L’Inferno in Terra creato dal Falso animalismo: il CANILE!

L’Inferno in Terra creato dalle False animaliste: il CANILE!

E FINIMMO ALL’INFERNO MA CON CERBERO DALLE MILLE TESTE

Cani nervosi nella notte.

 

Domenica sera (21 novembre 2021) ormai dopo il tramonto, avendo deciso di fare footing dalla Masseria e foce della fiumara dell’Orte fino all’insenatura di Porto Badisco, un percorso tutto nel feudo di Otranto, avevamo preventivato di percorrere le strade sterrate nell’immediato entroterra anziché la più trafficata e asfaltata strada litoranea.

Era ormai notte e la Luna piena doveva ancora sorgere tra i monti dell’Albania al di là del Canale d’Otranto.
Il percorso dei tratturi sterrati congiungeva le antiche masserie, il monastero-masseria di San Nicola di Casole alla Masseria Cippano e oltre, ma eravamo ancora lontani da Casole, quando incontriamo dei pantani fangosi al posto delle strade, giorni prima lì si era abbattuto un nubifragio di portata storica, decidiamo di avanzare quasi a tentoni nel buio, muovendoci come equilibristi per non scivolare completamente nella fanghiglia nella quale affondavano per alcuni centimetri le nostre scarpe; quel tratto del sentiero era bordato sui lati da sipali di vegetazione spontanea quando d’un tratto sentiamo elevarsi lugubri ululati via via più intensi, via via più vicini, il nostro odore e rumore li aveva destati, e ringhiano assatanati cani rabbiosi, ciurme canine desiderose di sbranare umane carni; centinaia di cani, e vedevamo le loro ombre veloci e schiumanti tra i tronchi e i rami dei cespugli a pochissimi metri da noi; troppi, impossibili assembramenti così numerosi in natura, più di ogni odinica caccia furiosa tra i nembi veloci sospinti dal vento;
capisco che non sono i cani di una masseria che difendono il gregge, sono troppi, impossibile sostenere per un massaro tutte quelle fauci fameliche nervose senza pace.
È un canile certamente dico al mio amico tra le tenebre non ancora rischiarate da Selene e la fioca luce era forse quella di Venere ancora alta nel cielo e quella di qualche altro astro.
Nessuna poetica selva dantesca con belve selvatiche nel mezzo del nostro cammino, ma è l’Inferno in Terra creato dalle false animaliste!
Tutto un patrimonio canino del territorio vasto dell’entroterra otrantino, plurisecolare di generazione in generazione, tradizione e ricchezza genetica che parla una storia di traffici e scambi, biodiversità,
rapito, sottratto da accalappia-cani con ogni scusa e il suo contrario agli affetti delle famiglie, dei quartieri, e accentrato lì in un solo recintato spazio, in un recinto, un lager della disperazione. Speculazione falso-green.
Se in quella rete ci fosse stato un buco avremmo fatto la fine del povero Atteone dal capo di cervo nel mito, dilaniati noi non responsabili di tutta quella vita animale racchiusa come polvere da sparo pressata sotto una ogiva.
Non sarebbero stati così aggressivi, così nervosi, così forsennati, se fossero rimasti nei loro territori, distribuiti con minore densità come nella tradizione e nella natura.
Le false animaliste creano questi luoghi insalubri, con il loro attivismo nevrotico, accalappiando così danari pubblici e privati, per poi strappare lacrime alla gente facendo vedere gli animali in quelle condizioni indegne per un cane l’amico dell’uomo, il lupo domestico, avere così donazioni e facendoli adottare con il mostruoso vincolo di sterilizzazione che è estinzione di tutta questa ricchezza genetica di storia naturale e umana.
Loro odiano il randagismo, odiano il vagantismo dei cani che è libertà, odiano che i cani si azzuffino tra loro per conquistare la cagna in calore, odiano gli allevamenti canini, odiano le cucciolate nei campi come nelle case delle famiglie umane, e presentano quella condizione del canile come se fosse inevitabile, presentando pertanto l’estinzione falso caritatevole della sterilizzazione spacciata “cruelty-free” (indolore) a tappeto come la soluzione! “Non più cani nel mondo mai più loro sofferenza“, che aberrante mostruosità concettuale, è la “soluzione finale”!
E intanto spariti in questi ultimi anni tutti questi cani dal territorio sono tornati i lupi e questa è cosa buona, ma non trovano più un freno, come poteva essere in passato grazie a questi cani, per tenersi lontani dai casolari abitati e dai borghi. E si crea uno squilibrio che le false animaliste falso-ecologiste utilizzeranno presto per poter sterilizzare anche i lupi, loro ben più fameliche nella loro follia di questa orda di cani resi così innaturalmente mostruosi, infernali come infernali quelle loro aguzzine dalle carezze di Giuda!

Non so se quello fosse davvero un canile, o forse un incubo,
ma gridavo ugualmente a quelle belve che erano al di là della rete: “non dovete mordere noi che non vi abbiamo né accalappiati né sterilizzati! Non noi!”

E torniamo indietro, perché avanzare nel fango è impossibile, fino a raggiungere la strada litoranea e da lì in direzione di Porto Badisco, famosa per la famosa Grotta dei Cervi, per vedere in quella insenatura con i nostri occhi lo spettacolo della Natura che qualche giorno prima a seguito di un’alluvione intenso aveva visto le acque travalicare gli argini con cui l’uomo aveva tentato di imbrigliarle, e la loro forza ha riscavato in pochi minuti un antico alveo fluviale in corrispondenza della foce che l’uomo aveva tombato nei decenni passati, metafora di quella stessa natura, canina nel caso in oggetto, imbrigliata a forza dall’uomo dentro le reti di quel recinto e bramosa di riesplodere furiosa e incontrollata!

 

(Testi tratti dal post facebook al link)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *