento castratorio … il che dice tutto!
Ciò che si deve curare è che lo sfruttamento avvenga sempre senza mai estinguere la risorsa!
Questo vuol dire conservazionismo!
Serve cultura di ecosostenibilità!
Ecologismo che incrementa la presenza delle specie senza razzismi verdi o purismi relativi di nessun genere!
Non provvedimenti che puzzano di veganesimo e di castrazione che è estinzione e provocato handicap!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 3 aprile 2019
“COME SI CUCINA IL RICCIO DI TERRA IN SALENTO?”
Era questo il testo di un post fatto ieri da un ragazzo Salentino su un affollato gruppo Facebook ed è stato fortemente attaccato, egli non diceva di uccidere i ricci per mangiarli, ad esempio uno potrebbe decidere di mangiarsi i ricci trovati già morti da poco sulle strada da incidenti con le auto, anche se comunque i loro resti potrebbero sempre alimentare i corvidi e le volpi!
Interessantissima domanda, ed è bene saperlo in caso di sopravvivenza.
Aveva fatto una domanda di cultura salentina gastronomica venatoria tradizionale
provocatoria forse ma di certo interessante.
Gli ho commentato a sostegno:
“vai tranquillo adesso fermiamo questi falsi animalisti sterilizzatori seriali degli animali!”
E ho scritto:
“È importante sapere se chi si sta scandalizzando, magari vegan, è uno sterilizzatore seriale di cani e gatti.
Potete rispondere al sondaggio? Vorrei sapere se chi ha commentato con grande livore contro questo post è anche un vegan animazzista sterilizzatore seriale di cani e gatti o comunque approva la follia della sterilizzazione dei cani e dei gatti. Grazie”
Orrori del falso-animalismo, la sterilizzazione a tappeto dei Cani – immagini di interventi di sterilizzazione che si rinvengono su internet
E rivolgendomi all’autore del post scrivevo ancora:
“ma non hai capito allora, i falso animalisti che dicono di non mangiare l’agnello a Pasqua lo comprano e lo sterilizzano. E non sto scherzando ci sono articoli su questo! Sono follemente pericolosi per il bene della vita!”
Lucia Merico di Uggiano La Chiesa ha aggiunto questi dati a conferma: “Sì si mangiavano i ricci di terra in Salento. Conosco amici qualche anno più di me quindi sui 55 anni che mi raccontavano come il nonno da piccoli si faceva aiutare a pulire il riccio e poi a mangiarlo. Mi raccontavano che si faceva un buco nella pelle si gonfiava e così lo spellavano. Quindi Oreste Caroppo ti confermo che fino a 40 anni fa era cibo per i salentini.”
Dunque come facevano per i conigli per spellarli nel ‘900 in Salento, buco nella pelle su una gamba e vivi li insufflavano da lì di aria compressa con una pompa per bicicletta o con un compressore per spellarli.
In Salento si mangiavano anche volpi, tassi, rane, ricci di terra, gatti e cani. Gli abitanti di Manduria sono ancora ingiuriati “mangiacani”.
E ancora oggi tipico alimento è il cavallo in Salento!
Una cultura alimentare ben ispirata alla polifagia come giusto che sia, anche per sopperire ai momenti eventuali di carestia, o comunque stati di povertà.
Ora tornando al quesito posto cosa pensate che hanno risposto quei commentatori livorosi, in particolare donne?!
Lo avete già capito erano in gran parte accanite false animaliste, (alcune vegane strette, alcunr invece solo vegetariane consumatrici queste anche di derivati animali come uova, miele e latte), sterilizzatrici seriali a tappeto di cani e gatti …
Non è dunque l’idea che i ricci venendo mangiati dall’uomo possano estinguersi, ed è questa la questione più importante da affrontare quando si parla del rapporto tra uomo e animali, e di eco-sostenibilità vera nello sfruttamento, che turbava queste false animalista che vogliono invece l’estinzione degli animali nel folle principio che “se più non ne nasceranno di animali, estinguendosi, più non ne verranno maltrattati e sfruttati!” dall’uomo, ma l’idea che l’uomo possa avere rapporti con gli animali e quindi gradirne comunque la loro prolificità contro il progetto animazzista ormai sempre meno celato è sempre più dichiarato di estinzione degli animali a tappeto, sterilizzando e vietandone allevamenti e ripopolamenti!
Febbraio del 2010, il conduttore anziano e saggio Beppe Bigazzi a La Prova del cuoco con Elisa Isoardi, citando un proverbio toscano finisce con il parlare del metodo usato per trattare la carne di gatto per poi cibarsene. Questo episodio provocò il suo allontanamento dal programma: VIDEO.
Non si dimentichi poi la voce popolare che vorrebbe che nel vicentino ancora oggi diffusamente vengono mangiati i gatti.
———————————————————————
Da un mio post facebook del 3 marzo 2019 a commento del seguente articolo:
ECCO IL VERO RAZZISMO CONTRO ALTRE GENTI!
E perché andare lì, quello che avviene qui allora, ad esempio contro mucche, pecore, maiali, cavalli, polpi, pesci?
Ogni etnia o razza umana si mangia ciò che vuole l’unica cosa da pretendere è che non estingua la specie, che allevi o comunque nel prelievo non elimini numeri alti di esemplari per dare alla specie il tempo e modo di riprendersi rapidamente.
Il vero razzismo è proprio questo, non rendersi conto del relativismo alimentare e di come anche ciò che mangiamo nell’attuale cultura italica, come ad esempio i cavalli macellati, potrebbe urtare la sensibilità di altre culture coeve sul nostro Pianeta!
Dimenticare l’onnivoracità dell’uomo è cosa assai disdicevole. E del resto i cani e i gatti si sono mangiati anche in Italia in tempi di carestia e non solo, gli abitanti di Manduria (in provincia di Taranto) hanno l’epiteto scherzoso di “mangiacani”, e in Salento anche si mangiava la volpe, il tasso (“milogna”), il riccio di campagna, il gatto, la tartaruga di mare, ecc.
In un santuario messapico a Vaste (frazione di Poggiardo in provincia di Lecce) ci sono scoperti resti di cani che venivano sacrificati alle divinità.
Incommensurabilmente più disdicevole del fatto che in Asia continuano a mangiare cani è invece dal punto di vista naturalistico la follia che sta accadendo in Italia oggi con le truppe del falso animalismo che stanno tentando di sterilizzare e far sterilizzare tutti i cani del paese, sia ferali sia padronali, con ogni scusa e propaganda, nonché attaccando anche tutti gli allevamenti e tutte le importazioni di cani che si rendono tanto più necessarie quanto più si distrugge la fertilità dei cani in Italia, e tutto questo se non viene subito fermato comporterà l’estinzione dei cani in Italia, e comunque la monopolizzazione economica della loro fertilità nelle mani di pochissime lobby!
Questo è l’orrore principale da smascherare e stigmatizzare ai nostri giorni in merito all’argomento cane sul Pianeta, per salvare i cani da tanta follia del falso animalismo falso ecologista!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 4 luglio 2017 a commento dell’articolo:
RELATIVISMO ETNOCULTURALE ALIMENTARE
MA …
Stesso effetto raccapricciante fanno i salentini ad altri gruppi etnici europei per la loro tradizione di consumare la carne di cavallo.
Trascuriamo che nel Sud Italia in tempi di carestia si son mangiati cani e gatti, volpi, tassi (“milogne” in salentino), tartarughe marine, ecc.
Come dire si va in deroga alle tradizioni alimentari in momenti di estrema fame, comprensibilmente.
Qui nell’ articolo ci si lamenta di aver mangiato inconsapevolmente carne di cane nel buon kebab anziché di pollo, e questo ovviamente sottointende una gerarchia di importanza tra i due animali, maggiore importanza al cane e quindi maggiore rispetto non mangiandolo, minore al pollo. Così come nell’ ideologia alimentare vegan: maggiore considerazione e rispetto per gli esseri viventi animali, minore per gli esseri viventi vegetali.
Ma tutto questo apparente rispetto specifico nei confronti del cane, nella sensibilità della civiltà occidentale, crolla miseramente oggigiorno di fronte alla degenerata follia del falso-animalismo odierno che i cani li sterilizza serialmente chirurgicamente con vivisezione gonadica, senza porsi alcun freno e limite, e pertanto tendenzialmente nel verso dell’ estinzione dei cani dal territorio italiano.
Un’ operazione assolutamente disdicevole che dal punto di vista naturalistico equivale alla morte del cane, (oltre che a renderlo handicappato per il resto dei suoi giorni), in quanto non lascerà più parole, esattamente come un cane mangiato nei paesi orientali asiatici, ma mentre lì nell’ allevamento del cane a scopo alimentare si pone ovviamente un saggio limite e una regolamentazione dei capi uccisi affinché la specie dei cani sia sempre presente e prolifica, allevata e non estinta, anche per alimentare sempre la stessa produzione alimentare, nella civiltà occidentale, in particolare in Europa e in Italia dove questa follia è particolarmente dilagata, questi freni di intelligenza, buon senso e spirito naturalistico non sono assolutamente presenti nelle sette del falso-animalismo, animazzismo!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 1° luglio 2020
Ho il ricordo sfumato di un agriturismo salentino dove si diceva che si era scoperto che veniva servita carne di gatto per altro e che a seguito di ciò venne chiuso.
Leggenda metropolitana, calunnie della concorrenza o realtà? Paese?
P.s.: la questione della carne di gatto, servita al posto di coniglio o altro, è comunque una costante di leggende metropolitane in cui certamente echeggia il consumo di questa carne nei momenti di carestia anche in Salento.
Segui nel post i tanti contributi giunti al quesito.
———————————————————————
Da un mio post facebook del 29 luglio 2018
Più CIRCO e meno ambulatori di falsa cura degli animali! PERCHÉ?
Un tempo quando nelle città arrivava il circo, nel suo muoversi a tappe itineranti, si diceva che nel territorio circostante spariva una parte di Cani e Gatti. La doxa era che quelli del circo catturassero i Cani e Gatti liberi per nutrire le loro belve in gabbia, trasportate con i loro carrozzoni a fini circensi, nonché di didattico itinerante zoo.
Quegli animali, come Tigri e Leoni, che nel circo erano e sono ricchezza ovviamente, quando possibile venivano fatti riprodurre al fine di garantirne la continuità in un’economia assolutamente in tal modo ecosostenibile, senza bisogno ogni volta di dover riprelevare capi dal selvatico, con conseguenti anche maggiori difficoltà di ammaestramento/addomesticamento.
Circo itinerante diffusore della saggezza e della tecnica della pratica dell’addomesticamento degli animali selvatici, che ha permesso, non solo di meglio sfruttare, ma anche di preservare tantissime specie divenute domestiche dalla distruzione degli habitat selvatici ad opera dell’uomo e da una caccia antropica senza controllo!
Se avessero fatto in tempo ad addomesticare anche i Mammut oggi li avremmo ancora nelle lande siberiane, purtroppo non accade e una caccia senza controllo li estinse, mentre l’allevamento è una forma di caccia ben più controllata e gestita!
Per questo quanta ignoranza e limitatezza di giudizio e di visione vi è in coloro che guardano gli animali domestici nei nostri territori come qualcosa di alieno alla Natura?!
Invece nei paesaggi delle nostre masserie con allevamento brado intorno vediamo ancora conservato e vivo parte del paesaggio arcaico preistorico dell’uomo nei nostri stessi territori, pur nell’ antropizzazione aggiuntasi nel tempo, e con suggestioni di altri paesaggi del nostro Globo raggiunti dall’uomo.
Animali che da domestici possono ben di nuovo ritornare selvatici, come dalla nostra Mucca podolica pugliese e maremmana l’antico Uro il bue selvatico del paleolitico Salentino da cui quella mucca deriva, il Cavallo selvatico è ritrovabile nei nostri Cavalli murgesi, l’ Asino selvatico persino nei nostri grandi Asini martinesi; in altre aree ancora in Eurasia troviamo Cavalli e Asini in tutto selvatici, ma dove questi sono spariti dal selvatico occorre capire l’importanza dei domestici anche in tal senso conservazionistico dei selvatici. In Nord America estinto il Cavallo selvatico del Pleistocene, è tornato in questi ultimi secoli grazie all’inselvatichimento dei Cavalli domestici sfuggitiai coloni europei.
Il Muflone è il progenitore nel Mediterraneo della Pecora domestica o Pecora domestica inselvatichita, e poi la Capra selvatica egagro ancora conservatasi su alcune isole italiane e mediterranee o tornata al selvatico a partire da capi domestici.
Oggi, tornando a quella doxa di partenza sul circo, paradossalmente accade la stessa scomparsa di Cani e Gatti, ma in termini molto peggiori di vera e propria ecocida suicida estinzione territoriale, quando in un borgo viene aperto un ambulatorio per la falsa-cura degli animali, che resta lì per anni, non è itinerante come il circo, non nomade ma sedentario, ed esso in realtà non cura ma diffonde invece l’ideologia perversa e sadico-speculativa della sterilizzazione seriale di Cani e Gatti in primis, e non solo.
Una forma di business questo tra i più vergognosi sviluppati dall’umanità nel corso della sua storia, uno dei più bassi, uno anche dei più suicidi; un male grave segno di degenerazione profonda falso-ecologista del nostro tempo!
Nulla di paragonabile con le sparizioni legate al circo, perché il circo faceva tappe itineranti, soggiornava per poco tempo in un territorio e lì certamente, pur dando seguito e verità alle voci, non venivano certo catturati in maniera ideologica tutti i Cani e tutti gli Gatti al fine di far sparire le loro specie; nel circo stesso vi erano poi anche Cani e Gatti domestici che potevano accoppiarsi con quelli dei territori diffondendo diversificazione genetica.
Viceversa oggi la religione malefica della sterilizzazione seriale scientista, e non ci sarebbe neppure bisogno di dirlo ma diciamolo pseudoscientifica, mira alla sterilizzazione a tappeto di tutti i Cani e di tutti i Gatti, e i loro seguaci lo dicono ormai chiaramente spudoratamente, per estinguerli dai territori, e non si limita a quelli liberi ma in tutti i modi sta cercando di estendere con mode e addirittura con leggi, utilizzando ogni scusa ed il suo contrario, la sterilizzazione anche a danno dei Cani e dei Gatti domestici che rappresentano un’importante serbatoio per la presenza anche nei medesimi territori di Cani e Gatti liberi.
Ora non meraviglia che l’ideologia falso-animalista del professionismo del biocidio taglia o avvelena gonadi ha in odio proprio il circo e gli zoo, e fa di tutto perché siano chiusi, persino con le scuse addotte da loro pensate di maltrattamento e sfruttamento animale! Più scuse sanitarie e di ogni tipo.
Rete mondiale degli zoo bioparco, che insieme alla rete dei circhi e a quella più in generale dell’allevamento e coltivazione statale privata, e con quella degli orti botanici inclusi, tante specie e varietà, persino grandi insetti rari, ha salvato con l’allevamento e coltivazione, anche ex situ, dall’estinzione permettendo ad esse di tornare in libertà in loco o comunque in diffusione, pensiamo al settore agricolo solo ad esempio.
Viviamo tempi neri, ma abbiamo ancora tutte le facoltà mentali per tornare ad essere savi e per salvare la nostra complessiva biodiversità del nostro paesaggio, fatta di specie domestiche autoctone ed esotiche e di specie selvatiche autoctone ed esotiche ormai naturalizzatesi.
Una eloquente similitudine è quella con i clan di mafia che lottano per il controllo del territorio, così oggi abbiamo lobby che si contendono il controllo anche di tutte le specie viventi, e che gran ricchezza fisiocratica pensate che sono!
E lo fanno con la propaganda di quadri ideologici strumentali ora dalla parvenza di quadri ricchi di pietà per ciò che vive, presentato in una infantile antropizzazione Disneylandiana, ora con la parvenza di quadri scientifici sanitari o ecologici che assolutamente non sono, quadri ricchissimi di contraddizioni perché semplicemente sono delle maschere dialettiche di propaganda raggiro e imbonimento messe a nascondere i veri interessi sottesi,
e quelli animalisti ingenui e in buona fede che oggi sono divenuti volontari dell’Apocalisse sterilizzatori seriali di Cani e Gatti e non solo, nella loro grande ignoranza non si rendono conto di queste forze, (che si sono mosse, che si sono fatte guerra e che oggi vedono la prevalenza di chi addirittura vorrebbe arriare a piazzare Cani e Gatti sterilizzati sul mercato così da dover comprarli solo e sempre da quelle poche lobby vincitrici che ne deterrano le coppie fertili, un po’ come accaduto per il mercato delle sementi che vede il piazzamento di ibridi brevettati che producono piante sterili in maniera tale da dover ricomprare sempre la semente dalla stessa multinazionale), forze di cui son diventati schiavi!
Servi acritici comunque di una di queste lobby, mainstream soldiers, quando in un modo o nell’altro si rinuncia o si diventa addirittura dei capò con pettorina contro quelle che sono le “Libertà naturalistiche” dei popoli all’allevamento e alla coltivazione di qualsiasi specie vivente, vedi per esempio il caso della nostra Canapa sativa scippata ai contadini pugliesi, per poi tornare oggi brevettata con un impero di business monopolizzante da rapina costruitoci sopra,
e quando non si comprende come a tali diritti di libertà da affermare sempre, e oggi ancora di più, bisogna aggiungere l’importanza della coordinazione tra tutto al fine di far sì che le specie e le varietà nei territori non si estinguono, ma anzi siano quanto più diffuse nella rete dei cittadini e degli enti amministrativi come nello spazio selvatico:
importanza della conservazione con sfruttamento ecosostenibile democratico coordinato che non estingue mai le sue risorse,
importanza della naturalizzazione spontanea da non ostacolare e della rinaturalizzazione reintroducendo ciò che si è perduto a causa dell’uomo!
In merito aggiungo questa mia provocatoria riflessione da un mio post facebook dell’8 marzo 2021
LA VENDETTA DEL CAVALLO AMERICANO
 
“Gli Indiani d’America, che fanno oggi tanto i guappetti naturalisti, hanno perso le loro terre in quanto stupidamente estinsero i cavalli!”
 
E se sia stato proprio questo che fece mancare un importante input pro-tecnologico che li vide poi soccombere quando arrivarono gli europei che il cavallo si se lo mangiavano ma anche lo avevano addomesticato e allevato facendolo sempre riprodurre, non estinguere, per farne anche un mezzo di trasporto?
 
Nel Pleistocene i cavalli selvatici vivevano in Nord America esattamente come in Eurasia.
Furono estinti da una caccia senza freni.
E che invece quel continente fosse bene adatto a loro la mostra il rapido inselvatichimento del cavallo dopo la sua reintroduzione ad opera degli europei.
———————————————————————
Da un mio post facebook del 23 marzo 2019
È normale mangiare tutto ciò che sia commestibile da parte degli uomini, dato che l’Homo sapiens è onnivoro.
E credo che proprio questo aspetto della onnivoracità sia stato uno degli elementi importanti per l’affermazione dal punto di vista evolutivo dell’uomo su tutto il Pianeta, un aspetto questa polifagia che andrebbe maggiormente approfondita nello studio evoluzionista dell’ominazione ritengo con forza!
Personalmente cerco di essere quanto più onnivoro possibile, e non vedo l’ora che siano disponibili nei supermercati anche gli insetti da mangiare!
Ed è importante evidenziare il relativismo culturale alimentare, il Salento si mangia il cavallo e questo fa inorridire gli inglesi, in Italia si mangia il maiale e questo fa inorridire gli islamici, in Cina si mangiano cani e gatti come si mangiavano in Italia i momenti di carestia, in Oriente si mangiano anche i ratti e questo fa inorridire qualche benpensante italiano.
In questa questione a mio avviso uno solo deve essere il criterio che deve guidare: evitare di etinguere le specie e le loro varietà, prelevare dal selvatico con misura affinché la specie non si estinguano. Non fare il brutto errore fatto contro il mammut cacciato senza allevarlo fino alla sua estinzione. Allevare pertanto è molto importante poiché ciò che si alleva non viene estinto, ma bene favorire l’allevamento bucolico brado biologico e non industriale intensivo.
Massima diffusione e fertilità degli animali, divieto di sterilizzazione, divieto di biocidio ed eradicazione di qualsiasi specie, indipendentemente dalla scusa, sia che si tratti di specie autoctone o esotiche ormai naturalizzatesi, sia che si specie selvatiche domestiche, dei vari regni del vivente.
Relativismo alimentare odierno. Da internet tratta questa immagine sinottica.

 

Da un mio post facebook correlato del 2 settembre 2020:

C’è chi dice il cervello, chi il pollice opponibile, io dico: non trascurate l’onnivoracità tra le ragioni di successo della specie umana!

———————————————————————
Da un mio post facebook del 7 agosto 2020 a commento di questo articolo “La Grecia vieta per legge la macellazione dei cavalli“:
Cavallo Murgese, orgoglio di Puglia
La Puglia invece ne va matta di carne di Cavallo!
Forse questi Greci non sono più imparentati con noi Messapi?
O forse sono le imposizioni molli vegan-gender delle lobby di potere UE alla sottomessa e soggiogata Grecia?
———————————————————————
Da un mio post facebook del 4 aprile 2019
UNA TIPICITÀ ALIMENTARE SALENTINA DA DIFENDERE “I PEZZETTI DI CAVALLO AL SUGO
Pezzetti di cavallo al sugo – Salento, su tipico piatto di creta salentino, con pepe e foglia di alloro, sugo di pomodoro, carne di cavallo.
Ora il vegan falso animalismo attacca il Salento per la sua tradizione di consumazione della carne di cavallo.
Vorrebbero vietare la macellazione dei cavalli, il consumo di carne di cavallo e la stessa equitazione e ovviamente l’allevamento dei cavalli.
Questi gli attacchi lanciati ieri contro questa tradizione e chi la pratica, in radio da alcuni vegan, nel programma su Radio24, il canale radio del giornale di economia “Il Sole 24 ore”, nel programma chiamato “La Zanzara”.
È una bella tradizione quella della consumazione della carne di cavallo che la Puglia condivide con la Sicilia, ed è interessante rimarcare come anche simili siano il dialetto salentino e quello siciliano e come Salento e Sicilia hanno forti legami protostorici narrati dalla mitologia.
Come rispondere allora agli attacchi che stanno venendo contro la nostra cultura da parte del fanatismo vegan animazzista?!
3 modi:
-) PRIMO consumare questo weekend carne di cavallo
-) SECONDO chiedere che la macellazione possa essere fatta come in passato direttamente in masseria a Km0 senza i trasporti nei grandi macelli industriali
-) TERZO far tornare diffusissima la presenza dei cavalli e asini allevati nel territorio di Terra d’Otranto, soprattutto poi le varietà locali quali il cavallo murgese e l’asino di Martina Franca, nei campi, negli uliveti e utilizzati massimamente nell’equitazione come mezzo di trasporto ecosostenibile quanto e più bello della stessa bicicletta!
P.S.: i Messapi, abitanti del Salento antico preromano, erano già grandi allevatori di cavalli che usavano offrire in sacrificio un intero cavallo al Dio “Juppiter Menzanus” gettandolo vivo nel fuoco!
Dopo un incendio in Sardegna – cavallo semi-combusto. Questa immagine mi ricorda il rito tramandatoci dalle fonti dei Messapi antico popolo del Salento nel quale ogni anno veniva immolato un cavallo al dio Jupiter gettandolo vivo tra le fiamme.
I Messapi grande popolo di allevatori di cavalli e forse non a caso ancora oggi il cavallo è una delle pietanze immancabili della cucina salentina, i cosiddetti pezzetti di cavallo al sugo.
Per approfondire invece su un diverso modo di preparare la carne di cavallo a Verona, la cosiddetta “PASTISSADA DE CAVAL” rimandiamo a questo post facebook, la carne viene tagliata e lasciata macerare nel vino rosso, con dovizia di spezie e verdure, la successiva cottura a fuoco lento porta ad un piatto squisito.
———————————————————————
Da un mio post facebook del 9 gennaio 2020
Immancabili le foglie di alloro per insaporire i pezzetti di carne di Cavallo al sugo in Salento!
Ma non possiamo continuare a mangiare Cavallo in Salento senza che le nostre campagne tornino ad essere piene in ogni direzione di Cavalli.
Per cui cosa aspettiamo a riaffermare l’allevamento brado dei Cavalli in Salento, come al tempo dei Messapi, così come piantare Allori da cui trarne le foglie?!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 1 giugno 2020
RIFLESSIONI PER UNA APOLOGIA SUPERPARTES DELLA CULTURA DEL SALENTO CHE È CULTURA EQUESTRE E DEL SUO PAESAGGIO CHE ERA E DEVE TORNARE PAESAGGIO RICCO DI EQUINI
Mi preme sottolineare come la passione dei Salentini per i cavalli sia a priori una cosa bellissima, che caratterizza la terra Messapica sin dalle sue più antiche origini.
Non vorrei mai che le diatribe territoriali e inter-territoriali danneggiassero questa presenza dei cavalli nel territorio.
Cavalli che sono lo stemma di Cutrofiano.
Cavalli pietanza fondamentale della nostra cucina.
Cavalli che si allevavano allo stato brado nella foresta Belvedere nel cuore del basso Salento nei secoli passati.
Cavalli in sacrificio nella religione dei Messapi.
Annibale mandò in Puglia i suoi soldati a catturare cavalli, che qui sempre sono cresciuti meravigliosamente allo stato brado.
Cavalli di cui si continuò l’allevamento in Salento nei secoli passati anche tramite la cultura zingara.
Cavalli di cui si continuò l’allevamento in Salento nei secoli passati anche tramite la cultura zingara.
Cavalli dei locali trainieri (conduttori di carretti “traini”, trainati da cavallo) con i loro caratteristici cani che li accompagnavano, o seguivano o sugli stessi carretti, i cani wagliò (vagliò, o “uajò” detta a Maglie questa razza), anche essi oggi messi a rischio dalla sterilizzazione seriale e dall’attacco assurdo contro il demonizzato randagismo da parte del sistema falso-animalista della canilizzazione speculativa.
Cavalli che già selvatici connotano le faune pleistoceniche del nostro territorio come vediamo nei nostri musei.
Già a Maglie abbiamo avuto a causa del dopaggio dei cavalli da corsa la spiacevole chiusura di un ippodromo, forse abusivo, nei campi che oggi versa in rovina senza più la bellezza dei cavalli in corsa, ed è questo alla fine un danno tremendo per la cultura naturalistica del territorio che si deve invece alimentare della silhouette viva e muscolosa dei cavalli e del loro odore nel nostro paesaggio, come dei loro nitriti.
Bisogna assolutamente pertanto controbilanciare il tutto con una forte promozione della cultura del cavallo in tutto il territorio, sia a fini equestri, sia di allevamento bucolico alimentare.
Più cavalli e meno auto!
Auspico pertanto un aumento, non una diminuzione delle fiere dei cavalli ad ogni livello, e con in esse anche le tradizionali competizioni ad esempio dei cavalli da tiro pesante. Prove di forza che certo pseudo-animalismo odierno attacca continuamente con l’intento di farle vietare, invece vanno soltanto migliorate ad esempio evitando che si svolgano su substrati scivolosi per una buona presa da parte del cavallo. Piccole migliorie intelligenti e sagge contro invece i tentativi luddisti iconoclasti della nostra tradizione.
Manifestazioni che siano assolutamente difese dagli attacchi di un degenerato pseudo-animalismo che con la scusa del maltrattamento e dello sfruttamento animale vorrebbe cancellare questo stupendo bucolico virgiliano mondo antico che è il nostro Salento e la nostra cultura ancora per fortuna sebbene in una rarefazione che va combattuta, proprio con un aumento del numero dei cavalli nel paesaggio.
Il cavallo è un simbolo del Salento soprattutto poi nella varietà tipica del meraviglioso Cavallo Murgese, ma non solo. Cui aggiungo un’altro tipico equino del territorio pugliese che è l’Asino della razza Martinese (da Martina Franca), ecc.
Occorre pertanto riflettere su come migliorare questa presenza ed eticizzarla maggiormente dove va eticizzata.
Penso ad esempio al divieto assoluto del dopaggio neofarmacologico dei cavalli.
Penso ancora al divieto della castrazione per chi ha cavalli che ad esempio usa per l’equitazione.
Sterilizzazione che è veramente una pratica moda-veterinaria vergognosa e una bestemmia contro la fertilità della Natura e i suoi doni.
Una rilettura degli eventi del recente passato evidenzia anche nel Salento un attacco esecrabile alla cultura Rom-gitana legata all’allevamento e alla macellazione dei cavalli. Contro queste derive da eccesso di zelo sanitario, e oggi anche di eccessi pseudo-animalisti, che hanno tagliato le gambe agli zingari in una loro importante attività economica non a priori malavitosa quale è quella dignitosa dell’allevamento dei cavalli, occorre tornare ad esempio ad autorizzare la macellazione a km 0 in masseria ovviamente con il rispetto di standard sanitari giusti e saggi ma non esorbitanti ed eccessivi, al di là anche della sostenibilità economica delle piccole imprese da aiutare, specie poi se con allevamento brado creano paesaggio bucolico di cui ne possono godere tutti.
Al contempo si deve cercare di far emergere dal nero, ma non censurare, le competizioni equestri spontanee che caratterizzano le campagne del Sud.
Come anche far maggiormente regolamentare eventuali ippodromi rurali abusivi,
che del resto sono anche i più belli in quanto immersi nella natura, o i più integrabili se ancora non lo sono dal punto di vista paesaggistico, ad esempio con la sostituzione di staccionate in metallo con staccionate in legno e muretti a secco. Penso all’ippodromo in rovina che ho citato e che si trova lungo la via Maglie-Gallipoli, credo ancora in feudo di Maglie, e del quale conservo bellissimi ricordi domenicali di bambino in quanto tanti portavano i loro bambini lì la domenica a vedere i cavalli schiumosi nello sforzo della corsa. Ho tutti i loro odori stampati nella mia tavolozza degli odori più veri del Salento.
Ricordi che si aggiungono a quelli ancor più pittoreschi delle competizioni di salto dei cavalli all’interno della meravigliosa cornice di Masseria Appidè tra Maglie, Cutrofiano e Corigliano d’Otranto e che oggi non so se avvengono più …
Corse rurali che ad esempio devono avvenire se su strada con il coinvolgimento dei comuni per la loro organizzazione nella massima sicurezza, (pensiamo ad esempio anche alla tradizione delle “carresi” nel Molise, corse di cavalli e carri trainati da bovini insieme), ma assolutamente senza l’approccio censurante alla radice da attacco da strumentale “questione meridionale” che è attacco al Sud e che mi offende come meridionale ogni qualvolta vedo servizi in TV contro a priori questa bellissima presenza dei cavalli in corsa nelle nostre strade di campagna, sebbene oggi corse abusive.
Addirittura si arriva ad autorizzare i pericolosissimi rally.
Non vedo quindi perché non si dovrebbe fare altrettanto con i cavalli certamente meno alieni ai nostri campi vicino ai muretti a secco di un bolide da rally!
Anche per questo occorre far sì che esse possano svolgersi alla luce del sole, difese contro i tentativi altamente impastoianti delle leggi volute dall’odierno pseudo-animalismo che nasconde dietro scuse falso caritatevoli verso gli animali un attacco generalizzato e radicale contro il rapporto uomo-natura, in questo caso specifico uomo-cavallo. Un attacco al centauro mitologicamente e simbolicamente parlando!
Io voglio che avvengano non uno ma decine di pali dei cavalli in tutto il Salento!
E non solo pali.
Voglio che i ragazzi la mattina vadono a scuola con il pony o il loro cavallo più grandicello come avviene ancora in Irlanda, e lo mettano nel cortile della scuola a brucare.
Questo è il mio sogno di Salento!
Non i bolidi che sfrecciano per le strade rurali!
Non c’è cavalleria dove non c’è il cavallo!
P.s.: inoltre prendiamo ad esempio il discorso del recupero di tossicodipendenti all’interno di alcune comunità che viene fatto proprio anche grazie al rapporto con gli animali e ad esempio l’allevamento proprio dei cavalli.
Pensiamo all’importanza della pet-therapy attraverso asini e cavalli.
Ecco perché credo che anche nel discorso di una eticizzazione sociale di gruppi sociali dai comportamenti malavitosi dove però si pratica l’allevamento del cavallo e l’equitazione bisogna assolutamente partire non dall’attacco di queste ultime attività anche ludiche ma utilizzarle proprio come punto di forza della eticizzazione che ovviamente deve coinvolgere l’intero tessuto sociale e le scuole, e assolutamente non invece avallare pratiche volte alla censura dell’equitazione a priori, come invece oggi vogliono fare in Italia le ideologie pericolosissime del falso animalismo sterilizzatore a tappeto di tutti gli animali con ogni scusa, vedi quanto accade nei nostri comuni contro cani e gatti con la mano di carezze di Giuda dei falsi animalisti.
Dove nasce un cavallo, sia anche nel posto più malfamato del mondo, brilla sempre con lui una luce, e da quella luce si deve partire per farla diventare più intensa.
Dove invece oggi passa la mano dello sterilizzatore lì cala il buio eterno dell’estinzione e del massimo male assoluto … un male che purtroppo oggi siede persino sugli scanni del Parlamento e in tutti i nostri consessi politici a danno degli animali e del rapporto tra uomo e animali, (vedi leggi a favore della sterilizzazione animale sotto maschere falso animaliste falso caritatevoli solo ad esempio).
———————————————————————
TORNARE ANCHE NOI ALLA PRODUZIONE DIFFUSA DEL LATTE DI CAVALLA, oltre alla carne di cavallo
da allevamento bucolico-brado di cavalli!
Da aggiungere alle altre fonti di latte già ricavate da altri animali, asine incluse!
Questo un futuro ECOLOGISTA VERA!
La massima diversificazione dell’allevamento in forme bucoliche a favore della massima biodiversità nel paesaggio sfruttato per produzioni silvo-agro-pastorali in osmosi e integrazione paesaggistica tra loro, all’ insegna del valore del pittoresco!
———————————————————————
Da un mio post facebook del 9 ottobre 2019 in merito all’attacco di un maneggio tarantino ad opera di animalisti:
E DOPO L’ATTACCO A ZOO, AI CIRCHI, COME DA COPIONE PREVEDIBILE E SCONTATO ECCO ORA L’ATTACCO AI MANEGGI PER FARLI CHIUDERE!
Ho visto, fa senso, perché non lo lasciavano uscire a pascolare almeno?
Attenti però con le campagne pseudo-animaliste perché così si rischia che i cavalli finiscano nei santuari speculativi del falso animalismo e caput sterilizzati a tappeto.
Si valuti del caso specifico, semmai è un esemplare vecchio o malato prima di dare man forte a falsi soccorriti sovente armati di bisturi dell’oggi, vedi per capire gli sterilizzatori a tappeto di cani e gatti con scusa randagismo solo per intenderci. Non conosco il caso specifico, quindi le mie sono indicazioni generali da approfondire poi semmai nel caso in oggetto!
Ergo si deve chiedere semmai che maneggi con animali poco curati si mettano a norma con una diffida.
la diffida,
qualcuno nel mondo animalista non conosce la parola “diffida” perché l’obiettivo è mettere le mani subito sulle gonadi degli animali e caput zacchete!
Servono più maneggi
con più cavalli
più liberi e più sani
o di questo passo passeremo a togliere gli olivi a chi non cura gli alberi con protocolli stabiliti da altri!
Intanto li hanno i cavalli lì è questa è la prima cosa importante. Poi i cavalli anche dei maneggi devono essere tenuti in maniera tale da poterli anche macellare quando vecchi semmai, senza assurdi patemi d’animo vegan animazzisti nella terra di Puglia messapica terra di cavalli da sempre e di alimentazione a base di carne equina!
Quando sarà finita la brutta stagione del falso animalismo falso ecologista? Quando vedremo articoli che propagandano la diffusione dei cavalli come bella presenza e mezzo ecosostenibile davvero per spostarsi, da alimentare, e dal quale poi alimentarsi! Vedi i rinomati “pezzetti di cavallo al sugo” in Puglia!
Tragedicità falso animalista che poi induce e sfocia sempre nella massima tragedia vera!
In correlazione sempre da un mio post facebook del 9 ottobre 2019:
Ma perché animali così debilitati non son stati mandati prima alla macellazione? Da dove arriva allora mi chiedo la carne dei tipici pezzetti di cavallo al sugo tipici di Puglia? Dobbiamo chiedere più allevamenti diffusi bucolici ed ecosostenibili sul modello Martina Franca in tutta la Puglia con filiera corta per la carne così da ridurre i trasporti insalubri di animali e per l’ambiente!
E ora si attaccano qui gli allevamenti in loco con la sterilizzazione? Dobbiamo capire gli intenti sottesi a questo attacco ora agli importantissimi maneggi, capire se è per migliorarli facendoli divenire centri di proliferazione dei cavalli, o per cancellarli e in tal caso l’opposizione deve essere massima!
E poi i cavalli che volete leggo portare via, a che pro? C’è il rischio finiscano nella mani di sterilizzatori? Nei falsi santuari del falso-animalismo dove si sterilizzano gli animali o dati in adozione con vincolo di sterilizzazione o a persone che sterilizzano?
———————————————————————
Da un mio post facebook del 16 marzo 2019
APOLOGIA DELLA TRADIZIONE CON I VIVI CAVALLI DI SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE (Taranto) E DI TUTTA LA PRATICA DELL’EQUITAZIONE PIU’ IN GENERALE
Antefatto: associazioni che si dicono “animaliste” hanno chiesto in queste ore di sostituire, pensate che orrore, i cavalli da tiro pesante, solitamente utilizzati come parte della locale tradizione sacra per spostare con i carretti (“traini”) le fascine di potatura degli ulivi per il tradizionale falò (“focara”), con mezzi a motore!!
NEL TESTO QUALE DEVE ESSERE INVECE LA CONTRORISPOSTA DEI TERRITORI
Ma non si rendono conto della gravità dell’attacco alle tradizioni più belle che ancora grazie a Dio prevedono l’uso degli animali?!
E c’è chi invoca mezzi meccanici?!
Lo trovo veramente disgustoso!
E vorrei sapere se le associazioni animaliste che chiedono ciò sono associazioni animaliste almeno nel verso dei cani e dei gatti o associazioni falso animaliste, ovvero quelle che avallano la sterilizzazione dei cani e dei gatti.
Anche perché questo mi sembra uno sterilizzare la tradizione contadina più bella e che invece va ravvivata!
Sono cavalli murgesi, e non solo, da tiro pesante selezionati per questo, se non fanno questo si estinguono nelle loro caratteristiche!
QUINDI chiedere più tradizioni del genere, ad esempio trasportare tutti i carri di Carnevale ovunque con cavalli e smetterla di utilizzare invece motori in tali occasioni così tradizionali e belle. Del resto si chiamano carri!
Riestendere l’uso dei cavalli anche in altre tradizioni locali dove esso si è perso.
Incentivare l’uso di cavalli e buoi per l’aratura dei campi!
Incentivare l’uso del cavallo contro l’inquinamento urbano!
Più cavalli e meno scooter nelle città e campagne!
Tutto il resto ovviamente è falso animalismo e falsa ecologia!
Chiedete più cavalli se volete sgravarli, non mezzi meccanici al loro posto!
Veramente la richiesta dei mezzi meccanici non si può sentire, è veramente disdicevole e profondamente profondamente anti culturale anti storica e anti ecologista nonché anti animali!
O addirittura di questo passo si arriverà alla follia di chiedere di chiudere le “uccierie” della carne di cavallo in Terra d’Otranto, specialità gastronomica tipica della nostra zona!
in ogni caso sono straconvinto che certo sentimento animalista non ha alcun interesse alla riduzione del carico dei cavalli, come invece nelle intenzioni in più buona fede di altri, quanto interesse a intralciare le tradizioni che prevedono l’uso dei cavalli con ogni scusa e arrivare a sterilizzare anche i cavalli come già tenta di fare, questo serpeggiante sentimento anti animalista che stigmatizzo, con tutti i cani e con tutti i gatti con ogni scusa, ovviamente per estinguerli, così non possono più essere sfruttati e maltrattati: la follia falso-caritatevole del falso animalismo!
Invito pertanto a sondare entro i soci di queste associazioni per verificare se statisticamente sia come credo, e lo dico con convinzione dopo aver visto persino attaccare con la scusa del maltrattamento animale in questi giorni il bello uso dei cavalli nel Carnevale di Ivrea per trascinare i carretti nei quali la gente come di consueto si lanciava le arance per tradizione, e ancora l’uso di cavalli per trascinare carri nelle sfilate di Carnevale salentine, ecc. Praticamente un attacco a ciò che andrebbe premiato dal punto di vista ecologista e di bellezza culturale. Qualcosa assolutamente di intollerabile e da stigmatizzare da parte di tutti.
Ovviamente oggi, in questi mesi di smarrimento dei valori e della ragione, possono dirsi ecologisti proprio coloro che ancora usano i cavalli e che stanno proponendo virtuosamente il loro ritorno e la loro maggiore diffusione, il resto falsa falsissima ecologia!
Voglio poi anche stigmatizzare con decisione il montaggio di un video che ho visto e che è stato fatto contro la tradizione di San Marzano, che prevede l’uso cavalli, perché dicono che verrebbero sovraccaricati di foglie, è un video veramente mistificatorio per la scelta della musichetta di sottofondo inquietante a trasmettere cattivi sentimenti sovrapposti alle immagini di una stupenda tradizione di civiltà contadina legata alla natura e alla convivenza con gli animali e al loro bellissimo sfruttamento da estendere!
Più sfruttamento degli animali in queste forme ecosostenibili vuol dire più diffusione degli animali, più vita e quindi più natura!
Spero che la risposta del territorio a questi tentativi che vengono fatti contro la tradizione più bella sia aumentando il numero dei cavalli e dei carretti!
E perché no anche facendo tornare i buoi di razza podolica pugliese in maniera tale anche da favorire oltre all’allevamento del murgese anche la ridiffusione dell’allevamento della mucca podolica!
P.S. e che nessuno se ne esca dicendo che vuole i motori elettrici perché fanno ugualmente schifo, (fermo restando sempre il rispetto tecnico per loro), rispetto alla bellezza di un cavallo che tira un carretto!
Comunque spero si faccia tesoro della polemica e che non si lascino soli i traineri ma da ogni dove si converga a San Marzano e si accompagni a cavallo la manifestazione. Cavalieri erano e sono coloro che vanno a cavallo!
Troppo grave l’aggressione al rapporto uomo-animali che si sta muovendo in tutta Italia, un colpo basso alla più ecosostenibile bella civiltà: quella contadina da cui dobbiamo imparare ed ispirarci contro le degenerazioni consumiste!
Vedete ad esempio l’attacco alla molisana tradizione delle Carresi, o ai cavalli nel Carnevale di Ivrea e Lequile, o alle “botticelle” a Roma, (le carrozze trainate da cavalli che sono per Roma l’equivalente delle gondole a Venezia)!
Attacchi intollerabili ed ispirati dal tentativo anti-ecologista di fare scemare e complicare il rapporto così semplice e bello uomo-cavalli.
Si deve rispondere con più cavalli ovunque!
E ai ragazzi non regalate solo la vespa, ma un alveare e un cavallo veri e aggiungiamo FERTILI!
Dico fertili come precisazione importante perché c’è un falso animalismo che in Italia sarebbe capace di dire sì all’equitazione purché a cavalli sterilizzati, tenendo conto degli orrori che stanno accadendo contro i cani e i gatti sterilizzati a tappeto e con ogni scusa!!! Invece non solo ci devono essere più cavalli ma è importante che la loro FERTILITÀ sia integra e soprattutto appartenga a coloro a cui appartengono gli animali come ricchezza fisiocratica da non monopolizzare nelle mani di nessuno, ma libertà naturalistica dei popoli che è stata anche garanzia conservazionista per queste specie!
———————————————————————
SE AMI I CAVALLI NE VUOI VEDERE DI PIU’ ALLEVATI E USATI NEL PAESAGGIO
(anche a pezzetti nel piatto, perché no se sei pugliese)!
Finalmente si comincia a comprendere bene e svelare il fanatismo falso-animalista che i cavalli li vuole estinguere e sterilizzare,
fanatismo
DA COMBATTERE ORA
———————————————————————
Da un mio post facebook del 28 settembre 2019
Questa è la Natura per cui mi batto, tutto il resto non mi interessa e anzi lo combatto se attacca il pascolo brado dei cavalli, e quindi la loro presenza e riproduzione continua e la macellazione in loco, se vieta la coltivazione nell’orto dei pomodorini in domestico e fertilizzati anche con sterco animale, se attaccano la presenza delle specie esotiche ed il pomodoro non è meno esotico del pepe, se vieta la presenza di allori come vorrebbero fare con la frode della Xylella, se vuole la plastica industriale al posto di questo bel piatto di creta tradizionale salentino, se vieta il fuoco di legna domestico, con legna presa nel bosco e nell’uliveto, per cuocere la carne nella produzione di questa tipica pietanza salentina: i pezzetti di cavallo!
ECOSOSTENIBILITA’ VUOL DIRE SFRUTTARE SENZA MAI ESTINGUERE, ANZI CONTRIBUENDO ALLA DIFFUSIONE NUMERICA DEGLI INDIVIDUI DELLE SPECIE SFRUTTATA!
Cosa importa quanto uccidi di altri organismi viventi per vivere? L’importante è che non estingui ciò che uccidi sfruttandolo con caccia, pesca, coltivazione, allevamento ecosostenibilmente!
———————————————————————
Da un mio post facebook dell’11 giugno 2019 a commento di un articolo che criticava l’uso delle deiezioni animali in agricoltura…
PUZZA DI IDEOLOGIA VEGAN!
Seguendo una discussione nata intorno a questo articolo così commentavo:
—–
ma se si tratta di ridare al suolo le deiezioni degli animali, compost di foglie o loro cenere, acque di spremitura delle olive ai loro stessi olivi, ecc., il tutto non ha nulla di artefatto e semplicemente copia quanto avviene in natura.
Pensa poi alle grandi chiome di alberi in zone poco alberate con tanti animali che cercano l’ombra sotto la loro chioma. Pensa alla densità di deiezioni sotto di essi!
Vi vedo forzature delle ideologie vegan-gender della falsa ecologia quando si tenta di declinare i begli approcci dell’agricoltura naturale, che ha grande maestro in Masanobu Fukuoka, che nei suoi giardini ben faceva circolare libere delle anatre/oche che mangiavano gli insetti e defecavano dappertutto come giusto che sia, cercando di escludere dai cicli dell’orto completamente gli animali allevati con ideologie assolutamente forzate e mistificatorie, e sappiamo bene che il vegan vorrebbe che non si allevassero più di animali, un fanatismo da spazzare via da ogni buon ecologismo che deve invece puntare ad una ciclicità includente ogni specie, e proprio per questo più ecosostenibile.
PREMESSA questa generale prima di leggere l’articolo.
—–
———————————————————————
CONTRO IL FALSO ANIMALISMO DELLA FALSA ECOLOGIA:
Da un mio post facebook del 24 marzo 2019
SE LA RELIGIONE VEGAN PRENDESSE IL PIENO POTERE IN OCCIDENTE QUALI E QUANTE SPECIE VIVENTI E LORO VARIETÀ ESTINGUEREBBE? QUALI ANIMALI?
E L’UOMO?
Nei paesi in cui si è affermato l’Islam il maiale domestico si è estinto!
Se in Occidente si affermasse il Veganesimo elenca gli animali che si estinguerebbero! Quali?
Si tratta sempre di religioni con dei loro precisi divieti alimentari, solo che ancora molti non si stanno accorgendo di come il veganesimo sia in Occidente oggi una religione in opposizione con quelle tradizionali occidentali e che, come ogni religione, ha un’ideologia che abbraccia l’intera visione della realtà. Non una semplice moda. Inoltre il veganesimo è una religione i cui membri hanno velleità di imposizione anche a chi non la vuole accettare, anche mirando ad una coercizione legislativa adesso ad esempio con la scusa pseudoscientifica del Global warming antropico, che è come la visione di una divina pena globale per la mancata obbedienza ai suoi precetti, disobbedienza vista come nuova forma di peccato.
Vedi ad esempio il tentativo di imporre divieti, tasse, multe per chi consuma carne rossa, solo ad esempio. E idem il loro tentativo di fare imporre tasse o multe contro chi non sterilizza il proprio cane o il proprio gatto.
La religione musulmana vietando il consumo della carne di maiale ha comportato inevitabilmente nei paesi islamici una riduzione fino alla scomparsa dei precedenti allevamenti di maiale. Questo a causa di un crollo della domanda e forse anche perché la stessa presenza di maiali nel territorio viene malvista.
La religione vegan, che si può anche definire falso animalista, è in realtà meglio comprensibile sotto la perifrasi di “buddismo new age in salsa occidentale”: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1186270524860330&id=100004321811516&ref=m_notif&notif_t=feedback_reaction_generic
Sarebbe opportuno che gli stessi veri buddisti stigmatizzino tale deformazione occidentale vegan!
Il veganesimo è destinato al conflitto con le precedenti religioni mediterranee che non son avverse al consumo di carne; è già entrato in conflitto con il cristianesimo, ad esempio per la tradizione di consumare a Pasqua carne di agnello e capretto; il veganesimo vuole sterilizzare questi animali e che cessi del tutto il loro allevamento, né tantomeno vuole che siano inselvatichiti poiché chiede con ogni scusa la sterilizzazione a tappeto anche di animali selvatici o domestici randagi. Ricordiamo il recente scontro in una chiesa italiana a Milano dove dei vegan durante la celebrazione della messa hanno aperto uno striscione con un messaggio contro la consumazione di carne di agnello per Pasqua, con conseguente conflitto con il parroco che ha tentato di strappare loro gli striscioni.
E ovviamente poiché la religione islamica non vieta il consumo di carne, il veganesimo entra in conflitto anche con le macellerie islamiche e con i venditori di carne. Ci sono stati recentemente in Europa degli attentati messi in atto da vegan contro esercizi commerciali gestiti da islamici nei quali si vendevano kebab.
Le norme rituali della religione islamica e di quella ebraica prevedono che nella macellazione l’animale non sia preventivamente stordito prima di essere ucciso; il mondo vegano cerca di far vietare in Europa queste pratiche tradizionali, entrando pertanto in conflitto anche con queste religioni tradizionali.
In realtà la questione del modo in cui viene macellato l’animale e strumentalizzata dal mondo vegan che di fatto è contrario anche alle macellerie occidentali dove la cultura vegana è riuscita pur già ad imporre lo stordimento dell’animale prima dell’uccisione, o la sua uccisione comunque quanto più immediata prima dei tagli di dissezionamento. Il mondo vegan non vuole persino che si producano per l’uso umano né la lana, né il latte o le uova degli animali, figuriamoci la carne e la pelliccia o altri prodotti. Vuole che cessi ogni allevamento e che ogni animale sia estinto. Se ti è difficile crederlo, o tu stesso a chiedere ad una falsa animalista vegan di non sterilizzare più cani e gatti che capitano tra le sue mani e vedrai che reazioni da indemoniata spruzzata con acqua santa e davanti a un crocifisso che otterrai!
Il caso del maiale nei paesi islamici ci mostra come i divieti alimentari religiosi possono avere conseguenze molto spiacevoli in termini conservazionisti della biodiversità. L’esatto contrario di quanto si potrebbe credere inizialmente.
Quando l’uomo trae alimento da una specie ma la alleva o coltiva, essa non rischia l’estinzione, ma anzi l’allevamento o coltivazione ne permettono la diffusione e continua presenza.
Da questo punto di vista, sempre però se il tutto viene effettuato in maniera ecosostenibile senza estinguere la risorsa, trovo interessante l’approccio alimentare cinese dove praticamente si mangia senza problemi tutto ciò che è commestibile. E probabilmente anche in occidente era questo in tempi arcaici il comportamento umano. Meno tabù alimentari assoluti comporta anche più risorse alimentari disponibili, e questo non può che essere un bene in termini di vita della specie umana.
I mercati cinesi esplodono di biodiversità nonostante la grande esplosione demografica cinese.
Affermarvi lì il concetto di ecosostenibilità risulta essere quanto mai importante dal punto di vista conservazionista, ma anche intelligente dal punto di vista economico.
L’approccio vegan, e più in generale quello falso ecologista occidentale odierno, è invece assolutamente pericoloso e mira al massimo fanatico suicida ecocida biocida impoverimento di biodiversità con ogni scusa, tra cui persino il razzismo/purismo verde contro specie precedentemente esotiche. Ma non solo, ogni scusa ed il suo contrario pur di estinguere ciò che vive!
Il mezzo più subdolo e viscido mascherante utilizzato per questo progetto è la sterilizzazione a tappeto ad animali sedati, cui si aggiunge l’eutanasia facile ad ogni bazzecola più o meno correttamente diagnosticata.
L’esatto contrario di ogni saggio approccio ecosostenibile conservazionista. Un pericolo pertanto globale la religione vegan falso-animalista, un fanatismo senza fondo che ogni religione umana, ogni cultura umana, ogni etnia e ogni razza umana devono necessariamente e urgentemente combattere per una questione vitale!
In correlazione da un mio post facebook del 26 gennaio 2019
“BUDDISMO IN SALSA OCCIDENTALE”:
SETTE DEI SUICIDI DI MASSA e FALSO ANIMALISMO STERILIZZATORE ED EUTANASIZZATORE DEGLI ANIMALI
Le sette dei suicidi di massa di qualche anno fa ve le siete scordate?
Io vi vedo non pochi legami psicologici con le attuali sette della sterilizzazione seriale degli animali:
trattasi sempre di ciò che definisco “BUDDISMO IN SALSA OCCIDENTALE”, una ideologia religiosa fanatica e de facto violenta, mascherata sotto mille scuse, che vuole liberare le anime dei viventi, dando per scontato che esistano, dalla carne che esiste e che è vista da loro come soltanto possibilità-fonte di sofferenza!
In “salsa occidentale” perché questi non mirano ad una elevazione spirituale per uscire dal Samsara, (il ciclico continuo reincarnarnarsi dopo la morte), nel verso del loro agognato annichilimento nel nulla totale, il Nirvana, come nel buddismo orientale tradizionale, che comunque personalmente non mi affascina, ma mirano, che malefici furbi, all’uccisione delle specie-estinzione per evitare che le anime abbiano corpi che si riproducono nei quali reincarnarsi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *