E se certe EPIDEMIE di PESTE fossero state veicolate dalle OSTIE e non dai RATTI? – Quel sospetto parallelismo tra OSTIA e VACCINO …

E SE CERTE EPIDEMIE DI PESTE FOSSERO STATE VEICOLATE DALLE OSTIE E NON DAI RATTI?

Quel sospetto parallelismo tra ostia e vaccino …

 

Ostia eucaristica cattolica. Atto della sua elevazione e ostensione durante il rito della messa.
PREMESSA: si espongono qui delle tesi di valenza nella ricerca storiografica pura e non si intende pertanto in alcun modo offendere il personale credo dei singoli sia esso quello religioso nel simbolo dell’eucaristia cristiana secondo la teologia più ufficiale, né eventualmente il credo scientista nel valore di farmaci e vaccini inclusi imposti o proposti dalle autorità sanitarie istituzionali del tempo e del luogo.
Immaginiamo che in passato una mente diabolica volesse avvelenare le masse attraverso una sostanza di non impossibile ottenimento mescolata nell’impasto dell’ostia.
 
Quale sostanza potrebbe dare un quadro sintomatologico simile a quello della peste bubbonica (o altre sintomatologie sovente presentate come frutto e segno di contagio uomo ad uomo o magari male inviato da divinità per colpe da espiare)?
Il Trionfo della Morte, un grande affresco datato intorno al 1446, Palermo
Comincio a farmi queste strane domande
 
da quando mi sono accorto che nella nuova religione scientista, che si sta tentando di imporre globalmente e a partire dalla civiltà occidentale, il vaccino sembra aver preso il ruolo che aveva l’ostia nella precedente religione cristiana cattolica (o più in generale il pane eucaristico estendendo l’attenzione anche alla chiesa cristiana ortodossa);
 
da quando ho ipotizzato per spiegare i fatti del cosiddetto Covid (ed altre “stranezze” sanitarie e politico-sanitarie degli ultimi decenni), fatti anomali e contraddittori dal punto di vista logico-scientifico, (anomalie da sottoporre soprattutto ad indagfine criminologica), che i vaccini (ed altri farmaci) possano essere utilizzati complottisticamente tanto per avvelenare le masse e dare l’idea di un’epidemia da contagio uomo a uomo, tanto per dire poi di aver interrotto grazie ad essi la diffusione del male, (vedi anche a tal fine questo interessante articolo sulla epidemia Spagnola “La Spagnola fu causata dai vaccini“; il concetto anche di un farmaco che eventualmente nel curare un sintomo ne fa sorgere un altro, che ha bisogno di un altro farmaco, e così via in una catena speculativa da mala sanità), esattamente come poi un’ostia eucaristica presentata come salvifica nell’approccio religioso; da qui la necessità cospirativa con tanta propaganda di affermare una fede ferrea e che non ammette dubbi nei confronti della vaccinazione esattamente come la teologia cristiana ha costruito un quadro dogmatico nel tempo intorno all’eucarestia a cui si deve prestare fede senza interrogativi;

Input interessanti dalla cinematografia: qui dal film di fantascienza “Visitors”, serie televisiva statunitense prodotta dal 2009 al 2011, dove si racconta, in una scena, della scoperta che il vaccino antinfluenzale viene usato subdolamente per veicolare altro a persone ignare che si fidano del prodotto vaccino avallato dalle istituzioni e se lo fanno inoculare tranquillamente. Ascoltate bene la profonda riflessione tra gli attori, nel breve brano estratto e qui mostrato, quando scoprono il vile trucco: “È vaccino antinfluenzale, stanno mescolando il loro farmaco, che hanno sperimentato su cavie umane, con il vaccino antinfluenzale, perché sembrasse vaccino antinfluenzale. L’hanno testato sull’uomo, hanno sperimentato su cavie umane e poi imballato perché sembrasse vaccino antinfluenzale. Quando uniranno questo carico con quello vero non si noterà la differenza e nessuna agenzia governativa si preoccuperà del vaccino. Loro sanno con esattezza in che modo fregarci: i media ci bombardano di notizie su epidemie, pandemie, e noi corriamo a farci un’iniezione per proteggerci. Su questo contano, sulla nostra prevedibilità, la nostra natura umana. Ogni mossa è calcolata, non è vero? Qualunque cosa facciano è calcolata, sì! Quindi che facciamo, smettiamo di fare quello che ci rende umani? Io dico solo che più saremo prevedibili, più saremo vulnerabili! Voglio tenere un campione come prova, il resto del carico distruggiamolo.

 

e fu inquietante scoprire nel suo sito web ufficiale che la principale ditta fornitrice dei famigerati vaccini antinfluenzali in Italia nel 2019 e 2020, somministrati immediatamente prima e a cavallo delle ondate epidemiche di detto Covid, vantava di derivare il suo know-how e affondare le sue origini direttamente negli anni grossomodo della Prima guerra mondiale e nell’impegno per debellare la immediatamente successiva Influenza Spagnola (leggi anche La Spagnola fu causata dai vaccini);
Video: cartone animato del 1920 praticamente nel corso della pandemia della cosiddetta “Influenza Spagnola“, dal titolo ”Come comandare il mondo” e con canzoncina di sottofondo ”Remember to put your mask” (dall’inglese “ricordati di mettere la mascherina”). Si presenta un quadro complottista di lettura di quella pandemia in tutto identico a quanto si è mostrato al nostro tempo nella cospirazionista definita frode del Covid. Stessi cliché e modus operandi ripresi a distanza di un secolo. Evidentemente già all’epoca qualcuno aveva ben compreso la natura fraudolenta della Spagnola. Da approfondire cosa sta spruzzando quella bombola di gas raffigurata nel cartone animato; si dovrebbe anche riflettere su una variabile ulteriore che è stata giocata nella prima ondata di detto Covid: i prodotti chimici liberati nell’aria e sversati ovunque nel corso della cosiddetta “sanificazione”, in corrispondenza della quale tanti complottisti NoVax hanno blindato casa anche con panni sotto porte e finestre per prudenza!
da quando ho notato un sostenere da parte di eminenti autorità cristiane cattoliche ma anche alcune ortodosse la costruzione di una nuova religione scientista falso-ecologista fondata sul vaccino da affiancare o sostituire alla religione cristiana ormai incapace di avvicinare ad essa le masse di fronte alla grande affermazione dei successi tecnico-scientifici di un progresso conoscitivo scientifico della natura inizialmente frenato e ostacolato dalla gerarchie cattoliche. Da qui la necessità della creazione di una nuova religione (per continuare a tenere “legate” le masse; nell’etimologia di “religione” vi è pare proprio il concetto del legare e unire insieme) o di una svolta della precedente religione non certamente in chiave scientifica ma in chiave scientista con apertura interreligiosa alle altre confessioni mondiali al fine di una maggiore globalizzazione (imperialismo esteso a tutto il globo);
Il ballo della morte di Branduardi con ritornello “Io sono la morte e porto corona”, che, coincidenza, ci richiama il patogeno oggi accusato strumentalmente della pandemia fanta virale del Covid: il povero Coronavirus. 
da quando approfondendo sugli studi in merito alla ricostruzione epidemiologica di certe devastanti epidemie di peste in Europa del passato mi sono accorto che vi erano delle strane falle, ovvero la mancanza di dati nelle cronache orientali che parlassero di tali gravi epidemie lì a quel tempo o poco prima, mentre per la doxa diffusa quelle epidemie sarebbero giunte dalle propaggini più orientali dell’Asia, un po’ come nella costruita oggi presentazione di mainstream della diffusione del fantomatico morbo del Covid in Italia, che invece guarda caso colpì particolarmente nella nazione Italia le regioni e i centri quali le RSA (case di riposo per anziani) dove a tappeto erano stati somministrati pochi giorni prima vaccini antimeningite e antinfluenzali (una nostra ipotesi che trova supporto anche in letteratura scientifica, vedi ad esempio questo studio statistico dal titolo “Positive association between COVID-19 deaths and influenza vaccination rates in elderly people worldwide);
IL PRINCIPIO FONDAMENTALE DELL’EPIDEMIOLOGIA CONTEMPORANEA
da quando mi sono accorto del parallelismo antropologico tra vaccini imposti ai bambini e battesimo cristiano dei bimbi in termini simbolici di protezione, nel passaggio alla nuova religione scientista.
Per cui il parallelismo ora tra il vaccino imposto agli adulti e l’ostia eucaristica del passato e ancora oggi per i fedeli cristiani.
Un altro accenno dalla filmografia che si inserisce nel discorso qui sviluppato. Vediamo nella scena iniziale la preconizzazione di una epidemia per imporre il vaccino a tutti coercitivamente nel film italiano “Todo Modo” del 1976, era il film rito simulante l’assassinio dello statista democristiano Aldo Moro (Maglie, 1916 – Roma, 1978) rappresentato nel film come fervente cattolico … assassinio che di lì a poco si concretizzò … E oggi quel film nella frode Covid in atto suona sinistramente profetico ancora una volta.
 
Al sistema di potere e alla sua classe politico-sacerdotale fa comodo presentare disastri naturali o artificiali ma presentati sovente come naturali alle masse e mostrarsi come dotato di un potere di intercessione presso le divinità o oggi di un potere pseudo-tecnicoscientifico capace di fermare il disastro.
È il meccanismo di ingegneria sociale detto del “problem-reaction-solution”. La fabbrica dei falsi-miracoli!
 
Da qui l’ipotesi di una mente diabolica che ogni tanto costruisce disastri.
Persone volontariamente in fila per le vaccinazioni. Screenshot dal sito del giornale Repubblica. Link articolo.
 
Comunione durante la santa messa cattolica.
Se questo meccanismo delle pandemie fanta patogeniche, provocate in realtà tramite farmaci e soprattutto vaccini fatti credere invece salvifici,
non fosse soltanto un meccanismo che, ipotizzo attuato iatricamente negli ultimi decenni, secoli dell’industrializzazione anche farmaceutica,
allora l’insistenza sospetta delle più alte gerarchie cattoliche oggi per una vaccinazione globale, tanto da arrivare a minacciare di scomunica i novax cristiani, mi porta a ipotizzare che stesso ruolo avesse in passato l’ostia (o diciamo più in generale il pane eucaristico) per entrare nel corpo di tutti, e poter veicolare così alla bisogna anche talvolta la somministrazione di veleni (a singoli o a intere comunità).
Ancor più odiati pertanto i novax negazionisti dei funzionali dogmi scientisti di mainstream. 
Esempio di violentissima propaganda a mezzo stampa da parte di giornalisti di mainstream contro i NoVax in Italia. Prima metà del mese di novembre 2021.
Vediamo rispolverata a fini denigratori contro i novax la figura del presunto untore del male da contagio, e l’idea del contagio, sebbene sostenibile da studi parassitologici, affonda le sue radici già nel pensiero inconscio-magico (vedi gli studi dell’antropologo Jamesi Frazer sulla magia).
Ricordiamo nel romanzo de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni il racconto delle accuse da parte del popolo esasperato ai danni di innocenti di essere “untori” cioè diffusori cospirativi della peste che stava colpendo la città di Milano nel seicento. Si descrivono due casi di linciaggio contro presunti untori con maggiori dettagli, benché gli episodi del genere pare siano stati assai di più.
Immagine

Il vecchio in chiesa accusato di essere un untore.

Un giorno, nella chiesa di S. Antonio, un vecchio ottantenne prega in ginocchio per qualche tempo e poi, prima di mettersi a sedere, spolvera la panca col proprio mantello. Alcune donne gridano che il vecchio “unge” le panche e gli uomini presenti gli si gettano contro, prendendolo per i capelli e tempestandolo di calci e pugni, per poi trascinarlo fuori dalla chiesa e portarlo al palazzo di giustizia (è improbabile che l’uomo sia sopravvissuto). L’altro caso ha per protagonisti tre giovani francesi presenti a Milano, i quali sono visti mentre si accostano al Duomo e ne toccano le mura, probabilmente solo per curiosità o studio. La folla li riconosce come francesi dal vestiario e ciò è sufficiente a dar loro la taccia di untori: vengono circondanti, malmenati e trascinati al palazzo di giustizia, dove per loro fortuna vengono riconosciuti innocenti e liberati.” (estratto da https://promessisposi.weebly.com/capitolo-xxxii.html).
Da una rappresentazione filmica del romanzo di Manzoni.
La creduta figura dell’untore sebbene può nascere dall’esasperazione popolare in tempi di epidemia sottende però due punti interessanti, da un lato la interessante credenza già in passato che alcune epidemie non fossero prettamente naturali o frutto di volontà divina, ciò magari a seguito di alcune notabili anomalie, ma che fossero prodotte artificialmente da soggetti umani, dall’altro lato l’accusa magari pilotata ai danni di innocenti di essere untori poteva servire a depistare dai veri untori legati al complotto epidemico-velenifero.
Osserviamo qui che per estensione viene chiamata anche ostia una sottile sfoglia di fior di farina, di forma circolare o quadrata, (detta anche cialda), usata specialmente per facilitare la deglutizione di polveri medicamentose, il che rafforza l’idea della possibilità di un suo uso per veicolare sostanze tossiche dolosamente, oltre alla possibilità che ciò potesse anche avvenire accidentalmente per una contaminazione o alterazione dei materiali di composizione-produzione.
Ricordiamo anche il significato etimologico di “ostia” (fonte enciclopedia Treccani). Ostia viene dal latino hostia che vuol dire: vittima. Presso i popoli antichi, la vittima offerta in sacrificio alla divinità; per estensione, il sacrificio stesso; con significato più generico, vittima, in senso proprio. Nel linguaggio ecclesiastico: Gesù Cristo, in quanto offertosi come vittima sacrificandosi sulla Croce per espiare i peccati dell’umanità e per diretta derivazione il sottile disco di farina di frumento (impastata con acqua naturale e cotta al forno) che il sacerdote consacra nel sacrificio della messa.
In merito alla preghiera eucaristica nella messa leggiamo: “La Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la vittima immacolata, ma im­parino anche ad offrire sé stessi e così portino a compimento ogni giorno di più, per mezzo di Cristo Mediatore, la loro unione con Dio e con i fratelli, perché finalmente Dio sia tutto in tutti” (OGMR 79f).
In certe circostanze poteva diventare pertanto ignara vittima sacrificale la stessa persona che assumeva l’ostia eucaristica alterata, che diventava per lui un Viatico de facto?
Nel linguaggio ecclesiastico il Viatico con iniziale maiuscola indicava la comunione (ostia dell’eucarestia) amministrata ai fedeli gravemente infermi, quasi alimento spirituale con cui affrontare il viaggio all’altra vita, dopo l’estrema unzione (oggi detta «unzione degli infermi»): portarericevere il V.il Santissimo Viatico.
 
Ed è possibile che nell’ostia del Viatico fossero talvolta messi veleni per l’eutanasia di infermi doloranti con intento di alleviare loro sofferenze uccidendoli più rapidamente?
L’idea di servirsi segretamente proprio dell’ostia e/o del vino eucaristico per avvelenare qualche cristiano emerge senza veli dal Giuramento dei Gesuiti Cattolici, da cui riportiamo questo estratto: “Prometto e dichiaro  (…) che impiccherò, brucerò, getterò nell’immondizia, bollirò, scorticherò, strangolerò, seppellirò vivi questi eretici infami e strapperò stomaco e utero alle loro donne, e schiaccerò la testa dei loro bambini contro il muro per annientare questa abominevole razza. Qualora questo non si possa fare apertamente, utilizzerò in segreto il calice avvelenato, la corda per strangolare, il ferro del pugnale, il proiettile di piombo, senza distinzione di
onore, rango, dignità o autorità della persona o delle persone qualsiasi sia la loro condizione in vita, sia pubblica che privata, e che io possa essere diretto in ogni momento da qualsiasi agente del Papa o superiore della fratellanza della santa fede della Società di Gesù”.
Nota: nell’incipit del Giuramento troviamo ” (…) dichiaro e giuro sul grembo di Maria, (…), sulla verga di Gesù Cristo (…)” un simbolo di sessualità femminile, il grembo (stessa simbologia del Graal), e un simbolo di sessualità maschile, la verga, il bastone del pastore, simbolo fallico oltre che di comando: i principi femminili e maschili insieme. Mi piace ricordare qui anche che, risalenti al III e IV secolo d.C., sono state ritrovate raffigurazioni paleocristiane di Gesù Cristo che usa una bacchetta magica per compiere miracoli. Cristo è raffigurato con in mano quella che sembra un bacchetta magica da mago, alcuni dicono un bastone, ma somiglia per forma e posizione verticale più che orizzonante in cui è tenuta e per la sua esilità più proprio ad una bacchetta da mago; “nell’antica Grecia erano già note le bacchette magiche, e fu Omero nell’Iliade e nell’’Odissea a citarle, infatti narra che erano usate da tre figure mitologiche: Hermes, Atena e Circe. Nell’Odissea, Omero scrisse che Atena usò la sua bacchetta magica per rendere Ulisse vecchio, e poi di nuovo giovane, e che Circe usò la sua bacchetta per trasformare gli uomini di Ulisse in maiali. Nel I secolo d.C., la bacchetta era un simbolo comune della magia nei culti romani, soprattutto nel mitraismo (religione fondata sul culto del Dio Mitra)” (passo tratto dal post al link)
Non dimentichiamo il grande interesse che alcuni monaci avevano per le piante che raccoglievano scambiavano e coltivavano, le droghe e i veleni che da esse potevano estrarsi, tanto che avevano spesso delle proprie spezierie/drogherie che gestivano,
Miniatura di una spezieria.
né dimentichiamo la guerra che dentro il calderone del concetto di stregoneria la Chiesa portò avanti anche contro donne guaritrici e guaritori conoscitori della sapienza empirica e non solo magica in merito ai poteri erboristici del mondo vegetale e non solo, così come contro alchimisti costretti a nascondere le loro conoscenze e scoperte sotto difficilmente decodificabili linguaggi ermetici per sfuggire agli inquisitori. Una aspirazione forte pertanto sempre alla monopolizzazione e controllo della conoscenza.
Mi piace ricordare anche qui la famigerata figura di epoca rinascimentale di Lucrezia Borgia (Subiaco, 1480 – Ferrara, 1519), una nobildonna italiana di origini anche spagnole, e l’uso leggendario da parte di lei o più in generale della sua famiglia, i Borgia, di veleni inseriti nelle bevande o nei cibi per eliminare i propri pur prestigiosi ospiti. Leggenda che ci richiama comunque ad un passato in cui l’avvelenamento era all’ordine del giorno negli intrighi sociali nell’area mediterranea, e altrettanto spasmodica era la ricerca di antidoti ai veleni, vediamo ad esempio la ancor più antica leggenda di Mitridate re del Ponto che cercava di immunizzarsi contro ogni veleno cercando di assumerne a piccole dosi via via crescenti (metodo del mitridatismo, precursore per certi aspetti del concetto medico contemporaneo meglio strutturato a livello fisiologico del vaccino) o pensiamo alla figura di San Paolo di Tarso (vedi l’affresco di San Paolo nella chiesetta di Vereto a Patù in Salento) eletto nelle tradizione cristiana a protettore dai morsi/punture di ragni (le “tarante” della tradizione salentina-meridionale), scorpioni, serpenti, zecche, dal veleno dei rospi, ecc. e ai guaritori-serpari in Italia che a lui si ispiravano noti come sanpaolari.
Ricordiamo poi che oltre alla sostanza in sé era importane il dosaggio, e a tal fine riportiamo il famoso motto dell’alchimista rinascimentale svizzero Paracelso «Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non sit.» («Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.»).
E ricordiamo anche che il termine “farmaco” ha nella sua etimologia dal greco anche propro il significato possibile di veleno oltre che di medicina.
Per mostare come il concetto di peste e veleni si intrecciano sempre più estrapolo qui questo passo da questo articolo sul veleno chiamato “Acqua tofana” (o Veleno dei Frammassoni): “ammettendo di aver venduto, soprattutto a Roma, durante il periodo della peste (cosa che rendeva ancora più difficile identificare gli avvelenamenti), boccette di veleno sufficienti ad uccidere 600 persone, in un periodo compreso tra il 1633 e il 1651”. Per lo più un veleno che fu usato da mogli per uccidere i loro mariti.
Tale veleno era venduto in una mascherante boccetta recante l’immagine di San Nicola di Bari, come se si trattasse della famosa acqua considerata miracolosa che si raccoglie periodicamente nella tomba del Santo nella sua Cattedrale di Bari e chiamata e commercializzata nel merchandising sacro cristiano come Manna di San Nicola.
Per approfondire sull’industria al femminile del veleno nella Palermo (e non solo) del XVII secolo d.C. rimandiamo a questo articolo: “Le produttrici palermitane di morte e l’antico business del veleno“.
Ricordiamo poi l’ “affare dei veleni” che scosse la Corte di Francia negli ultimi decenni del Seicento, un’inchiesta contro l’estesissimo torbido mercato nero dei veleni che nell’indagine ufficiale si scoprì che si estendeva dai bassifondi fino ai vertici più alti della corte reale.
Oggi ancora vediamo l’uso di vari veleni a fini omicidi nel mondo dello spionaggio e dei servizi segreti con la copertura magari anche della cosiddetta ragion di stato. Più raramente anche in tragici fatti di cronaca legati a passioni o faccende economiche interpersonali.
Eucarestia comunione nella messa cattolica.
Le spinte globaliste degli imperi cattolici portavano appunto alla globalizzazione tramite evangelizzazione coloniale, anche forzata, che portava poi ad un possibile controllo delle masse tramite somministrazione e accoglimento da parte di tutti i cristiani/cristianizzati senza obiezioni e dubbi dell’ostia eucaristica,
pena la condanna al rogo per chi in odore di eresia o blasfemia si allontanava dalle imposizioni cattoliche. Nemici a priori tutti coloro che invece aderivano ad altre religioni, individui questi che sfuggivano al controllo da parte delle gerarchie cristiane. Pensiamo poi anche allo straordinario strumento di intelligenze e controllo permesso dall’inventato sacramento della confessione. 
Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600) filosofo del sud Italia condannato a morte per eresia e tramite rogo dalla Chiesa cattolica.
Stesso tipo di approccio ostracizzante persecutorio confinante in lager che oggi si ha, guarda caso da parte del mainstream ufficiale, nei confronti dei no-vax che si rifiutano di prestare fede alla religione scientista e di far entrare nel proprio corpo sostanze presentate come curativi o preventivi farmaci decise dalle gerarchie ufficiali politico-sanitarie (neo o simil-sacerdotali) con varie scuse. L’ “eretico” NoVax di fama, minacciato da neo-inquisitori, deve abiurare anche pubblicamente dalle sue idee negazioniste, pentirsi e vaccinarsi; così può venire accolto nella corte della TV pubblica di regime, tra guitti e cicisbei, tra neo sacerdoti scientisti, come ex eretico “convertito” da proporre come esempio da seguire agli altri NoVax. Una neo-religione scientista con adepti “devoti” e  “fedeli”.
Se inoltre esistono delle potenti e capillarmente diffuse sette iniziatiche segrete o semi-segrete/riservate interessate al potere e al controllo delle masse, più che a qualche crescita spirituale dei suoi membri nella collettività eggregorica, non stupirebbe che segreti e progetti (agende) di ingegneria sociale del tipo che ho qui affrontato trovino in esse oggi le principali cabine di regia o almeno di attuazione, in una anche possibile commistione oggi con gerarchie cattoliche (a seguito di accordi, seduzioni ideologiche o infiltrazioni golpiste avvenute nel corso del tempo).
Non stupisce ad esempio nel caso della attuale frode del Covid o in quella parallela in agricoltura della fantomatica Xylella nel Sud della Puglia la spudorata comparsa in posizioni di regia di soggetti e organizzazioni di cui sono note o addirittura ostentate queste affiliazioni con organizzazioni settarie di grande potere.
Non dimentichiamo il famoso motto “ordo ad chao” che se può essere un’indicazione del mito della Creazione che fece passare l’universo da uno stato di caos ad uno stato di ordine, al contempo indica un metodo di ingegneria sociale efficacissimo: creare il disordine artificialmente, o sfruttare il disordine creato da qualche evento naturale, aizzare la divisione (“divide et impera“), il malcontento, indurre psicosi, per proporre nell’emergenza, come unica soluzione possibile e per cui da imporre come facilmente accettata, un ordine, eventualmente restaurando un precedente stato di cose sociale (“status quo ante“) o imponendo come soluzione al disordine un nuovo ordine (“novus ordo“) differente. Un concetto da ingegneria sociale contenuto in questo motto che anche ci richiama alla mente quello alchemico di “solve et coagula“, dissolvi e componi.
Nel caso del Covid ipotizziamo pertanto che esso sia una pandemia fanta virale da fanta contagio uomo ad uomo costruita tramite vaccini avvelenanti ed altri farmaci dagli effetti nocivi imposti da protocollo, psicosi indotta nelle masse costruita con tanta propaganda insufflando la paura della morte, riclassificazione diagnostica strumentalizzando normali raffreddori ed influenze mistificate, sistema diagnostico farlocco dei tamponi, gerarchizzazione sociale e controllo di tutti i gangli del potere tramite affiliati a sette egemonizzanti sorte di golpe soft costruito negli anni strategicamente, ecc.
Ma se questo grossomodo stesso meccanismo delle epidemie, magari anche pandemie, ingegnerizzate, oggi nella contemporaneità di una sanità sotto il controllo delle multinazionali del farmaco, davvero andasse indietro fino ai secoli delle epidemie di peste (e forse non solo) in Europa, ma anche altrove, possiamo ipotizzare che sia stato attuato già in tempi più antichi per il controllo delle “mandrie umane”?
Wolfgang Kilian. attr., Evangelizzazione missionaria degli indios, tavola 10 in Kaspar Plautz, Nova Typis Transacta Navigatio.
E in America?
Pensiamo agli amerindi sterminati da “malattie” occidentali, dette importate dagli europei involontariamente dal 1492 in poi e alle quali i conquistatores europei erano più immunitariamente adattati, al tempo della conquista del Nuovo Mondo e sottomissione delle genti locali indigene nonché loro evangelizzazione ad opera di missionari cristiani, mentre non avvenne il contrario con la stessa intensità a danno degli europei pur spostatisi lì in un territorio per loro alieno; mentre oggi, (o perlomeno fino a prima del pandemonio Covid),  si prescrivono dal punto di vista della tutela medica maggiori attenzioni per la salute di un europeo che si sposta altrove, più che per la salute delle genti dei territori in cui si sposta; non è ciò solo frutto di un europeistico individualismo e/o di una velata concezione di superiorità razziale, ma anche frutto del concetto della maggiore resilienza di chi già da tempo risiede in un territorio rispetto a chi vi giunge; ciò nonostante i fatti andarono diversamente per gli amerindi stando alla storia epidemiologica ufficiale almeno. Possibile?
 
Se eventi avvennero così come qui ipotizzato, sarebbe necessario un grosso impegno storiografico di revisionismo epidemiologico e disclosure per distinguere tra le varie epidemie della storia umana quali furono provocate ad hoc con questi sistemi artificiali e quali no.
Pertanto: non date per scontate tutte le epidemie del passato nella loro eziologia “ufficiale”!
 
Oggi altri canali di veicolazione del medesimo tipo potrebbero essere grazie alla rete idrica l’acqua degli acquedotti (“avvelenamento dei pozzi” di antica memoria), l’aria e la grande distribuzione alimentare dei supermercati sempre più nelle mani di poche multinazionali (le stesse dei farmaci e dei pesticidi) come l’intera filiera della produzione di cibo, nel mentre andiamo incontro tramite la falsa ecologia ad una sempre più forte monopolizzazione fisiocratica nelle loro mani di tutte le risorse naturali compresa la fertilità di tutte le forme viventi scippata con ogni scusa ai popoli e con depauperamento della biodiversità (potenzialmente disponibile per una gestione ecosostenibile) a danno delle masse.
Testi fin qui tratti da questo mio post facebook del 12 novembre 2021
dai cui commenti estraggo questi miei ulteriori commenti:
Mi rendo conto che è una tesi nuovissima ma qualcuno prima o poi doveva pure ipotizzarla.
E quando se non ora?!
Qualcuno doveva prima o poi avanzarla anche questa ipotesi che è in re ipsa.
Vi sono già studi e ipotesi sull’uso degli incensi e dei ceri accesi nelle chiese per ottenere subliminalmente degli effetti psicologici sui fedeli (o addirittura effetti nocivi eventualmente chimicamente alterando la loro composizione), ma non altrettanto, che io sappia, sull’Ostia eucaristica e questo ci fa capire quanto forte è stata la forza persuasiva della propaganda dogmatica cristiana sui fedeli e non solo da tenere lontane ipotesi cospirazioniste storiografiche in merito al suo contenuto, come se fosse a priori scevra da ogni possibilità di contaminazione chimica, e questo pensiero di purezza assoluta o non-pensiero in merito alla possibilità di impurità è poco scientifico, poco da Sherlock Holmes possiamo dire.
Una possibilità elementare eppure mai vagliata con attenzione. E ci sovviene il famoso detto “se vuoi nascondere qualcosa, mettila sotto gli occhi di tutti”, e non possiamo che pensare al momento dell’ostensione dell’Ostia durante la messa da parte del sacerdote officiante alzata alla vista di tutti i fedeli prima del momento della Comunione nella quale le ostie finiscono nella bocca e nel corpo dei fedeli.
Sarebbe interessante vedere se esistono dei veleni di facile reperibilità/ottenimento per quei tempi e per i nostri che possono causare sindromi non dissimili da quelle che ci hanno presentato come da malattie da contagio.
Contro chi ha risposto con sprezzo che si tratta di pensieri probabilmente frutto di uno stadio ormai avanzato di mania di persecuzione, ho risposto scherzosamente: “E poi se così fosse non sarebbe terapeutico un tale acme socio-persecutorio?
Ritieni davvero che si possa immaginare oggi un complotto più possente di questo e secolare ai danni degli individui?”
Una immagine modificata che circolava su Facebook nel 2021 con il logo della più potente ditta attuale dei vaccini appiccicato sull’ostia alzata dal papa attuale al cielo nell’ostensione durante la messa è molto eloquente di quanto sta accadendo.
Ormai il numero di fedeli nel concetto della presenza concreta del corpo di Cristo nel pane e nel vino consacrati (dogmatico mistero eucaristico teofanico della cosiddetta transustanziazione) nel rito simbolico-cannibalico-teofagico della comunione eucaristica si è molto abbassato, certo non si doveva attendere lo sviluppo della chimica moderna per capirlo, ma alla fine si è compreso lasciando il tutto solo nella sfera nel credo personale senza supporto scientifico, la Verità si fa strada prima o poi nelle menti.
Come strumento di controllo e di potere nelle masse ingenue l’ostia non serviva più con l’efficacia del passato, serviva un nuovo simile concetto salvifico ma in una chiave più moderna e quindi più scientista (e sempre con una correlata matericità da poter inserire nel corpo del fedele): ed ecco il “vaccino”
(termine che etimologicamente ricorda di più, rispetto al corpo di Cristo, l’idolo in forma di vacca/toro che gli ebrei si fecero nel deserto mentre Mosè era sul monte Sinai; parliamo comunque sempre anche nel caso dell’ostia di idolatria).
Esempio di aghi pro inoculo in natura.
Per un’indagine esoterica della vaccinazione di massa con futili-esagerati motivi sanitari tramite aghi all’interno del corpo delle persone.
P.S.: qui nessun intento diffamatorio nei confronti delle vipere che comunque se inoculano veleno lo fanno per mangiare o per difendersi.
Vediamo un’ “arte” nel tempo della frode del Covid asservita nel verso di una ritualità pro morte e per la creazione di psicosi pro morte funzionali al clima pandemico:
Riti magici propriziatori anti NoVax secondo la famosa frase “l’invito a non vaccinarsi è un invito a morire” lì dove va in scena ormai il folklore della manifestazioni popolari NoVax inconcludenti anti-regime sanitario del sabato pomeriggio prefestivo,
spettri di propaganda per portare i bivax ad accettare gli altri vaccini nella città famosa per la peste manzoniana,
o solo estro artistico da propaganda scandalistica?
O tutto questo insieme!
Alcune tesi complottiste su certe epidemie di peste in Europa oggi diventano ancora più interessanti
Estraggo da questo sito questo articolo che sebbene non sposa le tesi complottiste fornisce comunque un interessante quadro
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L’idea secondo cui le infezioni scatenanti epidemie possano avere un’origine non naturale, ma artificiale è vecchia come il mondo. Ancora oggi diversi ricercatori pensano che la Peste nera, ossia la più terribile pandemia di peste nella storia dell’umanità che tenne in scacco l’Europa alla metà del XIV secolo, si sia originata a partire da un particolare “veleno della peste”. La preparazione di veleni e antidoti nel Medioevo era un vero e proprio settore produttivo e i test sulle persone furono la manifestazione ante litteram dei moderni test clinici. Il più grande “avvelenamento” della storia. Si suppone che la Peste nera prese origine nel Khanato dell’Orda d’Oro da dove si diffuse successivamente lungo le vie commerciali in Crimea, a Costantinopoli e in tutta Europa. A una velocità impressionante: infatti, nessun’altra epidemia in epoca preindustriale si diffuse così rapidamente. Comparsa in Europa meridionale per la prima volta nel 1347, l’epidemia di peste in un paio di anni colpì le penisole di Balcani, Pirenei e Appennini, l’Europa centrale e i territori delle attuali Francia, Inghilterra e Norvegia. Nel 1351 non vi era di fatto più alcun centro abitato in Europa che non fosse stato colpito dalla peste. Secondo diverse stime, la popolazione europea ha registrato un calo del 30-50%. La gente non credeva che una catastrofe di quella portata potesse essere un evento naturale. Cominciarono a dire che gli “avvelenatori” (spesso identificati negli ebrei o nei membri di sette sataniche) avessero riversato il “veleno della peste” sotto forma di polvere nell’acqua dei pozzi e avessero unto con unguenti malefici diversi oggetti. Conclusioni cospirazionistiche. Per quanto strano possa sembrare, ancora oggi la versione cospirazionistica è oggetto di discussione. Nel 1984 lo zoologo britannico Graham Twigg pubblicò il libro “The Black Death: A Biological Reappraisal”. Successivamente videro la luce le opere “The Biology of Plagues” della demografa Suzanne Scott e del biologo Christopher Duncan e Black Death Transformed di Samuel Kohn, docente di Medievalistica presso l’Università di Glasgow. Il batterio che scatena la peste, Yersinia pestis, si trasmette all’uomo tramite il morso di pulci o pidocchi infetti, ospitati da roditori come ratti i quali diventano vettori dell’infezione. Il patogeno zoonotico, secondo gli scienziati, non avrebbe potuto riprodursi così velocemente in maniera naturale. Gli scienziati hanno messo a confronto l’epidemia medioevale con la terza pandemia di peste che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo fu la causa della morte di 5,5 milioni di persone in Indocina. Secondo le stime, nel XIV secolo la situazione era molto peggiore. Ad esempio, in India, nell’epicentro della terza pandemia, vi fu un calo della popolazione del 3%. Di certo è tanto, ma non quanto il 30-50% della Peste nera. Durante la terza pandemia l’infezione si diffuse a una velocità di circa 30 km/l’anno, mentre durante la Peste nera di 4 km/giorno. Le pulci della peste prediligono i climi caldi e umidi, pertanto anche in India durante l’inverno l’incidenza della malattia registrò un calo. Nel XIV secolo il rigido inverno europeo, invece, non arrestò in alcun modo l’epidemia. Nemmeno i sintomi della patologia sembrano coincidere in maniera esatta. Dalle cronache medioevali si legge di infiammazioni necrotizzante di polmoni e gola, di forti dolori cardiaci, di emottisi ed ematemesi. Si tratta di sintomi praticamente mai più riscontrati. Ma il tema forse più centrale è che, per infettare in due anni decine di milioni di persone, servirebbe un esercito di ratti infetti. Le strade delle città europee dovevano essere stracolme di ratti, ma nelle cronache nessuno parla di un simile fenomeno. E i test genetici sulle spoglie delle vittime dell’epidemia indicano in maniera univoca che si tratta di Yersinia pestis, il cui genoma è di fatto identico a quello del patogeno contemporaneo. Peste come arma biologica. Il patogeno della peste è stato effettivamente impiegato come arma biologica. Nell’Antica Cina e nell’Europa medioevale cavalli e mucche morti di peste furono impiegati per infettare le fonti di acqua potabile del nemico, come si legge in diverse testimonianze scritte. Parimenti fecero anche unni, turchi e mongoli. Secondo una delle versioni, la pandemia di Peste nera in Europa cominciò dopo l’assedio della fortezza genovese di Caffa in Crimea da parte del Khan dell’Orda d’oro Gani Bek nel 1346. Il notaio genovese Gabriele de’ Mussi, che al tempo si trovava a Caffa, scriveva che, quando tra l’esercito mongolo comparvero i primi casi di peste, il khan ordinò di catapultare gli uomini e i ratti morti all’interno della fortezza. Il popolo che abbandonava la città via mare portò l’infezione a Costantinopoli, da dove si diffuse in tutta Europa. Durante la Seconda guerra mondiale i giapponesi in Cina misero a punto una arma biologica basata su innovativi e particolarmente virulenti ceppi di Yersinia pestis. Furono testati sui prigionieri di guerra e previdero di utilizzarli sulla popolazione civile. Usi e costumi brutali. Durante il Medioevo i veleni si faceva largo uso dei veleni sia per proteggersi dai ratti sia per contrastare i nemici. Pozioni letali erano messe a punto non solo da stregoni e alchimisti, ma anche dai medici. Nel suo recente libro The Poison Trials la storica americana e docente presso l’Università di Tufts Alisha Rankin osserva che all’epoca in merito non vi erano né leggi né restrizioni. I medici tenevano fiere in cui esponevano veleni e antidoti miracolosi. Chiaramente si facevano anche sperimentazioni sull’uomo. Negli archivi europei sono state trovate decine di rapporti su questi esperimenti. Uno di questi è stato riportato nel libro di Rankin. Nel 1524 il papa Clemente VII consegnò al proprio medico Gregorio Caravita due criminali condannati perché testasse su di loro un antidoto contro l’aconito, una pianta della famiglia delle Ranunculaceae. Dopo che entrambi gli uomini mangiarono una fetta di torta di marzapane avvelenata con l’aconito, uno ricevette l’antidoto e sopravvisse, mentre l’altro morì in preda alle sofferenze. Poi i “ricercatori” decisero di verificare l’efficacia del cosiddetto “elisir di Caravita” contro altri veleni. In qualità di osservatori parteciparono ai test anche il farmacista personale del papa e uno dei senatori romani. A un condannato per omicidio fu somministrata una miscela di uova crude, zucchero e arsenico e, quando cominciò a gridare dal dolore, gli fu applicato un unguento con l’antidoto. Il paziente sopravvisse per poi passare il resto dei suoi giorni in carcere. Su richiesta di Clemente VII entrambi gli esperimenti vennero documentati con dovizia di particolari. Due settimane dopo gli autori presentarono un rapporto di quattro pagine contenente una descrizione dettagliata dell’azione di questi veleni e rispettivi antidoti. Allora molti temevano di essere avvelenati e l’esistenza di un farmaco efficace nelle mani del clero, secondo il papa, avrebbe dovuto rafforzare la lealtà dei parrocchiani e riportare in chiesa coloro che credevano di più agli stregoni che ai preti. Rankin ritiene che questo sia il primo test clinico ufficialmente documentato. C’era un “gruppo di controllo”, furono rispettate determinate norme etiche (in quanto tutti i partecipanti erano stati condannati). Inoltre, all’esperimento parteciparono “persone devote” che pregarono perché l’antidoto facesse effetto.
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Ferma restando la importanza dei gatti per il controllo numerico dei ratti e topi, non saprei quanto può essere fondata una teoria che attribuisce proprio alla uccisione nel medioevo e secoli dell’età moderna di molti gatti la diffusione dei ratti che avrebbe favorito le intense devastanti epidemie dette di peste in Europa; gatto per la sua indipendenza associato al maligno e addirittura accusato della stessa peste, ma anche allevato/catturato per alimentazione e pelliccia. Gli ebrei, i mendicanti, i lebbrosi, i frati addirittura leggiamo in questo articolo in maniera molto interessante, e vari animali erano accusati per la diffusione della peste. Ma furono davvero quelle epidemie di detta peste in Europa ad origine zoonotica come si crede oggi a seguito di studi successivi?
“REINTRODURRE i RATTI e fertili dove ridotti o estinti con i veleni”
Dove e quando vedremo questo
sarà il segno della sconfitta della sottocultura scientista della Falsa ecologia!
I ratti e topi in ambienti antropizzati poi devono essere contenuti dai gatti domestici fertili e liberi di spostarsi dove vogliono, non estinti (né sterminati, né sterilizzati). Animali anche molto importanti nelle catene alimentari da non sterminare con pesticidi né sterilizzare. Discorso di non estinzione artificiale che deve inglobare ogni specie e varietà vivente domestica selvatica autoctona o esotica che sia.
In India ratti e topi sono venerati e nutriti in un intero tempio per loro, e lì le persone che portano offerte e i sacerdoti del tempio non vengono colpiti da epidemie di peste!
Sulla frode del Covid
Ma siamo sicuri che oggi sotto quello che viene presentato come sistema sanitario globale non avvengano pratiche sociali di sterilizzazione delle masse e controllo della fertilità come si sta facendo a danno di altre specie animali,
Dalla serie Tv “Utopia” del 2013.
e/o pratiche simili ai sacrifici umani del passato per ragioni di credenze magiche radicate e ancestrali e/o di ideologia di gestione economica (neo-malthusianesimo ideologico, ferma restando la validità delle teorie malthusiane dal punto di vista prettamente scientifico di studio dei rapporti tra popolazioni e ambiente/risorse) della madria umana da parte di una autoproclamatasi élite?
Non dimentichiamo che il sistema vaccinista di mainstream propaganda, quasi a farne una moda, la sottocoltura infanticida dell’aborto in qualsiasi mese della gravidanza per le donne.
O pratiche, ma a livello globale oggi, di genocido e soprattutto gherontocidio come quelle della tradizione antica sarda legata al concetto del riso sardonico e dell’erba sardonica (e poi della eutanasizzatrice sempre sarda chiamata “accabadora” (vedi da pagina 106), di cui ritroviamo dei semi nel detto salentino “a quarant’anni a mare cu tutti i panni”) ?!
Non dimentichiamo che il sistema vaccinista di mainstream propaganda la massima eutanasia-suicidio assistito di chi lo voglia.
“A QUARANT’ANNI A MARE CU TUTTI I PANNI”
(Recupero e ripubblico qui questo post mio del maggio 2019 spiacevolmente al momento sparito da Facebook per un bug avvenuto all’integrazione del testo e che ho segnalato)
Preferibile l’abbandono nei boschi, che si favella di praticasse talvolta nella foresta Belvedere nel cuore del basso Salento, del moribondo, affidato alla sorte che per lui decideva la natura, se non tornare più o tornare guarito al borgo.
Un racconto questo fattomi da una persona di Supersano che semplicemente riporto qui senza alcuna conferma senti questa voce popolare ancora più di questa pratica.
Altra leggenda salentina invece che raccolsi da mia nonna paterna di Sanarica (Lecce) e che trascrissi era invece quella dell’eutanasia ad età prefissata. Il suo titolo era:
“A quarant’anni a mare cu tutti i panni”.
Riporto solo spunti a memoria qui senza riprendere il testo. Se qualcuno ricorda meglio questa leggenda la scriva, o corregga il mio ricordo.
Si racconta quindi in Salento che in un passato remoto era tradizione che il figlio gettasse il padre con tutti i vestiti, padre che ormai aveva raggiunto i 40 anni, (età considerata ormai senile in quel tempo!), in mare, caricandoselo sulle spalle per portarlo verso quella sua ultima destinazione.
Un giovane però pare che preso da pietà non attuò il rito ma nascose il padre in casa.
Nei mesi successivi nel villaggio furono meravigliati dalla grande saggezza che nelle varie decisioni che si dovevano assumere quel ragazzo manifestava.
Scoprirono così che aveva nascosto il padre in casa e che era l’anziano con la sua accumulata esperienza e saggezza a dare quei consigli, e così compresero che gli anziani, anche se meno abiti al lavoro manuale, erano utili comunque alla società per la saggezza che potevano apportare, e quella tradizione venne sospesa.
La figura del giovane che porta il padre anziano sulle spalle mi ricorda l’iconografia di Enea che portava sulle spalle il vecchio padre Anchise, leggenda quella di Enea non estranea alla cultura antica del Salento.
Difficile dire se in questa leggenda vi sono reali tracce di antiche eutanasie praticate contro gli anziani in tempi arcaici raggiunta una età prefissata, presso qualche popolo, non lo si può certo escludere.
(Nella saga fantascientifica di Star Trek vi è un pianeta dove vivono degli umanoidi che hanno questa tradizione ferrea).
In ogni caso la leggenda ha un valore didascalico per evidenziare l’importanza sociale degli anziani.
La firma del consenso informato
che val da manleva di responsabilità nel caso di eventi avversi da parte dei vaccinati indotti forzati col ricatto e vessazioni alla vaccinazione e plurivaccinazione nella frode del Covid ci ricorda il topos letterario della firma del patto col Diavolo di faustiana memoria; in cambio della vaccinazione e quindi firma ora si avranno privilegi vari (Green-pass e Super green-pass), in realtà i vecchi diritti basilari costituzionali sottratti, che ricordano un po’ l’ultimo desiderio soddisfatto ai condannati a morte prima della loro esecuzione capitale. La conseguente divisione dei cittadini tra NoVax e SìVax tramite Super green-pass fa pensare ad una progettualità che richiama e si ispira al concetto del famoso marchio della bestia della Apocalisse di Giovanni, senza il quale una persona non poteva più né comprare né vendere!
“Io sono l’Alfa e l’Omega” è un appellativo di Gesù nell’Apocalisse di Giovanni (versetti 1:8, 21:6, e 22:13) e nella frode pandemica del Covid il demonizzato fantomatico Corona-virus viene presentato evolvere con sue innumerevoli varianti, quasi neo-epifanie divine, chiamate con le lettere dell’alfabeto greco che inizia con la lettera alfa e termina con la lettera omega; e da Apocalisse: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine”.
Ragionamento
A QUEI FENOMENI CHE SONO NOVAX COMPLOTTISTI MA CREDONO NEL VIRUS COME REALE SPECIALE PERICOLOSO
Ok diamo per buona la vostra tesi complottista sui comportamenti del mainstream nella frode del Covid.
Ovviamente concorderete che il piano complottista è studiato e programmato da anni?
Sì.
E dunque secondo voi stavano lì con le loro agende in sospeso ad attendere un miciciale virus che si presentasse per volere del caso per fare partire il loro piano entro poche settimane?
Oppure, se pensate che sia un virus reale ma non naturale ma ingegnerizzato e contagioso, pensate che lo abbiano rilasciato a rischio di venire poi colpiti anche loro ai vertici? O che hanno l’antidoto e se lo tengono per loro secondo quanto vi hanno presentato in tanti film da loro finanziati?
Oppure pensate che abbiamo avuto la fortuna che sia sfuggito per incidente da un laboratorio proprio al momento giusto e nel paese giusto per le loro agende?
La pandemia virale può ben essere simulata ingegnerizzata, un fake dichiarato contagio neo-virale tramite diagnosi (tamponi nel caso) farlocche supportato con mistificatoria strumentale riclassificazione diagnostica di precedenti malanni (come raffreddori e influenze nel caso) con morti reali uccisi dalla paura da psicosi indotta con la propaganda e da vari farmaci e trattamenti di protocollo ufficiale e vaccini, quello antifluenzale ab origine!
Se tutto ciò si può fare perché rischiare da parte dei vertici con virus reali rilasciati dolosamente?
Ora se non pensate che i vertici non siano umani e dunque non contagiabili come gli altri, se non pensare che un tale piano può stare logisticamente in sospeso tutto pronto per poi scattare ad horas quando il caso offre la possibilità con l’evenienza anche di non offrirla,
non potete essere al contempo complottisti e non negazionisti!
Il NoVax non può non essere complottista ovviamente,
ma il complottista non può che essere negazionista per quanto detto!
Poi potete essere SìVax e non porvi questi problemi, ma se vi ponete nell’ottica NoVax non potete che essere coerenti in tutta la vostra ideologia!
Quanto indietro?
Le riflessioni qui svolte stendono un velo di sospetto complottista anche sull’uso di tipici cibi o bevande presso gruppi iniziatici e religioni del passato, pensiamo al ciceone nei riti eleusini, al vino in quelli dionisiaci, ecc., pensiamo al fungo Amanita muscaria (e Amanita panterina) per gli sciamani euro-asiatici,
Ovolo malefico (Amanita muscaria).
l’ayahuasca in Amazzonia, il Peyote in Messico, ecc.
Peyote, cactus dagli effetti psichedelici sull’uomo.
Sostanze forse volte a indirizzare gli adepti verso posizioni, atteggiamenti e convinzioni volute, e questo è pacifico, o in certi momenti forse additivate di ulteriori sostanze alteranti/avvelenanti segrete a insaputa degli adepti, questa è l’ipotesi complottista.
Altri miei post facebook sul tema a cui rimando e rimando anche ai miei commenti lì sono i seguenti
post facebook del 30 ottobre 2021
post facebook del 30 ottobre 2021
post facebook del 9 settembre 2021
E questo primo post intorno a questi concetti
post facebook del 19 novembre 2019 precedente persino allo scoppio della frode del Covid
da cui estrapolo qui il testo:
L’OSTIA COME SUBDOLO/INCONSAPEVOLE VETTORE DI …
Ma gli studi epidemiologici di epidemie del passato nei territori cristiani hanno mai considerato come possibile vettore la contaminazione delle ostie?
Le ostie come vettore, con untori consapevoli o meno.
E nella storia degli avvelenamenti sappiamo nulla in cui sia stata utilizzata subdolamente proprio l’ostia come fatale vettore?
Pensieri e curiosità persecutorie venutemi dopo la partecipazione in chiesa ad un’eucarestia dall’ostia stranamente amarognola, non vorrei che fossero le nuove ostie senza glutine affermate commercialmente con la neo-scusa speculativa della celiachia.
CONCLUSIONI
Arma che si rivela arma che si perde” dice un proverbio diffuso presso i militari dell’esercito italiano  … ed ora quale subdola arma di nuovo escogiteranno le élite cospirative, che considerano l’umanità come fosse una loro proprietà, per portare avanti il loro solito modus operandi di gestione e periodica mietitura-macellazione della mandria umana?
CHE ALLA FINE SIANO BUGIE A LORO NON IMPORTA, L’IMPORTANTE È CHE CI CREDANO IN TANTI QUI E OGGI
con il supporto di tanta sofistica
A loro (il sistema di mainstream) non importa che robe come il dogma nel Global warming antropico e nel Covid secondo la teoria virale siano scientificamente insostenibili, (pensate che in certe loro elucubrazioni cercano persino di intrecciare i loro funzionali dogmi affinché si autosostenga meglio il loro castello di nulla e dicono il Covid favorito dal Global warming antropico!),
a loro importa che la gente creda a queste bugie come se siano scientificamente supportate.
È sufficiente per loro che ci credano tanti, possibilmente la maggioranza qui e oggi per realizzare i loro piani orditi intorno a queste truffe. Sfruttano la forza dell’opinione pubblica importante sempre e tanto più in organizzazioni sociali di forma democratica.
Quando poi anche gli ingannati eventualmente sopravvissuti dovessero ravvedersi dalla truffa e guardare pienamente alla verità ciò non importa, si metterà una pietra sopra, sarà irrilevante, si troveranno eventualmente scuse, ma il piano sarà compiuto ed è questo per loro che conta!
Pensate davvero che servisse ad altro alla gerachie cristiane tanta foraggiata teologia fuffa a tentato sostegno dell’idea metafisica dell’esistenza di Dio, tramite un uso strumentale e mistificato della ragione e dell’osservazione?
Serviva per tenere buoni gli istinti alla ricerca della Verità nelle masse o nei singoli.
APPENDICE
Segnaliamo

e questo ottimo articolo scientifico sull’influenza, “Perché esistono raffreddore e influenza“,

un bellissimo lavoro veramente con approccio scientifico con la S maiuscola e multiculturale

Dobbiamo allora cominciare ad inquadrare il terrorismo intorno alla cosiddetta Aviaria e alla cosiddetta Suina, o anche prima alla Mucca Pazza, come speculazioni scientiste volte a preparare il campo alla grande macchinazione della pandemia fanta virale, offerta al credo di masse addomesticate in tal senso anche con tanta cinematografia di grido a supporto incentrata sullo spettro delle pandemie e intanto speculare e dominare fette di mercato crescenti con la scusa delle malattie infettive a danno anche di animali e piante.
Segnalo questo eloquente post da cui estrapolo qui il testo:
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La “peste” a Sebastopoli
È curioso come si ripetono certi schemi. L’uomo non cambia perché resta l’uomo “materiale”.
Estratto dal libro di S.N. Sergeyev-Tsensky (1875 – 1958) “La passione di Sebastopoli” nella parte 3, capitolo 7 “I tesorieri”.
Non è una fiction!
“… Non c’era peste a Sebastopoli nel 1828, ma c’era una quarantena.
Come misura preventiva. Nel 1829 non c’era ancora la peste, ma la quarantena fu rafforzata. Chiunque volesse lasciare o entrare nella città doveva stare in completo isolamento per 14-19 giorni. La gente ha smesso di viaggiare. C’erano carenze di approvvigionamento. Il denaro della tesoreria zarista fu stanziato per combattere l’epidemia. Di conseguenza, i funzionari compravano cibo a prezzi gonfiati dai loro fornitori in cambio di tangenti, e ai cittadini davano il cibo peggiore.
Naturalmente, tutti coloro che traevano profitto dall’epidemia, specialmente i funzionari e i medici, erano interessati alla continuazione di questa festa. Tutti i casi di qualsiasi malattia furono dichiarati peste.
“L’ufficio di quarantena cerca di mostrare tutte le malattie ordinarie come peste”, ha scritto il contrammiraglio Salti, che era in servizio a quel tempo a Sebastopoli.
L’ammiraglio Greig ha testimoniato: “Durante 5 mesi, non si sentiva parlare di malattia e si moriva di morte naturale, e chi si ammalava nelle squadre o in casa, veniva dichiarato peste. Tutti coloro che si ammalarono furono portati nella caserma di Capo Pavlovsky, dove furono tenuti in condizioni tali che morirono rapidamente.
La disinfezione al cloro è stata usata nelle parti più povere della città. Cioè, anche i cittadini sono stati avvelenati. I “disinfettori” erano pagati 2,5 rubli al giorno – 75 rubli al mese se lavoravano quotidianamente. I commissari di quarantena ricevevano 5 rubli ciascuno, l’ufficiale medico capo e l’ispettore di quarantena ricevevano 10 rubli al giorno. Lo stipendio di un medico militare ordinario a quel tempo era di 171 rubli all’anno.
Per aumentare il tasso di malattia, i medici coinsigliavano agli abitanti dei bagni di mare in acqua fredda.
Alla fine, nel giugno 1830, gli abitanti dei quartieri più poveri della città non furono in grado di sopportare e ci fu la rivolta, e la guarnigione si schierò con i ribelli.
Il governatore, i suoi funzionari e i medici sono stati massacrati dalla folla.
La rivolta fu rapidamente soppressa, ma per una sorprendente coincidenza l'”epidemia” a Sebastopoli ebbe una fine immediata.
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Inquietanti similitudini tra politiche in tempo di Peste e gli attuali Greenpass e Lockdown “sanitari”
lasciapassare del 1630 che permettevano di spostarsi da una zona all’altra nel periodo della “peste”:
Lasciapassare del 1630 che permetteva di spostarsi da una zona all’altra nel periodo della ”peste”.
Lasciapassare del 1630 che permetteva di spostarsi da una zona all’altra nel periodo della ”peste”.

 

Lasciapassare del 1630 che permetteva di spostarsi da una zona all’altra nel periodo della ”peste”.
Mossi dalla similitudine della croce estrapolo, da un bel post dello studioso Gianfranco Mele che qui linko
questo eloquente frontespizio:
Periodo fascista, Italia, ”CONTRO LA TUBERCOLOSI E PER LA DIFESA DELLA RAZZA”.
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È UNA GUERRA DI RELIGIONE IN NOME DELLA SCIENZAH
Essendo la memoria della storia che ci giunge a bocca da sopravvissuti più vivida di quella del passato raccontato soltanto nei libri stiamo paragonando maggiormente ed inevitabilmente le discriminazioni del nostro tempo contro gli integri NoVax naturalisti a quelle a danno degli ebrei, shoa, leggi razziali, al tempo grossomodo dell’ultimo conflitto mondiale, ma ci stiamo dimenticando un paragone che potrebbe essere ancora più calzante, meno razziale e più ideologico, e riguardante sempre l’Europa, quello delle “guerre di religione”,
e in questo modo di più possiamo capire il tentativo di controllo materiale delle genti, assoggettate da fede, lì con la somministrazione dell’ostia periodicamente, qui con la somministrazione del vaccino periodico!
Vediamo la riproposizione di diversi simboli della peste nella creazione della macchina teatrale del Covid:
Il Crocifisso detto miracoloso contro la peste a Roma riesumato per il Covid. Da un articolo del 26 marzo 2020.
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Cliché che si ripetono

<<Ecco, secondo un regolamento della fine del secolo XVII, le precauzioni da prendere quando la peste si manifestava in una città. Prima di tutto una rigorosa divisione spaziale in settori: chiusura, beninteso, della città e del «territorio agricolo» circostante, interdizione di uscirne sotto pena della vita, uccisione di tutti gli animali randagi; suddivisione della città in quartieri separati, dove viene istituito il potere di un intendente. Ogni strada è posta sotto l’autorità di un sindaco, che ne ha la sorveglianza; se la lasciasse, sarebbe punito con la morte. Il giorno designato, si ordina che ciascuno si chiuda nella propria casa: proibizione di uscirne sotto pena della vita. Il sindaco va di persona a chiudere, dall’esterno, la porta di ogni casa; porta con sé la chiave, che rimette all’intendente di quartiere; questi la conserva fino alla fine della quarantena. Ogni famiglia avrà fatto le sue provviste, ma per il vino e il pane saranno state preparate, tra la strada e l’interno delle case, delle piccole condutture in legno, che permetteranno di fornire a ciascuno la sua razione, senza che vi sia comunicazione tra fornitori e abitanti; per la carne, il pesce, le verdure, saranno utilizzate delle carrucole e delle ceste. Se sarà assolutamente necessario uscire di casa, lo si farà uno alla volta, ed evitando ogni incontro. Non circolano che gli intendenti, i sindaci, i soldati della guardia e, anche tra le cose infette, da un cadavere all’altro, i “corvi” che è indifferente abbandonare alla morte: sono «persone da poco che trasportano i malati, interrano i morti, puliscono e fanno molti servizi vili e abbietti». Spazio tagliato con esattezza, immobile, coagulato. Ciascuno è stivato al suo posto. E se si muove, ne va della vita, contagio o punizione.
L’ispezione funziona senza posa. Il controllo è ovunque all’erta: «Un considerevole corpo di milizia, comandato da buoni ufficiali e gente per bene», corpi di guardia alle porte, al palazzo comunale ed in ogni quartiere, per rendere l’obbedienza della popolazione più pronta e l’autorità dei magistrati più assoluta, «come anche per sorvegliare tutti i disordini, ruberie, saccheggi». Alle porte, posti di sorveglianza; a capo delle strade, sentinelle. Ogni giorno, l’intendente visita il quartiere di cui è responsabile, si informa se i sindaci adempiono ai loro compiti, se gli abitanti hanno da lamentarsene; sorvegliano «le loro azioni». Ogni giorno, anche il sindaco passa per la strada di cui è responsabile; si ferma davanti ad ogni casa; fa mettere tutti gli abitanti alle finestre (quelli che abitassero nella corte si vedranno assegnare una finestra sulla strada dove nessun altro all’infuori di loro potrà mostrarsi); chiama ciascuno per nome; si informa dello stato di tutti, uno per uno – «nel caso che gli abitanti saranno obbligati a dire la verità, sotto pena della vita»; se qualcuno non si presenterà alla finestra, il sindaco ne chiederà le ragioni: «In questo modo scoprirà facilmente se si dia ricetto a morti o ad ammalati».
Ciascuno chiuso nella sua gabbia, ciascuno alla sua finestra, rispondendo al proprio nome, mostrandosi quando glielo si chiede: è la grande rivista dei vivi e dei morti.
Questa sorveglianza si basa su un sistema di registrazione permanente: rapporti dei sindaci agli intendenti, degli intendenti agli scabini o al sindaco della città. All’inizio della “serrata”, viene stabilito il ruolo di tutti gli abitanti presenti nella città, uno per uno; vi si riporta «il nome, l’età, il sesso, senza eccezione di condizione»: un esemplare per l’intendente del quartiere, un secondo nell’ufficio comunale, un altro per il sindaco della strada, perché possa fare l’appello giornaliero. Tutto ciò che viene osservato nel corso delle visite – morti, malattie, reclami, irregolarità – viene annotato, trasmesso agli intendenti e ai magistrati. Questi sovrintendono alle cure mediche; da loro viene designato un medico responsabile; nessun altro sanitario può curare, nessun farmacista preparare i medicamenti, nessun confessore visitare un malato, senza aver ricevuto da lui un’autorizzazione scritta «per evitare che si dia ricetto e si curino, all’insaputa del magistrato dei malati contagiosi».
Il rapporto di ciascun individuo con la propria malattia e con la propria morte, passa per le istanze del potere, la registrazione che esse ne fanno, le decisioni che esse prendono.
Cinque o sei giorni dopo l’inizio della quarantena, si procede alla disinfezione delle case, una per una. Si fanno uscire tutti gli abitanti; in ogni stanza si sollevano o si sospendono «i mobili e le merci»; si spargono delle essenze; si fanno bruciare dopo aver chiuso con cura le finestre, le porte e perfino i buchi delle serrature, che vengono riempiti di cera. Infine, si chiude la casa intera, mentre si consumano le essenze; come all’ingresso, si perquisiscono i profumatori «in presenza degli abitanti della casa, per vedere se essi non abbiano, uscendo, qualcosa che non avessero entrando». Quattro ore dopo, gli abitanti possono rientrare in casa.
Questo spazio chiuso, tagliato con esattezza, sorvegliato in ogni suo punto, in cui gli individui sono inseriti in un posto fisso, in cui i minimi movimenti sono controllati e tutti gli avvenimenti registrati, in cui un ininterrotto lavoro di scritturazione collega il centro alla periferia, in cui il potere si esercita senza interruzioni, secondo una figura gerarchica continua, in cui ogni individuo è costantemente reperito, esaminato e distribuito tra i vivi, gli ammalati, i morti – tutto ciò costituisce un modello compatto di dispositivo disciplinare. Alla peste risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della malattia, che si trasmette quando i corpi si mescolano; quella del male che si moltiplica quando la paura e la morte cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ciascuno il suo posto, a ciascuno il suo corpo, a ciascuno la sua malattia e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade. Contro la peste che è miscuglio, la disciplina fa valere il suo potere che è di analisi. Ci fu intorno alla peste, tutta una finzione letteraria di festa: le leggi sospese, gli interdetti tolti, la frenesia del tempo che passa, i corpi che si allacciano irrispettosamente, gli individui che si smascherano, che abbandonano la loro identità statutaria e l’aspetto sotto cui li si riconosceva, lasciando apparire una tutt’altra verità. Ma ci fu anche un sogno politico della peste, che era esattamente l’inverso: non la festa collettiva, ma le divisioni rigorose; non le leggi trasgredite, ma la penetrazione, fin dentro ai più sottili dettagli della esistenza, del regolamento – e intermediario era una gerarchia completa garante del funzionamento capillare del potere; non le maschere messe e tolte, ma l’assegnazione a ciascuno del suo “vero” nome, del suo “vero” posto, del suo “vero” corpo, della sua “vera” malattia. La peste come forma, insieme reale e immaginaria, del disordine ha come correlativo medico e politico la disciplina. Dietro i dispositivi disciplinari si legge l’ossessione dei “contagi”, della peste, delle rivolte, dei crimini, del vagabondaggio, delle diserzioni, delle persone che appaiono e scompaiono, vivono e muoiono nel disordine.
Se è vero che la lebbra ha suscitato i rituali di esclusione, che hanno fornito fino ad un certo punto il modello e quasi la forma generale della grande Carcerazione, la peste ha suscitato gli schemi disciplinari. Piuttosto che la divisione massiccia e binaria tra gli uni e gli altri, essa richiama separazioni multiple, distribuzioni individualizzanti, un’organizzazione in profondità di sorveglianze e di controlli, un’intensificazione ed una ramificazione del potere. Il lebbroso è preso in una pratica del rigetto, dell’esilio-clausura; lo si lascia perdervisi come in una massa che poco importa differenziare; gli appestati vengono afferrati in un meticoloso incasellamento tattico, in cui le differenziazioni individuali sono gli effetti costrittivi di un potere che si moltiplica, si articola, si suddivide. La grande reclusione da una parte; il buon addestramento dall’altra. La lebbra e la sua separazione; la peste e le sue ripartizioni. L’una è marchiata; l’altra, analizzata e ripartita. Esiliare il lebbroso e arrestare la peste non comportano lo stesso sogno politico. L’uno è quello di una comunità pura, l’altro quello di una società disciplinata. Due maniere di esercitare il potere sugli uomini, di controllare i loro rapporti, di scogliere i loro pericolosi intrecci. La città appestata, tutta percorsa da gerarchie, sorveglianze, controlli, scritturazioni, la città immobilizzata nel funzionamento di un potere estensivo che preme in modo distinto su tutti i corpi individuali – è l’utopia della città perfettamente governata.>>

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COSA NON SI FA PER DENARO!
L’epilogo della peste bubbonica
“Quando la peste bubbonica colpì Ginevra nel 1530, tutto era già pronto. Hanno persino aperto un intero ospedale per gli appestati. Con medici, paramedici e infermieri. I commercianti contribuivano, il magistrato dava sovvenzioni ogni mese. I pazienti davano sempre soldi, e se uno di loro moriva da solo, tutti i beni andavano all’ospedale.
Ma poi è successo un disastro: la peste andava spegnendosi, mentre le sovvenzioni dipendevano dal numero di pazienti.
Disegno sulla peste in Europa.
Non esisteva questione di giusto e sbagliato per il personale dell’ospedale di Ginevra nel 1530. Se la peste produce soldi, allora la peste è buona. E poi i medici si sono organizzati.
All’inizio si limitavano ad avvelenare i pazienti per alzare le statistiche sulla mortalità, ma si sono presto resi conto che le statistiche non dovevano essere solo sulla mortalità, ma sulla mortalità da peste.
Così cominciarono a tagliare i foruncoli dai corpi dei morti, asciugarli, macinarli in un mortaio e darli agli altri pazienti come medicina. Poi hanno iniziato a spargere la polvere sugli indumenti, fazzoletti e giarrettiere. Ma in qualche modo la peste continuava a diminuire. A quanto pare, i bubboni essiccati non funzionavano bene.
I medici andarono in città e di notte spargevano la polvere bubbonica sulle maniglie delle porte, selezionando quelle case dove potevano poi trarre profitto. Come scrisse un testimone oculare di questi eventi, “questo rimase nascosto per qualche tempo, ma il diavolo è più preoccupato di aumentare il numero dei peccati che di nasconderli.”
In breve, uno dei medici divenne così impudente e pigro che decise di non vagare per la città di notte, ma semplicemente gettò un fascio di polvere nella folla durante il giorno. Il fetore saliva al cielo e una delle ragazze, che per un caso fortunato era uscita da poco da quell’ospedale, scoprì cosa fosse quell’odore.
Il medico è stato legato e messo nelle buone mani degli “artigiani” competenti. Hanno cercato di ottenere più informazioni possibili da lui.
Comunque, l’esecuzione è durata diversi giorni. Gli ingegnosi ippocrati venivano legati a dei pali su dei carri e portati in giro per la città. Ad ogni incrocio i carnefici usavano pinze arroventate per strappare loro pezzi di carne. Venivano poi portati sulla pubblica piazza, decapitati e squartati e i pezzi venivano portati in tutti i quartieri di Ginevra. L’unica eccezione fu il figlio del direttore dell’ospedale, che non prese parte al processo ma spifferò che sapeva come fare le pozioni e come preparare la polvere senza paura di contaminazione. È stato semplicemente decapitato “per impedire la diffusione del male”.
– François Bonivard, Cronache di Ginevra, secondo volume, pagine 395 – 402”
Post-Domenico Borsa
Bacheca- Alessandra Scarano
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Sulla peste di Giorgio Gaber
“Son le solite mani nascoste e potenti” alla sua origine, dice il cantante italiano Giorgio Gaber nel testo della sua canzone del 1974 intitolata “La Peste”!
E il concetto del bacillo come causa entra nelle menti dice: la psicosi funzionale indotta ad arte!
“Bacillo a manganello” per la sua forma, ma è un concetto simbolo dei regimi totalitaristi che usano il manganello per reprimere il dissenso.
Un parallelismo fa anche Gaber tra la famosa peste di Milano narrata dal Manzoni e l’epidemia Spagnola del 1920 e pare anche con la Shoah nazifascista quando parla del “fotografare” i cadaveri ammassati.
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Un legame eziologico tra il pesticida DDT e ciò che si è chiamato Polio?
DDT uso sui cittadini nel dopoguerra in Europa (Italia inclusa) ad opera degli Alleati per dette ragioni igienico-sanitarie.
Questo legame della Polio col DDT lo trovo molto arguto, lo leggo in questo post facebook:
DDT usato con scusa anti-malaria come contro le zanzare abbondantemente nel dopoguerra in Italia ad opera dagli alleati conquistatori o liberatori a seconda dei punti di vista!
Ciò si colloca proprio nella mia teoria delle malattie indotte tramite false cure di altre malattia più o meno reali più o meno inventate più o meno provocate.

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