IL FESTOSO “GIARDINO DELLE INFESTANTI” – la nuova moda naturalistica a trionfo dei conquistatori della Natura antropocenica e a loro difesa dai deliri della Falsa-ecologia!
la nuova moda naturalistica a trionfo dei conquistatori della Natura antropocenica e a loro difesa dai deliri della Falsa-ecologia!
Chi non vuole in giardino avere l’angolo dedicato alla collezione delle piante più famigerate come “infestanti” dipinte con epiteti ancor più calunniosi e razzisti verdi dai professionisti del biocidio della Falsa ecologia?
Sono le piante portentose, meraviglie della natura!
Invece di apprezzare questa meraviglia di pianta, essa diventa occasione per biocidi speculativi e diffusione di diserbanti.
E poi per contenere il Kudzu basterebbero delle Capre che ne sono ghiotte essendo un’ottima foraggera, e pianta di grandi proprietà anche per l’alimentazione umana come insegna la cultura orientale, ma è chiaro che il business della lotta contro il povero Kudzu mira speculativamente all’uso dei pesticidi in quanto tutta la Falsa ecologia va a braccetto con le industrie degli agroveleni.
Kudzu is wonderful!
Don’t kill kudzu!
Last week, resource management employees with the New River Gorge National River teamed up with members of the trail…
Invece di rendersi conto di quanto è stupendo questo paesaggio con il Kudzu, esotico o meno che sia, questi ad esempio vanno a gettare pesticidi con la scusa di esso!
Il Fior di loto sacro asiatico o indiano detto. È una pianta di alto valore simbolico. Una pianta dalla grande carica suggestiva emotiva sull’uomo, mitopoietica in termini religiosi.
Un fossile vivente per l’Europa in quanto qui presente spontaneo il suo genere Nelumbo nel Terziario prima delle grandi glaciazioni del Quaternario. Oggi il Loto è sopravvissuto in Eurasia in Oriente; tornato in Europa già al tempo di Alessandro Magno se non prima è raffigurato nella romana Pompei nei paesaggi semi fantastici nilotici (vedi immagine successiva); si è naturalizzato in alcuni bacini italiani favorito dalla sua rapida crescita e propagazione nonché grazie alla diffusione presso tanti orti botanici, giardini pubblici e privati. È una pianta che pertanto si può ben considerare anche laddove si rinaturalizzata in Europa, grazie all’uomo o meno, una “autoctona di ritorno” in questo nostro periodo interglaciale!
È presente nel Salento in qualche giardino di appassionati botanofili animati dalla medesima filosofia che ispirava i nostri giardini in passato in tempi positivisti e romantici dove si ricercava la meraviglia naturalistica fonte di grande curiosità e crescita scientifica!
È una pianta edule della quale si mangiano anche i semi.
Ha grande azione fitodepurante riducendo pertanto la proliferazione di alghe e altri organismi favoriti da condizioni di eutrofizzazione delle acque.
Una portentosa pianta d’acqua dalla rapida crescita e dalla magnifica bellezza, ha foglie e fiori enormi. I suoi fiori sono profumati di anice e limone. Una sua curiosità botaniche è l’altissima idrorepellenza delle sue foglie (“l’effetto loto” appunto detto).
Allo stesso modo il Bambù, (naturalizzatosi in Salento nella specie del Bambù aureo, nome scientifico Phyllostachys aurea, in loco chiamato “canna d’India”, in siti umidi soprattutto e in particolare fluviali ai bordi di rivi con argini terrosi, nonché piantato in ville pubbliche e giardini privati, negli anni ’80 anche in aiuole sulla Villa Tamborino a Maglie),
vede in Europa, Penisola italiana inclusa, suoi fossili risalenti al Neogene, precedenti alle grandi glaciazioni del Quaternario quindi.
Possiamo considerarlo pertanto come una pianta “autoctona di ritorno”, il cui riattecchimento in Europa è favorito oggi dall’uomo come vettore e dal nuovo clima del nostro interglaciale quaternario caldo in cui viviamo! E non meraviglia dato che l’Europa faceva già parte allora dello stesso continente unico eurasiatico.
“Fossil leaves of Bambusa ilinskiae are described from the Miocene deposits of the Carpathians. The fossil leaves of Bambusa lugdunensis are known mainly from the Miocene of the Massif du Coiron in Ardèche, France, Miocene of Bełchatów in Poland, Middle Miocene of Austria, the Neogene of the Transcarpathians and the Pliocene of southern France. Findings of fossilBambusa leaf impressions of Messinian age (ca. 5.7 Ma) from Monte Tondo in the Romagna Apennines in northern Italy, are similar to fossil Bambusa lugdunensis leaves.” (passo tratto da “Bambusa“).
“Bambusa lugdunensis is, in opinion of Laurent (1904–1905), closely related to extant bamboos of the genera Phyllostachys Sieb. and Zucc. and Arundinaria Michx., and especially to Arundinaria japonica Sieb. Grangeon (1958) regarded leaves of the genera Bambusa and Arundinaria as most similar to Bambusa lugdunensis.” (passo tratto dal seguente studio qui linkato).
Le piante dette “infestanti” hanno qualcosa di umano, la loro rapidità di crescita sembra portarle fuori per la psiche umana dalla dimensione meramente vegetale. Anche la nostra specie Homo sapiens ha manifestato nella sua storia una tendenza ad invadere nuovi territori ed espandere al massimo il proprio areale.
Ma in realtà un organismo vivente se non è per sua tendenza infestante laddove riesce a diffondersi che organismo vivente è mai?!
Papiro egiziano (Cyperus papyrus, diverso dal Falso papiro già tanto comune nei nostri giardini salentini) vive ancora autoctono o ben naturalizzato lungo le sponde di alcuni fiumi della zona di Siracusa in Sicilia – questo in foto è il fiume Ciane in particolare – creando atmosfere incantevoli. Papireto era il nome di un fiume a carattere torrentizio che scorreva a Palermo, oggi tombato.
La bellissima esotica Opunzia dillenii perfettamente adattata al Salento,su prato di che specie?Periferia di Gallipoli dalla via vecchia di Aleziopomeriggio del 23 febbraio 2020
Una moda etica e di resistenza naturalistica che sta dilagando oggi più che mai in Italia e altrove, questa del “Giardino delle infestanti“, che si aggiunge alle tante altre tipologie di giardino, non solo animata dal gusto naturalistico di osservare queste e altre specie nel proprio giardino ma anche come atto di stigmatizzazione contro le follie della Falsa ecologia razzista verde che minaccia di estinzione territoriale praticamente ogni specie: esotica naturalizzatasi o meno, autoctona o domestica, non brevettata e dunque naturale e patrimonio comune dell’umanità! Le varietà modificate e quindi brevettate con interessi lobbistici invece vengono difese da tale Falsa ecologia, guarda un po’!
Una risposta forte e pratica, tale moda, contro e dopo decenni di denigrazione delle specie, tante utilissime erbe dette “malerbe infestanti” per vendere pesticidi, tanti insetti demonizzati, fino all’apoteosi oggi di questa deriva falso-ecologista del razzismo verde!
la lotta ad autoctone con la scusa della dannosità contro l’agricoltura, l’itticoltura (vedi la demonizzazione dei Cormorani solo ad esempio “colpevoli” sebbene autoctoni di mangiare pesce), o della dannosità verso altre specie autoctone, o per l’uomo e le sue costruzioni, o per un talvolta neppure ben definibile fastidio arrecato alle persone, la lotta a varietà dette ibride con concetti snaturati anti-darwiniani di purismo verde (vedi il caso della demonizzazione mistificatoria dei Lupi detti ibridi con il Cane),
LE BUGIE SULL'IBRIDAZIONE LUPO-CANE(e idem tra gatti selvatici e gatti domestici, tra cinghiali e maiali europei)L'…
Non c’è praticamente nulla di ciò che ben sì diffonde e dà vita, che ben “organicizza” in un territorio che la Falsa ecologia non tenti di demonizzare per distruggerlo speculativamente. Tutto questo in grande contraddizione con uno dei meme ecoterroristici più forti proprio di tale regime globale con baricentro occidentale della Falsa ecologia quello del fantomatico Global WARming antropico, in quanto in quel quadro concettuale ancora di più si dovrebbe apprezzare tale operare della natura, con anche le specie esotiche naturalizzate dette “aliene” e più “invasive” appartenenti ai vari regni del vivente, al fine della cattura della CO2 atmosferica, in eccesso presente in atmosfera per causa antropica-industriale da combustione dei combustibili fossili, in materia organica, in biomassa, che grazie alla catena alimentare non è solo quella dei vegetali solitamente dotati di fotosintesi, ma anche quella degli animali e quella degli altri esseri degli altri regni del vivente!
La MISTIFICAZIONE contro quelle che sono le nobili “SPECIE RUDERALI“, che danno dignità naturalistica rapidamente ad alterazioni del paesaggio causate dall’uomo, coprono brutture paesaggistiche, ruderi fatiscenti, occupano queste nicchie ecologiche ruderali e preparano anche il terreno all’avanzata di altre specie, quando non si stabilizzano esse stesse. Piante benedette contro al desertificazione artificiale!
Spesso infatti le specie esotiche dette con fare demonizzante “aliene invasive infestanti” crescono in aree marginali e alterate dall’uomo, come i bordi stradali, cave o aree asfaltate e cementificate, terreni arati, e anziché apprezzarle maggiormente anche per questo le si attacca invece come fossero male assoluto, pazzesco …
Sono sovente specie adattate a sfruttare situazioni di rottura di equilibri, come le frane o gli incendi, eruzioni vulcaniche, eventi naturali che molto simulano azioni di alterazione dell’ambiente da parte dell’uomo. Sono anche specie che talvolta nella gradualità di avvicendamento di specie e comunità di specie in associazione tra loro preparano il terreno semplicemente per la colonizzazione di altre specie. Ma tutte queste considerazioni di buon senso naturalistico scientifico vengono sottaciute dai professionisti del biocidio nella loro affabulazione volta all’opera di calunnia delle specie prese di mira, basterebbe dire “sono specie ruderali” punto e basta, invece …
Come tacciono sul fatto che i generi dell’Ailanto, del Kudzu (Pueraria) e del Loto d’acqua (Nelumbo) vivevano in Europa nel Terziario prima delle grandi glaciazioni del Quaternario, non sia mai la gente si affezioni a loro come accaduto per il Ginkgo, fossile vivente reintrodotto anche esso dall’Oriente asiatico in Europa, dove viveva prima delle grandi glaciazioni. Stesso motivo per cui cambiano nome all’Ailanto Albero del Paradioso con nomi e perifrasi infamanti.
Ailanto e Kudzu rientrano perfettamente, e lo vediamo bene dalla loro crescita in Salento, tra le cosiddette “specie ruderali”: <<Una specie ruderale è una specie vegetale che è la prima a colonizzare le terre disturbate. Il disturbo può essere naturale – ad esempio incendi o valanghe – o una conseguenza dell’attività umana, come la costruzione di strade , edifici , miniere , ecc., o l’agricoltura (campi abbandonati, irrigazione , ecc.). La parola ruderale deriva dal latino rudus, che significa “macerie”. Le specie ruderali dominano tipicamente l’area disturbata per alcuni anni, perdendo gradualmente la competizione con altre specie autoctone.>> (Passo tratto da: https://en.wikipedia.org/wiki/Ruderal_species).
E’ assai difficile pertanto veder spuntare un Ailanto in una incontaminata densa lecceta, più facile vederlo spuntare al suo margine, al bordo di un fosso che attraversa la lecceta o sulla foce di un canale, come nel caso dell’insenatura dell’Acquaviva a Marittima (Lecce) con lecceta e pineta nella sua forra (vedi foto sopra): siamo in tal caso nel Parco Otranto-Santa Maria di Leuca, lì nei cartelli naturalistici ben si descrive come un bene botanico la presenza insieme alle altre specie autoctone anche degli esotici Ailanti, segno del non arrivo dell’inquinamento da ideologia falso-green razzista verde nell’ente parco gestore. Buon segno!
Apprezzo moltissimo questo articolo intitolato “PIANTA NON PIÙ ‘INVASIVA’ MA ‘DIFFUSIVA DOMINANTE’“, finalmente si cambia punto di vista contro le demonizzazioni verbali subdole delle specie nella Falsa ecologia!!!
Retoricamente allora diciamo:
“Una pianta invasiva si combatte piantando accanto un’altra pianta invasiva che la contiene!
Non estirpando la prima!“
A noi interessa fornire criteri semplici per uscire da decenni di pesticidio.
L’idea che una pianta tenti di invadere tutto, ma ciò ovviamente non avviene nonostante le urla ecoterroristiche, è di fondo affascinante!
Si tende a simpatizzare con i cosiddetti “conquistatori della natura”, un tempo la specie Homo sapiens del resto nel suo out-of-Africa ipotizzato dai paleontologi, oggi Nutrie, Gamberi rossi della Lousiana, Granchi blu, Scoiattoli grigi, Cimice asiatica, Vespa velutina, Punteruolo rosso, ma anche Ratti, Conigli, Capre, ecc. ecc.
La demonizzazione di specie oggi bollate invasive con fare denigratorio è assurda, la vita è diffusione, altrimenti nessuna cellula si dividerebbe in due crescendo ad occupare il doppio dello spazio iniziale, poi le condizioni al contorno e tra queste altre specie che pure fanno altrettanto forzano il tutto a forme di equilibrio dinamico preda-predatore, simbiosi, parassita-parassitato, e financo a contaminazioni, ecc.
È tempo di fermare la comune nemica di chi ama la naturalità: la FALSA ECOLOGIA
Se vuoi curare un’aiuola, qualunque essa sia, devi essere consapevole del valore comunque di ciò che estirpi per lasciare spazio a qualche altra specie che vuoi piantarvi, sia un arbusto dalle fioriture gradite allo spirito o una pianta di Granturco (Mais), devi assicurarti che ciò che estirpi sia presente anche altrove attorno, altrimenti devi badare con più attenzione prima di estirpare qualcosa che in tal caso sarebbe il caso di preservare! Idem se stai curando un laghetto in una villa.
Inoltre nel piantare qualcosa di raro nel territorio devi avere la speranza che tramite il coinvolgimento di altre persone, e non, delle amministrazioni pubbliche, associazioni, liberi cittadini, quella specie e varietà si diffonda maggiormente nel territorio circostante, ad esempio grazie ad altre persone che ne prendono semi, ne fanno talee, la ripropagano, perché in qualche modo ne sono attratti o comunque interessati ai suoi impieghi, con margotta, propaggine, nuovi bulbi, polloni, ecc. E così anche se dovesse perdersi nel fazzoletto di terra che hai ritagliato nel complesso della naturalità quella specie per qualsiasi vicissitudine, potrai ritrovarla vicino facilmente.
Leggi i concetti esposti nel seguente post facebook:
PER RICOSTRUIRE LA NOSTRA "FARMACIA""Nel mondo c' è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i prati e i pascoli,…
Oggi i privati o pubblici “Giardini delle infestanti” diventano pertanto anche “arche di Noè” curate da sorta di “custodi del creato” contro tali odierne abominevoli follie pro-eradicazione, contro tale mala politica falso ecologista dell’ecoterrorismo e dell’estinzione territoriale tramite eradicazione a tappeto! Contro questo “diluvio” di attacco alle più belle filosofie naturalistiche, le stesse che animavano i romantici e positivisti botanici ottocenteschi e altri curiosi scienziati cui si deve l’introduzione di tante specie in Europa, come lo stesso grande Charles Darwin!
Un conto sono gli accettabili interventi localizzati di sfoltimento di una specie, altro invece l’ideologia dell’eradicazione estinguente quest’ultima sempre da aborrire!
LA BREXIT SALVA IL GIACINTO D'ACQUA E NON SOLOdi fatto un fiore simbolo della Brexit simbolo di vita e libertà contro…
È così che in tali giardini si apprezza la presenza di Gatti domestici randagi che predano pettirossi e altri animaletti, Gatti domestici (Felis silvestris varietà catus) discendenti dal Gatto selvatico euro-mediterraneo (Felis silvestris vivente in Salento già nel Pleistocene) e ormai in equilibrio preda-predatore con tutto da millenni nella Penisola italiana, tutto ciò invece taciuto e negato persino per presentare il Gatto domestico come un “problema” per la purezza del Gatto selvatico, stesso meme falso-ecologista della demonizzazione del Lupo detto ibrido con il Cane.
IL PETTIROSSO SGOZZATO DAL GATTO …E se vi dicono che il GATTO DOMESTICO, che esiste in Europa da millenni, minaccia…
Intendiamoci poi: il giardino delle infestanti non è roba per tutti ma solo per palati fini, per veri amanti della Natura più vera!
Come si fa a scegliere le piante da mettervi?
Vi sono vari metodi.
Uno può essere quello di andare dal rivenditore di pesticidi e chiedere i suoi pesticidi, erbicidi e disseccanti, contro quali piante e altre specie sono indirizzati.
Ebbene quelle sono le piante da mettere vive ovviamente nel vostro festoso giardino delle infestanti.
Così se quel rivenditore dice che vi vuol vendere del pesticida contro gli Scarafaggi, voi rispondete che gli Scarafaggi non vi danno fastidio, anzi, son belli da vedere e poi son cibo per i Gechi, e ci pensano loro, favorendone la presenza, a tener a bada il numero di Scarafaggi semmai!
I pesticidi sono inutili e dannosi, basta lasciare agire la Natura. Scatto rubato a Maglie questa sera.
È un giardino oltre che di piacevolezza naturalistica, di meraviglia, anche di denuncia contro la Falsa ecologia, e vedrete che sarà un giardino a costo zero che vi darà invece tanta vita, altroché quel deserto morto che i falsi ecologisti professionisti del biocidio vi presentano come l’effetto di queste piante.
Oppure potete andare direttamente nella letteratura pseudoscientifica spazzatura e cercare con parole chiavi come “infestanti”, “aliene”, “malerbe” le piante bollate come tali.
Indicano per esempio tra queste aliene naturalizzate in Italia e messe all’indice nelle loro varie liste di proscrizione pro biocidio estinguente dal territorio la Maclura pomifera, presente anche in Salento?
E bene la Maclura pomifera, con sia esemplari maschili che femminili insieme per dare semi fertili, poiché specie dioica, è allora una pianta immancabile in questo vostro giardino di conquistatrici della Natura!
Così per la Lantana camara o il Pino marittimo (Pinus pinaster).
Il Pino marittimo (Pinus pinaster) a MaglieSi tratta di una specie a Maglie rarissima.Si distingue dal Pino d'Aleppo…
Si tratta della stessa demonizzazione, ieri contro le specie erbacee presentate come “malerbe”, per vendere erbicidi, ora contro le specie esotiche naturalizzatesi presentate come aliene invasive!
Ma non solo, in tali “Giardini delle infestanti” si apprezza la presenza di piante, ad esempio se in Salento, definite piante da non piantare più come l’Alloro, il Rosmarino, il Ciliegio/Amarena, il Mandorlo, l’Ulivo di varietà tipiche del sud Italia, ecc., piante messe vigliaccamente al bando, sebbene alcune persino iperautoctone, nella maxi frode della Xylella.
Si apprezza la presenza di Processionarie del pino e di Cani randagi, benché una delle scuse per il pesticidio contro le Processionarie sia che i peli dei loro bruchi a scopo difensivo sono assai urticanti per i Cani che dovessero toccarli!
La presenza delle esotiche Vespe velutine razziatrici di alveari pur se si pratica l’apicoltura in quei giqrdini non viene stigmatizzata!
Si apprezza la presenza di Topi e Ratti!
Se in un giardino non vedi un Topo, che povertà!Se non sei contento quando lo vedi, che ignoranza!CONDIVIDIAMOTopi e…
Nel paesaggio i Ratti a me piace vederli scorrazzare ovunque, mentre i Gatti fertili come loro sono pronti ad agguantarli!
Ecco cosa succede ai Rapaci notturni (Strigiformi), Gatti e Cani che mangiano Ratti facili prede quando moribondi dopo aver mangiato le esche avvelenate: qui il caso di un Barbagianni
To all persons who persist in using or endorsing rodenticide and other pesticides this is your handiwork!! But there is…
Veri animalisti a mio avviso sono pertanto quelli che, come scrivono e mostrano in foto su Facebook, tappano le scatole con veleni per roditori (Topi e Ratti), non certo quelli che sterilizzano i Gatti!
In tali giardini si apprezza la presenza degli insetti saprofagi attratti dalle masse di rifiuti organici in fase di compostaggio a terra e degli insetti coprofagi attratti dal fertilizzante letame.
Scarabeo coprofago su fogliolina di Loto (Nelumbo nucifera) dopo un forte temporale estivo.Si noti come le goccioline d…
E si rigettano i tentativi vegan di demonizzare l’uso del letame in agricoltura, una assurda demonizzazione nell’ideologia falso-animalista vegan, persino presentando lo sterco e la pipì del Cane come fossero nocivi per le piante … (se così fosse sarebbe un miracolo il fatto che esistono ancora alberi verdi nelle città essendo essi oggetto di periodiche orinate dei cani) … tutto questo per tentare di fermare ogni allevamento nel verso patologico dell’estinzione coatta degli animali!
In questo convergendo con ogni falso-ecologismo interessato a scoraggiare con ogni scusa sanitaria o di altro tipo il compost domestico, per favorire le filiere industriali anche falso-green dei rifiuti e dei fertilizzanti.
SE LA RELIGIONE VEGAN PRENDESSE IL PIENO POTERE IN OCCIDENTE QUALI E QUANTE SPECIE VIVENTI E LORO VARIETÀ ESTINGUEREBBE?…
Ciò non vuol dire che non si amano le Palme, affatto, ma che si apprezza tutto il vivente cercando equilibri preda-predatore, non facendo guerre ora contro una specie ora contro un’altra a colpi di pesticidi e altre strategie di sterminio eradicante.
Ovviamente in tale giardino ed in tale visione si apprezzano i Parrocchetti anche liberi e che nidificano sulle Palme, come non si denigra appunto il Punteruolo rosso parassita delle palme. Semmai si mangiano alcune sue larve che sono commestibili e delle leccornie nei paesi di sua provenienza.
Si apprezzano Parrocchetti, Topi e Ratti che sulle Palme possono predare in parte esemplari adulti e larve dei parassiti delle Palme.
In merito leggi questo post facebook:
IL RITORNO DEL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME …… E IL RATTOStanno per caso tornando più diffusi i Punteruoli rossi…
Nel mondo nel tempo le specie si spostano ed estendono i loro areali sia grazie all’uomo che meno, persino i continenti si spostano e la terraferma sì fa e disfà; pensiamo quindi quanto siano miopi e snaturati ascientifici approcci fissisti razzisti verdi; qui uno studio recente ad esempio sulla diffusione di alcune specie di pesci di acqua dolce permessa dalle Anatre che mangiando piante acquatiche fagocitano anche uova di pesce adese ad esse e che riescono talune a passare indenni nel loro tratto digerente: clicca qui. Post facebook sul tema al link.
Riporto qui la bella introduzione all’opera intitolata “L’Elogio della vagabonde” del paesaggista francese contemporaneo Gilles Clément che è stato diverse volte nel Salento:
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Panace di Mantegazzi, porracchia sudamericana, fico d’India, papavero sonnifero, poligono del Giappone, erba della Pampa… trasportate dal vento, dagli animali o dalle suole delle scarpe, anche nelle nostre contrade le erbe vagabonde hanno conquistato, con coraggio e vitalità, giardini, scarpate e terreni incolti. Eppure, le erbe vagabonde non hanno buona nomea: le si chiama anche erbacce, piante selvatiche, piante infestanti e spesso si vieta loro un diritto all’esistenza. Piante nemiche, ma davvero così pericolose? Gilles Clément, paesaggista francese e inventore del “giardino in movimento” nel quale coltiva felicemente queste piante dai nomi esotici, in questo libro sceglie di farne l’elogio. Di queste erbe racconta la storia, le origini, il modo in cui le ha incontrate. E spiega come l’uomo, i diserbanti, il cemento, i dissodamenti e le coltivazioni industriali abbiano permesso a queste piante randagie di insediarsi e crescere. Coniugando il talento del giardiniere a quello scrittore, in nome della difesa della mescolanza planetaria, ci consegna un libro dove letteratura e botanica coesistono a difesa della diversità. Un libro che è insieme una filosofia del paesaggio, e della relazione tra uomo e piante, e un manuale per imparare ad amare anche le erbe senza fissa dimora.
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Si deve rigettare la demonizzazione di ogni specie. Si può ad esempio discutere della produzione dell’olio di Palma, ma non si deve mai accettare l’approccio fanatico falso-ecologista che attacca la specie, la Palma tropicale da olio o il suo prodotto a priori! Si devono suggerire filiere di produzione ecosostenibili e filiere di trasformazioni ispirate alla salubrità del prodotto, ma sempre vanno rigettate le demonizzazioni di specie naturali o della tradizione non modificate brevettate!
Eppure gli Oranghi si arrampicano anche sulle Palme da olio! Denuncia il disboscamento per i motivi che siano, ma non demonizzare la Palma da olio e il suo prodotto a priori. Attaccare la naturale tradizionale Palma tropicale da olio è atto anti-nauralistico non diversamente dal medesimo disboscamento industriale denunciato!”
Alla domanda “questa pianta è utile per l’uomo?”
forse conviene comunque rispondere sempre retoricamente “sì, produce ossigeno”, anche perché di questi tempi c’è chi sarebbe capace di dire “allora si può togliere perché non è utile”!
Ogni pianta, volendo leggerla in tal modo, toglie spazio ad altre piante.
Ogni pianta è “invasiva”.
Non ti sei accorta che in un tenebroso bosco maturo di Lecci non crescono molte altre piante nel sottobosco? E quale bosco in Salento è più autoctono del bosco di Lecci?!
Non sai cos’è la competizione per lo spazio per le radici e per la luce del cielo?
Ogni pianta è “invasiva”.
Aver definito alcune piante invasive rispetto ad altre quando poi si tratta semplicemente sovente di piante ruderali è un’operazione di mistificazione falso ecologista razzista verde speculativa pro biocidio.
Esattamente come la lotta contro le erbe dette “malerbe” ad hoc perché entrano in competizione con le specie coltivate in un terreno arato!
Partiamo dalla valorizzazione della pianta più infamata per antonomasia, la “Zizzania”, per combattere la demonizzazione di qualsiasi altra specie, vedi il post facebook al link: clicca qui.
Ogni RAZZISMO VERDE mina ogni opera pro verde del territorio!
Come trovare la Falsa ecologia?
Segui la pista del biocidio/sterilizzazione a tappeto/eradicazione di qualcosa, e troverai la FALSA ECOLOGIA, anche dove meno te lo aspetti, dalla casa della nonna, al tuo paese, all’interno del parco naturale nazionale persino!
Quando in un parco sentite dalla guida la retorica delle specie alloctone da eliminare lì c'è la Falsa ecologia: esprimete sdegno!
Quando in un parco sentite dalla guida la retorica delle specie alloctone da eliminare lì c’è la Falsa ecologia: esprimete sdegno!
MAGARI ECCO BASTA CHE SEGUI IL BUON PRECETTO DEL GIUDICE GIOVANNI FALCONE: “SEGUI I SOLDI” e troverai la Falsa ecologia con le sue perversioni pseudo-scientifiche!
Nei “Giardini delle infestanti” si guarda alle Galline allevate allo stato brado bucolico con occhi diversi!
Traiamo spunto da questo articolo su un bosco delle Galline in Europa che sembra al giornalista impossibile, un’anomalia, al link,
Un articolo che così commentavo su Facebook:
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Un bosco delle Galline in Europa?!
Dove altrimenti?!
I puristi-razzisti verdi storceranno il naso di fronte a questo bellissimo allevamento di galline domestiche in selvatico all’interno di un bosco europeo.
Grideranno all’animale domestico impuro, come se non derivasse da animali selvatici ogni animale domestico, grideranno allora alla esoticità dell’animale selvatico di partenza il Gallo selvatico delle foreste asiatico (Gallus gallus), stessa identica specie della nostra odierna gallina domestica (Gallus gallus) nelle sue varie varietà zonali, (origine questa sostenuta da Charles Darwin).
Ma c’è tanta miopia nei razzisti verdi ovviamente, non si rendono conto di come i continenti siano stati e sono sovente uniti, tanto più Europa e Asia che sono praticamente lo stesso unico continente, l’Eurasia, e così come per il Ginkgo, per l’Ailanto, per il Loto sacro d’acqua (Nelumbo nucifera) eccetera, scopriranno che anche l’antenato del Gallo o suoi parenti strettissimi del medesimo genere vivevano in Europa in selvatico nel passato prima della domesticazione da parte dell’uomo!
Quindi favorito dall’uomo o meno, in questo nostro periodo interglaciale più caldo, in questo nostro antropocene, questo ritorno del Gallo in Europa è un evento bellissimo!
Un ritorno praticamente a suggestioni non solo rurali ma anche naturalistiche paleontologiche antichissime!
Vedi ad esempio lo studio scientifico paleontologico qui linkato:
Video su suggestivi allevamenti bucolici di avicoli
Rientrano nella medesima filosofia di questo giardino arca di Noè a difesa di tutte le specie presenti nei territori per contributo umano o meno, (ritenendo comunque l’uomo parte della natura entro la quale deve agire con filosofie naturalistiche ma senza dileggiare a priori ogni atto come se fosse egli avulso all’ordo naturalis, un’alieno sulla Terra staccato da tutto il resto, quando così non è), anche quelle idee virtuose che stanno circolando presso i comuni più virtuosi per la riaffermazione delle colture tradizionali che malo-politiche proibizioniste stavano vietando e ostacolando, e pensiamo a tal fine alla Canapa sativa in Italia e anche in Salento! Idee per affermarne la loro presenza libera e fertile nel paesaggio e per riaffermare la libertà allo scambio dei semi.
CANAPA SATIVA, è il momento di affermare i suoi diritti di essere vivente: Diritto ad esistere, Diritto ad essere…
Così si dovranno considerare rientranti in tali filosofie quelle aiuole che nei comuni virtuosi vedranno da parte delle amministrazioni l’ostentazione della semina della Canapa sativa con la partecipazione dei ragazzi proprio per lanciare questi virtuosi messaggi nelle centrali piazze e ville comunali:
Per sfatare il tentativo dei professionisti del biocidio di demonizzare tutte queste specie cancellandone ogni virtù e utilità nella divulgazione mediatica, solo qui alcuni esempi:
il miele di fiori di Ailanto
Stiamo invasando il miele di Ailanto.La sua particolarità è quella di avere un gusto decisamente fruttato e proprio per…
una pietanza giapponese che per tradizione vede l’uso della fecola ricavata dalla radici tuberose del Kudzu, pianta dalle grandi proprietà mediche.
Per approfondire sulle proprietà erboristiche del Kudzu rimandiamo a questo articolo; la radice di Kudzu è stata usata in medicina per oltre 2000 anni. Fu menzionato per la prima volta in Cina, intorno al V secolo a.C., come rimedio per varie malattie, tra cui raffreddore, influenza, febbre e mal di testa. Il Kudzu è ora ampiamente usato nella medicina cinese.
Infine una delle piante più “infestanti” del sud Italia, Salento incluso. È forse la pianta al momento più invisa in tutti gli uliveti del Salento, persino esotica, altamente invasiva. La Saeppola canadese (nome scientifico Erigeron canadensis).
Guardate come questo bravo giovane botanico del sud Italia con questo semplice video vi farà cambiare per sempre il punto di vista nei suoi confronti, notarla e apprezzarla. Persino volerla nel proprio giardino, mentre oggi essa è tra i cavalli di battaglia per la vendita di diserbanti ai quali anche sembra altamente resistente. Clicca qui vedere il video.
Tenendo conto della diffusione di questa pianta nel territorio è come se domani qualcuno ti spiega che le pietre si possono mangiare,
ecco perché ho trovato veramente scioccante e meraviglioso questo video!
Non capita facilmente che qualcuno possa farti cambiare punto di vista sulle delle cose in maniera così forte!
Conosciamo questa ricchezza di biodiversità prima che i professionisti del biocidio si sognino di cancellarla!
Tutela delle autoctone, ma comprensione del valore delle esotiche e delle specie e varietà domestiche non brevettate, ma che ci vengono dalla tradizione, che fanno ormai parte dell’ecosistema più strettamente antropico, e hanno una loro dignità naturalistica non inferiore, vivendo nel complesso in una sorta di simbiosi-sinatropia comunque con l’uomo, addirittura nelle sue stesse città, né più né meno delle varie specie che convivono con le formiche nei loro formicai allevate-coltivate o meno dalle formiche (vedi ad esempio: mirmecofauna). Né mancano specie autoctone che hanno saputo approfittare dell’uomo per la loro espansione, penso solo ad esempio al Colombo selvatico nelle città, per il quale i palazzi sono una sorta di falesie costiere dove nidificare, ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo.
“Chiunque metta giù una pianta, in qualunque luogo, in qualunque posto del mondo, di qualunque tipo, sta facendo una cosa per il nostro futuro!” (lo scienziato Stefano Mancuso)
“Avere chiaro l’importanza delle piante per la sopravvivenza dell’umanità credo sia una missione. La nostra vita dipende da questo.” Stefano Mancuso, neuorobiologo che secondo il New Yorker cambierà il mondo, spiega a Basement Cafè e Rancore perché non possiamo fare a meno della natura e dell’ambiente se vogliamo sopravvivere.
È una frase assolutamente rivoluzionaria nella sua semplicità e normalità naturalistica, che in maniera velata denuncia a mio avviso il razzismo verde della falsa ecologia (ad esempio contro le piante dette potenziali portatrici di Xylella anche autoctone come il Rosmarino oggi in Salento, o contro piante definite esotiche invasive come il Giacinto d’acqua di cui è vietata oggi la commercializzazione in UE), ma anche ogni proibizionismo contro la coltivazione delle piante (ad esempio contro la libera coltivazione della tradizionale Canapa sativa in Puglia).
Faranno abiurare anche lui? Può essere, per questo questa frase è più importante di qualsiasi ritrattazione!
P.s.: Mancuso esprime preoccupazione per i cambiamenti climatici indotti dall’uomo … su questo punto sono più fiducioso di lui ritenendo i cambiamenti climatici più legati a fattori naturali che strettamente antropici, e avendo poi grande fiducia nei meccanismi di Gaia che utilizza appunto anche le piante che dobbiamo appunto rispettare e piantare sempre e comunque indipendentemente dal discorso climatico, e utilizza anche l’uomo sia che ne siamo coscicenti o meno, volenti o nolenti.
Bella la sua idea delle città da rendere completamente immerse nel verde, come se la natura le stesse fagocitando!
Che dire viva il kudzu, l’ailanto, eccetera, eccetera!