L’ ALGIROIDE MAGNIFICO VIVE ANCHE IN SALENTO! La bella scoperta e la necessità della sua difesa preventiva contro le follie eradicative del “razzismo verde” della Falsa-ecologia contro specie bollate esotiche

NEL SALENTO OSSERVATA UN’ ASSOLUTA RARITÀ’ FAUNISTICA

L’ ALGIROIDE MAGNIFICO

Aguzziamo la vista tutti per capire se la sua diffusione è ancor più vasta di quella ad oggi documentata.

La sua bella scoperta e la necessità della sua difesa preventiva contro le follie eradicative del “razzismo verde” della Falsa-ecologia contro specie bollate esotiche.

Questa specie di sauri mediterranei neo-segnalata in Salento, ma già da proteggere dalle follie del “razzismo verde”, arricchisce invece preziosamente la biodiversità di questo chersoneso italico!

 

Algiroide magnifico a Corfù. Immagine dal link: https://www.treknature.com/gallery/photo260130.htm.

 

L’Algiroide magnifico (Algyroides nigropunctatus), una lucertola europea, di cui si conosceva la diffusione nelle regioni costiere dell’Adriatico orientale e dello Ionio orientale. In ltalia era nota ad oggi la sua presenza soltanto nel Carso Triestino e Goriziano, mentre è diffusa nei Balcani, comprese alcune isole ioniche. E’ specie anfiadriatica e transionica.

Dalle più comuni lucertole salentine la si distingue per la colorazione più scura e la presenza di squame ben maggiori. Le dimensioni non son particolarmente dissimili. Predilige ambienti tipicamente mediterranei e rocciosi.

La prima segnalazione effettuata da alcuni studiosi naturalisti, tra i quali il salentino Giuseppe Maggiore, risale all’ aprile del 2010, in territorio di Diso (LE),; successivamente, altre segnalazioni sono pervenute dai territori comunali di Santa Cesarea Terme (LE) e Castro (LE). (Dati tratti da questo PDF).

 

Algiroide magnifico a Otranto – scheda.

 

Qui una segnalazione con dati e foto del 19 settembre 2010, in territorio di Santa Cesarea Terme (Lecce), al link: http://www.naturamediterraneo.com/forum/pop_printer_friendly.asp?TOPIC_ID=125389

ll giorno 30 marzo 2016 è stata rinvenuta una piccola popolazione di questa specie in territorio di Otranto (LE), all’interno del territorio del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase” in un’area prospicente il mare caratterizzata da habitat sub-steppico e presenza di muretti a secco e pietraie. (Dati tratti da questo PDF).

I primi di agosto del 2016 anche il naturalista salentino Rocco Castrignano​ segnala l’avvistamento di questa specie di sauro nel territorio di Santa Cesarea Terme e lo fa sulla pagina facebook del gruppo facebook “Fra le Scrasce“, notizia poi ridiffusa dalla pagina facebook “Flora e Fauna del Salento“, e da qui anche dalla stampa locale.

Si tratta dunque felicemente di più di un nucleo riproduttivo di lucertole di questa specie nelle aree costiere salentine del Canale d’Otranto, del resto già le prospicienti vicine coste balcaniche e delle isole greche come Corfù annoverano normalmente questa specie nella loro erpetofauna, avrebbe dovuto meravigliare di più l’ assenza che non la loro presenza nel Salento!

Algiroide magnifico sull’Isola di Corfù. Isola visibile talvolta all’orizzonte dal basso Salento. Immagine dal link: http://www.greencorfu.com/algyroides-nigropunctatus/.

Più nuclei riproduttivi può volere dire più introduzioni, o anche una popolazione complessiva più antica oggi frammentata, o non ancora ben documentata, o tutte le cose insieme, di certo son osservazioni che fanno capire quanto la specie sia ben adattata e comunque ottimamente naturalizzata nel territorio.

Attenzione perché di questi tempi la macchina del razzismo verde della falsa-ecologia rischia di attivarsi e demonizzare queste presenze importanti anziché valorizzarle, è la follia del nostro tempo! La Falsa-ecologia!

Quella degli animali oggi rari e presenti in aree limitate del Salento, giunti con carichi di legna, portati dall’ uomo, è un’ ipotesi, come tante, e mi sono anche giunte segnalazioni di lucertole scure che scorrazzavano tra i tronchi di carichi di legna da ardere importati dalla vicina Grecia, e poi depositati al suolo in campi-magazzino all’ aperto del Salento, ma attenti a prenderla per vera sempre, ed in maniera assoluta, per spiegare la presenza di animali selvatici nel Salento che son animali comunque a naturale diffusione lungo le coste del Mediterraneo!
Il Camaleonte mediterraneo (Chamaeleo chamaeleon), solo ad esempio, potrebbe essere presente nel Salento da molto tempo, naturalmente o paleointrodotto, (leggi: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/il-camaleonte-salentino/?fbclid=IwAR0LfOC06YM6BdLLwgehUPC1sUGqxxVONOYNLVMo5Myj2d3vP69mOWynZ9s), oltre all’ipotesi di un arrivo più recente.
Abbiamo nel Salento tantissime specie di piante selvatiche in comune con la Penisola Balcanica, Sicilia, Malta, Corfù, Creta, così in comune con la Penisola Balcanica il Geco di Kotshii o il Colubro leopardino, nell’ambito dei rettili, solo ad esempio; anche quelle piante e quei rettili son giunti tutti con i carichi di legna portati dall’ uomo!? Potrebbe essere improbabile, e le vicissitudini naturali hanno comportato spesso per animali e piante innumerevoli occasioni di spontanea diffusione! Pensiamo anche solo ai tronchi di alberi trasportati nei fiumi e poi da lì in mare, zattere naturali di trasporto per biodiversità.

 

Bellissima foto di Umberto Panico in Salento del 5 aprile 2022. Dal post leggiamo da Umberto Panico che i suoi avvistamenti della specie sono lungo la costa del Canale d’Otranto in Salento nel tratto tra Badisco-Torre Minervino. Raffaele Santo invece racconta che i suoi avvistamenti sono poco più a Nord nella zona Orte-Faro di Capo d’Otranto.

 

Poi se l’Algyroides nigropunctatus è presente a Corfù che è un’ isola, perché meravigliarsi se è presente nel vicinissimo Salento?! Fermo restando la meraviglia per la bella presenza di biodiversità!

E anche se giunto grazie all’uomo, e non su zattere vegetali naturali, o altro modo o vettore, ben venga idem: ora questa specie è salentina per “ius soli et sanguinis“!

L’Algyroides nigropunctatus è inserito nella lista rossa IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura, http://it.wikipedia.org/wiki/IUCN) come animali da proteggere e di cui tutelare gli habitat.

Dirla alloctona aliena questa specie da noi sarebbe una bestemmia scientifica!
Si deve parlare di specie anfi-adriatica trans-ionica quale sia il vettore e il momento in cui è giunta in Italia!
Dato che vive già nelle terre balcaniche che vediamo da Otranto al di là del mare.
Una specie da salvaguardare dalle demonizzazioni del razzismo verde della Falsa ecologia che già si è avventato contro le nostre ben radicate popolazioni di Camaleonte mediterraneo (Chamaeleo chamaeleon) in selvatico cercando di demonizzare la loro presenza bollandola come di specie “aliena”, persino ignorando il suo stesso nome volgare di “Camaleonte comune mediterraneo”!
Il Camaleonte mediterraneo (Chamaeleo chamaeleon).
Due specie da salvaguardare e di cui favorire la massima diffusione. Se oggi è la costa orientale del basso Salento che vede il maggior numero di avvistamenti di Algyroides nigropunctatus, per il Camaleonte invece le maggiori segnalazioni vengono oggi dalle aree del feudo di Nardò che è lungo la costa occidentale.
Dalle medesime aree delle coste rocciose idruntine, ma anche da altri luoghi del Salento (Novoli ad esempio nel 2009), giungono da diverse persone interessanti segnalazioni relativamente recenti e da verificare e approfondire anche sulla possibile presenza dello Stellione (Stellagama stellio), grosso rettile sauro appartenente all’infraordine Iguania delle iguane,  presente nelle prossime vicine aree balcaniche; una segnalazione con foto di un esemplare in libertà del 2006 è stata fatta dallo speleologo Raffaele Santo lungo la costa rocciosa tra Otranto e Badisco. Rimando a questo mio post e ai commenti ad esso per ulteriori dati e foto:
Qui riportiamo in conclusione un estratto da una mia discussione in apologia della presenza dell’Algiroide magnifico in Salento contro le derive della Falsa-ecologia
Giù le mani dall’Algyroides nigropunctatus salentino!
Si muovono già soggetti che dichiarano che è una specie aliena da attenzionare e magari eliminare dal Salento “a tutela della desertificazione artificiale” che agognano!
Una parte della flora salentina accettata come AUTOCTONA è flora balcanica trans-jonica anfi-adriatica, non deve stupire se accade idem per alcune specie animali!
Negare questa evidenza e normalità sarebbe un crimine scientifico!
Ciò che nel Salento non ci deve essere è il razzismo verde della falsa ecologia dei professionisti del biocidio!
E come sarebbero giunti questi sauri in Salento per essere autoctoni?” dice retoricamente il professionista del biocidio.
La mia risposta:
“Sì ti risponderò attraverso il modo in cui tu mi risponderai alla domanda: come sono arrivate le iguane dal Sudamerica alle isole Galapagos vulcaniche emerse dal mare?
E scommettiamo che Corfù è più vicina a Otranto di quanto le isole Galapagos sono vicine al continente sudamericano?
Inoltre quando il livello dei mari era 120 m più basso di oggi durante l’ultima glaciazione si poteva arrivare a piedi molto più facilmente dall’altra parte dell’Adriatico per un abitante del centro-sud Italia.
Ma è probabile che la tua risposta possa essere tanto deviata e corrotta da progettare un bel biocidio con gasazione o sterilizzazione delle iguane delle Galapagos in quanto evolutivamente “aliene” in quelle isole che nella tua ideologia in quanto vulcaniche emerse dal mare dovrebbero restare dei deserti e invece anche senza uomo diventano dei paradisi in poco tempo!
Prendere atto della realtà è il primo passo verso la saggezza e la scienza!
P.s.: ergo se possono arrivare naturalmente, e questo è quindi assodato, ma sono arrivati grazie all’uomo volontariamente o accidentalmente, ad esempio sulle navi, bisogna farsene comunque una ragione perché l’uomo non è un alieno alla natura ma parte della natura come il vento, come le correnti, come il tubo digerente degli uccelli per i semi, come il pelo del bisonte europeo che si spostava in cerca di buoni pascoli intriso di semi appiccicati ad esso.
Per le iguane nelle Isole Galapagos si ipotizza che esse siano giunte tramite zattere di tronchi e vegetali naturali trascinate dai fiumi.
Ti avviso che stanno avvistando in Salento negli stessi luoghi lo Stellagama stellio che certamente saprai essere ancor più parente delle iguane …
Bisogna prendere esempio dagli australiani che stanno sterminando le specie aliene in Australia!” scrive un’altra sostenitrice del razzismo verde.
La mia risposta: “Non mi risulta che gli australiani di razza europoide si siano ancora suicidati o abbiano iniziato il trasloco in Europa da cui giungono.
Vedo invece che stanno facendo un bel po’ di biocidi contro le specie che li hanno accompagnati.
Ma loro non sanno di essere alieni lì applicando i loro medesimi concetti??”
Continuando a riportare i miei commenti dalle discussioni nate in seguito alla condivisione del post di Umberto Panico nei gruppi di “erpetologia creativa contemporanea”, chiamarla semplicemente “-logia”, scienza, sarebbe ormai improprio, facevo notare:
“Ma lo sapete quali specie di rettili vivono nella sola Corfù?!”
E condividevo loro questo articolo ricco di foto delle innumerevoli specie di rettili presenti nella vicina isola di Corfù.
E vi pare che manchi una Podarcis assai prossima alla nostrana Podarcis sicula, la specie di lucertola considerata oggi autoctona in Puglia e detta da taluni “messa a rischio di estinzione in loco ora dall’arrivo dell’Algyroides nigropunctatus“??
Ebbene lì è presente invece sia il genere Podarcis sia l’Algyroides nigropunctatus.
Vicinanza tra Salento, Albania e Corfù – da Google Maps.
Vedendo quanto vive oggi a Corfù in termini di ricchezza di erpetofauna e ciò che abbiamo perso in Salento in poco tempo: non sarebbe meglio chiedere all’ente del nostro “Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” un progetto di diffusione della Testudo hermanni (nella varietà pugliese Testudo hermanni hermanni/e magari anche di quella balcanica Testudo hermanni boettgeri) nelle aree del parco, e così anche altrove in Salento?
Era nota la loro presenza diffusa in libertà nel territorio di Otranto fino ad alcuni decenni or sono, agli Alimini e non solo.
Testudo hermanni hermanni
Testudo hermanni hermanni.
Di fatto sono ancora presenti le Testudo hermanni hermanni in tantissime case delle nonne quelle testuggini terricoli, le “cilone” chiamate di vernacolo, a quelle più originariamente endemiche si è aggiunta la varietà negli anni più recenti importata dai Balcani, Testudo hermanni boettgeri, soprattutto in primis al tempo dell’arrivo degli albanesi dopo la perestrojka, che le vendevano qui per quattro spiccioli prendendole sulle loro coste prima di partire. Non ci vedo nessun inquinamento nella loro presenza se anche della sottospecie balcanica ma ricchezza di biodiversità.
E non solo, pare ci fossero in Salento anche le Testuggini marginate, e non mancarono in Magna Grecia anche giunte con l’uomo le Testuggini greche. Vedi in questo mio articolo il paragrafo dedicato alle testuggini. Vedi questo studio.
Oggi fossilizzati nell’ideologia impastoiante e biocida del razzismo verde, non parte persino più neppure l’allevamento e ripopolamento con le nostre testuggini terricole più autoctone.
È vero tanta gente le prenderebbe, come le hanno prese in passato, ma non è stato un male perché la specie così si è salvata di fronte alla crescente cementificazione e aratura con mezzi meccanici sempre più devastanti dei suoli,
ma ora che abbiamo dei parchi teoricamente meglio tutelati non è tempo di farle tornare anche in selvatico?! Certo che sì!
Ovviamente tutto con opportuna cartellonistica per far capire che oggi non sono più a rischio nelle aree protette (perlomeno si spera) e invitando a non raccoglierle come animali da salvare dal mondo esterno, ma ad ammirarle nel loro habitat.
Vorrei progetti di questo tipo, di rinaturalizzazione, e meno progetti di continua infrastrutturazione per la fruizione … Per questo si deve parlarne di tutto ciò e rilanciare queste richieste-idee.
Il Parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca ha tra i suoi fiori all’occhiello per cui è stato istituito la tutela della specie Quercus macrolepis (la Vallonea), per questa e innumerevoli specie di flora che vivono in Salento varrebbero le stesse discussioni “razziste verdi autoctono/alloctono” in corso ora sul Camaleonte comune o l’Algyroides nigropunctatus.
Ciò basta per capire come quella di oggi sia solo una strisciante ideologia di falsa ecologia, scienzah, e nulla più: si chiama per la precisione “razzismo/purismo verde della Falsa ecologia” e i suoi rappresentanti principali per cui la corografia attuale delle specie diventa fossilizzazione secondo il dogma poco naturalistico per nulla geologico ed evoluzionista “le specie e varietà/subspecie/ecotipi non devono più spostarsi da quelli areali nei quali al momento di una certa indagine sono state individuate qualche tempo fa fissato” sono chiamati eloquentemente “professionisti del biocidio“!
Ed ora come fatto per presentare come “alieni” i nostri Camaleonti, pur mediterranei e comuni nel loro nome volgare, faranno analisi genetiche da mistificare anche sugli Algiroidi. E così esattamente come per il Camaleonte salentino analisi genetiche hanno mostrato che i nostri esemplari sono imparentati con quelli del Mediterraneo orientale così sarà per l’Algiroide magnifico che ha il suo areale proprio immediatamente a Oriente del Salento. E nel caso dei Camaleonti con quali Camaleonti i nostrani dovevano essere imparentati?! Con quelli del Madagascar o proprio con quelli del Mediterraneo orientale della nostra medesima specie?! Poi qualche furbetto mistificatore tenta di presentare i dati genetici a modo proprio per cercare di presentarci le specie prese di mira come se fossero animali “alieni”, dal film horror e di fantascienza Alien appunto! E a quanto vedo poi tanti nella masse ci cascano acriticamente.
Viceversa invece sono risultati geneticamente più vicini ai Camaleonti dell’Africa del Nord quelli della Calabria meridionale come appunto c’era da attendersi, sebbene sempre parliamo della stessa specie salentina, invece hanno bollato alloctoni alieni per l’Italia sia quelli calabresi sia i nostri salentini invitando ad approfondirne l’impatto sulle altre specie locali.
È il momento di cacciare a pedate via dalla gestione ecologica i professionisti del biocidio razzisti verdi!
Le loro sono operazioni di mistificazione e demonizzazione.
Non caschiamoci più!
Apprezziamo invece ciò che è presente e si è adattato al nostro territorio quali siano le modalità con cui è giunto, modalità che sono importanti da studiare ma per voglia di conoscenza non a fini di demonizzazione e biocidio.  Apprezziamo così ad esempio gli Eucalipti camaldolesi importati dall’Australia e grazie ai quali si osservano oggi sovente in Salento le Amanite muscarie flavivolvate che probabilmente vivono in stato di simbiosi con questi alberi.
Per riflessioni e approfondimenti questi due articoli:

 

APPENDICE

Inoltre sempre in basso Salento sono stati anche osservati esemplari melanici della autoctona Podarcis sicula:

 

 

 

Oreste Caroppo      1 novembre 2018 e aggiunte successive

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *