IBIS SACRI da Salvare: FERMARE la Falsa-ecologia che vuol farli eradicare dall’Italia demonizzandoli a tal fine con ogni più vile scusa! E non solo gli Ibis sacri vuol eradicare … PAZZESCO!

IBIS SACRI da Salvare: FERMARE la Falsa-ecologia che vuol farli eradicare dall’Italia demonizzandoli a tal fine con ogni più vile scusa!

E non solo gli Ibis sacri vuol eradicare … PAZZESCO!

(Compendio di riflessioni da vari post facebook per approfondire)

All’attenzione urgente del Governo italiano

 

Ibis sacro – Threskiornis aethiopicusUna bella sorpresa oggi pomeriggio al capanno Roveri di Bentivoglio

Gepostet von Edmondo Rizzo am Mittwoch, 2. Dezember 2015

URL ad una foto su Facebook del grande fotografo naturalista Edmondo Rizzo

 

IL FALSO-ECOLOGISMO, INVECE DI FESTEGGIARE PER QUESTA GRADITISSIMA ARRICCHENTE PRESENZA, VUOLE ERADICARLI DAI CIELI ITALIANI!

Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus). Un uccello dalle suggestioni di antichi dinosauri volanti.

 

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PREMESSA: OTTIMO ARTICOLO SCIENTIFICO su www.sciencedirect.com/science/article, che denuncia la falsa-ecologia che ha tentato di attaccare e demonizzare l’Ibis sacro in Europa senza vero fondamento scientifico a supporto della calunnia contro questa meravigliosa antica suggestiva specie del Vecchio Mondo!!! Giù le mani dagli Ibis sacri! Importante condividerlo con voi tutti perché sia conosciuto! Affinché l’ecologismo sia scientifico conservazionista e non fanatico e razzista verde!

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Falsi-ecologisti professionisti del biocidio ne stanno chiedendo, pensate, l’eradicazione!
L’eradicazione, mentre gli italiani son felicissimi giustamente in ogni luogo ad ogni loro apparizione in Italia dai cieli, eventi accompagnati da numerosi belli esaltanti articoli sui giornali della varie regioni interessate, e mentre addirittura son in corso processi contro anziani cacciatori che ne hanno uccisi alcuni di Ibis sacri perché uccelli protetti,

tutto questo contesto, persino legale che li vede ad oggi animali protetti, non conta, o non conta più se adesso la Falsa-ecologia ha deciso che vanno eradicati dal selvatico in Italia, che non ne devono più nascere nei loro nidi. E c’è chi sui social network inneggi all’opera dei più efferati professionisti del biocidio in Europa che vanno presso i loro nidi e con un puntino ne forano le uova …

 

LASCIATEVI INCANTARE DALLA MERAVIGLIA DI QUESTA PRESENZA IN ITALIA: GLI IBIS SACRI

Poi pensate che i falsi ecologisti ce li vogliono eliminare-eradicare a fondi pubblici, sì avete capito bene!

 

In merito a quanto accennato potete leggere l’articolo del 3 luglio 2018 dal titolo “Ravenna, Ibis sacri uccisi. Bracconiere a processo”, al link: https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/ibis-uccisi-cacciatore-processo-1.4204383

e mentre vi sono associazioni che inveiscono contro quel cacciatore che ne avrebbe uccisi 5 di Ibis sacri secondo l’accusa, è certo un peccato, anche appunto perché essendo ancora rari, presenti in limitate aree italiane, è bene si riproducano e diffondono ancora di più,

questi altri, di queste altre associazioni che si dicono, pensate, ambientaliste, chiedono di eradicare la specie, ripeto vorrebbero ERADICARE LA SPECIE, non so se mi spiego!

Quale la scusa ecoterroristica?

Il fatto che si nutrono!

Una scusa con quale si potrebbe demonizzare ogni specie dato che ogni specie “mangia” qualcosa, ogni essere è un sistema che ha scambi e interazioni con l’estern0, è appunto parte di una catena alimentare.

Vedi questo articolo da fare accapponare la pelle per il palese tentativo di ribaltare nell’opinione pubblica la considerazione verso questa specie, articolo del 1 maggio 2018 dal titolo “Parco del Po, L’ibis sacro è una specie dannosa – Sono predatori onnivori; si nutrono di anfibi, crostacei, piccoli roditori e uova di uccelli”, al link: https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/parco-del-po-la-denuncia-di-legambiente-l-ibis-sacro-%C3%A8-una-specie-dannosa-1.3882155?fbclid=IwAR2uSMYC-1BQ18ARlIm7kGFsnJoBZKMUoNr0j0H_qXqM46NkcnMXu_mwSKM

O vedi questo articolo dello stesso periodo dove lo si definisce “invasivo” con toni denigranti, titolo “ALLARME Ibis sacro invasivo, occorre agire per contenerlo”, al link: https://rivistanatura.com/ibis-sacro-invasivo/

Q questo che titola, notate le parole scelte strumentalmente, “Specie invasive, l’Ibis sacro ospite sgradito nel Delta del Po”, al link: http://www.italiaambiente.it/2018/05/02/specie-invasive-libis-sacro-ospite-sgradito-nel-delta-del-po/

e chiedetevi se questa possa essere “ecologia”, “scienza”, “logos”!? Capite a che livelli siamo precipitati!?

E per di più ciò in siti che sfoggiano nomi come “ambiente” o “natura”, se la scienza fosse una religione queste sarebbero bestemmie! Ma è solo pseudo-scienza e interesse di ogni tipo meno che interesse ecologista per il paesaggio, la biodiversità, la storia!

Stiamo parlando di una specie assolutamente non sconosciuta nell’antichità mediterranea, e neppure in Italia; gli Ibis sacri venivano effigiati nella romana Pompei; erano il simbolo del dio egizio Thot, assimilita al dio greco del logos Ermete Trismegisto!

Ci rendiamo conto della gravità di quanto sta avvenendo oggi contro questi viventi beni culturali ed ambientali del nostro Paese, con la loro strumentale demonizzazione e la richiesta di “eradicazione”!? Eradicazione talvolta espressa esplicitamente, talaltra nascosta sotto il termine di “contenimento” della specie. Sono le trovate dialettiche della Falsa-ecologia per non urtare troppo l’auditorio quando sensibile e non incline invece, come talvolta, a dar sfogo al naturalissimo istinto venatorio nelle forme più idiote dell’estinzione della preda. La negazione totale di uno sfruttamento ecosostenibile delle risorse viventi è il loro prelievo fino all’estinzione senza dar loro il tempo, lo spazio e il numero per non estinguersi ma ben rigenerarsi.

 

Segnalo l’articolo “L’ Ibis sacro in provincia di Novara”, al link https://www.researchgate.net/publication/326870135_L%27Ibis_sacro_in_provincia_di_Novara e al link https://www.ebnitalia.it/QB/QB021/ibis.htm (in Archive.org).

 

Ibis sacri (Threskiornis aethiopicus) rappresentati nel mosaico romano con scena nilotica dalla romana Casa del Fauno a Pompei, mosaico traslato e ora esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

L’ Ibis sacro compare a Pompei, a testimonianza dei culti egizi, associato ad Iside di cui è animale sacro.

Dal tempio romano dedicato al culto di Iside a Pompei con Ibis sacro raffigurato:

Pompei tempio romano di Iside con Ibis sacri raffigurato

 

Un ambiente della Villa di Tito Claudio Eutico nella romana Pompei presenta una elaborata composizione di grifoni e sfingi alati, ibis, cicogne, e figure fra cui si distingue Iside con fiore di loto sulla testa, Horus a testa di falco e Anubi cinocefalo.

Nella pompeiana di Casa di Octavius Quartius, il proprietario aveva addirittura allestito un grande giardino percorso da due canali disposti a forma di T, alimentati da tubature in piombo, che dovevano evocare un paesaggio nilotico, simulando la famosa inondazione del Nilo. Il giardino era ornato da statuette raffiguranti divinità egiziane accanto ad altre greco-romane, un ibis di marmo, e una serie di lucerne di cui due, in bronzo, decorate l’una con il busto della divinità Zeus-Ammon, l’altra con un fiore di loto.

(Vedi al link: http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Gli+edifici+dei+culti+egiziani&idSezione=6959).

 

L’ Ibis sacro è specie che vive nell’ Africa sub-sahariana ancora per fortuna, ma addirittura estinta in Egitto pare. Oggi si diffonde in Europa, dove le Rondini fanno la spola con l’Africa ogni anni nelle loro migrazioni, e questi decidono che l’ Ibis sacro è specie aliena da cancellare! Ma che sia giunta in volo da sola o in volo da un allevamento, rilasciata ad hoc, o scappata “aufuga” da qualche allevamento in Europa, e poi naturalizzatasi nel nostro sub continente europeo e anche in Italia, è evento da festeggiare comunque:

il cielo appartiene agli uccelli,
STOP RAZZISMO VERDE!
IUS SOLI ET IUS SANGUINIS per gli Ibis sacri cittadini veri d’Italia!

Stop RAZZISMO VERDE

 

E ancora dalla romana Pompei:

Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), uccello africano rappresentato in un affresco Romano proveniente dal santuario del Tempio di Iside a Pompei, ora esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

Due ibis sacri datati dal periodo romano dal I secolo a.c. o del I secolo d.c. rinvenuti a Pompei in mostra al Museo Archeologico Nazionale (Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

Se qualcuno ora li ha introdotti in natura in Europa deliberatamente, ha fatto bene! Se son giunti da soli, bene idem! Se son scappati da zoo, idem bene bene! Giù le mani!

Si crede che nel Tempio di Iside venissero allevati degli Ibis sacri anche in Italia.
Che bello quanto avvenuto nell’aprile 2015, la grande notizia di un loro primo avvistamento anche in Campania, titolo “L’Ibis sacro per la prima volta in Campania” dal vivo, vista l’ emersione frequente della sua effige dagli scavi archeologici della romana Pompei, vedi al link: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/04/22/foto/l_ibis_sacro_per_la_prima_volta_in_campania-112611744/1/#1

Attesi allora anche in Salento!

Questa quella forza della Natura, quella “vis vitalis” che gli xylellisti (fautori della terribile Frode della Xylella in Puglia) e tutti i falsi-ecologisti servi della morte vogliono fermare e abbattere!

E commentavo: “Loro odiano nel profondo la Vita, odiano sé stessi e le loro mostruose e brutte famiglie non fondate sull’Amore vero,
e farebbero umanamente pena se non fosse che hanno scelto di rovinare anche le nostre esistenze!

Muoviamoci subito ciascuno nel suo piccolo!!! CULTURA NATURALISTICA contro l’ oscurantismo falso-ecologista!

Giù le mani dal Dio Thot, e speriamo giunga presto in Puglia anche, l’ Ibis sacro, forma zoomorfa del dio della saggezza Thot secondo gli antichi Egizi!
URL da Facebook:

IBIS SACRO (Threskiornis aethiopiocus)28 giugno 2015 – Delta del Po (Rovigo)gruppo di 14 esemplari

Gepostet von Vanni Bellettato am Sonntag, 28. Juni 2015

IBIS SACRO (Threskiornis aethiopiocus)28 giugno 2015 – Delta del Po (Rovigo)la foto non è bella, ma vorrei farvi notare il color smeraldo delle punte delle ali.

Gepostet von Vanni Bellettato am Montag, 29. Juni 2015

STUPENDI IBIS SACRI RITORNATI IN ITALIA
quale che ne sia stato il tramite, da soli o aiutati dall’uomo tramite cui son giunti in Italia.
Ma che intrusi! Lasciateli stare lì sul Delta del Po, ad esempio qui in foto, ed ammirate la Natura!
Il Caso della Spatola, (uccello autoctono in Italia, non raramente, avvistato anche in Salento), spostatasi dall’Italia in Brasile dovrebbe fare riflettere contro l’affare del biocidio delle specie spacciate esotiche! Paliamo poi di uccelli, volano, vanno dove vogliono.
Per cui massima diffusione in Italia dell’Ibis sacro! Che si riproduca e diffonda questo uccello dal pedigree mitologico!
Mi riferisco qui a questo caso:
“Una Spatola bianca (Platalea leucorodia) inanellata al nido nelle Valli di Comacchio nel 2011 è stata vista (letto l’anello di metallo !) a Recife, costa orientale del Brasile in Ottobre 2016 a più di 7.000 km dal sito di inanellamento ! Dati ISPRA”
Riporto qui con URL da Facebook questa grandiosa notizia:

MEGA NOTIZIA ! Una Spatola inanellata al nido nelle Valli di Comacchio nel 2011 è stata vista (letto l'anello di…

Gepostet von Menotti Passarella am Dienstag, 14. November 2017

Si cerca di capire come abbia fatto a compiere un simile volo, se si è appoggiata ad imbarcazioni o meno, o se ha utilizzato correnti opportune per la traversata.
ALLA FACCIA DI CHI GRIDA ALLA SPECIE ESOTICA ALIENA DA ELIMINARE QUANDO VEDE UN UCCELLO RARO DI ALTRI PAESI. NON SI E’ CERTO MOSSO LI’ UN SISTEMA VOLTO ALL’ERADICAZIONE DI QUESTA SPECIE LI’ ESOTICA
Dobbiamo essere vigili perché c’è tanta demonizzazione oggi sulle specie per accaparrarsi folli progetti UE di biocidio con scusa esotiche e non solo, anche la scusa dei patogeni, ecc.!
Gran corruzione pseudo-scientifica!
Ergo bisogna sempre dire giù le mani a chi vuol togliere, avanti solo a chi vuol reintrodurre specie scomparse, vedi i Castori europei da reintrodurre in Italia solo ad esempio!
A tal proposito osservo come la documentazione diffusa in questi anni in rete dei fotografi naturalisti mostra bene come volpi e aquile han imparato a sfruttarle come cibo le esotiche Nutrie (Castoro sudamericano) ben naturalizzatesi negli ultimi decenni nel Fiume Po! Bene! E ora lì sta arrivando dai Balcani lo Sciacallo dorato gran cacciatore di Nutrie!
Più che preoccuparsi delle Nutrie (Castoro sudamericano) bisogna chiedere la reintroduzione dei Castori europei (o eurasiatici detti) che lì vivevano nei secoli passati da tempi immemori, poi sterminati dall’uomo in epoca storica secoli or sono; in Svizzera li han reintrodotti recentemente con successo dai siti europei dove ancora grazie a Dio vivono, vedi al link: http://www.cdt.ch/la-fattoria-degli-animali/bio-diversita/62665/e-tornata-la-famiglia-castori.html
Ad ogni specie esotica che compare in un luogo dove era assente subito troviamo chi sostiene con forza che è sempre e solo colpa dell’uomo! Può essere, come anche no, ma perché poi sempre parlare di colpa e mai dire merito?!
STOP RAZZISMO VERDE!

Qui gli Ibis sacri li vediamo insieme ad autoctoni Aironi bianchi e Garzette, specie queste ultime due pure avvistate sovente nella aree umide salentine.

URL da Facebook:

La RISAIA .IBIS SACRO – GARZETTA – AIRONE BIANCO MAGGIOREParco del DELTA DEL PO – Ariano Pol. (Rovigo)12 set. 2015

Gepostet von Vanni Bellettato am Donnerstag, 17. September 2015

Grandiosa poetica eloquente immagine di convivenza con specie meno esotiche!

 

Non è raro vedere gli Ibis sacri (qui a destra) insieme a Mignattai (Plegadis falcinellus), questi ultimi sovente osservati anche in Salento anche negli ambienti acquitrinosi stagionali nel cuore del basso Salento (Parco naturale dei Paduli), appartengono entrambi alla medesima famiglia tassonomica, quella dei Threskiornithidae.

 
Dal corredo di una tomba Messapica (fine IV-III secolo a. C.), in località Monte Sant’ Elia – Alezio
(Esposizioni Museo di Alezio in provincia di Lecce)Se non un Chiurlo o un Fenicottero, è con molta probabilità un Ibis
o un Ibis mignattaio o proprio un Ibis sacro!
Dal corredo di una tomba Messapica (fine IV-III secolo a. C.), in località Monte Sant’ Elia – Alezio. Museo. Foto di Oreste Caroppo

 

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ACCORTOMI DELLE MANOVRE DEL RAZZISMO/PURISMO VERDE CHE SI STAVANO MUOVENDO IN UE E IN ITALIA ENTRO IL GIÀ’ BEN EVIDENTE REGIME DELLA FALSA-ECOLOGIA, DISVELATOSI SENZA PIÙ MASCHERE IN PUGLIA CON GLI AFFARI DEVASTANTI E IPER-SPECULATIVI MALAVITOSI DELLA GREEN ECONOMY INDUSTRIALE, (CENTRALI A BIOMASSE, IMPIANTI DI MEGA EOLICO E MEGA FOTOVOLTAICO), COMINCIAI A SCRIVERE DIVERSI POST DI ALLARME E APPELLO. QUESTO UNO DI QUELLI DI 3 ANNI FA:

L' UNIONE EUROPEA PREPARA NUOVI BIOCIDI DI MASSA SPECULATIVI PER PROCACCIARE BIOMASSA FACILE E PER FARE SCORRERE IL…

Gepostet von Oreste Caroppo am Donnerstag, 7. Januar 2016

Formica argentina (Linepithema humile)

E pensate alla diffusione che nei decenni passati ha avuto nel bacino del Mediterraneo la Formica argentina (Linepithema humile), più esotica di lei, favorita dall’uomo nel suo arrivo in Europa! Ovviamente questi folli avranno in mente poi anche, per piena coerenza con la loro follia, di mettersi a eradicare pure quella! A me non ha mai dato fastidio, anzi, la Formica argentina. Pensate con questa scusa di mero folle razzismo verde quanti pesticidi chimico-industriali o magari a base di parassiti virus o funghi ingegnerizzati OGM la Falsa-ecologia farebbe vendere ed irrorare alle sue collegate multinazionali per epurare l’ Europa dalla sua presenza! Capiamo tutto e fermiamoli prima distruggendo i loro vani paradigmi strumentali, che dopo!

 

Sempre in difesa delle esotiche ti segnalo anche questo mio post facebook sempre con i miei commenti ad esso:

Una Quercia rossa (Quercus rubra) nella selva di San Cataldo di Lecce,e riflessioni sulle specie alloctone, con frecce…

Gepostet von Oreste Caroppo am Sonntag, 18. Oktober 2015

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RIMANDIAMO PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI ALL’ARTICOLO:

IN DIFESA DEI PAPPAGALLINI LIBERI IN ITALIA: un bene ambientale da preservare in presenza e fertilità!

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Questo a seguire un testo di allarme che scrissi di getto alla lettura dell’articolo su “Il Resto del Carlino” dal titolo “Parco del Po – L’ibis sacro è una specie dannosa”.

COSA VI DICEVO? VOGLIONO IMPOVERIRE L’ ITALIA
E FAR SPARIRE QUESTA MERAVIGLIA DAI NOSTRI CIELI

ECCO LA CAMPAGNA PER FARLI SPARIRE DALL’ ITALIA!

FERMIAMO TUTTO CIO’

CONDIVIDI SENZA STANCARTI MAI A TUTTI I TUOI CONTATTI CHIEDENDO CHE LO STATO CANCELLI OGNI SOVVENZIONE A QUESTI PIANI E ALLE ASSOCIAZIONI CHE LI SOSTENGONO

STOP RAZZISMO VERDE !!!

W L’ IBIS SACRO IN ITALIA
GIÙ LE MANI DAGLI ESEMPLARI E DALLA LORO FERTILITÀ E LIBERTÀ

LEGGETE QUANTA MISTIFICAZIONE PER DIRLI PERICOLOSI E IMPURI E PROCEDERE

INVECE DI FESTEGGIARE PER QUESTA STUPENDA PRESENZA

A CANCELLARCELA INVECE

È FALSA-ECOLOGIA !!!

Fuori dall’ ITALIA ed Europa tutta la Falsa-ecologia!

Chi mi spiega perché quel vecchio cacciatore viene perseguitato per averne sparati alcuni,

“Spara a cinque Ibis sacri protetti” (vedi al link: https://www.ravennaedintorni.it/societa/2015/12/15/spara-a-cinque-ibis-sacri-denunciato/?fbclid=IwAR0iBrVakIzGyQS73CzgwLb7E8wFw83_wT96PslCF07f-boQY77DKTHj5bs)

e questi istituti (di cui chiudere tutti gli uffici coinvolti, o rinnovare interamente il personale) e queste associazioni, che si dicevano un tempo “ambientaliste” (da cancellare da ogni elenco di associazioni da sovvenzionare pubblicamente),  possono chiedere di STERMINARLI tutti?! TUTTI! Migliaia!
(Vedi sopra l’articolo assurdo da “Il Resto del Carlino” e non solo)

Non me ne frega nulla del modo in cui li farebbero sparire, se li fanno sparire dai nostri cieli è per noi sempre estinzione, è impoverimento di biodiversità!

STOP RAZZISMO VERDE

Qui si è persa ogni misura!

 

PENSATE
-) Febbraio 2014 la premura degli Italiani migliori per due Ibis sacri, si legge rara presenza di uccelli sacri nella cultura egizia, uccisi dai cacciatori, impallinati http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2014/02/01/1019207-uccisi-ibis-sacro-mezzogoro.shtml
-) Aprile 2015 la gioia per l’ arrivo dell’ Ibis sacro in Campania in questo articolo al link: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/04/22/foto/l_ibis_sacro_per_la_prima_volta_in_campania-112611744/1/#1

-) Febbraio 2017 gli italiani festeggiavano con articoli alcune loro nidificazioni in Italia, leggiamo: “Dal fiume Nilo all’Oglio, l’Ibis Sacro nidifica a Soncino – Non è un fatto negativo e non sono di passaggio. Hanno letteralmente rapito l’attenzione dei soncinesi con la loro maestosità ed eleganza. Uccello è molto raro nel nostro territorio: originario dell’Egitto, dove era considerato in tempi antichi una divinità. Nel Nord Italia vive in riserve protette, come nel parco veneto del ‘Delta del Po’. Non si tratta di un fenomeno passeggero e secondo gli esperti questo non è affatto negativo. I maestosi uccelli africani avrebbero scelto la Pianura Padana, e oggi Soncino, come nuovo nido: «Ne sono stati avvistati diversi ultimamente, sono tutt’altro che di passaggio, stanno nidificando qui da noi», afferma un naturalista e docente universitario all’ateneo di Pavia.”, al link: http://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/160126/dal-fiume-nilo-all-oglio-l-ibis-sacro-nidifica-a-soncino.html E così io commentavo: BENE la gente e più nello specifico naturalisti seri uniti nella salvaguardia degli Ibis sacri in Italia,
mentre invece la sottocultura animazzista-biocida dell’ ecologismo nero li vorrebbe sterminare tacciandoli di essere esotici, stesso atteggiamento dobbiamo assumere in difesa di tante altre specie che con le medesime scuse invece il medesimo animazzismo del razzismo verde vorrebbe sterminare-estinguere nel nostro paese speculandoci pure sopra!

Se c’ è da sterminare sono prontissimi,
se invece si devono introdurre specie autoctone di un tempo spariscono!

-) Febbraio 2018 il Governo Italiano vara un decreto a partire da leggi folli di razzismo verde ecocida UE e li mette al bando come specie da fare speculativamente sparire dall’ Italia, OLOCAUSTO DI TUTTI GLI IBIS SACRI LIBERI IN ITALIA CUI SI VIETA PRESENZA E RIPRODUZIONE, vedi articolo sul DECRETO INFAME dal titolo “Arriva il decreto sulle specie aliene“, al link: http://www.italiachecambia.org/2018/02/arriva-decreto-specie-aliene/
 
Giù le mani biocide da qualsiasi specie autoctona o esotica, selvatica o domestica che sia e che sta o giunge in Italia!
 
CONDIVIDETE PER SALVARE QUESTE SPECIE IN ITALIA
Gli Ibis sacri non possono cancellarli!
IL GOVERNO ITALIANO LI HA MESSI AL BANDO E POTREBBE PARTIRE LA LORO MATTANZA
!!!CONDIVIDI PER SALVARLI!!!
DEVONO RESTARE LIBERI E FECONDI NEL NOSTRO BELPAESE!
 
Li hanno tacciati come scappati da zoo, ma non è neppure provato, si son affermati in Europa, e già i romani li dipingevano in Italia. Son sacri agli Egizi, il Dio Thot delle lettere, dei numeri e della geometria, identificato con il greco Ermete/Hermes, dio greco del logos e della comunicazione. Facciamone degli slogan che tutti possano fare girare in sua difesa e di tutte le altre piante esotiche e animali sotto “razzismo verde” in UE oggi …
 
Al via la mattanza, anche degli Ibis sacri, del Giacinto d’ acqua che mo vanno a cercarlo con l’esercito nei laghetti di Villa Borghese, e che è una villa poco conta per cotanto ignoranti, ecc.
 
IL REGIME DELLA FALSA ECOLOGIA!
Son gli uccelli i discendenti dei dinosauri … e ciò che non si è estinto ora lo vogliono estinguere loro: i professionisti del biocidio!
Cerchiamo di unire le persone contrarie a questa mattanza e in ogni caso sensibilizziamo e diciamo no! Aderite a questi due gruppi:
“IUS SOLI ET SANGUINIS”
diritto di cittadinanza per tutte le specie esotiche naturalizzatesi in Italia
STOP FALSA-ECOLOGIA BIOCIDAVorrebbero oggi eliminare con questa scusa prezzolatamente persino gli Ibis sacri dall’ Italia!

Ibis sacro nel Delta del Po-Agosto 2017

Gepostet von Bruno Biscuolo am Mittwoch, 30. August 2017

URL da Facebook

 

In merito mi piace ricordare le parole di presentazione del libro dal titolo “Elogio delle vagabonde. Erbe, arbusti e fiori alla conquista del mondo” del paesaggista francese contemporaneo Gilles Clément: “Panace di Mantegazzi, porracchia sudamericana, fico d’India, papavero sonnifero, poligono del Giappone, erba della Pampa… trasportate dal vento, dagli animali o dalle suole delle scarpe, anche nelle nostre contrade le erbe vagabonde hanno conquistato, con coraggio e vitalità, giardini, scarpate e terreni incolti. Eppure, le erbe vagabonde non hanno buona nomea: le si chiama anche erbacce, piante selvatiche, piante infestanti e spesso si vieta loro un diritto all’esistenza. Piante nemiche, ma davvero così pericolose? Gilles Clément, paesaggista francese e inventore del “giardino in movimento” nel quale coltiva felicemente queste piante dai nomi esotici, in questo libro sceglie di farne l’elogio. Di queste erbe racconta la storia, le origini, il modo in cui le ha incontrate. E spiega come l’uomo, i diserbanti, il cemento, i dissodamenti e le coltivazioni industriali abbiano permesso a queste piante randagie di insediarsi e crescere. Coniugando il talento del giardiniere a quello scrittore, in nome della difesa della mescolanza planetaria, ci consegna un libro dove letteratura e botanica coesistono a difesa della diversità. Un libro che è insieme una filosofia del paesaggio, e della relazione tra uomo e piante, e un manuale per imparare ad amare anche le erbe senza fissa dimora.

Urge la difesa delle varie specie esotiche che in Italia vogliono sterminare! E poi non son pure neppure tutte esotiche, prendi il Panace di Mantegazzi che non da fastidio a nessuno se non toccato, altrimenti è irritante per la pelle, e bene viene dal Caucaso, ma sanno dove è il Caucaso? Sanno dove son i confini orientali dell’ Europa?! (https://it.wikipedia.org/wiki/Heracleum_mantegazzianum)

E questa gente che vuole lo sterminio delle esotiche poi si dice contro la caccia! Contro la caccia anche di poveri cristi per il nutrimento della gente e a favore di questi folli olocausti speculativi incensati da studi feccia ad hoc! Sarebbe pura contraddizione se non fosse che un’analisi piscologica ed economica riporta tutto nella razionalità interpretativa: SPECULAZIONE E PSICOPATOLOGIA!

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L’ARRIVO DI UN AIRONE NERO AFRICANO SALVA TUTTI, NEL SENSO CHE DEVE  RIPORTARE IL BUON SENSO NATURALISTICO
“Sorpresa in Salento: è arrivato un rarissimo Airone nero africano”
L’ avvistamento di questo Airone nero africano (Egretta ardesiaca), anche detto Airone ardesia, da parte di Giuseppe Colonna, fotografo e naturalista salentino, la mattina del 24 maggio 2017 nelle paludi costiere di Porto Cesareo, zona penisola La Strea, in provincia di Lecce, rappresenta un evento eccezionale per l’Italia. Il suo habitat naturale è l’Africa subsahariana. L’airone potrebbe essere stato sospinto in Salento dall’innalzamento delle temperature verificatosi nelle settimane precedenti l’avvistamento, con intense masse di aria calda ricche di sabbia desertica sahariana che son giunte sui cieli della Puglia meridionale.
Le riprese dell’esemplare giunto a Porto Cesareo nel 2017, si noti la sua caratteristica tecnica di pesca con le ali usate come ombrello.
Il video con il bellissimo emozionate racconto dell’evento ornitologico da parte del bravo birdwatcher Giuseppe Colonna ricco di dettagli naturalistici. Apprendiamo che è stato il primo avvistamento documentato per l’Italia di questa specie che anni prima aveva fatto una prima comparsa per l’Europa in Grecia.
Airone ardesia, segnalazione del 2017 in Salento, estratto da ”Avocetta”, pubblicazione ornitologica internazionale. Da Giuseppe Colonna.
Il 31 maggio 2017 scrivevo in un mio post facebook commentando l’avvistamento dell’Airone nero:
CORSA PER SALVARE IBIS SACRI E PARROCCHETTI DAL COLLARE IN ITALIA!
URGE ATTIVISMO DI TUTTI
Un Airone nero salva tutti:
Parrocchetti dal collare e Ibis sacri
contro chi sostiene che non siano in grado di giungere anche da soli in Italia ed Europa!
Vivono infatti anche proprio nelle stesse zone africane dell’ Airone nero; diffusisi in Europa e Italia, stupendo, ma oggi c’è chi li vorrebbe sterminare a fior di finanziamenti con la scusa principale che li avrebbe diffusi l’ uomo accidentalmente, e anche se fosse così in parte?!
Possono giungere naturalmente come mostra questo Airone nero, sospinti dai venti del Sud dalle aree subsahariane, e possono adattarsi all’ Europa come stanno dimostrando, in realtà in Italia erano già conosciuti in epoca romana i pappagallini Parrocchetti dal collare e gli Ibis sacri, e son entrambe le due specie ben rappresentate in tante opere d’ arte dell’ epoca romana in Italia, potrebbe persino essere un ritorno il loro!
E poi la Natura è dinamica e non va certo fossilizzata sterminando ciò che c’ è e appare ben naturalizzato, e l’ uomo è parte della Natura!
Ha sempre torto l’ uomo che elimina qualcosa, rispetto all’uomo che aggiunge ciò che lui ha eliminato, con le virtuose reintroduzioni delle specie che l’ uomo ha fatto sparire nel corso dei millenni dai territori!
ATTENZIONE PROFESSIONISTI DEL BIOCIDIO ANIMAZZISTA VOGLIONO STERMINARE IBIS SACRI E PARROCCHETTI DAL COLLARE DALL’ ITALIA, E NON SOLO!
La grande diffusione di questa bellissima notizia di un arrivo e ben adattamento al Sud Italia in Salento di una specie tipica dell’ area subsahariana, l’ Airone nero, prima segnalazione per l’ Italia dopo una in Grecia di qualche anno fa, sta facendo tremare gli animazzisti fautori del “razzismo verde” che cercano in tutti i modi di portare avanti la loro propaganda mistificatoria e strumentale contro Ibis sacri, Parrocchetti dal collare e altre specie esotiche naturalizzatesi in Europa e che vorrebbero mostruosamente far sparire letteralmente con piani di biocidio europei totalmente folli, espressione nera della falsa-ecologia pseudoscientifica!
“Siamo tutti alloctoni!” recita lo slogan che si sta gridando oggi in Italia contro questi folli piani speculativi di biocidio, e si tratta di una massima filosoficamente effettivamente vera a bene riflettere!
Se davvero sono interessati come dicono alla salvezza delle specie autoctone,
che a questo punto non si capisce più quali esse davvero siano visto che poi i medesimi vogliono far fuori i Lupi e i Cinghiali, con altre scuse, due specie iper autoctone in Europa, Italia inclusa, far fuori gli Istrici e i Daini (che dicono specie esotiche ma che in Puglia sono attestati, Istrici e Daini, già da reperti fossili del Paleolitico), far fuori le autoctone in Salento Sputacchine,
si impegnino nella de-cementificazione e nella rinaturalizzazione!
SI RICORDI CHE
-) Studiare l’ arrivo di specie esotiche è scienza!
-) Decidere di far sparire da un territorio specie esotiche naturalizzatesi è politica, mala-politica sovente!
-) Decidere di conservare quello che c’è e reintrodurre le specie fatte sparire dai territori dall’ uomo nei secoli e millenni è saggezza ecologista vera: rinaturalizzazione virtuosa che aggiunge biodiversità complessiva, non il contrario che è biocida depauperamento!
Stavolta fermiamoli in tempo a livello ministeriale o dovremmo correre come è successo già per la follia aizzata contro i Lupi persino, specie autoctona al 100%, trovano sempre le pseudo-scuse necessarie per farsi finanziare i loro biocidi o le loro campagne di sterilizzazione o di cattura e sparizione dal libero territorio, l’ “apartheid verde”.
SONO GLI “STERMINATORI DEI FICHI D’ INDIA E DEI PESCI ROSSI”
perché specie alloctone diffuse in natura oggi in sud Italia, gli stessi causa dei piani di biocidio dei Mufloni sull’ Isola d’Elba, degli Orsetti lavatori in nord Italia, eccetera, eccetera, eccetera.
Tanta propaganda animazzista demonizzatoria, da infamazione e calunnia contro le specie prese di mira!
Da FERMARE SUBITO!
SPECULAZIONE
MAXI SPECULAZIONE
CONDIVIDIAMO
I falsi-ecologisti fanatici utilizzano l’argomento “ma li han portati in Europa dall’Africa subsahariana son alloctoni e bla bla bla van eliminati”.
Anche questo Airone nero lo han portato gli uomini in Europa? Ops vive proprio dove vivon gli Ibis sacri! Non sa sarà che devi imparare che gli uccelli volano?!
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RIFLETTIAMO SU QUANTO STA AVVENENDO
a giudicare dall’odierna schizofrenia di sistema in Italia
L’ IBIS EREMITA SI’ PUO’ TORNARE IN ITALIA
L’ IBIS SACRO NO DOVREBBE SPARIRE
Da un lato vi è chi vuol finanziamenti per reintrodurre in Italia l’autoctono ormai rarissimo L’Ibis eremita (Geronticus eremita), e questa è cosa di fondo ottima e inderogabile,
ma anche soldi per radiocollari, aerei ultraleggeri, ecc., ecc., un po’ eccessivo ma va beh
, sia, il fine è più che nobile. 
Dall’altro vi è chi per l’Ibis sacro diffusosi a costo zero vorrebbe i soldi per toglierlo, sarebbe dannoso secondo loro, l’altro invece no!??
Quanto cambia tra i due Ibis in termini trofici? Si avranno magari anche nicchie ecologiche in parte dissimili,
ma in realtà prevalentemente scontro l’ Ibis sacro è solo infondato razzismo verde fanatico!
E sull’altra specie, l’ Ibis eremita solo una simpatica considerazione: ma li lasciate venire in Puglia in santa pace!?
Con gioia grande in questo articolo del 28 aprile 2018 si annuncia “Avvistato in Puglia, nel foggiano, rarissimo uccello quasi estinto l’ Ibis eremita”, al link: https://bari.repubblica.it/cronaca/2018/04/12/news/idefix_ibis_eremita_gargano-193683320/?fbclid=IwAR1AhV5_qtpqJRPX7FiBMngD-lOSDI5IZIMyEyAqdQHBgUWO02a3dKZl04o
E’ il terzo anno che degli Ibis eremita del progetto di reintroduzione si spostano in Puglia e poi vengono ricatturati!
Quando taglieranno il cordone ombelicale? Amano la Puglia lasciateli scegliere di venire e stare qui! 
Fermiamo il bracconaggio, non gli Ibis eremita per difenderli!
Non possono essere gestiti come animali telecomandati, i progetti di studio ok, sapere dove stanno con il GPS e semmai aiutarli, ma non possiamo finanziare che ogni anno andiate a ripigliarli in ogni parte del mondo!

Fermo restando che a parità di budget pubblico meglio incommensurabilmente dare a questi i denari visto che fanno nascere creature (Ibis eremita) comunque, e le fanno volare nei nostri cieli, rispetto a quelli altri che vogliono eradicare le creature (Ibis sacri) che già volano e si riproducono liberamente in natura in Italia!


Dobbiamo finanziare che dalle coppie riproduttive negli allevamenti ne produciate e liberiate in gran numero, questo sì!
No alla costruzione di animalistiche storie da telenovelas! 
E pensate, fior di soldi pubblici per reintrodurre l’Ibis eremita,
con radiocollari, ecc. ecc. , e sia, nobilissima cosa … sempre che taglino sto benedetto cordone ombelicale costosissimo e inutile, dannoso anzi alla loro libera piena rinaturalizzazione,
e poi per la specie cugina, l’Ibis sacro diffusosi a costo zero in Italia, altri soggetti voglion i soldi dalla stessa UE per toglierli di mezzo … una specie dannosa secondo loro, l’ altra no!??
Uccelli liberi nei cieli sin dal tempo dei dinosauri e dicono l’Ibis eremita autoctono, e ok, l’Ibis sacro, già raffigurato nella romana Pompei, no!??
STOP FALSA ECOLOGIA!
STOP RAZZISMO VERDE!
P.S.: con tutte le specie che dobbiamo reintrodurre/ridiffondere in Italia e in Europa come il Bisonte europeo, il Macaco di Gibilterra, il Castoro eurasiatico, l’Avvoltoio monaco, il Camaleonte mediterraneo, eccetera, eccetera, eccetera, se questo è il metodo avremmo concluso la rinaturalizzazione Europea nel 5000 dopo Cristo e neppure!
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DALL’ ACCESO SCONTRO CON DEI PROFESSIONISTI DEL BIOCIDIO IN FACEBOOK RIPORTO QUESTI MIEI COMMENTI RIVOLTI LORO E A TUTTI IN REALTÀ:

Ma finitela con la barzelletta pronta per ogni specie per sterminarla!
E dopo lo stermino poi al cambiare della sensibilità generale dovremmo reintrodurre ciò che ora invece per fortuna abbiamo! Magari poi si impegneranno nei progetti da finanziare per le reintroduzioni gli stessi che oggi son impegnati negli olocausti verdi!

Questo Ibis sacro si sta ben diffondendo a costo zero, magari tutto partito da primi esemplari scappati “aufughi”, forse no, e nessuno si è arricchito per questo con progetti e progettini di introduzione,
ed ecco la campagna di demonizzazione: “sono scappati!” Randagismo di ibis sacri diranno magari!
Non è neppure detto, che siano davvero tutti gli originali aufughi, ma se fosse??
Non ce ne frega più della mera curiosità storico-naturalistica dei fatti!
Ci sono?
Ci piacciono!
Son belli!
Son vivi!
Volano!
L’ Africa è vicina, potrebbero raggiungerla in poche ore di volo se han “mal d’Africa”
ergo STOP FALSO ECOLOGISMO DEI BIOCIDI SPECULATIVI

STOP RAZZISMO VERDE!

Sei d’accordo a reintrodur in Italia il Macaco silvano attestato in centro Italia e sud Italia (vedi Molise ad esempio) nel Pleistocene?
Spero di sì si tratta poi anche di una scimmia europea oggi relitta o comunque presente da secoli a Gibilterra (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Macaca_sylvanus), ma non mi meraviglierebbe invece dicessi che sei ipercontrario!

I professionisti del biocidio entrano nei gruppi di birdwatching proprio per sedare gli animi dei veri appassionati di birdwatching d’Italia con toni accademizzanti, per preparare il biocidio degli Ibis sacri!
Vi è andata male!
Questo logo che si sta diffondendo in Italia parla chiaro: smascherati!

IL FALSO-ECOLOGISMO VUOLE ERADICARLI DAI CIELI ITALIANI!Falsi-ecologisti professionisti del biocidio ne stanno…

Gepostet von Oreste Caroppo am Mittwoch, 9. Mai 2018

Locandina di sensibilizzazione di Tania Pagliara
Anzi tutti i veri birdwatchers, non stragisti quindi, prendano coscienza, prendano questo logo, lo diffondano, ne facciano altri, ne faccian comitati, raccolte firme, petrizioni: L’ IBIS SACRO DEVE RESTARE, C’E’, LO VOGLIAMO: IUS SOLIS ET IUS SANGUINIS DI CITTADINANZA PER LUI IN ITALIA! FUORI I FALSI AMBIENTALISTI!
Quello che sta accadendo è troppo grave!
A dimenticavo, voglion sterminare con la stessa scusa anche le Anatre mandarine!
Certo, alloctone ormai ben naturalizzate, (grazie a Dio!), anche loro! Questa è degenerazione e vi sono istituti che vengono pagati da noi per misurare quanti animali di specie bollate esotiche ci sono in selvatico, quanti figli fanno, dove stanno, e non per mera curiosità di studio scientifico come dovrebbe essere ma perché, sulla base di leggi razziste ecocide che si sono state fatte varare, si preparano, come nel caso oggi degli Ibis sacri nel nord Italia, per poi far scattare il piano speculativo di biocidio nell’ora X, o comunque di cattura e sparizione dal selvatico di queste meraviglie, o, che è la stessa cosa, piano di loro sterilizzazione e rilascio così handicappati in natura; ad esempio contro i poveri Ibis sacri c’è chi propone di loro di bucare le uova nel nido, ecco perché cercano di sapere già dove sono tutti i loro nidi, tutto ovviamente pagato da noi per questo suicidio depauperante del nostro noi!

Sono istituti da chiudere come tutte le associazioni falso ambientaliste che sono colluse con tutto ciò! https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10215938924496040&set=a.10215501812728519.1073741866.1534895340&type=3&theater

Con l’opra degli assoldati falsi-ecologisti del sistema 4.0, (capito?), non più i cantieri edili e stradali per opere ridondanti, non le mega industrie, son i drammi dell’ ecologia: ma una parte delle stesse creature dei territori già impoveriti di biodiversità demonizzata a difesa delle altre! Ma che furbi!!!!
Invoco coerenza! TOGLIETEVI LA FOTO CON IL BINOCOLO O TELEOBIETTIVO E METTETEVI QUELLA CON LA DOPPIETTA O CANNONE! E’ ora di finirla di mascherare un istinto che non direi venatorio, che si potrebbe anche dire naturale, ma del tutto degenerato stragista, sotto la maschera offesa vilipesa del naturalista ornitologo! E’ questione di rispetto per gli altri, specie ora che le vostre parole vi hanno smascherato e messo alla berlina dei vostri intenti ed ideologie eco-cide falso ecologiste! Non potete continuare ad offendere la “scienza”, che implica saggezza, curiosità, meraviglia, razionalità e misura, e il bel termine “naturalista” in tal modo!
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Nel minestrone della Falsa-ecologia da un lato si dice l’Ibis sacro fuggito da allevamenti europei inizialmente decenni or sono, (tutto da verificare), dall’altro si strumentalizza la sua presenza a sostegno dello spauracchio del Global WARming antropico grimaldello della Falsa-ecologia; riporto loro parole, “stiamo vivendo un problema chiamato surriscaldamento globale antropico e l’Ibis sacro come tante altre specie si sono adatte alle nostre zone…volenti o nolenti”
Così rispondevo:
Ma dai il clima cambia sempre, e guarda un po’ qua, se mi chiami lo stato climatico odierno “Global WARming antropico”, cosa devi dire del clima ben più caldo di oggi solo pochi millenni prima di Cristo?!
Da un convegno sul clima tenutosi nel Liceo Francesca Capece di Maglie

E che dovremmo poi dire della Sula bassana, uccello di climi nordici e atlantici che ha scelto negli anni recenti di nidificare invece in Italia?

 

L’uccello neonato, con la testolina nera, vicino alla mamma Sula bassana. Da: “Nidificazione nel 2013 di Sula bassana a Porto Venere in Liguria“.
Vedi questo articolo del 20 maggio 2014 che ben inneggia alla schiusa delle uova di Sula nel nido, “La piccola Sula nata a Portovenere (La Spezia)! – Nuntio vobis magnum gaudium habemus.. sulam”, al link: http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2014/05/20/AR6jWqL-portovenere_piccola_sula.shtml?fbclid=IwAR0qdQhfaC9-gV9-5fczJo35REGn3h47N3ZLK-GRLIH02NFFm-f3Sv6e-uI
Non farti travolgere dai paradigmi della falsa ecologia!!!
Tutti coloro che hanno modo di leggere questo post e i suoi interventi devono da quel momento in poi ritenersi responsabili del futuro di questi stupendi animali e non solo di essi nel territorio nazionale ed europeo: preso atto della vergognosa follia dei falsi ecologisti sulle cui profonde ragioni speculative e psicopatologiche ci si potrebbe anche interrogare, è fondamentale l’azione di ognuno per fermare la macchina di ecocidio ipermistificatrice contro il nostro futuro e ricchezza di biodiversità che essi hanno già messo in grave moto, divulgate questi concetti di buon ecologia contro la falsa ecologia, scaricatevi ogni possibile icona a difesa dell’ Ibis sacro e non solo, fate ovunque campagna battente, condividete queste immagini, questi concetti, questi post, copiate, riscriveteli, fermiamoli e facciamo ritirare al più presto dal nuovo governo l’ osceno decreto biocida in nome della demonizzazione parossistica delle specie esotiche, ricordando che non esiste alcuna specie davvero autoctona quasi quando si analizza con serietà e saggezza la storia naturale dei territori e del nostro pianeta a cominciare dall’uomo, applicando i loro medesimi criteri da considerarsi alloctono in Europa e ivi poi naturalizzatosi!
Altro non si dice “Ibis sacri in Egitto estintosi dove viveva al tempo della civiltà egizia” … e non son contenti si sia diffuso ora in Francia e Italia, e poi il fatto che siano esemplari scappati non è manco certo, può essere una leggenda metropolitana inventata dai professionisti del biocidio per sterminarli. Ma anche se fossero fuggiti: idem van preservati!
Arrivano tanti uccelli in Europa dalle zone subsahariane da noi, come le rondini, come in Salento l’ Airone ardesiaca e il Pellicano Pelecanus rufescens (http://www.argonauti.org/birds/speciebirds/pellross.html)
Han paura che se passa l’ ok può rimanere per l’ Ibis sacro poi dovrebbe passare anche l’ ok per il Parrocchetto dal collare che vive anch’esso nell’Africa subsahariana, ma si è anche diffuso in Italia e come l’Ibis sacro si ritrova già raffigurato nell’arte romana!
E loro lo vogliono sterminare anche il pappagallino Parrocchetto dal collare https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204443070986887&set=a.1888805429917.111969.1534895340&type=3&theater
E poi pensate lo dicono segno del surriscaldamento globale l’ Ibis sacro in Europa, e cavolo se fosse solo questione climatica questi geni del male non pensano che si sarebbe ridiffuso prima in Egitto o insieme all’ Europa in Egitto …
Non credo al Global WARming antropico devasta Pianeta, sia perché il clima fluttua sempre sia perché ritengo che comunque il Pianeta per l’ ipotesi di Gaia sappia reagire e stia reagendo nella sua biosfera all’ eccesso di CO2 in atmosfera da causa industriale antropica … certo è che i falsi ecologisti che si riempiono bioterroristicamente la bocca di Global WARming ogni tre parole per alimentare le loro molteplici speculazioni vorrebbero poi distruggere tutti quei movimenti di specie con cui il pianeta in tal caso starebbe reagendo! E persino poi disboscare contro le esotiche le piante a rapidissima crescita stocca CO2 come Robinie e Ailanto in Italia!
Ah, non dimenticate quando sentite tubare le bellissime Tortore dal collare orientale (anche detta Tortora dal collare euroasiatica) nelle nostre città, che non han sostituito le autoctone Tortore comuni migratorie che preferiscono le aree non urbane e che non han sloggiato né Gazze, né Piccioni autoctoni, che loro le voglion fare fuori tutte con la scusa delle esotiche, nel razzismo verde! E come han tolto l’ Ibis sacro dalle specie protette si apprestano a togliere la Tortora dal collare orientale 
Tortora dal collare orientale o euroasiatica (Streptopelia decaocto), dal link:
E va beh poi che con altre scuse voglion fare fuori anche autoctone come le Gazze:
e i Piccioni (magari li diranno ibridi con i domestici nelle città, una scusa vale l’altra, questa è di purismo verde, poi vi son le scuse dei “portatori di malattie” – trovatemi un essere vivente che non lo sia in potenza portatore di parassiti uomo incluso!)
Specializzati a smascherare le falsità ormai scientificamente!
Tu hai bisogno della pacca sulla spalla dal referente ministeriale che sta avallando tutti questi biocidi e che magari ti manda nella natura a censire dove stanno gli Ibis sacri, dove i nidi, quanti e dove ne vedi, cosa e quanto mangia e così per le meravigliore Anatre mandarine, Cigni neri, ecc., e quella che poteva essere una bella documentazione scientifica diventa azione di delazione per azioni razziste di rastrellamento appena scatta “la notte degli eco-coltelli”, l’ora X del biocidio speculativo!
L’attacco alle specie esotiche naturalizzatesi: il razzismo verde della Falsa-ecologia! Qui nella locandina in foto la asiatica Anatra mandarina (Aix galericulata) naturalizzatasi in Europa, e Italia anche, e che Falsa-ecologa anche “ovviamente” vuol eradicare!
 eAbbi rispetto di chi ha dedicato la vita allo studio della “vita”, biologia vuol dire questo, non certo a metter su piani di biocidio cioè uccisione della vita!
Sei d’accordo dunque con quei falsi-ecologisti che ne stanno chiedendo l’ eradicazione degli Ibis sacri! L’ eradicazione mentre in Italia son in corso processi contro cacciatori che ne hanno uccisi alcuni di Ibis sacri perché uccelli protetti, questi chiedono di eradicare la specie, eradicare la specie, non so se mi spiego! Specie poi già effigiata nella romana Pompei; simbolo del dio egizio Thot ed Ermete Trismegisto! Ci rendiamo conto della gravità della cosa e della loro strumentale demonizzazione!? Specie che vive nell’ Africa sub-sahariana ancora per fortuna ma addirittura estinta in Egitto pare. Oggi si diffonde in Europa, dove le rondini fanno la spola con l’ Africa e questi decidono che l’ Ibis sacro è specie aliena da cancellare! Ma che sia giunta in volo da sola o in volo da un allevamento e poi naturalizzatasi in Italia, è evento da festeggiare comunque: il cielo appartiene agli uccelli, STOP RAZZISMO VERDE! IUS SOLI ET IUS SANGUINIS per gli Ibis sacri cittadini veri d’Italia! 
Capite, chi decide cosa deve restare?! Prendi lo Sciacallo dorato, (o idem a Genetta), per ora il suo arrivo è ben sostenuto da certo ecologismo italiano – bene! -, è arrivato a piedi (“a zampe”) da solo dai Balcani, (la Genetta dalla Penisola Iberica) … allo stesso modo lo Sciacallo dorato si è diffuso in altri paesi europei spontaneamente di recente, ma vi son alcuni di essi dove è stato dichiarato alieno invasivo nocivo, e chi più ne ha più ne metta, e lo voglion eradicare … GIÙ LE MANI!
Vedete? E’ solo burocrazia, non ecologia, quando si decide di eradicare una specie da un territori!
Articoli dai titoli ambigui e demonizzatori come questo del 14 luglio 2017 dal titolo “Lo strano caso dell’Ibis sacro in Italia – Erano venerati in Egitto ma lì si sono estinti e qui, dove li ha portati l’uomo, predano gli altri nidi”, al link: http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=42880
Scuse con cui si potrebbe fare fuori ogni predatore della Terra, e poi con che coraggio si scrive che si son estinti in Egitto e non si festeggia per questa loro ripresa a partire dall’ Europa?!
Falsa-ecologia nulla altro da aggiungere!
Vogliono sterminarli, pensate! Cancellare tanta magia che tanto giustamente attrae per il loro livello pittoresco e immaginifico i fotografi naturalistici italiani. Del resto se era stato identificato dagli egizi con un dio di tale importanza e livello come Thot, ci sarà un perché!
URL da Facebook:
E ancora questo articolo del 1° maggio 2018, dal titolo assai ecoterrorizzante contro questi Ibisi sacri loro vittime alate:  “L’ibis sacro è invasivo –  rappresenta una seria minaccia per fauna. Convegno a Comacchio”, al link:
Per chi ancora non lo sapesse: CONDIVIDETE
W gli Ibis sacri! Nessuno si sogni di eradicarli quale sia la scusa addotta!
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E CHE LEGAMI HA CON I FALSI-ANIMALISTI?

Nelle faccende di eco-biocidio vale quanto indicato da Falcone: “segui il denaro” per trovare la Verità!
Si comprende che si stanno finanziando numerosi articoli spazzatura su studi pseudo-scientifici, che vengono pubblicati su riviste che si dan tono di scientificità, in inglese, che mirano a provare la plausibilità dell’ origine esotica di specie in Europa quando vi son dubbi in merito, e poi a esaltare i rischi per vari motivi, salute e incolumità pubblica, per le specie autoctone, le infrastrutture, ecc. imputati a queste specie esotiche (o bollate tali), tutto un castello di spazzatura pseudo-scientifica da presentare negli uffici pubblici governativi, parlamentari e UE perché siano emesse e rafforzate leggi biocide e siano finanziati oltre agli articoli stessi anche poi i piani di biocidio in mille modi iper speculativi, anche a base di pesticidi e virus ingegnerizzati di multinazionali. Studi che fanno anche mappature delle aree di presenza delle specie prese di mira, magari che stan lì anche da anni o secoli, e per questo coinvolgendo ignara gente che crede di partecipare a progetti scientifici e che invece finirebbe per essere complice dei biocidi.
Va tutto fermato prima! E se davvero le cause son della attuale politica UE e se non si dovesse riuscire a risolvere il tutto dall’ interno dell’ UE politicamente, speriamo di uscirne, Exit, prima che queste orde di eco-zombie possano fare danni alla biodiversità presente che voglion depauperare!
Di reintroduzioni delle specie scomparse nei secoli a causa dell’ uomo neppure a parlarne, per i professionisti del biocidio cresciuti nel paradigma anti-naturalistico del purismo al metro quadro fossilizzante allo stato presente, sarebbe anatema!
In Africa si spostano giustamente gli animali su migliaia di chilometri tra aree protette quando serve, in Italia anche solo spostare un animale per il ripopolamento ad un chilometro di distanza sarebbe considerato oggi blasfemo e non corretto!
Siamo alla totale follia semi-istituzionalizzatasi!
Parlarne, sapere cosa sta avvenendo, fare tesoro di conoscenze e sensibilità è oggi fondamentale per resistere e reagire in difesa del nostro territorio, la sua biodiversità storica e naturale, il suo paesaggio!
URL da Facebook
Approcci poco naturalistici quelli che vorrebbero il biocidio degli Ibis sacri oggi selvatici in Italia, da rigettare! Ora ci sono gli Ibis sacri, e son da difendere!

Non si può consentire la fossilizzazione della natura impedendo ad essa le sue dinamiche più meravigliose come oggi questo arrivo sia spontaneo o aiutato dall’ uomo che sia stato!

Oggi ci sono ergo “IUS SOLI et IUS SANGUINIS” per loro!

Piuttosto chiediamoci che giro di denari che c’ è dietro la loro demonizzazione interessata!

Segui la pista dei soldi diceva il buon giudice Giovanni Falcone per capire …

Seguite i soldi troverete la eco-mafia.

 

C’ è spazio anche per Ardeidi già autoctoni e per il ritorno anche dei Pellicani nel Delta del Po.

Bisogna solo impedire oggi i piani di biocidio interessato!

Diffondono visioni ecoterroristiche. Non va bene. Se fossero vere queste visioni, dato che gli ibis sacri non si son evoluti ieri ma esistono e si spostano in volo da millenni e millenni oggi sulla terra ci sarebbero solo loro. Poco poco di spirito naturalista in più non guasterebbe nel giudizio.

Ne si può consentire che eventi da gioia territoriale e prima pagina come questi, la presenza degli Ibis sacri, siano infangati da queste interessate mistificatorie visioni biocide!

I fossili si studiano nella scienza non si creano, questa è fossilizzazione dello status quo che è quanto di più innaturale e antropizzante si possa perversamente progettare!

Vero sono Stupendi! Sacri! Per gli egizi erano un Dio! Tanto intelligenti e suggestivi! Ed ora abbiamo la fortuna di aver cotanta magnificenza sotto i nostri occhi, per cui meno ciminiere industriali e più Ibis sacri! Sacri! che dissacrante blasfema Falsa-ecologia!

Bisogna rigettare la falsa-scienza del professionismo del biocidio odierno. Forma assurda di razzismo verde, ben poco naturalistica.

Chiedetevi quanto finanzia tutto ciò l’ UE (Unione Europea)!!!
E capirete la caterva di studi spazzatura contro le esotiche (o dette forzatamente tali!) sciorinati in questi anni.
E leggeteli quegli studi, c’ è da inorridire per le distorsioni tendenziose, che uno dice dopo aver letto il trionfo delle conclusioni: ma che è sta roba!
È Pseudo-scienza per legittimare i prezzolati piani di controllo monitoraggio biocidio!

Al via la mattanza, anche degli Ibis sacri e del Giacinto d’ acqua

IL REGIME DELLA FALSA ECOLOGIA!

FERMIAMO IL DECRETO IBIS-SACRILEGO BIOCIDA!
Guardate: l’ Italia festeggia per gli avvistamenti degli Ibis sacri in questi anni, e fa bene, io spero giungano in Salento presto e ci restino e nidifichino! Son Natura! Volano da migliaia di anni sui cieli del mondo, son come tutti gli uccelli i discendenti dei dinosauri!
Uccelli a rischio d’estinzione. Sono uccelli piuttosto rari, in quanto la specie è a rischio d’estinzione. Sicuramente estinta, o quasi, in Egitto, dove, anticamente, erano venerati come simbolo del dio Thot. La specie è comunque ancora presente nei paesi dell’Africa sub sahariana, ma con un ridotto numero di esemplari. Popolazione che è in espansione anche in pianura padana. Forse anche con contributi di esemplari fuggiti da parchi francesi, ma non è confermato, in ogni cosa cosa buona!!!
Già documentati nelle opere d’ arte romane di Pompei.
“Come gli Ibis siano arrivati fin qui non è ben chiaro, dato che non sono considerati uccelli migratori – ha detto il sindaco di Agnadello – L’auspicio è che restino qui a lungo e che nessuno faccia loro del male. Anche il fiume Tormo (Cremona), col suo habitat particolare, può contribuire alla salvezza dell’uccello sacro del Nilo. E scusate se è poco!” (31 gennaio 2018)
E ancora qui festeggiano in questi giorni la loro presenza a San Daniele Po in prov. di Cremona – Lombardia sempre (9/2/2018): http://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/188995/lo-spettacolo-ravvicinato-di-uno-stormo-di-ibis-sacri.html
E un folle Governo Italiano giorni fa, intorno al metà febbraio 2018 ha varato un decreto a partir dall’ UE in cui li ha messi a bando con un cinquantina di altre specie!
Non manca poi il solito che illuso o colluso con l’ idea del Global WARming antropico li taccia come segno dell’ imminente repentino cambio climatico catastrofico,
qui di catastrofica c’ è solo questa pericolosissima falsa ecologia!
La falsa-ecologia è un pacchetto unico, come denigra i cani e gatti come randagi, così fa con gli uccelli spesso dicendoli “aufughi”, che vuol dire sfuggiti da allevamento o zoo, per far credere, sperano i falsi-ecologisti, che quegli uccelli non avrebbero valore e che vanno tolti di mezzo come alloctoni invasivi! In realtà gli Ibis sacri son in Europa e Italia ormai di diversi anni, ma loro mistificano perché siano finanziati i piani di biocidio stiamo attenti, e se son scappati, evviva, un contributo ulteriore alla specie!
C’è chi sopra i paradigmi della Falsa-ecologia ci ha persino potuto costruire una professione, ma questa brutta speculazione fondata sui biocidi facili DEVE finire comunque!

Non si possono avallare queste porcherie suicide-depauperarti in nome del ricatto occupazionale!

La questione è anche politica, perché vi è tutto un paradigma che deve essere cambiato prima di arrecare altri danni e perdere altro tempo e denaro,
e chi è più intelligente comincerà a diversificare prima degli altri i servizi professionali offerti nel verso della rinaturalizzazione senza biocidi! Questione di adattamento!

Poi mi rendo conto che certo estremismo ecologista può avere costretto certi professionisti a sviluppare strategie nuove per poter comunque approvvigionarsi ad esempio di legno e in generale diciamo oggi biomassa, ma è squallido che per fare questo si debba passare da campagne ignobili e con argomentazioni opinabilissime di demonizzazione delle specie, che si affermano essere scientifiche solo perché presentate in un quadro preconcetto che di scientifico non ha nulla, a ben vedere; specie demonizzate fino addirittura ad inneggiare al loro biocidio in termini di estinzione territoriale.
Questo è inammissibile e sgradevole, fondamentalista. Non fosse altro per la storia che la loro presenza racconta oggi e questo è un argomento che ha pari dignità di qualsiasi altro.
Per cui, poiché sono dell’idea che l’uomo deve fare la sua parte nel territorio, si deve tornare ad una normale visione pacata non fanatica ma saggia, ad esempio nella di gestione del bosco con approvvigionamento di legno in maniera ecosostenibile e dando al bosco le massime capacità di rigenerazione, aiutandolo anche in tal caso con rimboschimenti, nel massimo rispetto della biodiversità autoctona e senza accanimenti contro le esotiche nel verso dell’affermazione della loro estinzione territoriale! E così per ogni altra viva risorsa.
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APPROFONDIMENTI ANTROPOLOGICI

Molto interessante è una teoria che associa la nascita della maschera partenopea di Pulcinella che ha abito bianco e maschera nera con naso a becco quasi all’ Ibis sacro simbolo del dio egizio Toth, Pulcinella pare fosse chiamato anche “Nasone” per il suo vistoso becco adunco, ciò lo fa associare a Toth-Hermes e pare che anche Thot era considerato il nasone, per via del suo lungo becco di Ibis. Inoltre Pulcinella ha un nome che ci riconduce a “pulcino”, per cui agli uccelli! 
Immagine di Pulcinella:
PULCINELLA disegno da internet.
POSSIBILE CHE NON SIA STATA L’ ICONOGRAFIA ZOO-ANTROPO-MORFA DEL DIO EGIZIO THOT A TESTA DI IBIS SACRO, dio della scienza che vigilava sulla pratica medica, ad ispirare
-) questa maschera facciale dei medici europei ed italiani a becco (poi divenuta maschera del carnevale veneziano)
-) come anche l’ Ibis sacro (uccello euro-africano bianco e dalla testa nera oggi in preziosa diffusione in Italia e già raffigurato nella romana Pompei) ad ispirare la figura di Pulcinella dall’ abito bianco e maschera facciale nera,(partenopea figura, il cui nome viene da piccolo di uccello pollo, pulcino, e “maschera” della Commedia dell’arte italiana che affonda le sue origini già nell’ Atellana romana, la commedia in maschera del sud Italia sorta intorno al V secolo a.C. dove troviamo la maschera chiamata “Kikirrus”, una maschera teriomorfa, (ovvero con l’aspetto di un animale) il cui stesso nome richiama il verso del gallo, che ricorda da vicino il Pulcinella che è sopravvissuto nella tradizione comica napoletana?
L’ uso di rudimentali maschere protettive da parte dei medici è attestato a partire dal XIV secolo d. C. quando, durante le epidemie, iniziarono a indossare particolari maschere a forma di becco d’ uccello. Questo in Europa, Italia inclusa.
La maschera aveva due aperture per gli occhi, due buchi per il naso e un grande becco ricurvo, all’ interno del quale erano contenute diverse sostanze profumate (una miscela di piante balsamiche, come fiori secchi, lavanda, timo, mirra, ambra, foglie di menta, canfora, chiodi di garofano, aglio, ginepro e rosmarino, ma anche mirra e ambra, ecc., quasi sempre, spugne imbevute di aceto e oli essenziali).
Lo scopo della maschera era di tener lontani i cattivi odori, all’epoca ritenuti, secondo la dottrina miasmatico-umorale, causa scatenante delle epidemie, preservando chi l’indossava dai contagi. Le sostanze usate erano ritenute protettiva nei confronti della peste. Ma erano anche utili per attenuare il fetore esalato dai corpi degli appestati.
Oggi si è dimostrato che diverse di queste erbe, soprattutto i loro oli essenziali, sono dotate di proprietà antibatteriche degne di nota, dimostrate ad esempio nei confronti di Yersinia enterocolitica (batterio appartenente allo stesso genere della specie responsabile della peste).
La popolazione, tuttavia, non amava tale abbigliamento, accostandolo all’idea della morte. Le maschere dei medici in tempi di peste sono state definite anche maschere a becco di avvoltoio, uccello mangiatore di carogne, a testimonianza di quanto poco rassicurante e macabro fosse l’aspetto conferito ai medici che le indossavano.
L’uso dell’abito del medico della peste con tale suggestiva ed inquietante maschera a becco cadde in disuso nel corso del XVIII secolo.
Per approfondire:
Immagine egizia del Dio Thot con testa di Ibis sacro: 
Immagine di Ibis sacro:
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IBIS SACRO E ISIDE A LECCE ?!

 
Stupenda foto di una stupenda presenza in Italia, bellissimo. Speriamo si diffonda tanto da giungere anche in Salento. Lo vedrei benissimo ad esempio nell’impianto di fitodepurazione di Melendugno.
Così come anche potrebbero tra le altre piante di fitodepurazione utilizzare tranquillamente il bellissimo e ben famoso Papiro, della specie Cyperus papyrus, propria del fiume Nilo in Egitto, come di diversi fiumi della Sicilia, e adattissimo come le nostre ben più note tife proprio per la fitodepurazione.
 
Mi incuriosisce poi la rappresentazione di Ibis sacri della stessa specie, (perché sono anche tipici proprio dell’Egitto quindi del Nord Africa e, quando parliamo di uccelli, Nord Africa e Mediterraneo sono la stessa cosa, e l’Italia è nel Mediterraneo), all’interno di un bel plastico che riproduce il tempio della dea egizia Iside a Lecce, lì venerata in epoca romana.
Plastico esposto all’interno del Museo di Archeologia dell’Università del Salento a Lecce, nel complesso della biblioteca di interfacoltà.
Mi chiedo come mai questa presenza ricostruttiva: è solo per dare un tocco di egizio al plastico dato che l’Ibis sacro è associato a divinità del pantheon egizio e costituisce persino uno dei geroglifici egizi? O si sono ritrovati anche reperti ossei di ibis sacro lì nel Tempio di Iside a Lecce? O comunque ben si sa archeologicamente della presenza spesso di Ibis sacri allevati all’interno dei templi dedicati ad Iside nel Mediterraneo?
Chissà se sul fiume Idume che attraversa Lecce in epoca romana in alcuni tratti probabilmente alla luce del sole, (oggi vi è tutto interrato, – come accaduto per il fiume Papireto a Palermo, il cui nome richiama la presenza del Papiro lungo i fiumi siciliani ancora oggi – per poi comparire nei pressi della costa adriatica leccese dove forma anche un lago prima di sfociare in mare), in epoca romana volteggiavano su di esso gli Ibis sacri, magari scappati dai santuari di Iside dove forse erano allevati, Ibis sacri che volavano sul Fiume Nilo in Egitto, ma che anche troviamo oggi nelle aree umide del Nord Italia, e che han fatto capolino fino alla Campania anni fa. E tra Nord Italia e l’Egitto c’è il Salento!
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APPROFONDIMENTO SU

Papiri e Carta

Foto del Papiro (Cyperus papyrus), specie coltivata da alcuni appassionati naturalisti in vasche e laghetti nel Salento, tipica del Nilo e di fiumi siciliani:
La bella peculiarità dei Papiri (Cyperus papyrus) lungo le sponde dei fiumi della zona di Siracusa in Sicilia, questo il fiume Ciane in particolare.
Papireto era il nome di un fiume a carattere torrentizio che scorreva a Palermo, oggi tombato.
Son questi i papiri della stessa specie presente in Nord Africa e lungo l’egiziano Fiume Nilo, Papiro egiziano (Cyperus papyrus, link: https://it.wikipedia.org/wiki/Cyperus_papyrus) coltivata talvolta come ornamentale anche nei giardini del Salento.
Con le fibre giustapposte e pressate dello stelo del Papiro egiziano si producevano in antichità dei fogli su cui scrivere, tanto che il nome che in inglese indica la carta, “paper”, (così come “papel” in spagnolo e “papier” in francese e tedesco), deriva dal nome mediterraneo del Papiro (dal latino papȳrus, a sua volta dal greco πάπυρος), che fu anche il nome di quei fogli per scrittura da esso ottenuti usati in antichità.
In Salento poi più comune è un’altra specie, che cresce bene anche in terreni non paludosi, il cosiddetto Falso papiro (Cyperus alternifolius L. subsp. flabelliformis
o anche chiamato Cyperus involucratus).
Altra specie di Cyperacea più diffusa nei giardini Salentini ormai da molti decenni, in laghetti come in piena terra, è il Falso papiro o Pianta degli ombrellini (Cyperus alternifolius L. subsp. flabelliformis o anche chiamato Cyperus involucratus), comunemente chiamato Falso papiro (se non sbaglio in Salento ho sentito anche il nome “ombrellini”), e originario dell’Africa orientale (es. Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Kenya, Tanzania, Uganda, Malawi, Mozambico, Zimbabwe e Sudafrica), Madagascar e Penisola araba (cioè Yemen), dove vive nelle zone umide.
In Salento si è naturalizzato nelle paludi delle Cesine, vedi al link: http://floranelsalento.blogspot.com/2012/01/blog-post_4454.html
Facilissimo da riprodurre, basta tagliare un suo capolino e immergerlo capovolto in un vaso con acqua lasciandolo lì finché non sarà radicato e avrà emesso i suoi tipici ombrellini in miniatura, pronto per essere a quel punto ripiantato in terra o messo in un laghetto. 
Mentre sarebbe auspicabile in Salento anche una naturalizzazione del Cyperus papyrus come spontaneo è in Sicilia, oggi con la Falsa-ecologia ed il fanatico razzismo verde si rischia l’eradicazione di tutta questa biodiversità di alta valenza storica e naturale!
Fiume Ciane, Siracusa: immagine tratta da questo articolo.
Acuni scorci paesaggistici ricordano i nostri canali dei Paduli nel cuore del basso Salento. In più lungo le sponde del Ciane la presenza del Papiro egiziano (Cyperus papyrus).
Fiume Ciane, Siracusa, con Papiro egiziano. Non si conosce l’ origine della pianta lì, se relitta o paleoitrodotta, in ogni caso un bene ambientale notevolessimo da preservare massimamente!
La carta invece, ottenuta con la tecnologia di infeltrimento di materie prime prevalentemente vegetali, nasce nell’antica Cina, usando soprattutto frammenti di corteccia del Gelso da carta, (Broussonetia papyrifera, col significato di produttrice di carta, papyrifera dal nome corrispondente in latino e greco dei fogli per scrivere), appunto chiamato, pianta spontaneizzatasi nel Salento (ad esempio: rupi di Santa Cesarea insieme all’Ailanto – anche esso l’Ailanto introdotto dalla Cina ma di un genere già presente in Italia nel Terziario prima del Quaternario – margini di stradine in contrada “Pasulu” a Carpignano salentino, sulla Serra di Casarano versante occidentale, ecc.), e coltivata in alcuni giardini, (ad esempio ai margini del parco del Circolo Tennis nei pressi di Porta Napoli a Lecce).
Gelso da carta (Broussonetia papyrifera)
Il Gelso da carta, che appartiene alla famiglia delle Moracee, fu diffuso in Salento perché con le sue foglie si nutrivano i bachi da seta, introdotti dalla Cina, come con le foglie del Gelso bianco (Morus alba) introdotto anch’ esso dalla Cina, ma utilizzato anche per i suoi frutti eduli, che possono essere o di color bianco o scuro, a seconda delle varietà.

Viale di Gelsi tra seminativi di graminacee, verzieri e carciofeti.Valle della Cupa, nei pressi di Monteroni, via per Lecce, Strada Provinciale SP6. 11 aprile 2018

Gepostet von Oreste Caroppo am Samstag, 14. April 2018

Probabilmente Gelsi bianchi (Morus alba). Nella specie Gelso bianco esiste anche la varietà a frutto nero, ma non sanguinolento come nel Gelso moro (Morus nigra). Nel Salento il Gelso bianco presente le due varietà a frutto bianco e a frutto nero.
Come i bruchi del baco da seta si nutrivano anche con le foglie della Maclura pomifera (Orancio degli Osagi; gli Osagi una tribù di indiani del Nord America nella cui regione viveva questa pianta della famiglia tassonomica delle Moracee come i gelsi); anche la Maclura, con i suoi grandi pomi gialli sferici rugosi come convoluzioni di cervelli umani, si osserva in Salento spontaneizzata, ad esempio a Lequile, come a Cutrofiano qui ai bordi del Bosco Dolce, e non solo, e ancora altrove nel Salento, come ad esempio le marine leccesi; il legno era usato per fabbricar archi dagli indiani d’ America. Fortemente spinosa forma intrecci invalicabili, ed era piantata a scopo di protezione lungo i margini di tenute (come il caso del Bosco Dolce, sulla via tra Cutrofiano ed Aradeo).
Frutto della Maclura pomifera
Il Gelso moro (Morus nigra), dai frutti scuri grondanti al contatto un succo di color fortemente sanguigno, è invece la specie più mediterranea del genere Morus, ancora diffusa nella zona di Otranto. (Vedi il mio post al link: http://belsalento.altervista.org/gelso-moro-un-simbolo-otrantino-oreste-caroppo/)
Mi piace ricordare infine che nelle ipotesi etimologiche della parola italiana “carta” dal latino “charta”, vi è il greco χαράσσω (charássō) con il significato di incidere, scolpire, che ci richiama alla mente il termine del dialetto salentino, ad esempio magliese, “carassa” indicante una stretta fessura, ad esempio in una porta, da cui passa la luce.
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Il Sacro Loto d’acqua indiano (Nelumbo nucifera) una presenza da tutelare in Italia contro la Falsa-ecologia che lo vorrebbe eradicare-estinguere!

Il Sacro Loto d’acqua indiano (Nelumbo nucifera)

 

RIMANDIAMO PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI ALL’ARTICOLO:

Il Fior di Loto sacro un fossile vivente per l’Europa, amato dai Romani, bentornato oggi in Italia!

APPROFONDIMENTO: si chiama EFFETTO LOTO la capacità idrorepellente delle foglie di alcune specie vegetali, l’acqua che arriva in contatto non le bagna ma forma dei goccioloni che rotolano sul lembo della foglia fino a cadere, se piccole gocce esse assumono forma quasi sferica e non si fissano sulla foglia ma si spostano alla minima pendenza; è così chiamato perché osservato anche nel Sacro Loto d’acqua indiano (Nelumbo nucifera; Nelumbo un genere di piante presente in Europa nel Terziario, e oggi tornato pare grazie all’uomo). Nel Nelumbo l’effetto è ottenuto grazie al fatto che le sue foglie sono rivestite da cristalli di una cera idrofobica di dimensioni nanometriche.

"EFFETTO LOTO" su foglia di NASTURZIOPianta: Nastrurzio (Tropaeolum majus)originaria del Perù. Nel Seicento, questa…

Gepostet von Oreste Caroppo am Samstag, 12. Mai 2018

Qui in foto l’ “effetto loto” su foglia di commestibile NASTURZIO. Foto a Maglie (Lecce), 1 aprile 2018.Pianta: Nastrurzio (Tropaeolum majus)
originaria del Perù. Nel Seicento, questa pianta commestibile fu importata in Europa ed anche utilizzata contro la carenza di vitamina C (scorbuto).
Al Nasturzio sono oggi attribuite, in erboristeria, proprietà antibatteriche.
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Tutte piante la cui permanenza nel nostro paesaggio, (come per gli Ibis sacri e non solo), è a rischio, messa in forse, e inoltre a rischio di eradicazione diffusa e in parallelo di monopolizzazione-controllo speculativa con scuse falso-ecologiste, trasformarndole, da libere democratiche e diffuse come oggi e come è bello e giusto che sia, in beni di lusso costosissimi, se non capiamo e disinneschiamo ora la Falsa-ecologia scacciandola con massima forza fuori da istituzioni e università!
Locandina di sensibilizzazione. Fuori la Falsa-ecologia da accademie e istituti amministrativi!
Non ci sono dubbi che io  lo abbia scritto tutto per ottenere una tua reazione: la riflessione contro i meme della Falsa-ecologia inculcati acriticamente nel popolo italiano in questi anni per farne dei soldati di autodistruzione dei propri stessi beni.

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