Scovato un esemplare del rarissimo e misterioso CHIURLOTTELLO nelle collezioni scientifiche del Liceo Capece di Maglie?! E non solo …

Scovato un esemplare del rarissimo e misterioso CHIURLOTTELLO nelle collezioni scientifiche del Liceo Capece di Maglie?! E non solo …

La specie avifaunistica più enigmatica del Paleartico!

 

Un rarissimo esemplare di Chiurlottello (Numenius tenuirostris) nella collezione tassidermica del Liceo Capece di Maglie. Foto di Oreste Caroppo, agosto 2022, scatto di notte alla luce soprattutto del flash nello scatto della fotocamera del telefonino. Identificazione sulla base delle mie foto a giudizio unanime di tanti birdwatchers italiani. Vedi “il petto con le famose macchie a cuore” tipiche del Chiurlottello.
Il becco che sovrasta il piccolo uccello è invece di un più comune Chiurlo maggiore.

 

SPERIAMO DAVVERO CHE LA SUA SPECIE NON SI SIA ESTINTA COME TALUNI OGGI PAVENTANO! CONFIDIAMO NELLA FORZA DELLA NATURA!

 

Di che specie si tratta?

Il grande birdwatcher Dario Salemi vi ha riconosciuto dalle mie foto e video diffusi in Facebook un esemplare di Chiurlottello (Numenius tenuirostris), e a seguire praticamente all’unanimità tanti altri birdwatchers italiani hanno confermato la medesima identificazione nei gruppi facebook di ornitologia su cui ho condiviso le mie foto con dei post. Qui una scheda ornitologica sul Chiurlottello postatami da uno di loro a corroborazione della identificazione avifaunistica:

 

Scheda di birdwatching per il riconoscimento del Chiurlottello.

 

Purtroppo non sono riuscito a leggere durante lo scatto delle mie foto lì di sera, nei primi di agosto del 2020, il nome della specie indicato nella etichetta cartacea adesiva sul basamento. L’esemplare è nella collezione tassidermica del Liceo Francesca Capece di Maglie in gran parte curata dal naturalista tassidermista salentino Liborio Salomi (1882-1952).

Al di là anche di quella che fu la originaria identificazione è interessante il fatto che oggi in quell’esemplare dei birdwatchers stiano vedendo il Chiurlottello.

Ecco cosa leggiamo su internet per questa specie:
“In particolare, il Marocco è stato sino al 1995 l’unica area esistente (con buona probabilità insieme alla Puglia) dove la specie appariva regolarmente ogni anno. (…) Da quanto si evince dai dati (…) [di segnalazioni della specie in Italia negli anni ottanta e novanta del ‘900] in Puglia si concentra il maggior numero di osservazioni ( 8 ) e la specie era certamente regolare nella regione, in particolare nel complesso di zone umide del Golfo di Manfredonia. (…) 18 o 19 osservati individui in Puglia nel 1995 a Margherita di Savoia (…)” (da http://web.tiscali.it/ebnitalia2/QB004/chiurlottello.htm)

 

Teca con il rarissimo esemplare di Chiurlottello imbalsamato, Liceo Capece in Maglie (Lecce). Foto di Oreste Caroppo, agosto 2022. Sulla sinistra in primo piano un Chiurlo maggiore invece, mentre sempre in primo piano sulla destra una Pittima reale.

 

Leggete tutto l’articolo su questo uccello che rappresenta quasi un mistero per l’ornitologia e la cui storia biologica, si evince, è strettamente legata alla nostra Puglia, un articolo avvincente: http://web.tiscali.it/ebnitalia2/QB004/chiurlottello.htm.

Quaderni di birdwatching

“Il Chiurlottello (Numenius tenuirostris) è certamente la specie più misteriosa e rara di tutta l’avifauna del Paleartico Occidentale.
(…) ll petto con le famose macchie a cuore”

Leggetelo!!!

 

L’ultimo Chiurlottello osservato nell’area di svernamento di Merja Zerga in Marocco nel gennaio 1995. Ciò ad oggi (agosto 2022) sperando possano essere riavvistati presto altri esemplari lì e non solo della medesima specie. Foto da questo articolo nel Web, per somiglianza con altre foto potrebbe essere di C. Gomersall RSPB (Royal Society for the Protection of Birds). “È l’uccello più raro in Europa, Nord Africa e Medio Oriente“.

 

L’autore ci dice che “la caccia appare allo stato attuale delle conoscenze il fattore primario per la scomparsa del Chiurlottello. (…), una stima di diverse migliaia di individui abbattuti nella nostra nazione tra la fine dell’800 e metà del ‘900, è assolutamente verosimile. Per non parlare del (…) drammatico impatto che può avere avuto l’attività venatoria in Italia negli ultimi decenni”. (da )

URGE MORATORIA TOTALE DI 5 ANNI DELLA CACCIA IN TUTTA EUROPA!!!

Riporto qui da Wikipedia: “Questo chiurlo viveva nell’Europa orientale, soprattutto in Russia (regione di Omsk) dove sono stati rinvenuti gli unici due nidi noti alla scienza (l’ultimo nel 1924). Dall’analisi degli isotopi sulle pelli conservate nei musei, pare però che gran parte della popolazione mondiale si riproducesse invece nelle steppe del Kazakistan. In passato (sino agli anni ’70-’80 del XX secolo, gli ultimi confermati) svernava anche in Italia, negli stati balcanici e nel Nordafrica, in Turchia e negli stati dell’ex Unione Sovietica. Era di passo soprattutto in Europa orientale ed Europa mediterranea e in Medio e Vicino Oriente. Un tempo comunissimo durante le migrazioni, tanto da essere ritenuto nell’800 e sino a inizio ‘900 la specie di Numenius sp. più abbondante, il suo declino è velocemente risultato consistente e palese già da metà anni ’50 del XX secolo. Attualmente, il chiurlottello è da considerarsi superstite solo in numeri assai esigui, se non, addirittura, del tutto estinto, sebbene IUCN (3.1) lo riporta come CR (a Rischio Critico). Oltre 200 sono gli esemplari tassidermizzati, sia montati che in pelle, che si trovano nei musei e istituzioni scientifiche italiane, nonché addirittura in licei classici, scientifici e altri enti scolastiche. Questo attesta chiaramente almeno due cose: che in passato la specie era molto comune, e pertanto facilmente abbattuta in Italia; che l’attività venatoria italiana ha contribuito nel tempo alla rarefazione di questa specie già sofferente per svariati e concatenati motivi diversi e complessi (inquinamento, soprattutto radioattivo, distruzione e perdita di habitat, disgregazione sociale in specie ad alta interazione sociale e via dicendo).” (da https://it.m.wikipedia.org/wiki/Numenius_tenuirostris)

Chiamato anche Chiurlo dal becco sottile (in inglese “slender-billed curlew“), il Chiurlottello, “uccello tutto bianco e oro” oggi “è l’uccello più raro in Europa, Nord Africa e Medio Oriente“, svernava non solo in Marocco, Puglia e più in generale Italia e Balcani, ma anche in Mare Nero sul Delta del Danubio, come si racconta in questo articolo.

“Negli ultimi anni, piccoli gruppi di uccelli sono stati trovati nelle zone costiere settentrionali del Delta del Danubio.
Quattro uccelli erano presenti dal 25 luglio al 21 agosto 2003, sei sono stati visti l’11 agosto 2004 e un altro il 12 agosto 2004.
Un avvistamento di un singolo uccello è stato segnalato dall’Albania nel 2006 da un gruppo di ornitologi dell’organizzazione ambientale EuroNatur.” (Dall’articolo al link: https://antropocene.it/2020/02/28/numenius-tenuirostris/)

La nidificazioni in Siberia, tra paludi, torbiere e taiga, ma le testimonianza sono pochissime e risalgono al primo ventennio del ‘900  vicino Tara con il ritrovamento di nidi con uova nel mese di maggio e adulti. Da allora non si è avuta più nessuna altra notizia sulla sua nidificazione, nessun dato certo e documentato sulle sue reali zone di riproduzione. “Piskun” è il nome locale del Chiurlottello nella zona di Tara (città della Russia siberiana sudoccidentale). In Salento invece Roberto Aloisio che ha fatto ricerche etnografiche presso un suo zio nato negli anni ’40 del ‘900, agricoltore e grande cacciatore di Maglie, ritiene che questi Chiurlottelli frequenti fino ad alcuni decenni or sono come svernanti in Salento siano identificabili sotto il generico nome di “ciurli/chiurli“, con cui si identificavano anche indifferentemente Chiurli piccoli e maggiori.

L’ultimo avvistamento mondiale di un esemplare vivo di Chiurlottello pare risalga al 2006 in Albania ad opera di un gruppo di ornitologi; un’area quindi pur assai vicina al Salento (fonte: https://antropocene.it/2020/02/28/numenius-tenuirostris/)

Speriamo si possano presto avere nuovi avvistamenti di individui vivi.

Non posso che augurare al grande Dario Salemi di darci presto la notizia di un avvistamento da parte sua in Salento di qualche svernante Chiurlottello che ci riporti la speranza!

Nota sulle immagini:
ho scattato diverse foto e girato un video di documentazione alla collezione scientifica di esemplari tassidermizzati presente a Maglie, in quello che è stato il mio liceo, (un liceo classico dove era attivo anche un indirizzo scientifico sperimentale che è stato quello da me frequentato, il Liceo statale Francesca Capece). Ciò mi è stato possibile nei primi di agosto in occasione dell’apertura dello stabile per l’evento gastronomico-culturale estivo noto come “Mercatino del Gusto”; le foto sopra mostrate nell’agosto 2022, il video nell’agosto 2021.

 

Qui ho ripreso tutta la parte tassidermica della collezione esposta al pubblico nei corridoi del Liceo Capece. Vi sono poi altre teche con materiale scientifico biologico sotto formalina qui non riprese, uno scheletro umano reale, che ricordavo lì presente in una teca di legno verticale, uno scheletro di neonato, feti umani, rettili sotto formalina, serpenti, forse anche anfibi, ecc. Feti animali teratomorfi con un solo occhio sotto formalina. Ecc. Un gabinetto delle curiosità. Guardate anche nei commenti dove aggiungo altri dati e foto.

 

Una documentazione per poter poi approfondire i contenuti della collezione con maggiore calma e condividendo il materiale con il maggior numero di esperti. Ed è così che coinvolgendo tra gli altri Dario Salemi nella visione delle mie foto e video, questi la mattina del 20 agosto 2022 mi ha scritto di aver individuato lì tra quegli uccelli imbalsamati l’ormai rarissimo Chiurlottello, ormai estinto addirittura secondo alcuni pessimisti!
Una identificazione di notevole importanza scientifica, che corrobora e conferma assolutamente il pregio che io ho sempre attribuito a quelle immaginifiche teche che ammiravo lungo i corridoi del palazzo principale del Liceo. Una identificazione che mi ha fatto letteralmente strabuzzare gli occhi!

Ecco due fotogrammi dal mio video della collezione con ripresa del Chiurlottello:

 

Chiurlottello imbalsamato, Liceo Capece di Maglie, fotogramma da video dell’agosto 2021 ripreso da Oreste Caroppo.

 

Chiurlottello imbalsamato, Liceo Capece di Maglie, fotogramma da un video dell’agosto 2021 di Oreste Caroppo. Non ho informazioni ulteriori purtroppo sull’esemplare tassidermico che ho fotografato a Maglie nel Liceo Capece, però siamo in Puglia, regione principe in passato in Italia per l’avvistamento di questa specie. Spero si possano avere altri dati dagli archivi del Liceo Capece.

 

Nel commentare questi due fotogrammi Dario Salemi ha evidenziato il petto con un cerchietto rosso: “Qui si vede meglio la puntinatura del petto a differenza degli altri chiurli. È pertanto un Chiurlettollo senza forse, si vedono le macchie a forma di cuore nella parte bassa del petto.” (Dario Salemi)
Chiurlottello imbalsamato, Liceo Capece di Maglie, fotogramma da un video dell’agosto 2021 di Oreste Caroppo. Focus sul petto.

“Sarebbe slender-billed curlew” il Chiurlottello come chiamato in inglese (letteralmente “Chiurlo dal becco sottile”), mi scrive Dario Salemi, che mi invia questa due immagine guida per birdwatchers:

 

Scheda per il riconoscimento ornitologico di alcune specie di Chiurli.

 

Scheda per il riconoscimento ornitologico di alcune specie di Chiurli. Qui il Chiurlottello è ”slender-billed curlew” in inglese.

 

“Piccolo come un Chiurlo piccolo ma più somigliante al Chiurlo maggiore. Si vede la differenza nella parte bassa del petto, i famosi cuori. Sì sicuro è lui l’esemplare imbalsamato che hai fotografato, un Chiurlottello. Ottimo, bel colpo Oreste, ci devo venire a Maglie a vedere la collezione nel Liceo Capece, sembra ben fatta dal tuo video.” aggiunge Dario Salemi. Proprio alcuni giorni prima, il 5 agosto 2022, a San Giorgio località costiera subito a Nord degli Alimini (Otranto) l’amico Antonio d’Ostuni di Carpignano salentino mi aveva mandato le foto di un Chiurlo piccolo “passato sopra le teste dei miei figli, -mi scrive- si è posato sullo scoglio a una decina di metri da noi”. Una specie stretta parente e per fortuna a meno rischio di estinzione del Chiurlottello.
Slender-billed Curlew (Numenius tenuirostris). [order] CHARADRIIFORMES | [family] Scolopacidae | [latin] Numenius tenuirostris | [UK] Slender-billed Curlew | [FR] Courlis a bec grele | [DE] Dunnschnabel-Brachvogel | [ES] Zarapito Fino | [NL] Dunbekwulp. Dal link.
In questo video dal Museo Civico Di Zoologia di Roma vediamo esposto il loro esemplare tassidermizzato di Chiurlottello tra i pezzi di maggiore valore scientifico della loro collezione:
Un uccello ormai quasi fantasma per i birdwatchers, una leggenda per ornitofili, oggetto di interesse anche per studi criptozoologici. Un mito per i più giovani osservatori di uccelli. C’è chi pessimista ritiene la specie del Chiurlottello estinta dato che sono ormai diversi anni che non giunge più alcuna segnalazione di loro avvistamento da tutto il mondo, chi invece tra gli ornitologi è fiducioso che ne esistano ancora una cinquantina di esemplari nel mondo. Io ovviamente tifo affinché abbiano ragione questi ultimi e che la specie possa riavere una ripresa e uscire dalla lista rossa delle specie in via di estinzione, o peggio da quella delle specie estinte!

URGE MORATORIA TOTALE DI 5 ANNI DELLA CACCIA IN TUTTA EUROPA!!!

Ribadisco che non dobbiamo fare una lotta contro la caccia a priori anche perché non sarebbe fruttuosa e non otterrebbe nessun risultato nel muro contro muro, ma chiedere una moratoria totale assoluta della caccia per 5 anni in tutta l’Unione Europea per valutare quello che accade in termini di ripresa avifaunistica, per poi decidere se proseguire o dare alcune concessioni.

Speriamo si possa presto avere nuovi avvistamenti di individui vivi di Chiurlottello!

 

Dedico questo bel ritrovamento al ricordo di Antonio Baldari

impavido ambientalista amico ed estroso artista

APPENDICI

ALTRI TESORI NATURALISTICI NELLE COLLEZIONI DEL LICEO CAPECE

Alcuni miei post facebook di approfondimento sempre a partire da esemplari presenti nella collezione tassidermica del Liceo Capece di Maglie, si invita a leggere anche i commenti.

 

Approfondimento sui Corvi comuni (“crauli” in vernacolo) in Salento presenti svernanti numerosi ancora negli anni ‘5o del ‘900, poi nulla più per il Salento. Si discute qui di questo a partire dalla foto di un Corvo comune (Corvus frugilegus) nella collezione del Liceo Capece di animali imbalsamati:

 

 

Un esemplare di Pavoncella corona bianca (Vanellus albiceps) di origine africana, non sappiamo la sua origine, forse occasionalmente giunta in Salento, come talvolta capita per uccelli africani, (vedi il recente caso dell’avvistamento a Porto Cesareo in Salento di un Airone Nero Egretta Ardesiaca nel maggio 2017 ad opera del birdwatcher salentino i Giuseppe Colonna), e poi colpita da qualche cacciatore locale? O frutto di scambi naturalistici.

 

Interessante sapere quale fosse la rete di rifornimento di questi animali presenti nella collezione del Liceo Capece, in gran parte realizzata ed allestita da Liborio Salomi (Carpignano Salentino, 1882 – Lecce, 1952), quanti venivano dal territorio circostante tramite attività venatoria, quanti e quali da allevamenti e zoo, e quali da reti di rifornimento più estese. Antonio d’Ostuni di Carpignano Salentino mi scrive: “Il nipote (attualmente in vita) di Liborio Salomi, mi ha raccontato che gli animali da lui imbalsamati e studiati venivano tutti dalle nostre terre…”, se così non possiamo comunque escludere per alcuni esemplari anche zoo e allevamenti ovviamente, ma la maggior parte sicuramente pertanto venivano da attività venatoria locale. Qualcuno magari vede la scimmietta ed è confuso, ma è comunque possibile che animali esotici vengano da allevamenti locali. Non dimentichiamo che le ville dei ricchi locali erano un tripudio non solo di piante esotiche ma anche di animali esotici in voliere nell’ ‘800 e ‘900.
Chissà se quel Pellicano presente nella collezione non è stato abbattuto nelle nostre zone paludose dei Paduli nel cuore del basso Salento nelle quali si racconta nelle fonti che i pellicani fossero presenti; leggiamo qui in questo studio del professor De Bernart che l’ultimo pellicano fu abbattuto lì nel 1865 nell’area con canali e un grande lago, il Lago Sombrino, nei pressi della foresta Bosco Belvedere nell’hinterland di Supersano. E così tante altre curiosità per gli altri esemplari come le Coturnicii Cigni comuni e reali o l’Occhione (un cacciatore anni fa mi disse che in passato erano frequenti gli Occhioni in Salento e venivano cacciati).
Si inserisce nella serie di animali che potrebbero essere incappati come occasionali rarità nel carniere dei cacciatori salentini e che poi i naturalisti locali subito compravano per imbalsamarli e arricchire così le loro collezioni anche questo esemplare di Corrione biondo (Cursorius cursor):

 

Scopro che di questa specie non mancano nell’ ‘800 e ‘900 numerose segnalazioni registrate non solo in Sicilia ma anche in regioni peninsulari italiane. Da Wikipedia alla voce “Cursorius cursor” leggiamo: “Questo corrione vive in Africa a nord dell’equatore, dal Marocco al Kenya, e a sud, tra Angola e Sudafrica; in Medio Oriente, nelle ex repubbliche russe, fino all’India. È di passo nell’Europa occidentale e settentrionale, nonché nel Mediterraneo e in tutta Italia”. In una etichetta in basso leggiamo “Famiglia Burinidae”, più correttamente dovrebbe essere Burhinidae, ma si riferisce ad un esemplare di Occhione comune (Burhinus oedicnemus) presente a sinistra, infatti la famiglia del Corrione biondo è un’altra: Glareolidae.

Dalle collezioni tassidermiche di esemplari teratologici di bestiame del Liceo Capece di Maglie.
Il monstrum, lo straordinario pur naturale che incuriosisce e suscita meraviglia alla base dell’approfondimento e quindi della conoscenza scienza:

 

Qui in questo mio articolo sul Pinguino boreale (Alca impennis) dal titolo “Il PINGUINO BOREALE – quanto sarebbe bello se fosse ritrovato ancora in vita, se tornasse! E non solo lui …” riprendo due mie foto rispettivamente dei due esemplari di Alca torda (la specie geneticamente più vicina ad Alca impennis) presenti nella collezione tassidermica del Liceo Capece di Maglie.
   Oreste Caroppo

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