STRUZZI: che fine hanno fatto quei begli allevamenti in Salento di alcuni anni or sono di quei grandi uccelli? Allevamento en plein air da ridiffondere!

STRUZZI: che fine hanno fatto quei begli allevamenti in Salento di alcuni anni or sono di quei grandi uccelli?

Allevamento en plein air da ridiffondere!

 

Struzzi (Struthio camelus)

 

Anni fa sentivo parlare di allevamenti di Struzzo in Salento e l’idea mi piaceva molto.

Gli Struzzi, nome scientifico Struthio camelus, originari dell’Africa, sono gli uccelli viventi tra i più grandi del Pianeta e gli uccelli, non dimentichiamolo, son i discendenti dei dinosauri. Non volano.

Lo Struzzo era tra gli animali di cui si cibavano i romani in Italia.

Struzzi son effigiati anche nei mosaici pavimentali medioevali delle cattedrali di Otranto e Brindisi.

 

Mosaico pavimentale medioevale della Cattedrale di Brindisi – Struzzi e Pavoni. Gli Struzzi son raffigurati secondo la leggenda che vorrebbe che essi per sfuggire ai pericoli tendono a nascondere la testa sotto la sabbia, credendo che non vedendo il pericolo, ad esempio un predatore, anche il pericolo stesso non ci sia più. Una leggenda forse nata dall’osservazione di questo loro comportamento etologico: questi grandi uccelli, quando sentono approssimarsi una minaccia, si accovacciano per terra, appiattendo sul terreno collo e testa, così che da lontano il loro corpo finisce per assomigliare a un cespuglio anziché a una preda appetitosa.

 

A Otranto troviamo nel mosaico pavimentale anche la scena di un ragazzo, con berretto e intento a suonare un lungo corno, a cavalcioni di uno Struzzo:

Da un libro foto di un particolare del mosaico medioevale pavimentale della Cattedrale di Otranto. Ragazzo, con berretto e intento a suonare una lunga chiarina, a cavallo di uno Struzzo.

 

E scopriamo dal web che nel mondo non è inusuale giocare facendosi trasportare dagli Struzzi come fossero cavalli cavalcati dove gli struzzi vengono allevati:

Struzzo cavalcato da donna

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NOTE AGGIUNTIVE
Un motivo in più per vedere di buon occhio gli allevamenti bradi degli struzzi anche in Italia! Dove una specie si è estinta favorire dove possibile la naturalizzazione di specie prossime geneticamente e spazialmente come areale.
Riporto anche ad integrazione questo articolo del 2023 dal titolo “Israele: scoperte uova di struzzo risalenti a 4.000 anni fa” da cui estraiamo qui: “un antico accampamento dove si cucinavano uova di struzzo tra i 4.000 e i 7.000 anni fa. (…) Gli scavi archeologici hanno rivelato pietre bruciate, selce, strumenti di pietra e frammenti di ceramica, oltre a una collezione di uova di struzzo. (…) Gli struzzi si estinsero nella regione del Levante nel XIX secolo (esclusi quelli in cattività o in allevamento), tuttavia durante il periodo preistorico erano molto comuni in natura. Alcune delle uova mostrano segni di decorazione e incisione, suggerendo che potrebbero aver avuto anche una funzione decorativa, piuttosto che essere esclusivamente per il consumo umano.”.
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Nel languore di un’ imprenditoria, che appare attiva solo per il tempo utile a prendere incentivi e non in primis per guadagnare sul prodotto, non mi meraviglierei se poi il tutto fosse sfumato in Puglia come tante speculazioni, o se fu invece una miopia burocratico-amministrativa a non favorire quella bella attività imprenditoriale, o non anche le pastoie e limitazioni e divieti imposti dalla mala-sanità della Falsa-ecologia, ad esempio con scusa Aviaria …

Ma mentre c’è chi stupidamente si preoccupa del dopo-ulivi, dando retta agli untori di paura e depressione della maxi Frode Xylella, (e invece nessun olivo è morto per la famigerata fantomatica Xylella, e tutti stanno ripollonando copiosamente”), e dunque su cosa produrre al loro posto, stando persino attento a non ferire la degenerata “sensibilità”(?), de facto pro loro estinzione, di chi vorrebbe non si sfruttassero e quindi non si allevassero più gli animali,

Io mi preoccupo del sotto-ulivi, di cosa cioè ulteriormente produrre in termini di coltivazione e allevamento, e dunque anche di paesaggio, di cosa anche introdurre e reintrodurre, nella agro-foresta degli Ulivi del Grande Salento che nessuno deve permettersi di eradicare, al più si ri-innestino cultivar tradizionali del nostro Sud Italia sui polloni che spuntano dalle radici di Olivastro dei nostri vivi Olivi, innestati sovente appunto su selvatici Olivastri!

 

Struzzo esemplare maschio – la specie presenta un evidente dimorfismo sessuale. Gli struzzi sono molto abili a mimetizzarsi: i maschi, che hanno un piumaggio nero, covano le uova durante la notte, mentre le femmine, dotate di una livrea beige-marrone che si confonde sullo sfondo della sabbia, le covano durante il giorno.

Dall’allevamento degli Struzzi si ricava buona carne, uova enormi e piume in primis. Ma come per ogni buon allevamento virtuoso en plein air non si getta nulla e tutto si ricicla!

 

Cestino con uova di Gallina e le gigantesche uova di Struzzo, la cellula-uovo più grande del mondo!

 

Ricordo la carne di Struzzo, che mi colpì per il suo colore rosso intenso, nei supermercati del Salento anni fa da produzione locale.
 
Si deve sburocratizzare e si devono riaffermare le libertà naturalistiche all’allevamento e alla coltivazione libera di qualsiasi creatura della tradizione agricola o comunque selvatica del nostro Pianeta se non la si estingue ma anzi il contrario ripropagandola e diffondendola!

Un link di un articolo per approfondire sull’allevamento dello Struzzo, ma mi raccomando solo allevamenti en plein air non intensivi industriali: https://www.affarimiei.biz/idee-imprenditoriali/allevare-struzzi

(Testi tratti dal mio post facebook del 14 agosto 2017 al link: https://www.facebook.com/oreste.caroppo.9/posts/10214115891881364)

(Vedi anche l’articolo dal titolo “AGRO-ECOSISTEMA ULIVETO: manifesto per il riconoscimento del vasto ecosistema dell’uliveto quale Agroforesta degli Ulivi di Puglia per la sua massima tutela e valorizzazione nel verso della rinascita naturalistica e culturale dell’intero paesaggio di Puglia” al link: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/agro-ecosistema-uliveto-manifesto-per-il-riconoscimento-del-vasto-ecosistema-delluliveto-quale-agroforesta-degli-ulivi-di-puglia-per-la-sua-massima-tutela-e-valorizzazione-nel-verso-della-ri/)

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Così rispondevo a questo post facebook interrogativo di Vincenzo Zamboni:

Sondaggio Economico Universale.In questo momento che cosa faresti per abbassare la disoccupazione italiana, soprattutto giovanile (che è altissima) ?

Publiée par Vincenzo Zamboni sur Lundi 12 novembre 2018

 

La mia risposta:

INCENTIVEREI IL RITORNO FISIOCRATICO ALLA PRODUZIONE DI PRODOTTI AGRO-SILVO-ITTICO-PASTORALI PUNTANDO SULLA MASSIMA DIVERSIFICAZIONE DELLA PRODUZIONE PER UNA MASSIMA BIODIVERSITÀ COMPLESSIVA

Non rifiorisce nulla dove non si sa più cosa è un fiore e a cosa serve!

FISIOCRAZIA!

Per me poi i vecchietti devono essere in attività possibilmente fino al loro ultimo respiro! La pensione è una vergogna come concetto e ha senso solo in una società dove si lavora per lavorare, non per svolgere attività congeniali con il proprio sé e con la propria età come dovrebbe essere con la massima flessibilità!

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Riguardo alla maxi-Frode Xylella cui abbiamo accennato leggi l’articolo “MAXI FRODE XYLELLA: non c’è un solo Olivo morto stecchito dalla Xylella in Salento! Il Tempo ha detto: C.V.D. tutti ripollonano, rigermogliano, basta “NON FARE NULLA”, davvero NULLA con impegno!” a questo link: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/maxi-frode-xylella-non-ce-un-solo-olivo-morto-stecchito-dalla-xylella-in-salento-il-tempo-ha-detto-c-v-d-tutti-ripollonano-rigermogliano-basta-non-fare-nulla-davvero-nulla-con-impegno/

 

Oreste Caroppo        14 novembre 2018

 

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