La Zelkova sicula, e non solo, fossili viventi verdi sopravvissuti in Sicilia da ridiffondere in Sud Italia!

La Zelkova siciliana (Zelkova sicula) un fossile vivente verde

sopravvissuto in Sicilia da ridiffondere in Sud Italia!

Zelkova sicula

 

Si sta provvedendo a ripiantarla in Sud Italia come doverosissimo?
Chi la coltiva dei vivai della Forestale o privati o orti botanici universitari, e non, o semplici privati?

In quali parchi pubblici è stata già piantata? In quali città dell’ Italia peninsulare oltre che siciliane?

Scoperta nel 1991 dal buccherese Giuseppe Garfi, la Zelkova sicula è una pianta relitta della flora forestale del Terziario, creduta estinta dall’Italia a causa delle Glaciazioni del Quaternario.

È l’unico esponente del genere Zelkova nell’odierna flora italiana. Un genere che tassonomicamente rientra nella famiglia della Ulmaceae.

Sopravvivono sei specie del genere Zelkova tutte in Eurasia, e confinate a sud della aree continentali che subirono i maggiori rigori delle glaciazioni:

 

Una mappa che ci permette di riflettere anche su come le Glaciazioni confinarono piante di generi che vivevano anche in Europa, ed Italia talvolta anche, verso le aree asiatiche dove già vivevano o che comunque divennero loro aree di rifugio grazie alle condizioni climatiche che li si ebbero o in parte conservarono nel Quaternario; è il caso del genere Nelumbo (con la specie oggi vivente in Asia Nelumbo nucifera, comunemente detto Fior di loto indiano sacro d’acqua), del Gingko (con la specie oggi vivente in Asia Ginkgo biloba ), dell’ Ailanthus (con la specie oggi vivente in Asia Ailanthus altissima, comunemente noto come Ailanto o Albero del Paradiso), del Glyptostrobus (con la specie oggi vivente in Asia Glyptostrobus pensilis, comunemente detto Cipresso di palude cinese).

Non meraviglia che, reintrodotti in Europa ed Italia qui generi nelle loro specie relitte, Nelumbo nuciferaGinkgo bilobaAilanthus altissima, essi si siano ambientati così bene in questo interglaciale in cui ci troviamo dal punto di vista climatico-geologico, siamo in un periodo post glaciale, tanto che Ailanthus altissima Nelumbo nucifera si son anche rinaturalizzate e son divenute in Italia piante spontanee.

Alcune specie però sopravvissero anche in Europa nelle sue propaggini meridionali, anche con areali a distribuzione disgiunta.

Il Castagno (Castanea sativa) si crede sopravvisse in Sicilia; sull’ Etna è ancora presente un plurimillenario esemplare detto “Castagno dei Cento Cavalli” perché con la chioma tanto grande da poter accogliere fino a cento cavalli sotto di essa. Dal sud Italia o dalla stessa Sicilia, da solo e grazie all’uomo si ridiffuse verso nord dopo l’ ultima grande Glaciazione pleistocenica detta Würm.

Aree rifugiali per tante specie furono quindi i chersonesi mediterranei nel sud Europa, la Penisola Iberica, la Italiana e sue isole, la Balcanica e le sue isole come Creta, e il Caucaso.

Nel Pleistocene si ebbero poi delle fasi in cui si diffuse in Italia un tipo di foresta detta “Foresta colchica”, cioè caucasica, (vedi: https://www.abebooks.it/foresta-colchica-fossile-Riano-Romano-Studio/11682413991/bd), con crescita in Italia del Noce del Caucaso e di Zelkova che si ritiene, a giudicare dai fossili analizzati, fosse affine alla Zelkova del Caucaso, (vedi: https://www.jstor.org/stable/2434636?seq=1). 

Per cui bisogna guardare con piacere alla presenza e piantumazione nei nostri parchi oggi del Noce del Caucaso e della Zelkova del Caucaso, e/o altre specie di Zelkova, come avvenuto nei più bei orti botanici d’Italia.

La Zelkova sicula fu scoperto per la prima volta nel 1991 nei Monti Iblei nella Sicilia orientale e si pensava esistesse solo come una singola popolazione di 230 individui con portamento arbustivo e localizzata esclusivamente in un impluvio (circa m 200 x 15) del bosco Pisano di Buccheri, all’interno di un’antica e degradata sughereta, a 520 m di quota. Una seconda popolazione è stata scoperta nella stessa catena montuosa nel 2009, ma di nuovo conteneva solo circa un migliaio di alberi in un’area molto piccola.

Dal link.

 

La specie si propaga per pollone caulinare (nato all’altezza del fusto) e radicale.

Le due popolazioni conosciute in Sicilia mostrano notevoli differenze nella forma delle foglie. Gli individui della prima scoperta sono morfologicamente molto vicini alla Zelkova abelicea  – una specie correlata proveniente da Creta. Le foglie degli individui delle seconde popolazioni sono in media più lunghe e mostrano più somiglianze con la Zelkova carpinifolia – un’altra specie correlata dalla regione del Caucaso.

Nel Pleistocene si ebbero poi delle fasi in cui si diffuse in Italia un tipo di foresta detta “Foresta colchica”, cioè caucasica, (vedi: https://www.abebooks.it/foresta-colchica-fossile-Riano-Romano-Studio/11682413991/bd), con crescita in Italia del Noce del Caucaso e di Zelkova che si ritiene, a giudicare dai fossili analizzati, fosse affine alla Zelkova del Caucaso, (vedi: https://www.jstor.org/stable/2434636?seq=1). 

Per cui bisogna guardare con piacere alla presenza e piantumazione nei nostri parchi oggi del Noce del Caucaso e della Zelkova del Caucaso, e/o altre specie di Zelkova, come avvenuto nei più bei orti botanici d’Italia.

Vi è un progetto internazionale per salvare le specie del genere Zelkova, vedi al link: http://globaltrees.org/projects/global-action-plan-conservation-zelkova-species/?fbclid=IwAR2lqKj4Vy0OGmCZXuyQ_wYW-m4pfRdZ7qey1f1TOv05ZCn1MIAHPV5uu6k

ma tantissimo, e con zero spese pubbliche, può fare, al di là di ogni specifico progetto per quanto importante, la conoscenza e la partecipazione collettiva alla propagazione e diffusione di una pianta a partire da quelle già propagate ex situ, naturalmente, negli orti botanici e nei vivai, in collaborazione con le istituzioni, le università e la Forestale, data la massima salvaguardia di quelle invece presenti nei luoghi santuario in cui la specie è stata scoperta spontanea in Sicilia!


 

Fontanesia phillyraeoides

Sicilia, Fontanesia phillyraeoides, foto al link: https://static.wixstatic.com/media/9810e8_5754f6bae2a448778b887f19640e29cd.jpg/v1/fill/w_410,h_330,al_c,q_80/9810e8_5754f6bae2a448778b887f19640e29cd.webp

 

Un’ altro interessante genere di piante sopravvissuto in Sicilia e dalla distribuzione sempre oggi ad areale disgiunto è il genere Fontanesia della famiglia Oleaceae.

In Sicilia vive la specie detta Fontanesia phillyraeoides Labill., 1791, un arbusto esclusivo della regione mediterranea che si ritrova anche nel Mediterraneo orientale (Siria e Anatolia). Pare fosse segnalato anche in Calabria in passato.

Vi appartiene poi allo stesso genere solo un’ altra specie Fontanesia fortunei Carrière, 1859, endemica della Cina, che da alcuni Autori è descritta come una varietà della prima Fontanesia philliraeoides subsp. fortunei e spesso è indicata con il sinonimo Fontanesia chinensis.

Da un punto di vista morfologico la differenza maggiore tra le due specie si trova nelle foglie: in F. fortunei i margini sono interi, mentre in F. phillyraeoides sono finemente denticolati, ruvidi e ciliati; inoltre in quest’ultima specie la dimensione delle foglie è ridotta a metà.

L’utilizzo delle due specie di questo genere è unicamente nel giardinaggio, dunque dovrebbe essere facile reperirle.

Qui alcune foto della specie siciliana, al link: http://cambriasalvatore.wixsite.com/florasicilia2/fontanesia-phillyroides


 

Il Citiso delle Eolie (Cytisus aeolicus)

 

Terza pianta che voglio segnalare è il Citiso delle Eolie (Cytisus aeolicus Guss. ex Lindl., 1828 ), una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae, endemica delle isole delle Eolie di Vulcano, Alicudi e Stromboli. A differenza delle altre specie del genere Cytisus, di dimensioni appena arbustive, (in Puglia vi vivono queste specie del genere Cytisus), il Cytisus aeolicus può raggiungere e superare 8-9 metri di altezza.

Questa specie fu anticamente descritta dal botanico greco antico Teofrasto, che la chiamò Colutea di Lipari.

In epoca moderna è stata “riscoperta” dal botanico avellinese Giovanni Gussone, durante un viaggio nelle Eolie nel 1828.

Oggi, e io ho la fortuna di averlo conosciuto via facebook, uno dei suoi più grandi custodi è Roberto Caroppo, che, benché non nato in Salento, ha il mio stesso cognome, probabilmente una parentela molto antica.

Egli è impegnato massimamente per sua grande passione nella protezione degli esemplari e formazioni di Citiso eolico presenti nell’Arcipelago delle Eolie, e in particolare a Stromboli. Si dedica anche alla meritoria ripropagazione di piante di Citiso eolico, che poi pianta a terra in situ ed ex situ in Italia, a partire da loro semi. Non solo, la sua generosità è tale che invia e scambia semi con gli appassionati, botanici, ricercatori, università e centri di ricerca che lo contattano a tal fine dall’ Italia e da tutto il mondo.

Da qui potete accedere alla sua pagina facebook:

Il piccolo gruppo di Cytisus aeolicus che dal 2004 curo allo Stromboli Flora Park .Sono circa i l 2 % dei Cytisus aeolicus sopravviventi a Stromboli, Vulcano e Alicudi e sul Pianeta Terra.Caroppo Roberto.

Gepostet von Stromboli Flora Park am Sonntag, 8. März 2015

 

Ogni specie cerca e ha bisogno del suo amorevole Custode!

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *