“La donna più bella della storia dell’arte è a … “

“La donna più bella della storia dell’arte è a …”

 

La donna più bella della storia dell’arte “Madonna Annunciata”, particolare – Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina. Immagine da “Salento Arte e Natura“.

 

Voi andate pure al Museo del Louvre a Parigi ad “ammirare” il quadretto che ritrae la cosiddetta Monnalisa o Gioconda di Leonardo da Vinci, che dite “bella” perché altri vi hanno detto che è bella, idem per la statua lì esposta della cosiddetta Venere di Milo, statua greca del 130 a.C. circa, dal sovrappeso indegno di una tal Dea della bellezza muliebre, o nelle gallerie degli Uffizi a Firenze per guardare la figura femminile che ritrasse Botticelli per rappresentare la nascita di Venere,

 

“La donna più bella della storia dell’arte” – Madonna Annunciata, particolare – Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina.

l’importante è che non disturbiate me ed il silenzio di quella navatella che ospita il ritratto di questa modella, che posò o ispirò chi in Salento rappresentò, con massima maestria e consapevolezza di bellezza e pudica sensualità, questa Madonna, mea sola donna, apogeo per me, (da contemplare, amare gelosamente, ricercare in ogni dove), di ogni bellezza femminile nell’arte antica che mai io abbia osservato!
Sublime riflesso di Afrodite pur con le sue bianche colombe in un’opera d’arte cristiana mariana.
Una mia Galatea in Galatina.

 

“La donna più bella della storia dell’arte” – Madonna Annunciata – Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina.
L’immagine presa con scanner da un cartoncino con testi religiosi cristiani cattolici che distribuirono ai parrocchiani della mia parrocchia, quella del Sacro Cuore a Maglie anni fa, probabilmente in occasione della benedizione delle case, e che conservo gelosamente; lì in copertina questa figura che subito mi folgorò, un colpo di fulmine, una freccia beffarda scagliata da Cupido al mio cuore. Era stata scelta per quel pamphlet senza aggiungervi alcuna didascalia che ne indicasse la provenienza, iniziò così la mia ricerca che mi portò a scoprire poi negli anni successivi dove fosse stata scattata quella foto per me sacra quanto profana …

 

Dalla Chiesa di Santa Caterina d’ Alessandria in Galatina affresco della Vergine, scena dell’Annunciazione, ubicato nella navatella di destra (destra dando le spalle all’altare come da convenzione), qui mostrato in questa foto come si presentava prima degli ultimi interventi di restauro; forse qui ancor più bella, forse perché così mi apparve la prima volta che la vidi e, come un Dante con la sua Beatrice, mi rapì il cuore!

 

DATI, RIFLESSIONI E ULTERIORI CONSIDERAZIONI

Nella trecentesca Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina (in provincia di Lecce), esempio di architettura romanico pugliese e gotica, (una basilica realizzata tra il 1369 e il 1391, per volontà di Raimondello Orsini del Balzo), sia il ciclo pittorico della navata centrale che le Storie della Vergine nella navata destra furono commissionati da Maria d’ Enghien (1367 – Lecce, 9 maggio 1446) contessa di Lecce (1384-1446), principessa del Principato di Taranto, come sposa di Raimondo Orsini Del Balzo, e regina consorte di Napoli, in quanto terza moglie di Ladislao I d’Angiò.
Pertanto sono databili a prima della morte della principessa.
Precedenti al 1446.

Le due opere citate nel testo invece:

“La Nascita di Venere” fu dipinta dall’artista Sandro Botticelli tra il 1482 e il 1485;

“La Gioconda” o “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci fu realizzata si ritiene tra il 1503 e il 1506,

son successive!

A  parità di retaggio dell’arte pittorica bizantina più interessata a evocare il trascendente, che non il reale con una perfetta ricerca scientifica nella prospettiva, nella produzione di Giotto (1267 circa – Firenze, 1337) non ho trovato nulla che possa raffigurare cotanta sensualità nella rappresentazione delle figure femminili quanta quella che ritrovo qui in Galatina in quest’opera.

Allo stesso modo anche nell’arte contemporanea che rinuncia alle perfezioni del realismo della prospettiva per scelta, ad esempio in Modigliani che nella rappresentazione delle donne giustamente, dal mio punto di vista, insiste sull’importanza estetica del collo lungo, (collo esile e lungo che anche vediamo in questo affresco medioevale galatinese in oggetto), non troviamo assolutamente nulla che possa eguagliare l’armoniosa perfettissima soave bellezza, al contempo realista ed eterea-angelica, mediterranea e nordica, della donna reale ispiratrice o ritratta a rappresentare Maria in questo affresco Salentino.

 

Statuina in gesso della Madonna ”Quanta muliebre grazia in una credenza!” Maglie (Lecce), casa della famiglia dell’autore, 23 aprile 2017. Foto di Oreste Caroppo. Dal post facebook.

 

E’ solo nella Confraternita dei Preraffaelliti che posso ritrovare alcune opere dove la figura femminile è scelta e ritratta con vibrante sensualità eccelsa tale da suscitare in me altrettante emozioni, ma con i sublimi pittori Preraffaelliti siamo già nell’ ‘800.

Anche se “de gustibus non disputandum est” si può comunque stabilire a mio avviso un minimo criterio su basi biologiche nell’estetica femminile:

le donne dalle forme pingui, quali quelle di certe veneri paleolitiche, come la famosa Venere di Willendorf, associandosi all’immagine della donna incinta trasmettono maggiormente il senso della maternità tra le valenze del femminile,

ma dal punto di vista dell’attrattività sessuale non è solo moda se sia invece la donna magra ad attrarre di più il maschio umano, poiché sintomatica di uno stato non ancora di gravidanza; ingravidabile pertanto.
La moda, la pubblicità contemporanea hanno semplicemente sfruttato questo aspetto biologico, lo hanno esaltato, non lo possono aver imposto, (come vorrebbe oggi certo mainstream politically correct occidentale per fortuna di poco successo e tanta sgradevole enfasi), senza che esso abbia dei fondamenti psicologici-biologici-evoluzionistici, a dominanza statistica nel gusto collettivo maschile.

 

Sublime bellezza! Totalmente incantato. Sulla bancarella di un rigattiere, piccola acquasantiera, Otranto, 6 ottobre 2019. Tratto dal mio post facebook al link.

 

Sulla base di questi aspetti, a seconda della personalità del maschio e di ciò che egli cerca nella donna, si può essere più attratti dall’uno o dall’altro estremo: “grassa versus magra”!

In tutto questo mi piace menzionare la quasi peculiarità delle Veneri paleolitiche scoperte sin ad oggi in Salento, in particolare a Parabita, per le quali nella scelta delle proporzioni si optò, stabilite le dimensioni e scelto il supporto materico, per la realizzazione di figure muliebri insolitamente relativamente magre, se confrontare alle Veneri paleolitiche del tipo Venere di Willendorf; magrezza deducibile anche per la statuetta, di cui fu ritrovata la testa dal lungo sottile collo, di donna paleolitica, si ritiene, repertata in Francia a Brassempouy.

In questo discorso intorno alla ricerca della più alta bellezza muliebre nella storia dell’arte antica, ferma restando la soggettività del “de gustibus non disputandum est“,
tanta sindrome di Stendhal su di me la esercita proprio questa mia “Galatea galatinese”, la raffigurazione di questa “Madonna Annunciata”, come è classificata in alcune opere descrittive del complesso pittorico di Santa Caterina d’Alessandria.

 

Gli artisti contemporanei poi tanto protesi a cercare nicchie di caratterizzazione, impronte di distinzione pro esistenza sul mercato, e qui a Galatina invece quasi neppure la firma del sommo artista, quasi un anonimo eroe magistrale nella storia dell’arte senza il suo Omero celebratore, senza il suo critico d’arte celebratore, senza il suo Vasari …. sin ad oggi!

(Testi tratti dal mio post facebook dell’ 11 agosto 2015  e dai miei commenti ad esso, al link: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207579139826648&set=a.1888805429917&type=3&theater)

 

Quando andrete lì, cercando di intravvederla, abbiatene rispetto, è la “Mea donna“, la Madonna!

 

Oreste Caroppo


 

Alcune meravigliose rappresentazioni del femminile nell’arte dei pittori preraffaelliti:

 

“Hylas and the Nymphs” (1896), particolare, dell’artista britannico John William Waterhouse

 

“Naiade si avvicina a Hyla” (1893), dell’artista britannico John William Waterhouse

 

“Naiade si avvicina a Hyla” (1893), particolare, dell’artista britannico John William Waterhouse

 

“Naiade si avvicina a Hyla” (1893), dell’artista britannico John William Waterhouse

 

“Lady Godiva” (1898), dell’artista britannico John Collier

 


 

DISCUSSIONE SULLA BELLEZZA FEMMINILE

e contro i tentativi del mainstream politically correct di screditare la magrezza femminile presentandola come sinonimo a priori di mancanza di salute. Un attacco insomma alla salute, all’agilità e all’eleganza!

 

Nei miei post facebook ai link:

https://www.facebook.com/oreste.caroppo.98/posts/1337923359695045

https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10216283328945936

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