Ridiffondere i PELLICANI, Non sterminare i CORMORANI in Italia! Invece la Falsa-ecologia sta demonizzando pure i Cormorani, benché autoctoni, per sterminarli!

Ridiffondere i PELLICANI, Non sterminare i CORMORANI in Italia!

Invece la Falsa-ecologia sta demonizzando pure i Cormorani, benché autoctoni, per sterminarli!

Pellicano riccio e Cormorano comune

 

Stiamo assistendo oscenamente in questi giorni alla demonizzazione dei Cormorani da parte della Falsa-ecologia in Italia, con tanto di “studi”(?) spazzatura a supporto, per presentarli come “dannosi”!

Ma son animali autoctoni!

Eh beh, cosa importa, forse voi siete caduti nel “razzismo verde” e credendo che per salvare le specie autoctone, come i professionisti della Falsa-ecologia vi hanno spiegato, è giusto far sterminare le specie un tempo esotiche ma ormai ben naturalizzatesi da noi, mai avreste pensato di veder i medesimi soggetti ed enti presentare ed avallare biocidi di specie selvatiche autoctone persino ben protette come i Cormorani!

In realtà quello contro le esotiche è un gioco dialettico cui abboccano gli ingenui, non c’è forse creatura davvero autoctona in una piccola regione della Terra perché basta andare indietro nel tempo fino al punto in cui i suoi antenati son giunti nel luogo fissato, da soli o grazie all’ uomo, e allora si può gridare alla specie esotica aliena comunque o paleointrodotta. Inoltre nei tempi geologici cambia persino la regione stessa e la crosta terrestre si sposta!

In natura tutto è mobile, ma al falso-ecologista fa comodo l’idea strumentale della fissità da salvaguardare, come se fosse un valore ferreo da assicurare, tanto più nella povertà complessiva di biodiversità odierna dovuta all’opera antropica nei nostri territori;

un impoverimento cui la Natura cerca di rimediare in ogni modo, anche tramite le specie esotiche che han sfruttato l’uomo, o son sfuggite alla cattività, per vivere nel nostro territorio.

Ma come vedete la foga eradicativa dei professionisti del biocidio della Falsa-ecologia non si limita alle specie esotiche, ma si estende ad ogni specie con la giusta scusa, come ad esempio contro le specie domestiche presenti nel territorio da secoli, come le domestiche e pure esotiche Anatre mute naturalizzatesi in alcuni porti che i falsi-ecologisti mirano ad eradicare/catturare, o contro Cani e Gatti accusati di aggredire specie autoctone selvatiche, e che pertanto i falsi-ecologisti pretendono di sterilizzare e quindi estinguere,

quindi, apparente  paradosso per chi non ha capito la Falsa-ecologia, i professionisti del biocidio si avventano anche contro specie autoctone, con la scusa dei parassiti che attirano, i Pini ad esempio attirano gli urticati bruchi della autoctona Processionaria del Pino quindi suggeriscono di tagliarli, o con la scusa di una ideale purezza violata dalla ibridazione: stiamo vedendo oggi forte nella propaganda falso-green la scusa addotta contro i Lupi per permettere loro di sterminarli, tanto che alla vista di ogni Lupo gridano ormai al Lupo ibrido, o addirittura tolgono anche il termine Lupo e parlano solo di “Ibrido”, ibrido con il Cane tutto da dimostrare, e quando anche fosse non certo un problema per la specie del Lupo, tutt’altro essendo il Cane un discendente del Lupo, e agendo sul Lupo in natura sempre la selezione naturale, ed essendo poi anche l’ibridazione una leva evolutiva non certo da ignorare o addirittura fermare, impedire e disprezzare come i falsi-ecologisti vorrebbero; concetto dell’ibrido oggi usato nella demonizzazione dei Cinghiali detti ora ibridi con domestici Maiali che sempre dal Cinghiale selvatico derivano, ora detti ibridi con Cinghiali di altre regioni europee che son comunque sempre della stessa specie (Sus scrofa), e giungiamo al caso degli uccelli autoctoni accusati di essere vettori per malattie trasmissibili all’uomo come l’Aviaria o la Febbre del Nilo Occidentale,vedi il recente caso dei Corvidi, o, vedi il caso del Cormorano, si grida al fatto che mangia troppo pesce e quindi dà fastidio in tal modo alle attività economiche legate alla sfera ittica.

Il Cormorano comune (Phalacrocorax carbo), o Marangone anche chiamato. La ghiandola uropigea, situata vicino al codrione, che secerne un olio (sebo) protettivo impermeabilizzante, è atrofizzata. Il cormorano è perciò costretto a effettuare lunghe soste posandosi su di un ramo, con le ali ben spiegate per far asciugare penne e piume. 
Nell’anatomia degli uccelli, l’uropigio (gr. oura, coda + puge, estremità) è una ghiandola prominente adiposa, che si trova sopra la coda. Più sviluppata nelle specie acquatiche, ha la funzione di secernere un liquido oleoso impermeabile, che l’animale spande sulle proprie penne con il becco. Gli uccelli acquatici possiedono ghiandole dell’uropigio notevolmente sviluppate.

Vediamo qui in questo articolo recente, del 17 novembre 2018, ad esempio, un caso di forte demonizzazione del Cormorano nella regione Lombardia volta all’uccisione di diverse centinaia di esemplari, con un elenco di scuse per legittimare i previsti abbattimenti di questi uccelli, sebbene uccelli protetti. Un concetto quello di protezione che la Falsa-ecologia bypassa a piè pari con le opportune scuse a suo piacimento!

Articolo al link: https://www.fipsasbergamo.it/news-da-regione-lombardia-lassessore-rolfi-autorizzato-controllo-selettivo-di-923-cormorani-tuteliamo-fauna-ittica-ed-equilibrio-ambientale/?fbclid=IwAR3kvqGZoCGKc6-ijEIxzcy5r4vRrGh5DSh8YME4deRY3X6Hhy_QWnAjfPE

Ne vogliono abbattere 923, un numero con precisione spaccata che denota come dietro non vi sia improvvisazione ma personale addetto a precisi rilievi, “studi” di censimento che poi servono a questi provvedimenti di biocidio!

Ok, non si può essere a priori contrari al concetto di prelevare selvaggina a fini di contenimento di una specie se cresciuta davvero davvero davvero eccessivamente in un territorio, soprattutto se destinata all’alimentazione o comunque utilizzata in qualche modo, ma l’optimum sarebbe agire per favorire la presenza di predatori naturali, e tra i predatori certo con misura si può in questi casi prevedere appunto l’uomo e la pratica venatoria selettiva,

né siamo certo contrari a che si studino le specie nei territori, anzi,

ma si devono sempre auspicare ecosistemi ricchi di specie, ed operare per questo,

mentre qui vi vediamo un quadro che non è ispirato da principi naturalistici, ma invece prettamente volto a demonizzare! Si accusano i Cormorani di aver ridotto la presenza di alcune specie di pesci in alcune zone, addirittura si arriva a dire che i Cormorani spaventano i pesci o ne feriscono alcuni … e questi sarebbero i “danni” all’ecosistema per cui intervenire contro i Cormorani!! … ma ci rendiamo conto?!

Ma i Cormorani son parte di quell’ecosistema, non qualcosa di alieno!

E vogliono abbattere i Cormorani persino nella Laguna di Orbetello in Toscana
perché mangiano pesce! Capite!
Chi dovrebbe opporsi in termini di associazionismo ambientalista tace?!
La Falsa-ecologia domina tutto, ha corrotto tutto,
ma va sgominata, smascherata, messa alla berlina e ribaltati i suoi paradigmi!
 
Vedi questo articolo dal titolo “Via libera all’abbattimento di 100 cormorani – La giunta regionale dice sì”, del 21 ottobre 2018, al link: http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2018/10/21/news/via-libera-all-abbattimento-di-100-cormorani-1.17377677
USATE I FALCONIERI CON AQUILE E FALCHI CONTRO I CORMORANI
NON LE DOPPIETTE DELL’ ECATOMBE ESTINGUENTE!
E’ il cosiddetto “bird control”, per allontanarli dagli allevamenti con costanza, non certo le doppiette o la sterilizzazione! 

Se ora si demonizza il Cormorano che mangerebbe per loro troppo pesce, cosa farebbero per gli enormi Pellicani anche essi piscivori?! Invocherebbero l’intervento dell’esercito per sterminarli se i Pellicani tornassero in Italia numerosi come lo erano nei secoli passati in Italia?!

LA GRANDE "PADULA", IL LAGO SOMBRINO, IL REGNO DEI PELLICANI! Nel cuore del Basso Salento, nel Parco naturale dei…

Publiée par Oreste Caroppo sur Dimanche 22 mai 2011

Il Pellicano bianco comune (Pelecanus onocrotalus)

Miniatura del Pellicano dal manoscritto conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana del ”De arte venandi cum avibus”, il trattato dell’imperatore Federico II di Svevia (1194 – Fiorentino di Puglia, 1250), conosciuto con l’appellativo di “puer Apuliae” (“fanciullo di Puglia), sull’attività venatoria e l’arte della falconeria più in particolare.

 

Nel cuore del basso Salento in agro di Supersano dove vi erano canaloni d’acqua e il Lago Sombrino l’ultimo Pellicano, di quelli che lì vivevano, fu abbattuto, si legge in questa fonte, nel 1865:

Note storiche e ambientali sulla meravigliosa, ricchissima in biodiversità, Foresta Belvedere e sul suo pescoso Lago…

Publiée par Oreste Caroppo sur Dimanche 22 mai 2011

 

Troviamo dei pellicani impagliati nelle collezioni scientifiche degli istituti di scuola superiore della Provincia di Lecce. Potrebbero provenire da attività venatoria locale nei decenni passati.

Un Pellicano bianco è nella collezione del Liceo Capece di Maglie in gran parte realizzata ed allestita dal naturalista salentino Liborio Salomi (Carpignano Salentino, 1882 – Lecce, 1952), l’esemplare si può vedere in questo mio video e nelle foto che ho messo a commento.

Troviamo un Pellicano bianco imbalsamato nella collezione dell’Istituto tecnico “Costa” di Lecce, immagine da “Collezioni didattiche scientifico-tecnologiche in provincia di Lecce – un patrimonio da conoscere e valorizzare“:

 

Pellicano bianco imbalsamato – Istituto tecnico ”Costa” di Lecce – collezioni scientifiche.

 

E il Pellicano è anche un simbolo assai diffuso nel Salento nella forma iconografica del Pellicano che, come vorrebbe la leggenda, si squarcia il petto per nutrire i suoi nidiacei con la sua carne, immagine ispirata dalla visione naturalistica, probabilmente, del rigurgito dei pesci catturati una volta tornato al nido per nutrire i suoi piccoli. E’ iconografia simbolica del sacrificio del Cristo. La troviamo su alcune chiese leccesi scolpita in “pietra leccese”.

Immagine da URL:

Facciata della barocca Chiesa di Santa Croce a Lecce del XVI – XVII sec. Simbologia cristiana della Pietà. Secondo la leggenda, la madre Pellicano dava il suo cuore per il nutrimento dei piccoli proprio come Cristo versò il suo sangue per la redenzione dell’umanità.

 

Stessa scena troneggia con una grande statua in pietra leccese al centro del timpano spezzato della rinascimentale Chiesa del Gesù (o detta Chiesa del Buon Consiglio), dei Gesuiti realizzata a Lecce nel XVI sec. Da URL:

 

Un’iconografia simbolica questa ripresa anche nella simbologia della Massoneria molto attiva a Lecce, come anche sovente nelle chiese contemporanee salentine.

A Ugento questa iconografia anche araldica la si ritrova nello stemma della famiglia d’Amore, che il 31 gennaio 1643 acquisì la città di Ugento e il suo feudo, ed ancora oggi il Castello di Ugento è di proprietà della famiglia. Da URL:

 

Non possiamo tollerare allora oggi allo stato attuale che siano stornate le attenzioni della politica del territorio verso chi vuol togliere quel poco che c’è adducendo studi spazzatura a sostegno dei biocidi e delle eradicazioni comunque di specie!

Abbiamo bisogno invece dell’esatto opposto, con una virata a 180° gradi: bisogno di operare per la rinaturalizzazione!

E urge l’ impegno di tutti a tal fine perché ciò avvenga! Anche il tuo, di te che stai leggendo con grande passione e con la speranza del ritorno ad un paesaggio di nuovo ricco di biodiversità. 

Dobbiamo favorire il ritorno in numero copioso dei Pellicani in Italia, a partire dalla due specie europee che vivono soprattutto oggi nei Balcani come loro area di rifugio, rispetto alle follie compiute in Italia da una eccessiva pressione venatoria, in passato senza limiti fino all’estinzione locale delle specie, cui si son aggiunte le opere di bonifica-distruzione di aree paludose e cementificazione del territorio; lo stesso Lago Sombrino in Salento, habitat per i Pellicani, dove anche la caccia uccise i Pellicani presenti, fu bonificato-prosciugato ad opera dell’uomo!

Le due specie europee di Pellicani sono:

-) il Pellicano bianco (Pelecanus onocrotalus) anche detto comune, dall’apertura alare circa di circa 3 metri, (e non dimentichiamo che gli uccelli sono i discendenti dei dinosauri)

e

-) il Pellicano ricco (Pelecanus crispus) anche detto dalmatico, che vive nelle zone paludose, negli acquitrini o nei laghetti con acque poco profonde.

Ma i Pellicani stanno facendo di tutto per ritornare anche da soli, qualche avvistamento negli ultimi decenni c’è stato anche nel Salento nei Bacini di Ugento, alle Cesine come a Otranto. La rinaturalizzazione del Salento è importante perché non si limiti tutto a passaggi sporadici!

Qui un articolo sull’avvistamento di un Pellicano bianco nel cielo di Otranto il 20 aprile 2008, vedi al link: http://www.argonauti.org/forum/topic.asp?TOPIC_ID=3487

Sempre di avvistamenti di Pellicani bianchi si legge nel sito internet dell’Oasi WWF delle Cesine.

Né mancano anche in Italia avvistamenti di Pellicani ricci, come questo sul Fiume Po, sul confine fra Pavia e Alessandria, il 23 gennaio 2016, vedi al link: https://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=264546

o anche questo avvistamento di Pellicano riccio il 30 giugno 2009 nella Riserva naturale Valle Canalnovo Marano Lag. (UD), vedi al link: https://www.ebnitalia.it/easyGallery/GalleryVedi.asp?ID=9421&fbclid=IwAR0ff9Cy2Nbd0lCdv-iPomrxGaFBYQEVwv9c3Iy_cxzHHTYTCQNqad54xr0

Il Pellicano riccio (Pelecanus crispus) compare anche nelle faune quaternarie del Salento documentare in Grotta Romanelli a Castro, vedi lo studio paleontologico al link: https://www.academia.edu/36456570/Grotta_Romanelli_Southern_Italy_Apulia_legacies_and_issues_in_excavating_a_key_site_for_the_Pleistocene_of_the_Mediterranean?fbclid=IwAR2H5AEhU8XjMnNzSyyRBk6FOBBq_HA2qmfNnEhR8H0EKbsyqjADVG7aHkY

Non solo, in Terra d’Otranto anche la segnalazione dell’avvistamento il 1 febbraio 2012 di un’altra meraviglia

-) il Pellicano grigio (Pelacanus rufescens), giunto in volo, dall’Africa subsahariana dove vive, a Taranto nell’Oasi La Vela,

vedi al link: http://www.argonauti.org/birds/speciebirds/pellross.html (qui nel testo anche chiamato erroneamente Pellicano rossiccio): da URL

 

Pellicano grigio (Pelacanus rufescens), 1 febbraio 2002, a Oasi La Vela (Taranto), foto in digiscoping del naturalista Giuseppe Nuovo nel sito Argonauti.org .

 

Pellicano grigio (Pelacanus rufescens), 1 febbraio 2002, a Oasi La Vela (Taranto), foto in digiscoping del naturalista Giuseppe Nuovo nel sito Argonauti.org .

 

I Pellicani bianchi e ricci vivono più stabilmente oggi nella vicina Grecia e Albania, ed è da lì sovente che giungono nei loro lunghissimi spostamenti anche in Italia.

Qui i Pellicani ricci in un lago nel Nord della Grecia che ci ricordano lo spettacolo paesaggistico e le emozioni che si potevano godere nell’ ‘800 nel Lago Sombrino in Salento:

 

In Albania si teme per la sopravvivenza della locale colonia di Pellicani ricci nella Laguna di Karavasta, vedi al link: https://www.albanianews.it/lifestyle/pellicano-riccio-laguna-di-karavasta

Un bellissimo Pellicano ricco (Pelecanus crispus) nella Laguna di Karavasta in Albania

Non sarebbe allora il caso ancor di più di operare in Italia per progetti di riproduzione e ripopolamento dell’Italia con i grandi Pellicani che ancora tornano a farci visita, come in particolare il Pellicano bianco e il riccio, e auspicando sempre maggiori visite da parte dei più esotici Pellicani grigi?!

Certo, questo sarebbe un sano ecologismo nella politica del territorio,

invece??

Invece siamo all’assurdo anche nel verso dei Pellicani, e lo rivela questo caso scandalo, almeno a quanto ad oggi ci risulta dalla stampa!

Un Pellicano riccio compare dal cielo nelle zone ricche di laghi e fiumi di Torino dal dicembre del 2015 e diventa subito una grande attrazione, e ci credo la gente coscienziosa ama naturalisticamente questi bei spettacoli naturali; leggiamo questo articolo in merito: http://www.torinoggi.it/2017/01/13/leggi-notizia/argomenti/attualita-8/articolo/il-pellicano-riccio-diventa-la-star-dei-laghi-del-pinerolese-foto.html?fbclid=IwAR1yVlc8vTfG1WTSKLQbXGJ21mgr2OYL-oaUfyPy_ew68UOxVlT6_tUtiKk

Ma subito si comincia a diffondere l’idea dell’animale in difficoltà, che non sa nutrirsi da solo, che rischia nel vivere da solo in libertà, che è una specie aliena non convenzionale, e questo è gravissimo che si dica dato che si tratta di una specie europea, che ha ancora importanti popolazioni nei vicinissimi Balcani, che un Pellicano volendo raggiunge in brevissimo tempo, e visti i non rari avvistamenti di esemplari di questa specie, detti accidentali, in Italia! Gli uccelli esplorano poi anche nuovi territori e se idonei possono, una volta trovati i loro simili, decidere di tornare.

L’esemplare aveva un anello alla zampa, era stato inanellato, non potendo gridare del tutto all’esemplare esotico come specie, si grida allora all’esemplare aufugo, scappato da allevamento o zoo, (ma non poteva essere un’ inanellamento a fini scientifici?), e questo aspetto oggi dalla Falsa-ecologia è cavalcato paradossalmente per affermare che anche se di specie autoctona si tratta l’animale scappato va ad ogn costo catturato e rimesso in cattività, in “protezione” dicono, in centri specializzati a questo eventualmente anche se non può tornare nel suo originario serraglio … centri non a costo zero poi per la comunità, tra donazioni private e sovvenzioni pubbliche! Magari persino ad ali tarpate se non han una voliera perché non scappi più! Zero libertà!

“Aufugo” è un po’ un concetto usato a fini denigranti per gli uccelli nella Falsa-ecologia, come il concetto di “randagio” usato contro Cani e Gatti per accalappiarli e chiuderli in speculativi canili e oggi persino gattili, come se non fossero in grado di vivere senza l’assistenza continua dell’uomo, eppure vivono e come, e si riproducono anche da ferali!

E così era ben vissuto per circa due anni lì questo Pellicano che aveva trovato un habitat adatto, ben nutrendosi da solo e ben volando, o sarebbe morto di stenti e sotto le fauci di qualche predatore, Per due anni dei “volontari” locali hanno cercato in tutti i modi di … di catturarlo!

Ma come … invece di capire il sesso e organizzarsi per liberargli una compagna da acquistare da qualche allevamento, lo catturano! Febbraio 2017!

Dicono ai media che stava in difficoltà, che era bisognoso di cure, scoprono che veniva da un allevamento tedesco e dicono che ora glielo avrebbero riconsegnato, vedi link: https://www.lastampa.it/2017/02/20/cronaca/dopo-un-anno-e-mezzo-recuperato-il-pellicano-che-si-aggirava-nel-pinerolese-zgM2BlLxdz2NLaMIRzTP8N/pagina.html

Immagini di quel Pellicano riccio, capace di volare dalla Germania sino in Italia, portato in un centro della zona definito per “animali non convenzionali”,

La tristezza per Giselle non ci è ancora passata, ma le attività incombono e ci costringono a tornare al lavoro…

Publiée par C.A.N.C. – Centro Animali Non Convenzionali di Torino sur Vendredi 17 février 2017

se persino un autoctono europeo Pellicano riccio si definisci ora animale non convenzionale capite che qualcosa si è rotto …

 

Così, allo stesso modo, un autoctono Cigno reale era fuggito da una villa salentina e aveva trovato dimora nel maggio del 2017 nelle insenature di Gallipoli, ma ne partì da parte di strani “volontari” ed enti il tentativo di ricatturalo, mentre tanti ben più ecologisti cittadini facevano il tifo e chiedevano fosse lasciato in pace ad attirare altri Cigni reali nel Salento, dove non è rarissimo vi giungano in inverno, vedi al link:  http://gallipoli.lecceprima.it/la-fuga-del-cigno-nel-seno-del-canneto-falliti-i-tentativi-di-recupero.html

Per catturarlo anche la scusa che da solo non avrebbe ben mangiato in mare.

Allo stesso modo si è dovuto combattere una guerra di opinione perché strani “volontari” ed enti pubblici non catturassero e portassero via verso la cattività forzata, nel marzo 2017, tutte le Oche, Anatre domestiche comuni e Anatre mute che popolano per la felicità di tanti e in libertà le insenature di Porto Cesareo sempre in Salento, vedi al link: http://www.lecceprima.it/cronaca/oche-anatre-masseria-grande-via-albano-guardie-aeop.html

Si opera nella Falsa-ecologia per svuotare il territorio, impoverirlo, non si accetta il ritorno di specie un tempo presenti, di nuove specie poi neppure a parlarne, non lo si concepisce proprio in essa e nelle piccole menti in cui la Falsa-ecologia trova fertile terreno-sterile per attecchire.

Questi animali aufughi mostrano estreme capacità di sopravvivenza coi fatti, con la loro presenza; si creano poi bei legami con la gente che anche li nutre senza chiedere nulla in cambio, soddisfatta per la loro stessa immaginifica pittoresca viva presenza.

Questi uccelli attirano altri uccelli selvatici, fanno da richiamo, come nel caso di Porto Cesareo piacevolmente avvenuto:

Porto Cesareo la vittoria della Natura e speriamo del buon senso contro la falsa-ecologia e il falso-animalismo, nel…

Publiée par Oreste Caroppo sur Dimanche 29 octobre 2017

 

Gli aufughi dovrebbero essere valorizzati per ripopolamenti, dando loro compagne, e, se non in libertà sempre, almeno in cattività fatti riprodurre per poi liberare in natura la prole!

 

Oggi con la Falsa-ecologia nulla di tutto ciò!

La Falsa-ecologia è oggi il più grave male dell’ ecologismo in Italia da riconoscere e abbattere,

tanti comportamenti invirtuosi della politica non vengono dai politici in sé, che spesso son messi da ricatti impliciti con le spalle al muro, per autorizzare il biocidio, ma dalla orda dei professionisti del biocidio della Falsa-ecologia che, forti anche degli enti conquistati, costruiscono, innalzano e impongono i castelli virtuali burocratici e di propaganda fatti di meme mistificatori ed ecoterroristici, da paradigmi pseudo-scientifici, per dar parvenza di scienza, funzionali alle poliedriche speculazioni del regime falso-ecologista!

Nemiche dei grandi Pellicani son poi le mega pale eoliche della mala-Green Economy industriale. Un motivo in più per fermare tutti i progetti per le speculative mega pale eoliche notoriamente tristemente falcidia grandi uccelli, Pellicani inclusi, in tutto il nostro Salento e nei nostri mari dove anche questi grandi uccelli vivono e pescano e che attraversano in volo tra Penisola Balcanica e Penisola Salentina Italica!

Esempio di Pellicano ucciso dalle mega pale eoliche in Europa: https://www.youtube.com/watch?v=DFo_1IT4Eps

 

Approfondisci leggendo “Riconoscere il malo e devastante regime della Falsa-ecologia per fermarlo, un IMPERATIVO CATEGORICO per chi ama il nostro Pianeta vivente e la libertà!” al link: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/riconoscere-il-malo-e-devastante-regime-della-falsa-ecologia-per-fermarlo-un-imperativo-categorico-per-chi-ama-il-nostro-pianeta-vivente-e-la-liberta/

E leggendo l’articolo “Ma chi è il PROFESSIONISTA DEL BIOCIDIO della FALSA-ECOLOGIA?” per riconoscerli subito appena avrete modo di incontrarli, al link http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/ma-chi-e-il-professionista-del-biocidio-della-falsa-ecologia-e-che-legami-ha-con-i-falsi-animalisti/?fbclid=IwAR1R6noqq0zbyRhvPotVs6LGzpxM8QUgt4ixI9qkpFdfxG_hTniqESLAOZ8

 

Data: 15 novembre 2018

 

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