I murales che impreziosiscono il Salento

I murales che impreziosiscono il Salento

 

A Zollino

Murales ”Ninfa metropolitana”, Zollino, sotto la Strada Statale 16, 15 ottobre 2006, foto di Oreste Caroppo

 

Un murales che mi colpì molto quando lo scoprì lì seminascosto dietro una formazione di bellissimo Ailanto. Trovo magnifica la figura muliebre ritratta, per il mio gusto, e intitolai quel murales “Ninfa metropolitana”. Par una naiade, ninfa delle acque dolci della Terra nella mitologia greca.

Anni dopo, tornato a ritrovare cotanta femminile magnificenza, trovai il murales distrutto, erano state gettate a terra molte delle file di conci di cemento del muro su cui era stato apposto impreziosendo quel luogo di degrado metropolitano, insieme allo sforzo della natura con quel verde Ailanto per naturalizzare i luoghi. Per fortuna avevo fatto questa foto a preservarne l’incanto!

 


 

A Maglie

Ci sono murales che impreziosiscono i muri, di alto livello artistico, di grande valore simbolico, questo in Maglie è uno di quelli che chiedere di cancellare sarebbe un vilipendio.

Murales ”A GREAT POET”, Maglie, bosco ”Cciancule”, via vecchia Scorrano, notte del 27-28 gennaio 2019. Foto di Oreste Caroppo

È sul muro di cinta, all’esterno del bosco delle “Cciancule”, sulla via vecchia per Scorrano.
Lo slogan non lascia dubbi su chi sia lì raffigurato: il poeta magliese Salvatore Toma di cui è famoso lo slogan in inglese riportato nel murales.

Scopro che ne hanno fatto anche un articolo su questi murales a Maglie di omaggio al Poeta magliese: “A great poet” Salvatore Toma: il misterioso omaggio sui muri della città, mercoledì 10 gennaio 2018, al link: http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=49511&id_rub=180 “Un omaggio al poeta magliese Salvatore Toma è apparso in questi giorni in due distinte zone della città di Maglie. Sono due i murales realizzati con la tecnica stencil, uno vicino ai Residence (0, l’altro nei dintorni dell’area mercatale. Ignoti gli autori dell’opera artistica. Salvatore Toma è conosciuto per essere uno dei maggiori lirici salentini e pugliesi.

Un murales che comunica silenzioso e mi fa scoprire ora in rete anche la foto cui si ispira: 

Foto in bianco e nero del poeta magliese Salvatore Toma (Maglie, 1951-1987), con i suoi fedeli amici cani. Tratta dal link.

 

Accanto all’uomo il suo fedele amico anche ritratto.
Un bosco quello della “Cciancule” detto in cui il Poeta trovava la sua ispirazione, circondato dai suoi amici, gli amici dell’uomo, i cani!

Alberi e animali son fonte di poesia per chi ama la Natura, son vita, son il paesaggio della nostra Città.

La grande Tromba d’aria del novembre 2000 che si abbatté su Maglie dilaniò quel bosco che imperituro dalle radici e dal complesso del suo sottobosco si è comunque ben rigenerato; aggredito dagli insetti divoratori del legno, natura anche loro, vegeta in barba ad ogni esagerato eco-allarmismo di chi vorrebbe con pesticidi sterminare ogni creatura, come se ogni creatura, autoctona o esotica, selvatica o domestica, non avesse invece una sua ragione e bellezza!
Il segreto della sua forestale vegetale esistenza la sua continua rigenerazione!

Pensiamo anche allo sguardo del cane di questo murales quando vediamo cani che corrono liberi per la Città in cerca dei loro amori, non siano stalkerati come se fossero un’anomalia, l’anomalia è considerare anomalia il loro libero passeggiare, difendiamoli da chi vorrebbe sterilizzarli a tappeto, follia dei nostri tempi, le future generazioni non devono avere solo le poesie scritte da chi le ha precedute, ma ancora vive cucciolate, ancora animali nel paesaggio, liberi e domestici, ancora alberi e boschi fonti di ispirazione, curiosità e meraviglia, sorgenti di vera poesia!

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Probabilmente appartenenti alla stessa mano due altri murales, sempre con tecnica stencil, sempre in chiaro-scuro, che ho osservato nella Città.
Vedi altre mie foto nei commenti a questo post.

Uno di essi è sui muri esterni del Mercato coperto nel centro storico, in basso, su via Largo San Pietro, e mostra un gatto accanto ad un ratto/topo che sta giocando saltando alla corda vicino a lui. Entrambi a dimensione grossomodo naturale.

Murales Gatto-Ratto, Maglie, esterno del Mercato coperto nel centro storico, notte 27-28 gennaio 2019, foto di Oreste Caroppo


Tenendo conto delle differenza tra topi e ratti direi che quello nel murales è un ratto.

Questo murales mi fa pensare alla normalità di avere in un centro abitato gatti e ratti/topi che vivono in equilibrio predatore-preda senza che nessuno getti veleni mortiferi o sterilizzanti contro i roditori che poi avvelenano cani e gatti anche, senza che nessuno si sogni come oggi follemente di sterilizzare a tappeto i gatti e/o chiuderli in speculativi lager gattili, con il conseguente interesse dei venditori di veleni pesticidi. E c’era persino chi anni fa aveva preso la fissa di combattere i colombi in Città, magnifiche presenze, ed invocava il pastone avvelenato con sterilizzanti, che ignominia!

 

Murales con citazione da un brano del gruppo musicale CCCP-Fedeli alla linea, Maglie, via Ospedale, centro storico, notte 27-28 gennaio 2019


Questo murales di alta qualità mi par della stessa mano artistica, è sulla sinistra di via Ospedale poco dopo averla imboccata da via Roma.
Il testo scritto è tratto, scopro ora digitando lo su Google, da una canzone intitolata “Io sto bene” del gruppo musicale CCCP-Fedeli alla linea:

Il murales è ubicato in un luogo assai sapiente per essere immediatamente visto anche dall’auto, appena si svolta da via Roma a via Ospedale.

In questi ultimi due murales, le cui foto son qui nei commenti, compare lo stesso simbolo (forse firma dell’autore?), una specie di virgola assai rigonfia.

Allo stesso artista deve appartenere anche questo murales artistico a Maglie nel largo su via Indipendenza all’incrocio con via Lama, e vi compare lo stesso marchio firma:

Murales artistico a Maglie nel largo su via Indipendenza all’incrocio con via Lama, foto dell’ 8 giugno 2019

 

 

(Tratto dal mio post facebook del 28 gennaio 2019, al link)

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I miei complimenti alla graffitara, mi dissero essere una giovane ragazza del basso Salento, dal nome d’arte “La Pupazza“, che dipinge in luoghi particolarissimi dei grandi singoli occhi con uso del colore scuro, da qualche tempo a questa parte!

Sceglie luoghi talvolta degradati, tal altri di particolare posizione scenografica, o significato, mai beni culturali o edifici storici, quasi a volere dare un senso di vita, di presenza spirituale animistica alla natura, e alla dimensione urbana con valore didascalico forse anche di suscitare rispetto maggiore per il paesaggio vivo che ci circonda!

Murales dell’occhio dell’artista graffitara ”La Pupazza”, Maglie angolo tra via Gallipoli e via Thaon de Revel, 23 ‎agosto ‎2011, foto di Oreste Caroppo

 

Così a Maglie era comparso un grande occhio all’ ingresso dalla via di Gallipoli, sullo spigolo arrotondato di un muretto che delimita un terreno in corrispondenza del punto di biforcazione della strada, un punto altamente scenografico, e sopra al muretto in sua corrispondenza si alzava un alto cipresso piramidale! La città che prendeva vita in quell’occhio che ti guardava appena entravi nel centro urbano!

Poi però, un altro graffitaro, questo senza nulla di artistico, ma vandalico ed invidioso, lo ha sfregiato con una x, e dopo il tutto è stato coperto da una nuova omogenea passata di vernice sul muretto in operazioni di sua manutenzione!
Una graffitara dai valori positivi e rispettosa del bello!

A me piaceva tantissimo all’ingresso di Maglie quel murales, mi incuriosì e per fortuna lo fotografai, vivificava la Città!

Anni dopo, una sera con l’amico giornalista Donato Nuzzaci a Galatone in occasione di un convegno del famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi, ebbi modo di incontrare e conoscere La Pupazza, che mi raccontò della peripezia notturna per realizzar lì a Maglie il suo occhio – sua firma artistica ormai – senza esser scovata. Della sua caratteristica produzione mi piacciono di più proprio i grandi occhi singoli in chiaro scuro isolati vivificanti il paesaggio che aveva fatto comparire un po’ in tutto il Salento.


 

A Gallipoli

Murales Biscia, Gallipoli lungomare, primi mesi del 2017, foto di Oreste Caroppo. Dal post facebook al link.

 

Un bellissimo grande murales naturalistico sul lungomare di Gallipoli meritevole di massimo apprezzamento,
che ho osservato con gran bella sorpresa e subito fotografato in questi primi mesi del 2017.

Questi i murales che davvero danno dignità anche ai muri di degradante cemento e che impreziosiscono degli scorci anziché degradarli ulteriormente.
L’ Arte non muore mai quando ci si lascia ispirare dalla Natura, in questo caso dai serpenti di specie pur viventi nel Salento, le Bisce, terra su cui aleggiano anche innumerevoli leggende sui serpenti-draghi.

Contro l’ orrore di certa arte contemporanea, (buona semmai solo per qualche set cinematografico di film di denuncia, ma poi basta, il paesaggio quotidiano è dove viviamo e sia periferia o un bel borgo deve ispirare valori buoni, meravigliare, non deprimere!), il realismo virtuoso naturalistico desta sempre il massimo apprezzamento!

Bellissimo esempio di street art che ho visto su internet.

Questo che segue invece un bellissimo murales iper realistico con una ingigantita lucertola della specie autoctona Podarcis sicula a San Cassiano di Lecce

Bellissimo murales iper realistico con una ingigantita lucertola della specie autoctona Podarcis sicula.
San Cassiano di Lecce – nei pressi del palazzetto della pallavolo
pomeriggio del 7 maggio 2020.
Foto di Oreste Caroppo. Dal post facebook al link.

Dopo tanti murales da stile “ragazzi dello zoo di Berlino” anacronistici e dai degradanti valori, finalmente l’ arte torna ad essere arte e a trasmettere bellezza quale sia il suo supporto.

In controtendenza a certe pubblicità di prodotti casalinghi attuali sulla tv italiana dove pare stia sparendo il concetto della bellezza femminile, (fanno ancora eccezione almeno le pubblicità dei profumi, delle auto e poco altro), e questo è molto spiacevole!

(Dal mio post facebook del 15 marzo 2017, al link: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10212537926033204&set=pb.1534895340.-2207520000.1548719727.&type=3&theater)

 


 

A Poggiardo

Murales ”Fango”, Poggiardo periferia, su via Oronzo Tiso, muri del campo da calcio pressi angolo con via Pietro Siciliani, ‎2 ‎agosto ‎2006, foto di Oreste Caroppo, attore Giovanni Enriquez

 

Un bel murales anche se certamente non edificante, della tipologia che ho battezzato da “Ragazzi dello zoo di Berlino” in riferimento al famoso film sul degrado della tossicodipendenza che ha connotato la gioventù europea nella seconda metà del ‘900.

Dopo poco tempo fu ricoperto da un altro murales assai meno forte e di minor pregio, comunque non sgradevole: rose rosse su sfondo nero.

 


Spesso i murales compaiono in luoghi già degradati, o sono quasi un segnale rafforzativo indicante strutture architettoniche o comunque manufatti, su cui vengono apposti, e che stridono già di per sé con il contesto paesaggistico circostante storico o storico-naturale, per cui possono anche avere un valore diagnostico per chi già da solo non è in grado di capire se nel contesto paesaggistico vi sono strutture recenti che andrebbero abbattute o che comunque richiedono interventi di risanamento estetico reintegrante secondo il Genius loci dell’area.

Quando invece son i murales son atti vandalici di sfregio su monumenti che non andrebbero rovinati esteticamente l’intervento rimuovente è bene che sia celere, perché il degrado indotto da un primo inadeguato graffito legittima altri ad apporre altri loro graffiti-murales per un degrado che può accrescersi da quel punto in poi rapidamente!


 

Il caso di Neviano

Un mio post polemico e di analisi tra murales valorizzanti il paesaggio e murales che lo degradano

NEVIANO (LE): 25 aprile 2012, "MA STANNO DISTRUGGENDO LA VILLETTA!"CHIEDIAMO AL VIGILE URBANO PRESENTE: "E' TUTTO IN…

Gepostet von Oreste Caroppo am Donnerstag, 26. April 2012

 

 

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