Neppure i CIGNI REALI autoctoni lascia in pace la FALSA-ECOLOGIA in Italia! DA DIFENDERE E RIPOPOLARE!

Neppure i CIGNI REALI autoctoni lascia in pace la FALSA-ECOLOGIA in Italia!

DA DIFENDERE E RIPOPOLARE!

Cigno reale (Cygnus olor)

Quest’anno il freddo invernale è giunto intenso ed in grande anticipo nell’Emisfero Settentrionale, lo sentiamo sulla nostra pelle oggi in Salento, questo fa ben sperare per il ritorno copioso agognato dei Cigni reali (Cygnus olor) in Terra d’Otranto come avvenuto alcuni anni or sono.
E dobbiamo essere pronti a difenderli!

Difenderli da cosa che se sono uccelli protetti?
Dai bracconieri?
Beh indubbiamente il pericolo dei bracconieri esiste sempre, ma vanno protetti anche da un nemico ancora più subdolo che è la Falsa-ecologia!

Pensate, quelle poche volte che sono giunti massivamente in Salento sul finire del ‘900 e inizi del nuovo millennio sono stati stalkerati e perseguitati con la scusa delle malattie, ora dicendo di temere danni a loro, ora paventando rischi per l’uomo da zoonosi, (malattie trasmessegli dagli animali).

Prima la “fissa” del saturnismo (intossicazione cronica prodotta dal piombo e dai suoi composti): si diceva che i Cigni presentavano segni di avvelenamento da piombo, e si accusavano i piombini da caccia presenti nei bacini di Ugento dove in gran numero i Cigni erano giunti: nutrendosi, raspando il fondo con il loro lungo collo, avrebbero ingoiato i piombini, oddio non è improbabile,
ma, cavolo, erano arrivati da poco, date almeno il tempo a quelli uccelli di arrivare e di mangiare!

Perché dico che quella sembrava più una fissa, che non una effettiva indeferibile emergenza?

Erano i primi anni novanta del secolo scorso; se riconsiderate ora la storia di quegli anni vi accorgerete che coincidevano con l’allarme lanciato a livello mondiale per la presenza del piombo nella benzina da cui poi si passo all’imposizione, tramite legge della Comunità Europea, all’uso nelle automobili a benzina della benzina detta “verde” senza piombo con istallazione in esse di marmitte catalitiche per migliorare la qualità dell’aria complessiva per la respirazione umana; vi si faceva un gran parlare di piombo in quegli anni su tutti i media e di come il Pianeta fosse stato inquinato dal piombo emesso dalle attività umane industriali e dal complesso degli auto-trasporti;
insomma un allarme piombo divenuto però talmente ossessivo, monoideistico, una psicosi, tanto che, essendo i pallini da caccia fatti di piombo, i poveri Cigni, pur protetti dallo sparo diretto in quanto specie protetta, ne furono comunque iatro-martirizzati! Questa la mia sensazione!

E poi comunque si poteva sempre dire che magari il piombo lo avevano già ingerito negli altri bacini in cui erano stati prima di giungere in Salento, del resto si cacciava da anni con pallini al piombo non solo nelle aree umide salentine.

Così i bacini di Ugento, da luogo bello nel quale andare a vedere i Cigni con i bambini, e che fiume di gente che si recava lì per vederli e fotografarli – Cigni che avevano deciso di svernare copiosi in Salento, evento raro di cui più quasi non si aveva memoria; nelle fonti i naturalisti ottocenteschi avevano registrato l’arrivo di Cigni in Salento, sia Cigni reali, sia i Cigni della specie Cigno selvatico al loro tempo -, diventarono in breve quasi un ospedale a cielo aperto, con i Cigni mansueti, loro malgrado, che, ad ogni sintomo di stanchezza o altro presunto malessere, venivano continuamente presi e portati negli ambulatori veterinari per visite e controlli, analisi e cure depurative e chissà cos’altro, e qualcuno, forse chissà, magari anche soppresso, mi par di ricordare … la classica “pietosa” eutanasia che piace a certi professionisti … ma non sarebbe meglio rilasciarli vivi nel luogo di prelievo in quei casi perché decida la natura cosa farne di loro, farli guarire o divenir pasto di altre creature nella catena alimentare?!

Sul discorso saturnismo sto solo facendo riflessioni correlando fatti, comportamenti e la Weltanschauung di quegli anni intrisa di fobie sull’inquinamento da piombo che non è mia intenzione comunque qui sminuire.

Dopo quel periodo però avete più sentito parlare di problema avvelenamento da piombo negli uccelli in maniera così ossessiva nei media?!

No, perché in quegli anni vi dico, ho ricordi di bambino qualcuno più grande si ricorderà meglio, sembrava dai mezzi di informazione che non esistesse altro problema del Pianeta se non il piombo, elemento pure lui naturale alla fine dei conti.

Se ne parla ancora, a cercare, del saturnismo nei Cigni, ma non in maniera spiccata come allora, probabilmente da parte di chi rimase colpito da quel tanto favellare dell’epoca in merito, (vedi questo scritto del 2016 al link: https://it.blastingnews.com/salute/2016/10/con-l-autunno-aumentano-i-rischi-dell-avvelenamento-da-piombo-001213671.html)

Le attenzioni sui Cigni, mi par dunque, erano state “avvelenate” dal meme della tossicità del piombo, meme intorno a cui in quel periodo tanto si stava muovendo a livello industriale internazionale nel settore automobilistico in particolare e a livello politico-ambientalista.

I meme strumentali in realtà durano poco e subito si alternano, cambiano nella Falsa-ecologia.

Esempi? Buco dell’ozono, piogge acide, muzza-pazza, global warming, specie invasive, aviaria, suina, xylella, ecc.

Ora non voglio qui negare certo gli effetti negativi dell’ingestione di piombo sull’organismo animale, ma voglio sottolineare come un’eccessiva attenzione sanitaria, questa è la mia sensazione, stava distruggendo un bellissimo evento naturalistico.

Quei Cigni erano venuti qui a trascorrere l’inverno in un luogo che speravano tranquillo, dalle fredde lande più nord-europee, non certo venivano per farsi curare da qualcosa o per ammalarsi in massa.

La notte ai bacini di Ugento c’era chi faceva la veglia in auto perché non si avvicinasse nessun bracconiere ad ucciderli, e sì c’erano anche i bracconieri a minacciarli.

 

Cigno reale con ali inarcate sul dorso in una posa detta buskin, che i cigni maschi usano per intimidire i rivali o far da vela per muoversi sospinti dal vento sull’acqua.

Poi quei Cigni reali tornarono ancora nel Salento in inverno negli anni successivi, ai bacini di Ugento sempre, ma non solo, evidentemente il piombo non li aveva sterminati!

E fu così che incapparono in quella che nella nostra inciviltà occidentale snaturalizzatasi fu orchestrata a grande truffa di Falsa-ecologia pro biocidio e controllo, ad esempio controllo del settore dell’allevamento di pollame, la truffa costruita ecoterroristicamente intorno al virus dell’Aviaria, in particolare al virus H5N1.

E del saturnismo non si parlò praticamente più! Ma come, i pallini da caccia erano sempre sul fondale, non erano mica spariti se c’erano qualche anno prima; se si avvelenavano davvero prima si dovevano avvelenare anche ora, ma nulla, ora se avevano segni di stanchezza, di presunto malessere si sospettava Aviaria! I protocolli ufficiali nella catena di comando degli enti sanitari statali ora erano pieni della parola Aviaria, e dunque l’interesse batteva lì!

E di nuovo grandi catture, tamponi anali per analisi di controllo e in Europa, Italia inclusa, vile stamping-out, ovvero massacri ecatombe a tappeto, “non ne deve restare nessuno vivo!”, ordinati dagli enti sanitari ai danni di interi stormi di Cigni reali ed interi allevamenti di pollame … ma scusate, quel virus lo potevano trasportare anche i passerottini che si spostano per tanti chilometri in migrazione, ma vuoi mettere a livello mediatico l’immagine di uno stamping-out dei grandi Cigni reali quanto maggiormente funzionale a chi deve creare psicosi nella popolazione, psicosi su cui si fondano queste speculazioni sanitarie a mille voci di lucro?!

Basti pensare in paragone alla medesima speculazione fito-sanitaria della maxi-frode costruita sul fantomatico batterio Xylella fastidiosa, come furbo cavallo di Troia in Puglia in questi ultimi anni, con questa volta non i Cigni al centro ma gli Ulivi e tutto il loro ecosistema naturale e rurale, e gli Ulivi, anche evidentemente sanissimi, eradicati platealmente!

E la psicosi Aviaria, per la paura della zoonosi, si diffuse talmente bene e talmente forte che appena in un paese pugliese si vedeva un Piccione morto per chissà quale motivo, perché dovete sapere che gli animali muoiono, tutti, non sono immortali, (immortale può essere semmai la loro specie nella continuità della riproduzione, ed è questo da auspicare e per cui operare!), si chiamavano subito le forze dell’ordine e le autorità sanitarie che con personale addetto giungevano con tute di protezione chimico-biologica per rimuoverlo!

Dove era finita tutta quella ossessiva attenzione per la salute dei Cigni? In un batter d’occhio si passò da una apprensione eccessiva per la loro salute, ossessiva, ad una ossessiva foga pro loro sterminio!

 

Per la Puglia trovo questi articoli di quegli anni:

-) del 1 marzo 2006, “Aviaria/Puglia – Cigni abbattuti per analisi, proteste – La Regione protesta col Ministero per l’abbattimento di 4 cigni nell’oasi naturale di Torre Colimena ad opera di tecnici dell’Istituto nazionale della fauna selvatica”, al link:

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/puglia/45415/aviaria-puglia-cigni-abbattuti-per-analisi-proteste.html

-)  questo articolo del 17 marzo 2006, al link www.regione.puglia.it, in cui si legge che il Presidente della Regione Puglia non autorizzava gli abbattimenti dei Cigni nelle oasi naturalistiche pugliesi, sospendendo quanto era stato pianificato e limitandosi a procedere a più attenti monitoraggi  per appurare se fosse davvero presente nei Cigni il virus H5N1.

Cigni del resto in ottima salute, leggiamo qui, quelli che volevano abbattere in Puglia.

Si alimentò di stragi di Cigni la truffa dell’Aviaria, e che quella intorno all’Aviaria sia una storia ammantata ancora da tante ombre lo mostrano le inchieste in merito aperte, proprio come nel caso della Frode Xylella, stessi modus operandi eco-terroristici, stessi interessi poliedrici permessi da una psicosi generale indotta,

vedi ad esempio questo articolo dell’11 aprile 2014 intitolato “Il farmaco inutile contro l’aviaria pagato dai governi oltre tre miliardi”, al link: https://www.repubblica.it/salute/medicina/2014/04/11/news/il_farmaco_inutile_contro_l_aviaria_pagato_dai_governi_oltre_tre_miliardi-83286445/

I soccorritori di Cigni reali davvero in difficoltà e bisognosi di cure, in quel periodo, dovevano subito dimostrare che si trattava di Cigni non affetti da Aviaria o caput, come in questo bel caso di recupero nel gallipolino di un Cigno debilitato, e apprendiamo, da questo articolo del 9 febbraio 2006 che in quei mesi Cigni erano giunti anche nei bacini di Ugento e di Porto Cesareo, al link:  http://www.gallipolivirtuale.com/acnews/news.asp?id=694&sid=616527833

 

Da quegli anni ad oggi non abbiamo più avuto arrivi così massicci di Cigni reali in inverno in basso Salento, qualche passaggio occasionale soltanto; ad esempio nel freddissimo gennaio 2017 nei bacini di Taranto, vedi al link: https://bari.repubblica.it/cronaca/2017/01/19/news/puglia_il_freddo_fa_scappare_gli_uccelli_migratori_lasciamo_cibo_sui_davanzali_per_aiutarli_-156337465/

Da segnalare anche grande rarità ornitologica per il Sud Italia una coppia di Cigno minore (Cygnus columbianus), anche chiamato Cigno della Tundra, nel Golfo di Taranto, nella foce del Fiume Agri (Matera), non molto distante da Taranto. Il freddo di quel fine autunno aveva favorito probabilmente questi graditissimi arrivi migratori; avvistati il 2 dicembre 2016, la segnalazione al link: https://www.ebnitalia.it/easyReports/ReportLeggi.asp?id=1374&fbclid=IwAR2r4DKd3lnvGILFfPBTiqeOGji1HlywiBlBp_-42d9NHO60svWVtEi5HtQ

Cigno minore: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cygnus_columbianus

Tipico delle zone fredde della Russia, migratore, passa la stagione fredda (sverna, termine tecnico) di solito in Danimarca, Gran Bretagna e Paesi Bassi. Già raro nell’Europa centro meridionale,
la sua presenza tanto a Sud è spettacolare. Monogamo si muove di solito con la sua stabile coppia maschio-femmina.

 

I Cigni hanno pagato con le loro vite per mantenere in auge la psicosi in Europa con cui queste macchine speculative si alimentano,

tanto che ancora recentemente li si abbatte in Europa con la scusa del rischio di trasmissione di malattie, vedi ad esempio questo articolo dal titolo “INCREDIBILE. IN SVIZZERA I CIGNI REALI, SPECIE PROTETTA, POTRANNO ESSERE ABBATTUTI. E’ QUANTO HA DECISO IL NOSTRO PARLAMENTO FEDERALE!” del 23 agosto 2016, al link: http://www.animaux-parlement.ch/it/actualite/incredibile-i-cigni-reali-specie-protetta-potranno-essere-abbattuti-e%E2%80%99-quanto-ha-deciso-il, dove si legge che i cigni causerebbero «danni considerevoli alle coltivazioni agricole per via dei loro escrementi », costituendo « una fonte di malattie potenziali ». I cigni, diventati troppo famigliari, rappresenterebbero « un pericolo per i passanti, i ciclisti ed i bambini che ingenuamente si avvicinano a questo animale aggraziato ma anche aggressivo ». Nientemeno.
Per questi motivi, la mozione chiedeva che il Cigno reale non usufruisse più dello statuto di animale protetto per « agevolare il compito ai cantoni affinché possano ordinare misure di regolazione delle popolazioni.»

L’ onda lunga della demonizzazione in Europa del Cigno portatore di malattie!

Ma i loro gratuiti escrementi son un fertilizzante per l’agricoltura, e invece li si demonizzano! Pazzesco, snaturazione totale!

Ora se tornassero i Cigni reali, come comunque mi auguro, rischiano sempre per la latente speculazione dell’Aviaria, che ogni tanto qualcuno in qualche luogo cerca di risollevare,

ma non dimentichiamo che gli uccelli oggi sono in Italia di nuovo vittime di un’altra medesima frode di Falsa-ecologia legata ora al cosiddetto virus della Febbre del Nilo Occidentale per cui si dicono diversi uccelli essere potenziali vettori del patogeno, come i Corvidi e che per questo li si vorrebbe sterminare, vedi questi due articoli:

-) del 4 settembre 2018, “Ferrara: virus West Nile incentivi cacciatori abbattere corvidi”, al link:

http://www.acaccia.com/2018/09/ferrara-virus-west-nile-incentivi-cacciatori-abbattere-corvidi/?fbclid=IwAR1BEiSPmO0E9eI3OTpCKRL-k03CSLwAGUKqPhZikHyaHKxPbaKJ-5CVDy0

-) e questo articolo del giugno 2018 in merito agli abbattimenti autorizzati dalla Regione Emilia-Romagna ai danni di Cornacchie, Gazze e Ghiandaie, perché causerebbero danni a frutteti, colture e altra fauna, nonché perché detti potenziali vettori del virus West Nile (Febbre del Nilo Occidentale) e non solo, al link: https://www.sulpanaro.net/2018/06/pronto-piano-controllo-cornacchie-gazze-ghiandaie-danni-frutteti-colture-alla-fauna/

Siamo al delirio, neppure queste specie autoctone possono svolgere nel territorio le loro normali attività di vita, alimentazione, predazione, defecazione!

Attenti allora alla Falsa ecologia sempre in agguato!

L’ auspicio per i Cigni è che almeno, a fronte di quegli eccidi, qualche paese europeo abbia provveduto saggiamente a rilasciare anche Cigni reali allevati in cattività perché si uniscano a quelli già viventi in selvatico per ripopolare più rapidamente l’Europa; così si sarebbe dovuto fare anche in Italia, anche in Salento, ma ovviamente, dominio della Falsa-ecologia in questi anni, non si è fatto.

Si è assistito poi persino ad ignobili interventi di falsi-animalisti che hanno scoraggiato la presenza nei parchi cittadini italiani di Cigni reali con scuse animazziste di maltrattamento e sfruttamento, invece di incentivare il loro allevamento come giusto per auspicare fughe, o voluti rilasci di ripopolamento!

 

Si tutela un essere vivente quando si tutela la sua fertilità

(frase tra virgolette di Tania Pagliara)

 

Aggiungiamo a conoscenza della Falsa-ecologia che i Cigni tornati in natura da allevamento son da essa considerati sovente come sorta di Cigni di serie B da catturare; la scusa?

Li definiscono aufughi, che vuol dire scappati dalla cattività, e lo dicono non come cosa bella con elevazione inneggiante alla libertà, ma con fare dispregiativo, così come chiamano “randagi” i Cani e i Gatti ferali con tono denigratorio e falso-pietoso al contempo al fine di eliminarli, catturarli, sterilizzarli.

Dicono che questi esemplari non riuscirebbero a sopravvivere da soli in natura anche se magari sono mesi e anni che sono scappati e stanno in natura assai bene evidentemente, altrimenti sarebbero morti da un pezzo!

Un Cigno reale era scappato da un laghetto privato salentino mesi or sono e aveva trovato rifugio nelle acque del mare Gallipolino: ricorderanno i salentini la narrazione sui media locali dei numerosi tentativi che furono fatti per riacciuffarlo e riportarlo in quella villa privata, invece di gioire tutti per quella libera sublime presenza capace di richiamare altri Cigni, e invece di provvedere al più presto, come si doveva fare in una cultura davvero saggia e naturalistica, a rilasciare una compagna da allevamento per un bel ripopolamento rinaturalizzate!

Belle le parole che scrisse a sua difesa il 20 maggio 2017 il redattore di questo articolo che meritano di essere rimarcate: “giovane e bell’esemplare di cigno. Appare vitale e in buona salute. Ma chissà perché c’è chi lo vuole per forza adottare o catturare per curarlo, come fosse un cucciolo trovato per strada. Vogliamo rispettarlo veramente? Lasciamolo in pace!!! E non abbiamo sempre la presunzione che tutto e tutti abbiano assolutamente bisogno di noi!!! Se e quando ne avesse veramente di problemi, allora interverremo. Credo e spero che invece se ne voli via libero in breve tempo.” Al link: https://www.puglia.com/cigno-mare-di-santa-maria-al-bagno-salento/

 

LA PIÙ GRANDE CURA MESSA A PUNTO DALLA NATURA CONTRO OGNI MALATTIA, RISCHIO, CAMBIAMENTO, E’ LA RIPRODUZIONE,

SI’ POSSIAMO SE VOGLIAMO CURARE GLI INDIVIDUI IN DIFFICOLTÀ MA QUESTO SOPRATTUTTO DA FARSI SE LA SPECIE E’ IN ESTINZIONE, MA CIO’ CHE PIÙ CONTA E’ FARLO PER FARLI RIPRODURRE, FARLI RIPRODURRE IN SELVATICO O IN CATTIVITÀ CHE SIA, PER POTER POI RIPOPOLARE IL TERRITORIO SELVATICO O ANTROPIZZATO

QUESTA E’ LA VERA CURA

IL RESTO RISCHIA DI DIVENTARE ABERRAZIONE COME LA FOLLIA PROFONDISSIMA OGGI DI CHI SOSTIENE DI AVER CURATO CANI E GATTI STERILIZZANDOLI – ERGO ESTINGUENDOLI E HANDICAPPANDOLI DE FACTO!

Ecologismo vero è far riprodurre le specie, non sterilizzarle

 

———————————————————————————————-

 

PER RIFLETTERE SULLA DEGENERAZIONE SNATURALIZZANTE ODIERNA:

SAN FRANCESCO PATRONO D’ITALIA QUANDO SALVAVA GLI ANIMALI LO FACEVA PER FARLI RIPRODURLE OVVIAMENTE

I falsi-animalisti odierni li “salvano”, secondo loro, solo sterilizzandoli – son il MALE ASSOLUTO!
Che cosa avrebbe detto di loro quel Santo cristiano cattolico?

Su segnalazione preziosa di Antonio Nuzzoli​ questo capitoletto dai
“FIORETTI DI SAN FRANCESCO” Capitolo XXII.

 

Come san Francesco dimesticò le tortole salvatiche.

Uno giovane avea preso un dì molte tortole: e portandole a vendere, iscontrandosi in lui san Francesco, il quale sempre avea singolare pietà agli animali mansueti, riguardando quelle tortole con l’occhio pietoso, disse al giovane: O buon giovane io ti prego, che tu me le dia, e che uccelli così mansueti, a’ quali nella Scrittura sono assomigliate le anime caste e umili e fedeli, non vengano alle mani de’ crudeli che gli uccidano. Di subito colui, ispirato da Dio, tutte le diede a san Francesco; ed egli ricevendole in grembo, cominciò a parlare loro dolcemente: sirocchie mie, tortole semplici innocenti e caste, perchè vi lasciate voi pigliare? ora io vi voglio scampare da morte e farvi i nidi, acciocchè voi facciate frutto e moltiplichiate, secondo i comandamenti del nostro Creatore. E va san Francesco, e a tutte fece nido: ed elleno usandosi, cominciarono a fare uova, e figliare dinanzi alli frati: e così dimesticamente si stavano, ed usavano con san Francesco e con gli altri frati come se elle fussero state galline sempre nutricale da loro, e mai non si partirono, insino che san Francesco colla sua benedizione diede loro licenza di partirsi. E al giovane che gliele avea date disse san Francesco: Figliuolo, tu sarai ancora frate in questo Ordine, e servirai preziosamente a Gesù Cristo. E così fu; imperocchè il detto giovane si fece frate, e vivette nell’Ordine con gran santità.

San Francesco e le Tortorelle, affresco attribuito al pittore Giotto (1267 circa – 1337), Basilica di San Francesco ad Assisi

 

 

 

Data: 16 novembre 2018

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *