Perché quel grande “uovo” di pietra nella cripta del Santuario di Montevergine?

Perché quel grande “uovo” di pietra nella cripta del Santuario di Montevergine?

 

Grosso pomo in pietra leccese nella cripta del Santuario di Montevergine in feudo di Palmariggi. Foto del 4 febbraio 2021 di Oreste Caroppo.

 

Svelato l’arcano dell’omphalos/uovo cosmico/urna cineraria/maxi-pignone presente nella cripta del Santuario di Montevergine a Palmariggi che mi incuriosisce tantissimo per i suoi richiami alla classicità ogni volta che vado lì.
E che bel sincretismo non voluto ma mosso da archetipi sicuramente!
Il grande uovo portato nell’utero della terra nella grotta sacra con l’icona venerata affrescata della Madonna.
Faceva parte dei decori dell’ingresso ad un recinto cimiteriale che era addossato al santuario ancora nella prima metà del ‘900.
Poi si decise di traslare le ossa dei lì sepolti nel cimitero più prossimo al paese forse per togliere un’aurea di morte attorno al Santuario.
Però che peccato, sono caratteristici i recinti cimiteriali ad esempio ancora ben conservati e curati in maniera bucolica nei paesini dell’Umbria accanto alle chiesette rurali o in Irlanda.
Esempio di vecchia chiesa con piccolo cimitero prossimo in Irlanda.
Menhir di Montevergine, link dolmenhir.it.
Ora anche capisco perché nel tratto più prossimo alla chiesa aumenta il numero dei cipressi rispetto ai pini, è un relitto arboreo da conservare di quella antica destinazione del sito a cimitero. I pini, soprattutto nella specie pino d’Aleppo, furono utilizzati per la creazione di un gradevole nemus/lucus sacro annesso al Santuario; nella seconda metà del ‘900 i medici magliesi erano soliti prescrivere passeggiate ossigenanti nell’aria balsamica di resina di pino su quella serra del Santuario a chi avesse affezioni dell’apparato respiratorio.
Così nel dismettere quel recinto cimiteriale si decise di portare uno dei pignoni posti sugli stipiti di ingresso all’interno della cripta ed era anche sicuramente una maniera devozionale per mantenere ancora un legame di quelle anime e quei corpi che erano stati seppelliti lì con quel luogo che avevano scelto per un’eternità non tanto eterna.
Devo ringraziare una persona del luogo, che stava sistemando delle aiuole con piante del Santuario, a cui ho chiesto e che mi ha raccontato la storia di quel grande pomo.
Grosso pomo ad urna cineraria nella cripta del Santuario di Montevergine in agro di Palmariggi. Foto del 4 febbraio 2021 di Oreste Caroppo.

 

Come uovo per la sua forma è pur sempre un simbolo di rinascita, di speranza di rinascita dopo la morte, di prosecuzione della vita con la fertilità, lì covato nel cuore della terra, come in un nido di tartarughe nella sabbia! Per approfondire sugli archetipi in fondo a tutto questo vedi questo mio articolo.

In compenso han realizzato di recente a Palmariggi una bella via crucis megalitica con formelle in terracotta di ottima fattura e con mastodontica statua di Zeus-Dio Padre-Cristo.

 

Il complesso monumentale nella parte più alta della collina del Santuario (la Serra di Palmariggi).

 

Nei palazzi liberty delle strutture del complesso monumentale del Santuario si cela poi una meraviglia scultorea dall’arte degli scalpellini della “pietra leccese” di impareggiabile bellezza, che ho scovato con grande ammirazione nell’aurea luce del tramonto durante una mia passeggiata a piedi da Maglie a Otranto per vie di campagna passando dal Santuario posto a meta strada tra la mia città (Maglie) e le acque del mare Adriatico.

 

Stupendo mascherone muliebre nel complesso monumentale del Santuario di Montevergine in agro di Palmariggi. Foto del 4 febbraio 2012 di Oreste Caroppo.

 

Per vedere foto degli altri mascheroni sulle altre porte/finestre lì vedi questo mio post facebook e i miei commenti ad esso.

 

   Oreste Caroppo

 

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